Dipinto di Gottfredson ispirato a Topolino e i 2 ladri.
Notevole come l'autore provi a emulare il suo stile di cinquant'anni prima (la storia è del 1932, il quadro dell'82) riuscendovi in modo ottimo, con la sola eccezione della faccia di Gambadilegno. Personalmente amo di più gli oli di Barks, eppure questi acquerelli esprimono un dinamismo tanto incredibile che i personaggi e gli oggetti, seppur fermi, creano un'illusione di movimento che ai primi manca.
La scena è ripresa nel mezzo dell'azione, durante una rissa in un saloon, con tanto di boccali e bottiglie volanti, gente che prende a pugni ignari avventori che fino a pochi attimi prima stavano tranquilli nelle loro oziose occupazioni, come giocare a carte o tracannare alcolici. Gli sguardi di questi ben esprimono lo stupore di essere colpiti mentre non ce lo si si aspetta, mentre altri manifestano in modo naturale la loro allegria nel prendere a botte. Da una parte, la ballerina indifferente se ne sta per conto suo, senza partecipare o guardare ciò che succede attorno a sè, come a voler dire che non ha intenzione di immischiarsi in queste "cose da maschi". Sulla destra irrompono le giubbe rosse, entrata in scena che risulta però passata in secondo piano e non notata da personaggi intenti a menar le mani.
Al centro abbiamo Topolino, distolto dalla sua occupazione di pianista, spaventato e attaccato simultaneamente da Gambadilegno e Lupo. Le loro posizioni non sono casuali: mentre il primo manigoldo attacca il suo nemico frontalmente, il secondo intende colpirlo a tradimento alle spalle. Pietro è una persona diretta, violenta, che scende spesso in campo a sistemare le faccende con le sue mani (e questa sua esposizione lo porta, essendo al centro della sala, a prendersi un boccale in testa); l'avvocato, infido, invece preferisce non intervenire personalmente e mandare qualcun'altro a compiere il lavoro sporco al suo posto. Rappresenta una persona ipocrita che si finge amica per poi colpire quando non lo si vede.
Tutto questo avviene sotto lo sguardo quasi annoiato dell'oste (quando nell'avventura originale si dimostrava assai più combattivo). Non gli stanno distruggendo il locale, certo, ma non è da tutti restare impassibili mentre la gente fa volare sedie e bottiglie nel proprio locale. Evidentemente le risse non sono così così rare in questo saloon e il proprietario ormai ci ha fatto l'abitudine.
Si nota cura anche nello sfondo: il legno di pareti e pavimento è reso bene e le ombre proiettate al suolo dalla lampada centrale donotano attenzione ai particolari, così come le file di bicchieri e bottiglie (con tanto di scritte sull'etichetta) dietro al bancone.