Nove anni fa come oggi, Cimino se ne andava e lasciava un vuoto profondo nel cuore di ogni appassionato Disney.
Non ho avuto la fortuna di conoscerlo di persona né di sapere davvero chi fosse finché era ancora in vita.
Ma nella mia, di vita, c'è sempre stato.
In maniera inconscia, latente, ha segnato la mia crescita e la mia formazione fin da bambino.
Ricordo il me bambino che a quattro/cinque anni teneva tra le sue piccole mani un numero un po' rovinato di Topolino.
La copertina presentava un Paperinik sicuro di sé che, nonostante stesse per cadere verso il basso, ispirava fiducia e simpatia.
Tutt'oggi è forse la prima immagine in assoluto che mi viene in mente quando penso ad una cover Disney.
Voltando pagina, si apriva la descrizione delle storie e la prima catturò sin da subito la mia attenzione.
Forse a quell'età non ero ancora in grado di leggere e non so se effettivamente fu la prima storia Disney che abbia letto, ma di sicuro fu tra le mie primissime letture in senso assoluto.
Quando la lessi, mi sentii totalmente rapito da quel fumetto.
Quel linguaggio così
strano (ora direi forbito), quel Paperone prima invaghito e poi infuriato, quel colore rosso persistente, quelle strane creature rosa che rimbalzavano come palle di gomma.
Che cosa avevo davanti agli occhi?
Ricordo come se fosse ieri il mio stupore dinanzi a quelle pagine e quanto mi divertii, assaporando ogni vignetta, ogni perla di quella storia.
Si perché ora posso dire che quelle "perle" non comparivano (in maniera esplicita) solo nel titolo di quella storia.
Le perle oggi le considero come quelle battute, quei dialoghi, quelle suggestioni con cui Rodolfo infarciva e creava le sue storie.
Può capitare che in una storia ci sia un momento in cui l'attenzione si allenta, perché non è certo facile tenere il lettore ancorato ad ogni singola vignetta per tutto il tempo di una storia.
Ma questo con Cimino non succede mai.
Ogni vignetta è una "perla".
Di umorismo, di sagacia.
Di saggezza...
La saggezza con cui esprimeva con semplicità concetti difficili da trattare me lo ha fatto sempre sentire vicino.
Quante volte ho doppiato Capo Horn, da ragazzo [...] La tecnica è nemica della fantasia!
Tu non può restare anche se io vuole bene...
Caspiterina caspiteruccia!Non credo di avere mai provato così tanto affetto per qualcuno che non conosco (o non ho conosciuto) di persona, ma per me Rodolfo, sarà sempre il nonno che non ho mai avuto.
Una figura che ti porta con sè, che ti insegna a vivere, a stare al mondo.
Che ti insegna i valori della vita e ti da buoni consigli.
Se n'è andato nove anni fa, è vero.
Ma per me vivrà sempre nel ricordo e nei cuori degli appassionati che si ritrovano a leggere una sua storia che non conoscevano.
Sarà sempre lì, tra quelle pagine, tra quelle vignette, tra quei topi e soprattutto quei paperi, a darci insegnamenti, a farci riflettere, a farci sorridere.
Chi lascia di sé un bel ricordo non muore mai.
Le sue storie sono lì che ci raccontano di lui e l'opera di un Grande Artista è sempre immortale.
Qualche giorno fa parlavo della mia passione per Luigi Pirandello e lo voglio fare anche qui.
Potrà sembrarvi fuori contesto, ma ogni volta che leggo un suo scritto, è come se parlasse
a me, come se veramente in quel momento fossimo noi due soli e mi insegnasse a guardare attentamente la società, come si comporta, se è davvero felice.
È la stessa sensazione che provo quando leggo una storia di Rodolfo Cimino.
Come se fosse lì e mi parlasse dei sentimenti, della profondità d'animo, della vita.
E questo lo sanno fare solo i Maestri.
Grazie Rodolfo, per tutte le "perle" e per tutti i "soldini" che mi hai dato e che continui a darmi quando ci incontriamo tra le pagine dei nostri Fumetti preferiti.
Per me sei sempre lì ad ascoltarmi e io lì ad ascoltare te.
Ti voglio bene.