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La scuola Danese

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Carioca
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PolliceSu
    La scuola Danese
    Domenica 19 Nov 2006, 20:28:53
    Che ne pensate di questa scuola disneyana; del suo Boom (fumettisticamente parlando); degli autori locali; delle loro case editrici; della loro interpretazione dei personaggi ecc.?Secondo me sta subendo un grosso rialzo da già un pò di tempo............propio in tutti i sensi :)
    Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
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    PolliceSu
      Re: La scuola Danese
      Risposta #1: Giovedì 23 Nov 2006, 02:20:57
      Non sto a fare giri di parole: a me fa schifo quasi tutto quello che viene prodotto di disneyano in scandinavia, e lo ritengo non un gradino ma una scalinata sotto la scuola italiana.

        Re: La scuola Danese
        Risposta #2: Giovedì 23 Nov 2006, 11:50:26
        La scuola danese non mi entusiasma, pero' sono tutte storie fatte con cura, e Vicar in particolare ha delle belle atmosfere "americane" di natura nostalgico-barksiana.  Vecchi edifici, automobili, impianti, arredi ecc.

        Il problema della scuola danese e' che e' troppo standard, le manca l'anima e i singoli creatori mancano di personalita'.  Direi che e' decisamente inferiore alla scuola italiana.

        P.S. Mi viene in mento adesso, ma Vicar e' danese?  Se no i miei commenti vanno letti con riferimento all'Egmont in generale, e non solo alla scuola danese in particolare.
        « Ultima modifica: Giovedì 23 Nov 2006, 11:52:51 da Adnan »

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        PolliceSu
          Re: La scuola Danese
          Risposta #3: Giovedì 23 Nov 2006, 12:06:56
          In realtà parlando di scuola danese credo sia sottinteso ci si riferisca alla Egmont, alla quale fanno riferimento artisti di svariate nazionalità, con stili diversi ma tutto sommato "omologati", con le dovute eccezioni (o meglio, LA dovuta eccezione: Don Rosa è un artista Egmont). In fin dei conti, le storie Disney oggi in circolazione, escludendo ovviamente le italiane, provengono nella stragrande maggioranza proprio da lì: Vicar, Branca, Rota, i Van Horn, i McGreal, l'ultimo Scarpa, Jippes, Ferioli, Petrucha, i Gilbert, in ordine sparso e citando solo i primi che mi vengono in mente.
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            Re: La scuola Danese
            Risposta #4: Giovedì 23 Nov 2006, 12:17:30
            P.S. Mi viene in mento adesso, ma Vicar e' danese?  Se no i miei commenti vanno letti con riferimento all'Egmont in generale, e non solo alla scuola danese in particolare.

            Vicar, pseudonimo di José Victor Arrigada Ríos, argentino.  ;)
            « Ultima modifica: Giovedì 23 Nov 2006, 12:17:48 da giona »
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              Re: La scuola Danese
              Risposta #5: Giovedì 23 Nov 2006, 12:30:31

              Vicar, pseudonimo di José Victor Arrigada Ríos, argentino.  ;)

              Credo sia cileno...
              « Ultima modifica: Giovedì 23 Nov 2006, 12:31:47 da Dippy_Dawg »
              Io son nomato Pippo e son poeta
              Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
              Verso un'oscura e dolorosa meta

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                Re: La scuola Danese
                Risposta #6: Giovedì 23 Nov 2006, 12:31:48
                In fin dei conti, le storie Disney oggi in circolazione, escludendo ovviamente le italiane, provengono nella stragrande maggioranza proprio da lì: Vicar, Branca, Rota, i Van Horn, i McGreal, l'ultimo Scarpa, Jippes, Ferioli, Petrucha, i Gilbert, in ordine sparso e citando solo i primi che mi vengono in mente.
                Se non sbaglio, all'elenco vanno aggiunte anche alcune storie di Cavazzano (tra cui Dragon Lords)
                --- Andrea

                  Re: La scuola Danese
                  Risposta #7: Giovedì 23 Nov 2006, 13:02:46

                  Vicar, pseudonimo di José Victor Arrigada Ríos, argentino.  ;)

                  Infatti mi era venuto il dubbio. :-)

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                    Re: La scuola Danese
                    Risposta #8: Giovedì 23 Nov 2006, 14:53:01
                    Credo sia cileno...
                    Confermo. Da Wikipedia:

                    Citazione
                    Victor José Arriagada Rios conosciuto con lo pseudonimo di Vicar (Santiago del Cile, 1934) è un autore di fumetti cileno.
                    --- Andrea

