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Giuseppe Perego

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    Re: Giuseppe Perego
    Risposta #120: Martedì 13 Gen 2009, 17:50:13
    Non so quale sia il prezzo pieno, ma io ho comprato i numeri 4 e 10 della Collana Special Mongo e li ho pagati 10 euro l'uno che visto il prestigio della collana che è a edizione limitata (solo 1000 copie) dovrebbero essere una miseria 8-).
    Dove? In una bancarella di Napoli. E me li hanno dati anche in un contenitore di plastica.
    Grazie lo stesso! :) (e con questo io chiudo l'OT ;D)
    Uh? in che senso lo stesso?
    Ti rispondo qua perché avevo promesso "basta OT!" :)
    "lo stesso" perché stando così le cose la vedo dura che io possa contattare in qualche modo il venditore per procurarmi qualche volumetto de "i capolavori Disney" della Comic Art...
    « Ultima modifica: Martedì 13 Gen 2009, 17:54:20 da Floyd75 »
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      Re: Giuseppe Perego
      Risposta #121: Martedì 13 Gen 2009, 17:51:17
      Grazie lo stesso! :) (e con questo io chiudo l'OT ;D)
      Uh? in che senso lo stesso?
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        Re: Giuseppe Perego
        Risposta #122: Mercoledì 28 Gen 2009, 17:25:22
        Mi sono scorso tempo fa l'Enigma Perego e la sua Soluzione.
         :'(  E' una storia triste, pensare che noi che l'abbiamo sempre seguito abbiamo scoperto della sua morte solo 12-14 anni dopo, dopo che egli stesso era caduto nel dimenticatoio negli anni 80.
        Sarebbe bello (doveroso) poter premiare in qualche modo questo grande e infaticabile lavoratore che ha dato tanto, forse troppo, di se stesso e del proprio lavoro.
        Ma forse i permi Papersera non sono postumi, chissà magari in futuro...
        GUIDO, MARTINA, GUIDO MARTINA: 3 motivi per molti speciali, se non una testata intera, dedicati all'intera Sua Opera.

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          Re: Giuseppe Perego
          Risposta #123: Domenica 8 Feb 2009, 06:39:37
          ho sempre amato perego e sempre ricercato le sue storie. Il classico disegnatore che si ama o si odia senza vie di mezzo. Oppure, che si ama perche' si odia. I suoi esordi erano molto piu' curati graficamente, basta leggere "P e le uova di struzzo", "P e la ghiacciaia ermetica " P e la scuola modello" per vedere la ricchezza di dettagli. Mi sono sempre piaciute queste 3 storie perche' lo stile del perego e' cosi' casalingo, rurale, periferico, tipicamente italiano bacchettone, rassicurante e moralista. Guardatevi la cucina di Paperino in "la ghiacciaia ermetica". E' tutto tranne che una cucina americana, con fiaschi di vino, damigiane, tubi di gomma per travasare il vino, imbuti.. I palazzi sono esattamente nello stile "case popolari" costruiti in Italia nel "ventennio" o subito dopo la guerra. Tipica rappresentazione di una qualsiasi periferia di grande citta' italiana degli anni 50.. cosi' casalingo, rurale/pre-boom economico e qualunquista, che fa ricordare il primissimo topolino degli anni 30 quando ancora viveva nella periferia rurale americana. Personaggi deformi, con incredibili cappelli, cravatte e papillon, assoluto disprezzo delle proporzioni (personaggi che crescono o rimpiccioliscono a piacere, teste spesso troppo grosse rispetto al corpo), espressioni sempre in bilico tra il triste e il dispiaciuto, monodimensionalita' dei personaggi... ma tutto tipicamente anni 50. Negli anni successivi, concordo che il suo stile decade ulteriormente, a causa della mole di lavoro, ma proprio per il suo stile affrettato e tirato via, lo amo ancora di piu'. Se i primi disegni sono dettagliatamente accurati, anche se sproporzionati, gli ultimi mancano totalmente di dettagli ma peccano di eccessivo dinamismo (i famosi "salti" di Paperino e Paperone) spesso reso in maniera troppo grottesca. Era uno che spesso rendeva i personaggi odiosi, la sua Minni degli anni 60, con la bocca perennemente storta e coperta di rossetto, sembrava piu' una prostituta o una bambina viziata che la minni di altri autori. I topi li disegnava male, e' vero, il suo Topolino anni 60 sembrava spesso un dandy o un damerino di alta societa' con una paresi facciale (ictus?) per via della sua bocca sempre storta su una parte, ma i paperi li rendeva bene, accentuandone il carattere irascibile. Una delle mie storie preferite e' (scusate se non ricordo il titolo), quella dove Paperino viene sequestrato dai Bassotti e tenuto in una baracca insieme a un maiale, e successivamente apre una gelateria, a sua volta rapinata dai Bassotti. Atmosfere cupe e solari ben mescolate, dinamismo, uno stile gioviale anche se intenzionalmente tirato via.. Come dire... la bruttezza estetica ha un fascino perverso che si trasforma in morboso apprezzamento del brutto. E spero vivamente che un giorno l'opera omnia (non solo disneyana) del Perego possa vedere la luce in lussuose ristampe.

