Con la conclusione della lunghissima saga della Scatola Misteriosa (un po' in ritardo, lo so) mi è sembrato utile, soprattutto per me stesso, fare un po’ di chiarezza sull'operato di Sio dagli esordi disneyani ai giorni nostri, al fine soprattutto di evidenziare i momentaneamente pochi squilli positivi dell’uomo che potrebbe essere il futuro del settimanale. Ovviamente devo ringraziare ancora una volta Inducks, grazie al quale individuare l’omnia dell'Albrigi è stato assai rapido e... indolore.
Un inizio scoppiettante: lo sceneggiatore debutta nel novembre 2015 all'interno dello speciale Topolino incontra Sio come youtuber e fumettista già rodato con Scottecs. Forse il primo punto debole lo riscontriamo proprio qui: egli infatti parte con tante, troppe, responsabilità addosso e le aspettative si rivelano fin dall'inizio decisamente alte, tanto che ancora non è riuscito ad esaudire il suo compito-base, quello cioè di far ridere il lettore. Perciò le prime storie da lui scritte e “disegnate” risultano decisamente fiacche e quasi prive di un filone narrativo che al contrario dovrebbe essere sempre l’elemento principale di un prodotto accettabile. Il suo nonsense inoltre è ancora piuttosto acerbo e le battutine-tipo non appaiono molto convincenti, vedasi per esempio il celeberrimo doppio guaito di Pluto. Gli unici sorrisi arrivano in discreto numero nella paperoniana non mi ricordo come finiva il titolo, nella quale sperimenta con limitato successo un dialogo privo sì di logica, che tuttavia risulta essere complessivamente lineare e omogeneo, confermato dall'esistenza di un fine ultimo conclusivo abbastanza realistico.
Suo malgrado però lo stile iniziale richiama molto i toni di un essere “proto-faraciano” per così dire, timido e insicuro, quasi impaurito. Il messaggio dei lavori è tutt'altro che comico, lo potremmo definire anticrisi, e come tale appare di interpretazione troppo raffinata o soggettiva. Manca ancora una chiave di lettura ufficiale, un modo efficace per comunicare veramente a chi legge, e fra parentesi paga, il gusto della risata e della comicità.
Su questa falsariga Sio procede per diverso tempo (Paperoga e il pupazzo di neve ubiquo), mischiando indegnamente nonsense a realtà. Il risultato è un piccolo guazzabuglio d’idee che, oltre a scombinare profondamente la più intima personalità dei personaggi, li costringe a obbedire alle trame improbabili imposte e del tutto estranee alla Disney.
I Talpuri e la maturazione: intorno a Carnevale dello scorso anno Sio può fregiarsi della sua prima Storia di lunga durata, la quale è per molti (me compreso) una rivelazione.
La monetona nella terra dei talpuri nasce come celebrativa ove Paperone appare finalmente caratterizzato al meglio, grazie anche a spunti degni del miglior Vitaliano, e la presenza di una quantità considerevole di citazioni varie contribuisce decisamente al risultato finale. L'Albrigi riesce a rivitalizzare notevolmente persino un personaggio dimenticato come Flintheart Glomgold, ricuperato sì da Artibani nell’Ultima Avventura, ma posizionato sotto una luce totalmente nuova che, malgrado il tono ironico, non perde la sua proverbiale crudeltà. Inoltre, cosa più importante, la comicità dell’autore fa finalmente ridere l’intrattenuto, complici in primis una solida struttura portante e la scoperta del partner ideale in cabina di regia: Stefano Intini. I suoi disegni infatti paiono combaciare con testi/storyboard e riescono pure a trasportarci nella vicenda narrata.
Certo, persistono sempre alcune imperfezioni logiche o caratteriali (come fa Daisy a sollevare quel sacco di monete?), ma tutto sommato cominciano a intravedersi delle basi su cui fondare i contenuti e Sio comincia a piacere alla massa. Per limare i dettagli ci sarà tempo.
Vecchie spade e nuovi omaggi: il picco di massima espressione della satira di Sio è senza dubbio racchiuso nelle tavole della parodia anomala uscita su Topolino 3179. Topolino e la Spada di Ghiacciolo costituisce una gradevole farsa giocosa già nel titolo, oltre a rappresentare una svolta cruciale nella testata madre. Essa infatti si dimostra in evoluzione continua, già con l’acquisto di Sio mesi prima, capace non solo di far ridere o divertire ma anche e in modo particolare di celebrare sé stessa, conscia di un trascorso memorabile e invidiabile per molti. Analizzando l’ossatura del racconto saltano all'occhio due particolari importanti: la semplicità di stesura di quest’ultima e la presa in giro nel rispetto della tradizione. Il complesso gioco di battute e intreccio diventa più fluido e spontaneo pur tenendo fede alla traccia narrativa-base dell’opera originale, c’è da dire, mai infangata (anzi...).
Ovviamente ciò è ancora troppo poco. In fin dei conti gli unici buoni prodotti sfornati dal veronese prendono spunto da fatti realmente accaduti in campo fumettistico e ricalcano molto i toni di gradevoli omaggi da un fedele lettore del Topo nel periodo d’infanzia. Manca ancora un’idea cardine da sviluppare in autonomia e rendere davvero una storia d’autore a tutti gli effetti. Non disperiamo, l’occasione arriverà...