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                      Re: La scuola Danese
                      Risposta #9: Giovedì 23 Nov 2006, 17:11:16
                      La Egmont penso sia una delle case editrici (del fumetto) più internazionale...in quanto pubblica storie perlopiù di autori stranieri...questo è anche dovuto dal fatto da una carenza di autori (che stanno aumentando, molto lentamente però..)più o meno come noi italiani negli anni fine '40-inizio '60.
                      Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
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                        Re: La scuola Danese
                        Risposta #10: Giovedì 23 Nov 2006, 19:33:22
                        Quello che mi ha stupito della scuola danese (intendo le storie con sigla D - e quindi, credo, prodotte per la Egmont - indipendentemente dalla nazionalita' degli autori) e' stato l'aver scoperto qualche anno fa che oltre a quelle  piu' classiche (tipicamente: 10 tavole di otto vignette, disegnatori come Vicar o Branca; piu' raramente avventure lunghe nella tradizione barksiana) si sono messi a produrre anche storie in stile italiano (una trentina di tavole da sei vignette, con grande liberta' nei temi). Per darvi un riferimento, il primo autore che mi viene in mente (quello che ho piu' apprezzato, e cui e' stato dedicato un articolo anche su Zio Paperone) e' Fecchi.
                        Non so quante di queste storie siano state pubblicate in Italia: io mi ci sono imbattuto in un anno passato in Germania. Credo che alcune siano apparse sulle ultime incarnazioni del Mega Almanacco, ma da quello che avevo visto ce n'erano varie, almeno di quelle di paperi (non apprezzo piu' di tanto il Topolino di Ferioli) da far sfigurare molto di cio' che e' stato pubblicato ultimamente sul Topo. Devo pero' riconoscere che sul mio giudizio pesa molto il fattore linguistico: mi e' parso (quando ho potuto fare i confronti) che le traduzioni in italiano impovissero pesantemente i testi, ma il mio tedesco non e' cosi' buono e in questa lingua sono certo assai piu' facilmente contentabile che con l'italiano.

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                          Re: La scuola Danese
                          Risposta #11: Giovedì 23 Nov 2006, 19:53:00
                          Le storie di paperi danesi che fanno sfigurare quelle italiane?!?  :-X

                          Tipo quella in cui Paperino e Paperina vanno in vacanza in Grecia e dopo un'avventura sballata Paperino diventa un buzzurro da spiaggia che ascolta la musica da discoteca, storia presentata come principale su un recente Mega? :-X :-X

                          Se su Topolino fossero mai apparse storie del genere ora non sarei un appassionato Disney. E se apparissero ora non avrei l'abbonamento.

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                            Re: La scuola Danese
                            Risposta #12: Giovedì 23 Nov 2006, 20:50:29
                            Citazione
                            Le storie di paperi danesi che fanno sfigurare quelle italiane?!?  
                             
                            Tipo quella in cui Paperino e Paperina vanno in vacanza in Grecia e dopo un'avventura sballata Paperino diventa un buzzurro da spiaggia che ascolta la musica da discoteca, storia presentata come principale su un recente Mega?  

                            Naturalmente non mi riferivo a storie come quella che citi (sono d'accordo con te e' una "schifezza"). Adesso purtroppo devo correre, ma nei prossimi giorni faro' una piccola ricerca sull'Induck per dare esempi di quello che intendo.
                            Inoltre non ho scritto che tutte le storie italiane sfigurano; anzi per quel che riguarda il personaggio Topolino ritengo che siano mediamente ben superiori. Ma quante memorabili avventure di paperi sono state prodotte in Italia negli ultimi anni?

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                              Re: La scuola Danese
                              Risposta #13: Giovedì 23 Nov 2006, 23:25:14
                              Naturalmente non mi riferivo a storie come quella che citi (sono d'accordo con te e' una "schifezza").  

                              Non ci sarebbe nemmeno bisogno delle virgolette, in questo caso...

                              Comunque sulla Egmont sono abbastanza manicheo: basandomi su quello che ho letto (non molto, ma nemmeno pochissimo), "salvo" alla grande solo Don Rosa, il resto lo butto tutto a mare. 8-)
                              « Ultima modifica: Giovedì 23 Nov 2006, 23:25:43 da MarcheseDelGrillo »
                              Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.

                              Fabrizio De Andrè - Via del campo

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                                Re: La scuola Danese
                                Risposta #14: Venerdì 24 Nov 2006, 11:19:45

                                Non ci sarebbe nemmeno bisogno delle virgolette, in questo caso...

                                Comunque sulla Egmont sono abbastanza manicheo: basandomi su quello che ho letto (non molto, ma nemmeno pochissimo), "salvo" alla grande solo Don Rosa, il resto lo butto tutto a mare. 8-)
                                Io decisamente no. Soprattutto sul lato grafico hanno dei Signori disegnatori. Ferioli e Rodriquez su tutti... meglio della maggior parte dei disegnatori attuali italiani alle prime armi (e se paragonarli a Ferioli non è effettivamente onesto nei loro confronti, Rodriquez ha invece più senso).
                                Il problema della Egmont è un altro... anzi due. Gli sceneggiatori molto omologati (ancor più dei nostri) e la lunghezza delle storie, molto breve. Anche quando sono in più puntate (cosa cmq rara) gli episodi singoli sono comunque brevissimi. In compenso ritengo che History Re-Petes Itself (scritta da David Gerstein) sia una delle migliori storie di Scarpa non sue in assoluto.
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                                  Re: La scuola Danese
                                  Risposta #15: Sabato 25 Nov 2006, 00:35:05
                                  Una cosa che mi piace degli sceneggiatori danesi e che danno, al disegnatore, sia il testo scritto sia degli schizzi di (quasi) tutte le vignette, in modo che il disegnatore possa ben capire le intenzioni dello sceneggiatore e farsi un'idea del lavoro che deve fare...sarebbe bello se anche noi italiani usassimo questo metodo. :)
                                  « Ultima modifica: Sabato 25 Nov 2006, 00:35:32 da Carioca »
                                  Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
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                                    Re: La scuola Danese
                                    Risposta #16: Sabato 25 Nov 2006, 12:54:20
                                    Una cosa che mi piace degli sceneggiatori danesi e che danno, al disegnatore, sia il testo scritto sia degli schizzi di (quasi) tutte le vignette, in modo che il disegnatore possa ben capire le intenzioni dello sceneggiatore e farsi un'idea del lavoro che deve fare...sarebbe bello se anche noi italiani usassimo questo metodo. :)
                                    E chi ti ha detto che in italia non si usa? Magari non tutti lo usano (ma la maggior parte imposta almeno il layout della tavola) ma è una delle caratteristiche dello sceneggiatore made in italy, un nome su tutti, sergio bonelli
                                    « Ultima modifica: Sabato 25 Nov 2006, 12:55:00 da piccolobush »