          Perego era l'apoteosi dello stilisticamente brutto che ha elevato a forma di arte. Ha lasciato il suo (brutto?) segno indelebile ma io lo apprezzo moltissimo, 1000 volte di piu' dei nuovi disegnatori Disney

          Volete un disegnatore "brutto"? Rino Anzi lo era. La bruttezza del Perego aveva consistenza e forse un suo significato metafisico. Ma la bruttezza di Anzi era una bruttezza senza qualita'.
          « Ultima modifica: Domenica 8 Feb 2009, 06:43:58 da sanhebei »

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            Re: Giuseppe Perego
            Risposta #124: Domenica 8 Feb 2009, 14:37:48
            ho sempre amato perego e sempre ricercato le sue storie. Il classico disegnatore che si ama o si odia senza vie di mezzo. Oppure, che si ama perche' si odia. I suoi esordi erano molto piu' curati graficamente, basta leggere "P e le uova di struzzo", "P e la ghiacciaia ermetica " P e la scuola modello" per vedere la ricchezza di dettagli. Mi sono sempre piaciute queste 3 storie perche' lo stile del perego e' cosi' casalingo, rurale, periferico, tipicamente italiano bacchettone, rassicurante e moralista. Guardatevi la cucina di Paperino in "la ghiacciaia ermetica". E' tutto tranne che una cucina americana, con fiaschi di vino, damigiane, tubi di gomma per travasare il vino, imbuti.. I palazzi sono esattamente nello stile "case popolari" costruiti in Italia nel "ventennio" o subito dopo la guerra. Tipica rappresentazione di una qualsiasi periferia di grande citta' italiana degli anni 50.. cosi' casalingo, rurale/pre-boom economico e qualunquista, che fa ricordare il primissimo topolino degli anni 30 quando ancora viveva nella periferia rurale americana. Personaggi deformi, con incredibili cappelli, cravatte e papillon, assoluto disprezzo delle proporzioni (personaggi che crescono o rimpiccioliscono a piacere, teste spesso troppo grosse rispetto al corpo), espressioni sempre in bilico tra il triste e il dispiaciuto, monodimensionalita' dei personaggi... ma tutto tipicamente anni 50. Negli anni successivi, concordo che il suo stile decade ulteriormente, a causa della mole di lavoro, ma proprio per il suo stile affrettato e tirato via, lo amo ancora di piu'. Se i primi disegni sono dettagliatamente accurati, anche se sproporzionati, gli ultimi mancano totalmente di dettagli ma peccano di eccessivo dinamismo (i famosi "salti" di Paperino e Paperone) spesso reso in maniera troppo grottesca. Era uno che spesso rendeva i personaggi odiosi, la sua Minni degli anni 60, con la bocca perennemente storta e coperta di rossetto, sembrava piu' una prostituta o una bambina viziata che la minni di altri autori. I topi li disegnava male, e' vero, il suo Topolino anni 60 sembrava spesso un dandy o un damerino di alta societa' con una paresi facciale (ictus?) per via della sua bocca sempre storta su una parte, ma i paperi li rendeva bene, accentuandone il carattere irascibile. Una delle mie storie preferite e' (scusate se non ricordo il titolo), quella dove Paperino viene sequestrato dai Bassotti e tenuto in una baracca insieme a un maiale, e successivamente apre una gelateria, a sua volta rapinata dai Bassotti. Atmosfere cupe e solari ben mescolate, dinamismo, uno stile gioviale anche se intenzionalmente tirato via.. Come dire... la bruttezza estetica ha un fascino perverso che si trasforma in morboso apprezzamento del brutto. E spero vivamente che un giorno l'opera omnia (non solo disneyana) del Perego possa vedere la luce in lussuose ristampe.

