Così per comprendere meglio.
Tu parli di stile narrativo e lo stile narrativo è legato al soggetto e non al disegno, oppure, per meglio dire di gran lunga più al soggetto che non al disegno. Chierchini - come Carpi, Cavazzano e De Vita - è un disegnatore e dunque diventa un po' improprio attribuire a lui il merito o il demerito di uno stile narrativo.
Giusto o no?
Forse il tratto grafico chierchiniano è più statico nel tempo rispetto ad altri ma non in assoluto perché se paragono alcuni personaggi ci sono notevoli differenze e comunque, come ho già detto in un intervento precedente, stiamo parlando di personaggi disegnati con grande maestria, quasi, da sempre.
Francamente io non so come siano stati decisi e come vengano decisi gli abbinamenti fra soggettisti e disegnatori nell'ambito della storia del fumetto italiano Disney - e se qualcuno lo sa mi illumini e gliene sarò grato - ma so per certo che Chierchini, alla pari di Carpi, De Vita, Asteriti, Scarpa, Gatto - per rimanere in linea con la sua generazione - ha collaborato con tutti i maggiori soggettisti e dunque, dove sta, semmai c'è, una sua inferiorità?
Se analizzo poi le storie disegnate da Chierchini - rimanendo in campo topoliniano di cui sono più interessato - la funzione di Chierchini negli anni fine 50 inizio 60, è imprescindibile e, anche dopo, almeno fino agli anni 80, con punte sugli anni 90 è assolutamente importante.
Potrei fare un esempio solo che è poi quello che mi sta più a cuore. Se nel 1960, assieme a Missaglia, con Topolino e il re dei mendicanti - che è una storia che per lungo tempo è stata completamente scordata per motivi non ancora ben chiari e, di conseguenza, sconosciuta ai più, ma che è di immensa importanza oltre ad essere una delle più belle in assoluto - non avesse ripescato dopo 5 anni dal Doppio segreto, Macchia Nera, riproponendolo in un'evoluzione assolutamente rivoluzionaria rispetto al personaggio originario, non solo Macchia Nera sarebbe ricaduto in un oblio assoluto ma tante delle storie su cui poi si è sviluppato nella sua molteplice personalità non le avremmo potute avere, a finire proprio da quelle di Casty.
Ma, ripeto, questo è solo uno dei tanti esempi, dove la figura di Chierchini è imprescindibile nell'evoluzione del fumetto Disney. Credetemi!
Chiaramente, mi riferisco ad autori completi o sceneggiatori parlando di stile narrativo. Chierchini imprescindibile negli anni '50 e '60? Direi proprio di no. Credo sia ampiamente condivisibile che abbia dato il suo meglio dagli anni '70 in poi, anche se nei '50 e '60 ha avuto una presenza massiccia sul settimanale e sull'Almanacco, come pure Perego, del resto, essendo stati meno prolifici gli altri disegnatori italiani di allora. Se ti riferisci a Macchia Nera senza mantello, con maglione e pantaloni, non mi pare in questa raffigurazione dobbiamo a Chierchini qualcosa di particolare: il volto del personaggio era già noto e il merito della sua riscoperta va attribuito agli sceneggiatori. Un personaggio che deve la caratterizzazione grafica a Chierchini, semmai, è Anacleto Mitraglia/Faina, il vicino di Paperino alternativo a Jones, oltre a Little Gum. Assai caratteristiche poi sono senz'altro le sue ambientazioni medievali, a mio parere le sue più riuscite, e le storie dipinte.
Ora quello che vorrei chiarire è questo: ogni autore ha avuto il suo stile, i suoi lavori più riusciti, i suoi punti forza. La definizione di Maestro, introdotta dall'omonima rivista, implica però una distinzione, che comporta necessariamente un'esclusione: altrimenti sono tutti Maestri e il termine perde il suo significato distintivo. Tutti gli autori che hanno lavorato su Topolino negli anni '50, '60 e '70 sono Maestri? Chiaramente non è semplice stabilire criteri fissi e definitivi per definire chi di può considerare tale e chi no. Ma se una distinzione può essere fatta, per me verte necessariamente sulle vette raggiunte e, di conseguenza, sulla rilevanza e l'influenza della loro opera: tutte sono state rilevanti, ovviamente, ma alcune di più, mi sembra ovvio. E la differenza principale tra Scarpa/Carpi/Bottaro/Cavazzano e Chierchini/Scala/Asteriti/Gatto mi sembra evidente: mentre i primi hanno avuto una grande e permanente evoluzione del loro stile, tale da raggiungere picchi molto alti ed influenzare generazioni di colleghi, ciò non è avvenuto per i secondi non perché non avessero talento, ma perché, raggiunto un determinato stile grafico, questo è stato da loro portato avanti praticamente per decenni senza dare alla loro opera una rilevanza significativa e di ispirazione per altri autori. So che è brutto dirlo, ma immaginate per un attimo di far finta che non ci siano mai state tutte le storie (moltissime) dei primi o dei secondi e cosa sarebbe cambiato. Ovviamente questo vale anche per gli sceneggiatori.
Per finire, c'è sicuramente anche una terza "classe" di autori, che sono quelli che hanno sì lavorato stabilmente per periodi più o meno lunghi con i fumetti Disney, ma senza perfezionare granché il loro stile né raggiungere una qualità significativa, anche se magari hanno lavorato con dei grandi autori.