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                                      Re: La scuola Danese
                                      Risposta #17: Sabato 25 Nov 2006, 15:02:41
                                      E chi ti ha detto che in italia non si usa? Magari non tutti lo usano (ma la maggior parte imposta almeno il layout della tavola) ma è una delle caratteristiche dello sceneggiatore made in italy, un nome su tutti, sergio bonelli
                                      Davvero? Non lo sapevo!Comunque, riguardo la scuola Danese, penso che negli Stati Uniti le loro storie sono molte apprezzate, editori come la Gladstone, (giusto per fare un esempio) pubblicano con molta frequenza le loro storie e già da molto tempo, ancor prima di ZP.
                                      Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
                                      http://[img]http://www.portlandsymphony.com/photolibrary/2/magic4_thumb_3.jpg[/img]

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                                        Re: La scuola Danese
                                        Risposta #18: Martedì 28 Nov 2006, 20:08:33
                                        A me piacciono molto le storie danesi sopratutto quelle che compaiono sul Mega.....
                                        Tutti meritano un applauso !


                                        Patrick Süskind, il maestro!

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                                          Re: La scuola Danese
                                          Risposta #19: Mercoledì 29 Nov 2006, 01:17:24
                                          Comunque, riguardo la scuola Danese, penso che negli Stati Uniti le loro storie sono molte apprezzate, editori come la Gladstone, (giusto per fare un esempio) pubblicano con molta frequenza le loro storie e già da molto tempo, ancor prima di ZP.
                                          Non direi che siano MOLTO apprezzate, visto che negli USA i fumetti Disney li leggono quattro gatti... anzi, secondo me uno dei motivi per cui stentano ad allargare il bacino dei lettori è proprio l'eccessivo ricorso al materiale Egmont.
                                          Non che in Egmont non facciano buone cose, intendiamoci: hanno almeno due ottimi autori completi (Don Rosa e William Van Horn) e numerosi disegnatori validissimi; ma il grosso della produzione è piuttosto standardizzato.
                                          Se al posto di tanta roba Egmont "minore" i comic books americani pubblicassero, per dire, un Carpi, forse potrebbero guadagnare qualche lettore in più.

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                                            Re: La scuola Danese
                                            Risposta #20: Mercoledì 29 Nov 2006, 02:07:33
                                            Se al posto di tanta roba Egmont "minore" i comic books americani pubblicassero, per dire, un Carpi, forse potrebbero guadagnare qualche lettore in più.
                                            Un Carpi è roba secondo me troppo - ahimè - antiquata per avvicinare i ragazzini americani ai fumetti Disney. Lo adoro ma non sarebbe un'operazione di marketing molto sensata. Secondo me dovrebbero invece stampare Faraci, Casty, Sisti, Savini e le migliori storie che escono su Topolino.

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                                              Re: La scuola Danese
                                              Risposta #21: Mercoledì 29 Nov 2006, 03:00:15
                                              Citazione
                                              Un Carpi è roba secondo me troppo - ahimè - antiquata per avvicinare i ragazzini americani ai fumetti Disney.

                                              Ma stai scherzando? Un Guerra e Pace, tanto per dirne uno, non sarebbe una buona mossa di marketing? Stiamo parlando di un paese abituato alla roba egmont, una pedissequa emulazione di stilemi assai più antiquati. Cmq concordo che un Faraci nella mani degli Americani farebbe un effettone.
                                              « Ultima modifica: Mercoledì 29 Nov 2006, 03:00:35 da Grrodon »

