ho sempre amato perego e sempre ricercato le sue storie. Il classico disegnatore che si ama o si odia senza vie di mezzo. Oppure, che si ama perche' si odia. I suoi esordi erano molto piu' curati graficamente, basta leggere "P e le uova di struzzo", "P e la ghiacciaia ermetica " P e la scuola modello" per vedere la ricchezza di dettagli. Mi sono sempre piaciute queste 3 storie perche' lo stile del perego e' cosi' casalingo, rurale, periferico, tipicamente italiano bacchettone, rassicurante e moralista. Guardatevi la cucina di Paperino in "la ghiacciaia ermetica". E' tutto tranne che una cucina americana, con fiaschi di vino, damigiane, tubi di gomma per travasare il vino, imbuti.. I palazzi sono esattamente nello stile "case popolari" costruiti in Italia nel "ventennio" o subito dopo la guerra. Tipica rappresentazione di una qualsiasi periferia di grande citta' italiana degli anni 50.. cosi' casalingo, rurale/pre-boom economico e qualunquista, che fa ricordare il primissimo topolino degli anni 30 quando ancora viveva nella periferia rurale americana. Personaggi deformi, con incredibili cappelli, cravatte e papillon, assoluto disprezzo delle proporzioni (personaggi che crescono o rimpiccioliscono a piacere, teste spesso troppo grosse rispetto al corpo), espressioni sempre in bilico tra il triste e il dispiaciuto, monodimensionalita' dei personaggi... ma tutto tipicamente anni 50. Negli anni successivi, concordo che il suo stile decade ulteriormente, a causa della mole di lavoro, ma proprio per il suo stile affrettato e tirato via, lo amo ancora di piu'. Se i primi disegni sono dettagliatamente accurati, anche se sproporzionati, gli ultimi mancano totalmente di dettagli ma peccano di eccessivo dinamismo (i famosi "salti" di Paperino e Paperone) spesso reso in maniera troppo grottesca. Era uno che spesso rendeva i personaggi odiosi, la sua Minni degli anni 60, con la bocca perennemente storta e coperta di rossetto, sembrava piu' una prostituta o una bambina viziata che la minni di altri autori. I topi li disegnava male, e' vero, il suo Topolino anni 60 sembrava spesso un dandy o un damerino di alta societa' con una paresi facciale (ictus?) per via della sua bocca sempre storta su una parte, ma i paperi li rendeva bene, accentuandone il carattere irascibile. Una delle mie storie preferite e' (scusate se non ricordo il titolo), quella dove Paperino viene sequestrato dai Bassotti e tenuto in una baracca insieme a un maiale, e successivamente apre una gelateria, a sua volta rapinata dai Bassotti. Atmosfere cupe e solari ben mescolate, dinamismo, uno stile gioviale anche se intenzionalmente tirato via.. Come dire... la bruttezza estetica ha un fascino perverso che si trasforma in morboso apprezzamento del brutto. E spero vivamente che un giorno l'opera omnia (non solo disneyana) del Perego possa vedere la luce in lussuose ristampe.
Perego era l'apoteosi dello stilisticamente brutto che ha elevato a forma di arte. Ha lasciato il suo (brutto?) segno indelebile ma io lo apprezzo moltissimo, 1000 volte di piu' dei nuovi disegnatori Disney
Volete un disegnatore "brutto"? Rino Anzi lo era. La bruttezza del Perego aveva consistenza e forse un suo significato metafisico. Ma la bruttezza di Anzi era una bruttezza senza qualita'.