            Perego era l'apoteosi dello stilisticamente brutto che ha elevato a forma di arte. Ha lasciato il suo (brutto?) segno indelebile ma io lo apprezzo moltissimo, 1000 volte di piu' dei nuovi disegnatori Disney

            Volete un disegnatore "brutto"? Rino Anzi lo era. La bruttezza del Perego aveva consistenza e forse un suo significato metafisico. Ma la bruttezza di Anzi era una bruttezza senza qualita'.
            Quoto quasi tutto. Sanhebei ha espresso molto bene quello che io dico da sempre: Perego ha un fascino perverso.
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              Risposta #125: Domenica 8 Feb 2009, 14:43:13
              Beh, complimenti a sanhebei per il suo lungo e dettagliato post, si vede che lo ami proprio.
              La storia di cui non ricordi il titolo è questa: http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1179-B  ;)

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                Risposta #126: Domenica 8 Feb 2009, 16:22:01
                esatto, proprio quella. Non so perche', ma le pagine iniziali col ritorno dei Bassotti all'ovile mi ha sempre colpito. Prima parte diurna, solare e il resto della storia molto cupa, notturna e fumosa. I personaggi di alto rango li rendeva bene, quasi tutti grassottelli, con facce cagnesche e perennemente imbronciate. Quello che gli veniva bene, e soprattutto nei primissimi lavori, era il rappresentare le persone "normali", le comparse, in attivita' quotidiane: muratori, imbianchini, massaie a far la spesa, gente a chiaccherare o leggere il giornale lungo la strada. Aveva una particolare attenzione verso il quotidiano che rendeva le comparse vive. La summa di tutto cio' si puo' notare in una vignetta di.. eh.. hmm.. mi sembra "La ghiacciaia ermetica", o quell'altra dove c'e' la prima apparizione del dottor Calabrone Sgombraletti, dove si vede un muratore nella classica tenuta, col fazzoletto che esce dalla tasca, cicca in bocca, che chiacchera allegramente con un passante. Molto "viva" come rappresentazione. E poi diciamolo, le prime storie quelle piu' surreali, come quella dove Paperino e Paperone bevono la bottiglia di vino drogata offertagli da QQQ (ORRORE!! CENSURA!! IMMORALITA"!!!) e cominciano a sognare, scritte dal Martina (con riserva di dubbio) si sposavano alla perfezione coi disegni grotteschi del Perego. Trama assurda + disegni grotteschi = risultato ad effetto garantito.
                A proposito, dubito che tale storia (mi sembra "Il gigante delle nevi", dato che alla fine, saltando ogni logica di continuity, i nostri incontrano il Gigante delle Nevi e i suoi soldati di ghiaccio) possa essere ristampata. Con cosa lo rimpiazzano il vino drogato nelle versioni "epurate"?  ;D

                Noto che nessuno ha sottolineato il fatto che il Paperino del Perego degli inizi e' il piu' graficamente simile a quello di Al Taliaferro anteguerra
                « Ultima modifica: Domenica 8 Feb 2009, 16:26:57 da sanhebei »

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                  Risposta #127: Domenica 8 Feb 2009, 16:29:09
                  Recentemente hanno ristampato "Paperino e l'Uomo delle Nevi" nella collana Maestri Disney: è piena zeppa di censure, ma riguardo il vino drogato viene lasciato capire al lettore senza (mi par di ricordare) modifiche di sorta.
                  Quello che dici di Perego è vero: l'opera migliore di Perego è quando rappresenta l'ambientazione italiana, con le minuzie del quotidiano ritratte in maniera spesso caricaturale grazie alle minimaliste sceneggiature di Martina, come la brillante PAPERINO E LA GHIACCIAIA ERMETICA.
                  A parte questo filone "quotidiano", Perego ha dato prova di grande abilità anche (non so se ricordi) nella raffigurazione dettagliatissima e verosimile della lotta tra le navi nella storia degli anni 60 MAC PAPERON E LA INVENCIBLE ARMADA.
                  GUIDO, MARTINA, GUIDO MARTINA: 3 motivi per molti speciali, se non una testata intera, dedicati all'intera Sua Opera.