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                                                Re: La scuola Danese
                                                Risposta #22: Mercoledì 29 Nov 2006, 09:22:02
                                                No, un Guerra e Pace di Carpi pubblicato negli USA avrebbe il solo sicuro consenso di chi già legge i comic books Disney americani, visto che si tratta non di ragazzini (quelli ormai negli Stati Uniti se non si tratta di supereroi o di manga ai fumetti neanche ci si avvicinano...) ma di gente di una certa eta (diciamo più o meno quella del sottoscritto), come facilmente comprensibile leggendo le rubriche della posta di queste riviste, e come ad esempio riscontrato in occasione della pubblicazione dell'Inferno di Topolino. Come già scritto in passato, la pubblicazione negli USA di storie Egmont è dovuta soprattutto al fatto che David Gerstein, editor della Gemstone oltre che autore di storie Disney, ha lavorato in passato per la casa editrice danese, ne conosce le storie e non ha nessuna difficoltà a tradurle in inglese; è dunque soprattutto un discorso di praticità, che porta anche a spendere meno nella realizzazione delle riviste. Ciò non toglie che vengano anche pubblicate storie italiane; alcuni numeri di MMA e DDA ne hanno ospitate parecchie, anche per il fatto che queste due riviste pubblicano (pubblicavano) storie su tre righe, quali sono le storie di Topolino, anzichè su quattro, quali sono quelle Egmont. Il fatto che queste due riviste chiudano potrebbe portare alcune di queste storie su WDC ed U$, ma solo chi vivrà vedrà.
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                                                  Re: La scuola Danese
                                                  Risposta #23: Mercoledì 29 Nov 2006, 12:12:52
                                                  Quando ha citato Carpi l'ho fatto con cognizione di causa, in quanto autore abbastanza "classico" da poter essere digerito dallo zoccolo duro tradizionalista dei lettori di comic books Disney, e tanto indiscutibilmente "bello" da poter attirare e fidelizzare il lettore occasionale (cosa che certo non riescono a fare le storielle di onesto artigianato scritte dai vari Petrucha e McGreal).
                                                  Faraci no, in America non è pubblicabile... più che scelta di marketing sarebbe un'azione da kamikaze (EDIT: in effetti hanno pubblicato Il fiume del tempo... che ovviamente è passato inosservato ai lettori americani).
                                                  Comunque va dato atto alla Gemstone di avere una politica editoriale per molti versi meno conservatrice rispetto alla Gladstone, non escluderei che in futuro possa stupirci...
                                                  « Ultima modifica: Mercoledì 29 Nov 2006, 14:39:11 da RoM »

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                                                    Re: La scuola Danese
                                                    Risposta #24: Mercoledì 29 Nov 2006, 14:40:25
                                                    Quando ha citato Carpi l'ho fatto con cognizione di causa, in quanto autore abbastanza "classico" da poter essere digerito dallo zoccolo duro tradizionalista dei lettori di comic books Disney, e tanto indiscutibilmente "bello" da poter attirare e fidelizzare il lettore occasionale (cosa che certo non riescono a fare le storielle di onesto artigianato scritte dai vari Petrucha e McGreal).
                                                    Faraci no, in America non è pubblicabile... più che scelta di marketing sarebbe un'azione da kamikaze.
                                                    Comunque va dato atto alla Gemstone di avere una politica editoriale per molti versi meno conservatrice rispetto alla Gladstone, non escluderei che in futuro possa stupirci...
                                                    Non capisco perchè Carpi sì e Faraci no... capisco il discorso Guerra e Pace, potrebbe piacere a quei pochi lettori di romanzi classici che ci saranno negli USA, gli stessi che avranno apprezzato l'Inferno di Topolino... anche se mi piacerebbe leggerne la versione americana: i testi di Martina erano geniali e molto italiani, bisognerebbe vedere se in inglese sono riusciti a rendere in maniera uguale gli endecasillabi a rima alternata...

                                                    Per quanto riguarda Faraci e Casty mi pare che il loro stile sia molto "americano" perciò non vedo perchè non debba essere pubblicato. Ad esempio la recente parodia di CSI credo che sarebbe apprezzatissima dagli americani.

                                                    *

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                                                      Re: La scuola Danese
                                                      Risposta #25: Mercoledì 29 Nov 2006, 15:39:18
                                                      Per quanto riguarda Faraci e Casty mi pare che il loro stile sia molto "americano" perciò non vedo perchè non debba essere pubblicato.
                                                      Io non conosco bene i gusti americani, ma sono d'accordo!
                                                      Casty ha uno stile molto gottfredsoniano, anche se probabilmente ciò avviene in special modo tramite il suo esplicito riferirsi a Scarpa (che comunque credo che sia stato pubblicato negli Stati Uniti con un certo successo), mentre, viceversa, le storie di Faraci sono molto moderne (secondo me, per dirne una, un Anderville avrebbe un accoglienza di tutto rispetto)
                                                      --- Andrea

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                                                        Re: La scuola Danese
                                                        Risposta #26: Mercoledì 29 Nov 2006, 16:08:36
                                                        Non direi che siano MOLTO apprezzate, visto che negli USA i fumetti Disney li leggono quattro gatti... anzi, secondo me uno dei motivi per cui stentano ad allargare il bacino dei lettori è proprio l'eccessivo ricorso al materiale Egmont.
                                                        Non che in Egmont non facciano buone cose, intendiamoci: hanno almeno due ottimi autori completi (Don Rosa e William Van Horn) e numerosi disegnatori validissimi; ma il grosso della produzione è piuttosto standardizzato.
                                                        Se al posto di tanta roba Egmont "minore" i comic books americani pubblicassero, per dire, un Carpi, forse potrebbero guadagnare qualche lettore in più.
                                                        Appunto per questo sono apprezzate; se non lo fossero sceglierebbero altro materiale...inoltre è vero che in America le storie italiane farebbero un figurone autori come uno Scarpa (soprattutto se primi anni) e Casty sono validissimi perchè, appunto, richiamano uno stile Gottfredsoniano(per quanto riguarda Scarpa mi pare sia già stato pubblicato).Per quanto riguarda la Egmont mi pare che ha da poco pubblicato uno speciale della famosa saga di Don (il grosso,secondo me, della produzione) e che ha avuto anche un grosso successo.
                                                        Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
                                                        http://[img]http://www.portlandsymphony.com/photolibrary/2/magic4_thumb_3.jpg[/img]

