In fin dei conti, tutti i periodi di direzione hanno portato a riavvicinamenti o allontanamenti di qualche autore. Logico pensare che il periodo di Bertani è appena all'inizio, quindi De Vita- evidentemente in disaccordo con il corso attuale- ha ritenuto opportuno chiuderla qui, complice una situazione personale agiata e una carriera di tutto rispetto, piuttosto che aspettare un nuovo cambio di rotta.
Triste notare che per un motivo o per l'altro, gli unici artisti della 'vecchia guardia' (mi riferisco agli ultimi 35-40 anni) sono rimasti Cavazzano, Amendola e il ritrovato Rota per i disegni; Michelini, Sisti e il ritrovato Salvagnini (sperando che l'ultima storia non fosse un caso isolato) per i testi. Non che oggi non ci siano validi eredi, si chiaro! Ma vedersi a mano a mano 'sbriciolare' quella lista di nomi con cui si è cresciuti, fa pensare a quanto tempo si è trascorso insieme a "Topolino" e a queste persone, pur non conoscendole personalmente. E questo mi rende un filo malinconico.
La questione Penna, invece, rischia di trascinare con sé una bella ondata di discussioni; solo chi lavorò in redazione in quel periodo può sapere come andarono effettivamente i fatti. Ma una cosa è certa: al di là della paternità dell'idea, noi lettori siamo stati molto fortunati perché ci siamo ritrovati con un personaggio estremamente interessante. Però è triste parlarne oggi, tirando in ballo persone che non possono controbattere.
Nota conclusiva: ho notato un certo rancore di fondo in tutta l'intervista. E non mi sembra un caso isolato, soprattutto negli ultimi tempi.