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                    Risposta #128: Domenica 8 Feb 2009, 16:33:14
                    e sempre riguardo al binomio Martina/Perego. Gia' dalle prime storie, come Paperino e la scuola modello o Paperino capostazione, la caratterizzazione grafica irascibile, esageratamente violenta (mitra, pistole e pallottole si sprecavano e con abbondanza di dettagli) con maschere facciali grottescamente deformate dall'ira si spsavano bene con le trame del Martina, che gia' si intuivano diventare piu' ciniche e violente neli anni a seguire. Ser il martina e' stato il primo a introdurre elementi espliciti di violenza e cinismo, il perego e' stato -se non il primo- il migliore a rappresentarli graficamente, grazie al suo stile esageratamente grottesco

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                      Re: Giuseppe Perego
                      Risposta #129: Domenica 8 Feb 2009, 16:36:24
                      si, hai ragione, in MAC PAPERON E LA INVENCIBLE ARMADA raggiunge risultati egregi, dovuti anche al fatto che il P. era un pittore, quindi ha impiegato la sua formazione artistica nel disegnare quelle tavole. I dettagli e le ambientazioni storiche gli riuscivano bene, anche se non a livelli di De Vita Sr.

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                      alec
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                        Re: Giuseppe Perego
                        Risposta #130: Giovedì 30 Apr 2009, 01:25:45
                        ho sempre amato perego e sempre ricercato le sue storie. Il classico disegnatore che si ama o si odia senza vie di mezzo. Oppure, che si ama perche' si odia. I suoi esordi erano molto piu' curati graficamente, basta leggere "P e le uova di struzzo", "P e la ghiacciaia ermetica " P e la scuola modello" per vedere la ricchezza di dettagli. Mi sono sempre piaciute queste 3 storie perche' lo stile del perego e' cosi' casalingo, rurale, periferico, tipicamente italiano bacchettone, rassicurante e moralista. Guardatevi la cucina di Paperino in "la ghiacciaia ermetica". E' tutto tranne che una cucina americana, con fiaschi di vino, damigiane, tubi di gomma per travasare il vino, imbuti.. I palazzi sono esattamente nello stile "case popolari" costruiti in Italia nel "ventennio" o subito dopo la guerra. Tipica rappresentazione di una qualsiasi periferia di grande citta' italiana degli anni 50.. cosi' casalingo, rurale/pre-boom economico e qualunquista, che fa ricordare il primissimo topolino degli anni 30 quando ancora viveva nella periferia rurale americana. Personaggi deformi, con incredibili cappelli, cravatte e papillon, assoluto disprezzo delle proporzioni (personaggi che crescono o rimpiccioliscono a piacere, teste spesso troppo grosse rispetto al corpo), espressioni sempre in bilico tra il triste e il dispiaciuto, monodimensionalita' dei personaggi... ma tutto tipicamente anni 50. Negli anni successivi, concordo che il suo stile decade ulteriormente, a causa della mole di lavoro, ma proprio per il suo stile affrettato e tirato via, lo amo ancora di piu'. Se i primi disegni sono dettagliatamente accurati, anche se sproporzionati, gli ultimi mancano totalmente di dettagli ma peccano di eccessivo dinamismo (i famosi "salti" di Paperino e Paperone) spesso reso in maniera troppo grottesca. Era uno che spesso rendeva i personaggi odiosi, la sua Minni degli anni 60, con la bocca perennemente storta e coperta di rossetto, sembrava piu' una prostituta o una bambina viziata che la minni di altri autori. I topi li disegnava male, e' vero, il suo Topolino anni 60 sembrava spesso un dandy o un damerino di alta societa' con una paresi facciale (ictus?) per via della sua bocca sempre storta su una parte, ma i paperi li rendeva bene, accentuandone il carattere irascibile. Una delle mie storie preferite e' (scusate se non ricordo il titolo), quella dove Paperino viene sequestrato dai Bassotti e tenuto in una baracca insieme a un maiale, e successivamente apre una gelateria, a sua volta rapinata dai Bassotti. Atmosfere cupe e solari ben mescolate, dinamismo, uno stile gioviale anche se intenzionalmente tirato via.. Come dire... la bruttezza estetica ha un fascino perverso che si trasforma in morboso apprezzamento del brutto. E spero vivamente che un giorno l'opera omnia (non solo disneyana) del Perego possa vedere la luce in lussuose ristampe.