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                                                          Re: La scuola Danese
                                                          Risposta #27: Mercoledì 29 Nov 2006, 16:14:23
                                                          Ma voi avete mai visto i comic books disneyani americani? Hanno una linea molto "tradizionalista" e, almeno a giudicare dalle lettere pubblicate, è quello che lo zoccolo duro dei lettori chiede.
                                                          La Gemstone ha provato a proporre storie italiane moderne (tra cui la faraciana-artibaniana T e il fiume del tempo), assieme a storie Egmont dallo stile "cavazzaniano", con DD Adventures e MM Adventures, ed entrambe le testate sono state chiuse.
                                                          Mettetevi l'anima in pace, Faraci è troppo innovativo rispetto ai canoni a cui il pubblico americano è abituato. Casty, invece, potrebbe piacergli, e non è escluso che in futuro la Gemstone provi a proporlo.

                                                          EDIT: la risposta qui sopra era per Pegleg e Floyd.


                                                          Appunto per questo sono apprezzate; se non lo fossero sceglierebbero altro materiale.
                                                          Quello che intendevo è che sono apprezzate dal suddetto "zoccolo duro" conservatore,  ma che in sostanza questo è troppo numericamente sparuto per poter costituire un campione significativo.
                                                          Del resto, il fatto che la Gladstone abbia chiuso baracca e burattini, e che la Gemstone stia cercando nuove strade (i due tascabili di cui sopra - che probilmente hanno "bruciato le tappe", rivolgendosi direttamente a nuovi lettori senza passare per una fase intermedia di coesistenza "zoccolo duro+lettori nuovi" -, gli annunciati volumoni in bianco e nero) dimostra che la formula "Egmont + ristampe dai vecchi comic books anni '40 e '50" non funziona poi tanto...
                                                          « Ultima modifica: Mercoledì 29 Nov 2006, 16:53:52 da RoM »

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                                                            Re: La scuola Danese
                                                            Risposta #28: Venerdì 1 Dic 2006, 00:30:12
                                                            RoM,
                                                            ad onor del vero bisognerebbe dire che le storie pubblicate su Mickey Mouse Adventures e Donald Duck Adventures sono state quasi tutte di produzione danese (quelle su tre strisce ogni tanto pubblicate sul MEGA) e le italiane hanno iniziato ad uscire bene solo in questo periodo, direi un anno a questa parte, forse poco di più.
                                                            Per di più non inaugurarono la serie con le storie di Atomino (tranne che nel penultimo numero) o quelle di Carpi o di Bottaro ma inaugurarono le avventure italiane con le squallidità (mi perdonino gli autori) uscite su Paperinik e altri supereroi tipo "Paperinik in crisi" (Minà-Marabelli) su DDAdv 14 (insieme a "Minni e l'avventuroso prelievo" dui Marconi e De Vita) e sul 15 uscì "Amelia e la prova inconfutabile" di Ambrosio e Di Vita. Sul 16 "Zio Paperone e le porte di bronzo di Testadiferro" di Soldati/Cimino e "La pecora nera" di Artibani/Ziche.
                                                            Sul Mickey Mouse le cose andarono un po' meglio... "Indiana Pipps e l'idolo dei Fifones" (Sarda/De Vita) sul primo, "Il fiume del tempo" sul secondo, "Topolin Fracassa" (Macchetto/Asteriti) sul terzo, "Topolino e l'incredibile minaccia di Cyberman" (Salvagnini/Palazzi) sul quarto, "Topolino e la foresta che cammina" (Salvagnini/Camboni) sul quinto, sul sesto "Topolino e il castello senza nome" di Panaro e Limido. "Topolino e il vortice imperiale" (Salvagnini/Barbaro) sul settimo, l'ottavo presenta "Topolino e il progetto Vulcan" di Zironi, sull'11 esce Scarpa e la sua "Dimensione delta" e sul 12°, l'ultimo, "Paperino e l'isola inabitabile" di Figus e Cavazzano.
                                                            L'idea che si fa un lettore (tenete conto che stanno 3 storie per numero) è che chi ha scelto cosa pubblicare l'abbia fatto in base ai periodici danesi di alcuni mesi prima senza effettivamente conoscere il percome e il perquando di quanto pubblicato in Italia.
                                                            Penso, almeno per le testate italiane, che la chiusura delle due testate regolari su tre strisce from USA sia molto deleteria, non per quanto pubblicato in precedenza, quanto per quello che hanno perso chiudendole. Se il curatore USA fosse stato un minimo ferrato sulla nostra produzione avrebbe, almeno questo avrei provato a fare io!, potuto dare una infarinatura grandiosa ai suoi lettori ripubblicando quasi sistematicamente i Classici prima Serie, almeno i primi 20. E così le vere, belle, emozionanti storie italiane sarebbero state di dominio pubblico anche da loro. E, credo, che la testata non avrebbe chiuso per aumento costi carta (che letto in parole italiane significa... scarsi lettori che non permettono di pagare la stampa), aprendo il suo mercato anche all'estero, Italia soprattutto che ha snobbato platealmente queste due testate perché: troppo care e perché pubblicanti storie di produzione danese che sembrano fare il verso alle nostre. Chi non avrebbe voluto avere "I gialli di Paperino" in lingua inglese?