Il maestoso calo: dopo un’altra prova moderatamente convincente (Operazione Bluguette, stavolta su soggetto personale) giunge il momento della verità, una resa dei conti circa tono e umorismo utilizzati. La Scatola Misteriosa nel Luogo Misteriosissimo potrebbe voler dire molto per lo sceneggiatore e per noi, potrebbe davvero essere la svolta definitiva allo stile altalenante utilizzato finora.
Purtroppo il risultato si dimostra decisamente al di sotto delle aspettative. Il mistero, che dovrebbe aleggiare nell'aria e farsi sentire vignetta dopo vignetta, prende il posto della fabula stessa diventando, appunto, un qualche cosa di bizzarro e inqualificabile e si evince chiaramente come neanche Sio nella stretta finale riesca più a comprenderne il senso. Nemmeno i disegni di Nicolino Picone, autore delle 6 puntate centrali, aiutano il mero contesto; spigolosi come appaiono confondono maggiormente il lettore nell'identificazione dei characters. Il tutto accompagnato da battutine scadenti e scontate che proprio non mi aspettavo a un simile livello raggiunto. Insomma, un vero harakiri.
Caratteristiche principali
A) Personaggi: fin dalle prime sperimentazione il character modello dell’Albrigi appare palesemente deformato nella sua profonda psiche e personalità. Ciò comporta un’assai evidente alterazione nel comportamento e nelle riflessioni di protagonista e comparse le quali, invece di muoversi di conseguenza alle sue azioni, lo imitano. Il risultato è l’assenza di personaggio principale e contraltare letterario, da sempre indispensabili nel “what” narrativo.
Esempio banale è sicuramente Paperoga, non più eterno sciocco/genio incompreso, poiché diventa soggetto prevedibile nella sua stupidità, ruolo mai ricoperto in carriera. Ancora, Donald Duck perde completamente l’aria sbarazzina e pasticciona conferitagli dai vari Taliaferro, Don Rosa, Barks nei decenni passati, formandosi su evidenti principi di superficialità e approssimazione, ingredienti fattibili se solo fossero romanzi formativi. Il genere in questione però dev'essere di matrice comica ed ecco che persino Goofy, la risata fatta persona, diventa l’ombra di sé stesso, riuscendo comunque a surclassare per intelligenza Mickey, la nuova spalla. Solo Elvira Coot si salva nel reboot generale, mostrando involontariamente una parte nascosta della sua personalità in costante evoluzione.
B) Sfondi: oltre a contribuire all'ammodernamento sociale delle due metropoli zoo-tecnicamente avanzate per eccellenza (Topolinia e Duckburg) insieme ai vari Mastantuono, Intini e Ziche, Sio ci fornisce nuovi scenari alternativi e completamente opposti. Se il territorio australiano nei Talpuri è di stampo nostalgico e realistico a tratti richiamante la $aga, la scatola misteriosa rappresenta il logico opposto. Nelle loro diversità tuttavia ritroviamo un’importante caratteristica comune: il senso dell’assurdo che nella seconda in particolare è elevato alla massima esasperazione. I particolari, gli aspetti grafici, la natura stessa convergono nel nonsense narrativo dell’intreccio, divenendo sfondo perfetto alla trama di turno. Non c’è che dire. Per quanto semplice possa sembrare la scelta dei “fondali” è quasi sempre azzeccata.
C) Umorismo & affini: veniamo infine a quel che dovrebbe essere il centro della poetica dell’autore, col quale però sembra scontrarsi ripetutamente causa obbrobri linguistici o giochi di parole trapassati. Al culmine della sua per ora magra carriera disneyana Sio ha collezionato virtuosismi inediti e raffinati con cui è riuscito a catturare l’attenzione a molti grazie alla loro immediatezza nella comprensione. Dalla Spada di Ghiacciolo la percezione dello scherzo non è più riservata agli intenditori di umorismo paradossale, ma si apre anche al lettore meno colto sotto questo punto di vista per diventare risata. Ne è la riprova il continuo utilizzo di Internet/Papernet utilizzato come arma a doppio taglio, sia strumento d’ilarità che di riflessione profonda. Il trattare argomenti complessi come famiglia e lavoro in modo molto leggero è un’altra caratteristica positiva delle sue sceneggiature, tant'è che proprio da qui prendono spunto molte battutine mirate. Battute che nell'ultimo periodo si fanno via via più sottili e rarefatte, le quali toccheranno il fondo con la lunghissima di Ferragosto.
Probabilmente il fattore mancante al salto di qualità è proprio, paradossale a dirsi, la serietà della trama. Sulla di essa si fondano le storielle di quasi tutti i canta - comici attuali, da Faraci al già citato Artibani. Per quest’ultimo in particolare è spesso spontaneo inserire una gag in un momento di tensione, magari al fine di smorzarla o distrarre il lettore da un possibile indizio utile alla risoluzione del “caso”.
The Best of: Topolino e la Spada di Ghiacciolo, Zio Paperone e la monetona nella terra dei talpuri
The Worst of: La Scatola Misteriosa, Paperoga e il pupazzo di neve ubiquo, Topolino e l’inseguimento a incastro, Super Pippo e il fraintendibile suono vocalico
Topolino08