                        Perego era l'apoteosi dello stilisticamente brutto che ha elevato a forma di arte. Ha lasciato il suo (brutto?) segno indelebile ma io lo apprezzo moltissimo, 1000 volte di piu' dei nuovi disegnatori Disney

                        Volete un disegnatore "brutto"? Rino Anzi lo era. La bruttezza del Perego aveva consistenza e forse un suo significato metafisico. Ma la bruttezza di Anzi era una bruttezza senza qualita'.
                        Non sarà che tutte quelle deformazioni e sproporzioni sian dovute ad una scarsa capacità grafica? Spesso accadeva di imbattersi in storie in cui un Paperone dalle iridi minuscole ed inespressive si rivolgeva ad un Donald dagli occhioni enormi (tutti sappiamo che nei model sheets Scrooge si ottiene aggiungendo occhiali e basette a Paperino: Barks ci gioca nella storia del Gongoro).  Credo che Perego abbia anteposto la quantità alla qualità. Trovo i suoi lavori semplicemente inguardabili. Sarò cretino, ma tutto questo entusiasmo per questo autore proprio non lo comprendo. Quasi ti fa odiare i personaggi Disney. Quanto alla Minni-prostituta (!?!) la trovo grottesca ed antitetica allo spirito disneyano (povero Mickey: cornuto con paresi! Altro che Steamboat Willie, Fantasia ed HoM!). >:( >:( >:( >:(  
                        PS: la Disney si è sempre basata sulla ricerca estetica (vedi ad ex. i richiami al Gotico Internazionale in "Sleeping  Beauty", ed i raffinati fondali "orientali" di Tyrus Wong in "Bambi").  Se Perego ha educato qualcuno al gusto per il brutto, allora ha tradito la missione della Casa del Topo.
                        « Ultima modifica: Martedì 5 Mag 2009, 00:48:18 da alec »

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                          Re: Giuseppe Perego
                          Risposta #131: Venerdì 1 Mag 2009, 19:01:04
                          Per me Perego non era male, il colore opaco non lo rendeva al meglio ma io adoravo e allo stesso tempo odiavo i suoi paperi con la bocca aperta, curvata in un modo strano, quasi come se non fossero personaggi umanizzati ma veri e propri animali. Adesso penso che Perego abbia fatto il suo buon lavoro, salvo terribili copertine e storie in cui si vedeva il poco impegno dovuto forse al troppo lavoro, ma erano altri tempi, tempi dove la formazione era molto più difficile, mi piace credere all'immagine di un perego autodidatta :)
                          Di rovente aspirazione ed ambizione.

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                            Re: Giuseppe Perego
                            Risposta #132: Sabato 2 Mag 2009, 10:45:41
                            Anche Barks e Gottfredson erano autodidatti e lavoravano in quegli "altri tempi" (in più, Floyd aveva la mano destra danneggiata da un incidente avvenuto con un'arma!)
                            « Ultima modifica: Sabato 2 Mag 2009, 10:47:02 da alec »

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                              Re: Giuseppe Perego
                              Risposta #133: Domenica 3 Mag 2009, 22:05:19
                              Mi sono scorso tempo fa l'Enigma Perego e la sua Soluzione.
                               :'(  E' una storia triste, pensare che noi che l'abbiamo sempre seguito abbiamo scoperto della sua morte solo 12-14 anni dopo, dopo che egli stesso era caduto nel dimenticatoio negli anni 80.
                              Sarebbe bello (doveroso) poter premiare in qualche modo questo grande e infaticabile lavoratore che ha dato tanto, forse troppo, di se stesso e del proprio lavoro.
                              Ma forse i permi Papersera non sono postumi, chissà magari in futuro...