                                                            P.S: Ovviamente, da bastian contrario, io adoravo la testata così come concepita: mi dava la possibilità di aumentare il parco storie danesi riuscendo comunque a leggerle... Vabbe', mi resterà il Mickey Parade Géant! Oppure.. imparo il tedesco
                                                            ;)

                                                            Ciao.
                                                            « Ultima modifica: Venerdì 1 Dic 2006, 00:32:02 da New_AMZ »
                                                            "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                                                              Re: La scuola Danese
                                                              Risposta #29: Venerdì 1 Dic 2006, 00:45:48
                                                              Chiuso il pistolotto sulle pubblicazioni americane a tre strisce provo a scrivere qualcosa su quella che io ritengo una interessantissima occasione di scambio e cultura in parte persa della scuola danese.
                                                              Fondamentalmente sono un feticista... mi piace vedere i fumetti Disney che siano essi di produzione italiana, danese, brasiliana americana o giapponese (quelli mi mancano, mannaggia!).
                                                              Per cui l'interesse mio prima di quanto effettivamente pubblicato sta per la storia in se.. che faccia schifo che sia bellissima.
                                                              Ora, lasciando perdere le ovvietà terribili (Don Rosa è l'unico autore decente perché, oppure.. che schifo Topolino in pantaloncini corti...), mi verrebbe da fare un elenco dei buoni e dei cattivi.
                                                              Tra gli autori (disegnatori.. i soggettisti sono abbastanza e indistinguibili uno dall'altro tranne rare occasioni) meritano un pezzo di cielo Disney sicuramente William Van Horn (anche grazie ai testi che si ergono come un faro nella produzione del nord), Noel Van Horn (ottimo... disegna molto bene e sta affinando la sceneggiatura... lo amerete), Rodriguez Peinado, lo stracitato Ferioli (che ha ripreso il Topolino in pantaloncini corti molto bene in una storia... non fantastica ma sopra media danese.. che vuole essere omaggio alla casa dei fantasmi di Gott), Daan Jippes, il mai dimenticato Daniel Branca e i vari italiani per loro lavoranti.. Petrossi, Rota, Fecchi (che deve solo s-Cavazzanizzarsi un po'). Gli altri, in fondo in fondo sono tutti autori che utilizzano i model-sheet dei personaggi e poco aggiungono al loro lavoro da impiegatucci del mestiere.
                                                              Il loro vero problema sono i testi... indistinguibili uno dall'altro. L'unico che ogni tanto - a parte i Block, Jippes, Khoroner (da citare anche tra i discreti disegnatori) - prova a far qualcosa di più interessante è lo Chief-Editor danese: una specie di Ambrosio (con molti più poteri) che o tira fuori cagate pazzesche (i Dragoni Lordi) o fa delle cose che, se non ci fossero così poche pagine sono molto interessanti. Ad esempio "The Great Birthday Robbery" (D 98144) e "Immaterial World" (D D 2004-011) ottimamente, entrambe, disegnate da Ferioli.

                                                              Ciao.

                                                              « Ultima modifica: Venerdì 1 Dic 2006, 00:46:05 da New_AMZ »
                                                              "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                                                              Dittatore di Saturno
                                                              PolliceSu

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                                                                Re: La scuola Danese
                                                                Risposta #30: Venerdì 1 Dic 2006, 10:21:05
                                                                Hai dimenticato Vicar... secondo me, a parte Don Rosa, è il più bravo dei "danesi".
                                                                Io son nomato Pippo e son poeta
                                                                Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                                                                Verso un'oscura e dolorosa meta

                                                                *

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                                                                PolliceSu

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                                                                  Re: La scuola Danese
                                                                  Risposta #31: Venerdì 1 Dic 2006, 10:54:29
                                                                  Hai dimenticato Vicar... secondo me, a parte Don Rosa, è il più bravo dei "danesi".
                                                                  sono d'accordo!
                                                                  e, tra i due, è senz'altro più barksiano lui di Don Rosa :D
                                                                  --- Andrea

                                                                  *

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                                                                    Risposta #32: Venerdì 1 Dic 2006, 16:13:41
                                                                    sono d'accordo!
                                                                    e, tra i due, è senz'altro più barksiano lui di Don Rosa :D
                                                                    Barksiano di più solo nel disegnare...........inoltre penso che un altro molto barksiano sia Branca.Fatto sta(però) che Barks apprezzava molto e pensava che stessero allo stesso livello suo solo i primi due citati (Vicar e Don). Per favore non poniamo ad un livello superiore un autore rispetto ad un'altro. Detto, questo rientriamo nella discussione che stiamo andando un pò OT.
                                                                    Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
                                                                    http://[img]http://www.portlandsymphony.com/photolibrary/2/magic4_thumb_3.jpg[/img]

                                                                    *

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                                                                    Diabolico Vendicatore
                                                                    PolliceSu

                                                                    • ****
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                                                                      Risposta #33: Sabato 2 Dic 2006, 21:13:08
                                                                      In un intervento precedente avevo promesso di citare le storie "danesi" che mi erano sembrate piu' che degne del confronto con le italiane.
                                                                      Forse quella che mi e' piaciuta di piu' e'  
                                                                      D99195  ftp://http://coa.inducks.org/s.php/x/D+99195,
                                                                      di Meikle e Fecchi, inedita in Italia (ma credo che qualcuno dei partecipanti al forum avra' potuto leggerla nell'edizione statunitense); altri ottimi esempi sono
                                                                      D96257  ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+96257//,  (Akin, Fecchi),
                                                                      D96112 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+96112//  (Spectrum Associates, Ronchi),
                                                                      D90168 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+90168// (?, Andersen),
                                                                       D99287 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+99287// (C. e P. McGreal, Andersen),
                                                                      D98353 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+98353// (L. e M. Shaw, Fecchi),
                                                                      D2000-060 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+2000-060// (Jensen, Andersen)
                                                                      e potrei andare avanti a lungo. Stando all'Inducks, la maggior parte di queste storie sono inedite in Italia; le ultime che ho citato sono apparse sul Mega, ma io le ho lette solo in tedesco e (come dicevo in precedenza) l'incompleta padronanza della lingua potrebbe avermele fatto apprezzare oltre i loro meriti. Ma devo aggiungere che diffido alquanto delle traduzioni su Mega: quando ho avuto occasione di confrontare i due testi (per D98353) quello italiano mi e' apparso estremamamente banalizzante, mentre quello tedesco mi faceva pensare alle memorabili frasi che apparivano su Topolino una trentina di anni fa. D'altra parte, nessuno dei due era l'originale (che supporrei, per la maggior parte di queste storie, essere l'inglese, piuttosto che il danese, a giudicare dall'apparente internazionalita' degli autori).

                                                                      Comunque, si tratta sempre di storie nella tradizione italiana: tavole di tre righe, 30 e piu' pagine di lunghezza - addirittura 115 in D90168; storie avventurose, in ambientazioni variamente esotiche (anche nel tempo, non sono necessariamente i paperi di oggi), parodistiche (il ladro di Bagdad, la mummia)... Insomma, la mia impressione e' che una dozzina di anni fa (o piu', se le prime due cifre indicano l'anno di produzione) qualcuno abbia imparato la lezione dei nostri autori a sufficienza da potersi confrontare degnamente. Ripeto: non dico che queste storie superino i capolavori nostrani; ma le migliori meriterebbero ampiamente di essere pubblicate anche in Italia, magari su Topolino piuttosto che sul Mega (il mio sospetto e' che se ci siamo abituati a pensar male dei testi danesi sia in buona parte colpa dei traduttori ivi operanti). Per esempio: la serie "Tamers of Nonhuman Threats" (mi scuso, ma ignoro come sia stato tradotto in italiano) puo' essere paragonata a quella della PIA (in entrambi i casi Paperino e Paperoga agenti segreti), ma le storie che ho letto (le prime due, in tedesco) sono certamente piu' memorabili della maggior parte delle vicende PIA apparse negli ultimi anni.

                                                                      Sempre sul tema traduzioni: la vicenda narrata in D2003-001 ("Paperino e la fantasy-moda", Mega578 - questa l'ho letta solo in italiano) e' un'originale, direi brillante, parodia del film "Il signore degli anelli"; ma molte delle battute facevano veramente schifo. Mi chiedo se tale deficienza fosse da imputarsi al testo originale; e ritengo che in tal caso il traduttore dovrebbe avere il coraggio e l'abilita' di migliorarlo (come era avvenuto ad esempio con le citazioni in latino di Arruffapopoli in "Paperino e il cimiero vichingo").

                                                                      Per concludere: ho citato solo storie di paperi. In parte e' perche' le preferisco; ma il motivo principale e' che quanto ho visto di Egmont coi topi mi ha convinto di meno (in particolare l'operazione "calzoncini corti" mi sembra un nostalgico e troppo tardivo tentativo di restituire a Topolino l'audace ed irresponsabile spensieratezza giovanile degli anni '30, ignorando la sopravvenuta maturita' del personaggio) e al contempo mi sembra che nelle storie italiane degli ultimi anni i rapporti di qualita' tra i due filoni "topi/paperi" siano sbilanciati a favore dei primi.
                                                                      Comunque eccovi un paio di storie "danesi" di Topolino che mi hanno positivamente colpito:
                                                                      D94021 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+94021// (Langhans, Sanchez)
                                                                      D98387 ftp://http://coa.inducks.org/story.php/x/D+98387// (Meikle, Martinez).

                                                                      *

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                                                                      Sceriffo di Valmitraglia
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                                                                      • ***
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                                                                        Risposta #34: Domenica 3 Dic 2006, 20:31:38
                                                                        Sempre sul tema traduzioni: la vicenda narrata in D2003-001 ("Paperino e la fantasy-moda", Mega578 - questa l'ho letta solo in italiano) e' un'originale, direi brillante, parodia del film "Il signore degli anelli"; ma molte delle battute facevano veramente schifo. Mi chiedo se tale deficienza fosse da imputarsi al testo originale; e ritengo che in tal caso il traduttore dovrebbe avere il coraggio e l'abilita' di migliorarlo (come era avvenuto ad esempio con le citazioni in latino di Arruffapopoli in "Paperino e il cimiero vichingo").
                                                                        Le storie Disney sono per lo più rivolte ad un pubblico bambino perciò non devono essere troppo complicate e devono rispecchiare il pensiero di un tipico "bambino-medio" (PVN), perciò a te sembreranno schifose ma ai bambini tutt'altro.Tanto per fare un esempio: io quando leggevo le ciack sul topolino (ai tempi miei) mi facevano ridere molto, adesso (a distanza di anni) quando le rileggo (mica tante volte...massimo 2 volte l'anno) non mi fanno più ridere.
                                                                        Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
                                                                        http://[img]http://www.portlandsymphony.com/photolibrary/2/magic4_thumb_3.jpg[/img]