                              Quoto.
                              Per le ragioni che ho espresso all'inizio di questo thread ormai ben 4 anni fa.
                              ...ho la febbre, ma ti porto fuori a bere...

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                                Re: Giuseppe Perego
                                Risposta #134: Lunedì 4 Mag 2009, 18:18:03
                                ho sempre amato perego e sempre ricercato le sue storie. Il classico disegnatore che si ama o si odia senza vie di mezzo. Oppure, che si ama perche' si odia. I suoi esordi erano molto piu' curati graficamente, basta leggere "P e le uova di struzzo", "P e la ghiacciaia ermetica " P e la scuola modello" per vedere la ricchezza di dettagli. Mi sono sempre piaciute queste 3 storie perche' lo stile del perego e' cosi' casalingo, rurale, periferico, tipicamente italiano bacchettone, rassicurante e moralista. Guardatevi la cucina di Paperino in "la ghiacciaia ermetica". E' tutto tranne che una cucina americana, con fiaschi di vino, damigiane, tubi di gomma per travasare il vino, imbuti.. I palazzi sono esattamente nello stile "case popolari" costruiti in Italia nel "ventennio" o subito dopo la guerra. Tipica rappresentazione di una qualsiasi periferia di grande citta' italiana degli anni 50.. cosi' casalingo, rurale/pre-boom economico e qualunquista, che fa ricordare il primissimo topolino degli anni 30 quando ancora viveva nella periferia rurale americana. Personaggi deformi, con incredibili cappelli, cravatte e papillon, assoluto disprezzo delle proporzioni (personaggi che crescono o rimpiccioliscono a piacere, teste spesso troppo grosse rispetto al corpo), espressioni sempre in bilico tra il triste e il dispiaciuto, monodimensionalita' dei personaggi... ma tutto tipicamente anni 50. Negli anni successivi, concordo che il suo stile decade ulteriormente, a causa della mole di lavoro, ma proprio per il suo stile affrettato e tirato via, lo amo ancora di piu'. Se i primi disegni sono dettagliatamente accurati, anche se sproporzionati, gli ultimi mancano totalmente di dettagli ma peccano di eccessivo dinamismo (i famosi "salti" di Paperino e Paperone) spesso reso in maniera troppo grottesca. Era uno che spesso rendeva i personaggi odiosi, la sua Minni degli anni 60, con la bocca perennemente storta e coperta di rossetto, sembrava piu' una prostituta o una bambina viziata che la minni di altri autori. I topi li disegnava male, e' vero, il suo Topolino anni 60 sembrava spesso un dandy o un damerino di alta societa' con una paresi facciale (ictus?) per via della sua bocca sempre storta su una parte, ma i paperi li rendeva bene, accentuandone il carattere irascibile. Una delle mie storie preferite e' (scusate se non ricordo il titolo), quella dove Paperino viene sequestrato dai Bassotti e tenuto in una baracca insieme a un maiale, e successivamente apre una gelateria, a sua volta rapinata dai Bassotti. Atmosfere cupe e solari ben mescolate, dinamismo, uno stile gioviale anche se intenzionalmente tirato via.. Come dire... la bruttezza estetica ha un fascino perverso che si trasforma in morboso apprezzamento del brutto. E spero vivamente che un giorno l'opera omnia (non solo disneyana) del Perego possa vedere la luce in lussuose ristampe.

                                Perego era l'apoteosi dello stilisticamente brutto che ha elevato a forma di arte. Ha lasciato il suo (brutto?) segno indelebile ma io lo apprezzo moltissimo, 1000 volte di piu' dei nuovi disegnatori Disney

                                mi piace il tuo modo di esporre, anche se non condivido i concetti... un volume di lusso su Perego avrebbe davvero un prezzo lussuoso, perchè lo comprerebbero davvero in pochi  ;)

                                cerchiamo prima di proporre volumi di cose fatte bene  ::)

                                "Remember: when people tell you something's wrong or doesn't work for them, they are almost always right. When they tell you exactly what they think is wrong and how to fix it, they are almost always wrong." - NG

                                 

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