                                                                        *

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                                                                        PolliceSu

                                                                        • ****
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                                                                          Risposta #35: Domenica 3 Dic 2006, 21:10:51
                                                                          Citazione
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                                                                          Non e' un buon argomento: ragionando solo cosi' non avremmo mai avuto capolavori come "Il Dottor Paperus" o "La stella del polo".
                                                                          In ogni caso la tua osservazione mi sembra non del tutto pertinente a quanto ho scritto: io lamentavo che uno spunto potenzialmente assai valido fosse rovinato da testi inadeguati - la stessa storia avrebbe potuto dare un risultato migliore senza perdere leggibilita' per un lettore "bambino-medio", ma guadagnando attrattiva per un pubblico piu' maturo. Non credo che negli anni '60 frasi come "quale iniqua mano recise si' trepide corolle che allietavan silenti di profumata grazia i variopinti giardini?" fossero un ostacolo cosi' insormontabile alla poppolarita' presso i lettori piu' giovani. E poi penso che un buon fumetto (come ogni altra forma di narrazione) debba piuttosto riuscire a portare il lettore inesperto al livello della storia raccontata, piuttosto che il viceversa.

                                                                          *

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                                                                          PolliceSu

                                                                          • ***
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                                                                            Risposta #36: Domenica 3 Dic 2006, 23:51:04

                                                                            Non e' un buon argomento: ragionando solo cosi' non avremmo mai avuto capolavori come "Il Dottor Paperus" o "La stella del polo".
                                                                            In ogni caso la tua osservazione mi sembra non del tutto pertinente a quanto ho scritto: io lamentavo che uno spunto potenzialmente assai valido fosse rovinato da testi inadeguati - la stessa storia avrebbe potuto dare un risultato migliore senza perdere leggibilita' per un lettore "bambino-medio", ma guadagnando attrattiva per un pubblico piu' maturo. Non credo che negli anni '60 frasi come "quale iniqua mano recise si' trepide corolle che allietavan silenti di profumata grazia i variopinti giardini?" fossero un ostacolo cosi' insormontabile alla poppolarita' presso i lettori piu' giovani. E poi penso che un buon fumetto (come ogni altra forma di narrazione) debba piuttosto riuscire a portare il lettore inesperto al livello della storia raccontata, piuttosto che il viceversa.

                                                                            Scusa mi sono espresso male (wikidipendenza)  :-[ comunque i capolavori più grandi della scena fumettistica Disney-Italiana sono di età passate dove il punto di vista era diverso al giorno d'oggi poche sono le grandi storie.Negli '60 espressioni da te citate erano tipiche di Guido Martina, ora nessuno sceneggiatore usa queste espressioni.
                                                                            Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
                                                                            http://[img]http://www.portlandsymphony.com/photolibrary/2/magic4_thumb_3.jpg[/img]

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                                                                            • ****
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                                                                              Risposta #37: Lunedì 4 Dic 2006, 18:26:06
                                                                              Citazione
                                                                              Negli '60 espressioni da te citate erano tipiche di Guido Martina, ora nessuno sceneggiatore usa queste espressioni.

                                                                              A dire il vero credo che la frase che cito sia di Gian Paolo Barosso (se ben ricordo - ma cito a memoria - viene da "Paperino centravanti  intellettuale" che l'Inducks attribuisce a questo autore). Ma (vista la sua formazione di professore) penserei che Martina fosse uno dei maggiori, se non il massimo,  fautori della politica che difendo, di formare ed istruire il lettore allettandolo e divertendolo. In ogni caso e' importante notare come questo stile fosse comune a molti autori. (Naturalmente la frase che ho citato non e' il linguaggio comunemente usato nelle storie dell'epoca, bensi' un ottimo esempio di come allora si rappresentasse un "poeta" in una storia papera.)

                                                                              Citazione
                                                                              al giorno d'oggi poche sono le grandi storie

                                                                              Purtroppo sembra che la Disney italiana al riguardo sia enormemente decaduta rispetto a quella che era la nostra tradizione. E questo e' il punto che piu' ci tenevo a sollevare: da quel che ho visto nel mio anno in Germania, sospetto che la recente ed attuale produzione Egmont comprenda serie di storie in stile italiano e di qualita' piu' che rispettabile, che pero' da noi non vengono pubblicate o lo sono soltanto in versioni inadeguate. Spero che il mio intervento su questo Forum possa suscitare un certo interesse per tali avventure e portare a qualche miglioramento in proposito.

                                                                              *

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                                                                                Risposta #38: Mercoledì 6 Dic 2006, 00:41:14
                                                                                E poi penso che un buon fumetto (come ogni altra forma di narrazione) debba piuttosto riuscire a portare il lettore inesperto al livello della storia raccontata, piuttosto che il viceversa.
                                                                                APPLAUSI!

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