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La scuola Danese

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    Re: La scuola Danese
    Risposta #15: Sabato 25 Nov 2006, 00:35:05
    Una cosa che mi piace degli sceneggiatori danesi e che danno, al disegnatore, sia il testo scritto sia degli schizzi di (quasi) tutte le vignette, in modo che il disegnatore possa ben capire le intenzioni dello sceneggiatore e farsi un'idea del lavoro che deve fare...sarebbe bello se anche noi italiani usassimo questo metodo. :)
    « Ultima modifica: Sabato 25 Nov 2006, 00:35:32 da Carioca »
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      Re: La scuola Danese
      Risposta #16: Sabato 25 Nov 2006, 12:54:20
      Una cosa che mi piace degli sceneggiatori danesi e che danno, al disegnatore, sia il testo scritto sia degli schizzi di (quasi) tutte le vignette, in modo che il disegnatore possa ben capire le intenzioni dello sceneggiatore e farsi un'idea del lavoro che deve fare...sarebbe bello se anche noi italiani usassimo questo metodo. :)
      E chi ti ha detto che in italia non si usa? Magari non tutti lo usano (ma la maggior parte imposta almeno il layout della tavola) ma è una delle caratteristiche dello sceneggiatore made in italy, un nome su tutti, sergio bonelli
      « Ultima modifica: Sabato 25 Nov 2006, 12:55:00 da piccolobush »

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        Re: La scuola Danese
        Risposta #17: Sabato 25 Nov 2006, 15:02:41
        E chi ti ha detto che in italia non si usa? Magari non tutti lo usano (ma la maggior parte imposta almeno il layout della tavola) ma è una delle caratteristiche dello sceneggiatore made in italy, un nome su tutti, sergio bonelli
        Davvero? Non lo sapevo!Comunque, riguardo la scuola Danese, penso che negli Stati Uniti le loro storie sono molte apprezzate, editori come la Gladstone, (giusto per fare un esempio) pubblicano con molta frequenza le loro storie e già da molto tempo, ancor prima di ZP.
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          Re: La scuola Danese
          Risposta #18: Martedì 28 Nov 2006, 20:08:33
          A me piacciono molto le storie danesi sopratutto quelle che compaiono sul Mega.....
          Tutti meritano un applauso !


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            Risposta #19: Mercoledì 29 Nov 2006, 01:17:24
            Comunque, riguardo la scuola Danese, penso che negli Stati Uniti le loro storie sono molte apprezzate, editori come la Gladstone, (giusto per fare un esempio) pubblicano con molta frequenza le loro storie e già da molto tempo, ancor prima di ZP.
            Non direi che siano MOLTO apprezzate, visto che negli USA i fumetti Disney li leggono quattro gatti... anzi, secondo me uno dei motivi per cui stentano ad allargare il bacino dei lettori è proprio l'eccessivo ricorso al materiale Egmont.
            Non che in Egmont non facciano buone cose, intendiamoci: hanno almeno due ottimi autori completi (Don Rosa e William Van Horn) e numerosi disegnatori validissimi; ma il grosso della produzione è piuttosto standardizzato.
            Se al posto di tanta roba Egmont "minore" i comic books americani pubblicassero, per dire, un Carpi, forse potrebbero guadagnare qualche lettore in più.

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              Risposta #20: Mercoledì 29 Nov 2006, 02:07:33
              Se al posto di tanta roba Egmont "minore" i comic books americani pubblicassero, per dire, un Carpi, forse potrebbero guadagnare qualche lettore in più.
              Un Carpi è roba secondo me troppo - ahimè - antiquata per avvicinare i ragazzini americani ai fumetti Disney. Lo adoro ma non sarebbe un'operazione di marketing molto sensata. Secondo me dovrebbero invece stampare Faraci, Casty, Sisti, Savini e le migliori storie che escono su Topolino.

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                Risposta #21: Mercoledì 29 Nov 2006, 03:00:15
                Citazione
                Un Carpi è roba secondo me troppo - ahimè - antiquata per avvicinare i ragazzini americani ai fumetti Disney.

                Ma stai scherzando? Un Guerra e Pace, tanto per dirne uno, non sarebbe una buona mossa di marketing? Stiamo parlando di un paese abituato alla roba egmont, una pedissequa emulazione di stilemi assai più antiquati. Cmq concordo che un Faraci nella mani degli Americani farebbe un effettone.
                « Ultima modifica: Mercoledì 29 Nov 2006, 03:00:35 da Grrodon »

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                  Risposta #22: Mercoledì 29 Nov 2006, 09:22:02
                  No, un Guerra e Pace di Carpi pubblicato negli USA avrebbe il solo sicuro consenso di chi già legge i comic books Disney americani, visto che si tratta non di ragazzini (quelli ormai negli Stati Uniti se non si tratta di supereroi o di manga ai fumetti neanche ci si avvicinano...) ma di gente di una certa eta (diciamo più o meno quella del sottoscritto), come facilmente comprensibile leggendo le rubriche della posta di queste riviste, e come ad esempio riscontrato in occasione della pubblicazione dell'Inferno di Topolino. Come già scritto in passato, la pubblicazione negli USA di storie Egmont è dovuta soprattutto al fatto che David Gerstein, editor della Gemstone oltre che autore di storie Disney, ha lavorato in passato per la casa editrice danese, ne conosce le storie e non ha nessuna difficoltà a tradurle in inglese; è dunque soprattutto un discorso di praticità, che porta anche a spendere meno nella realizzazione delle riviste. Ciò non toglie che vengano anche pubblicate storie italiane; alcuni numeri di MMA e DDA ne hanno ospitate parecchie, anche per il fatto che queste due riviste pubblicano (pubblicavano) storie su tre righe, quali sono le storie di Topolino, anzichè su quattro, quali sono quelle Egmont. Il fatto che queste due riviste chiudano potrebbe portare alcune di queste storie su WDC ed U$, ma solo chi vivrà vedrà.
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                    Re: La scuola Danese
                    Risposta #23: Mercoledì 29 Nov 2006, 12:12:52
                    Quando ha citato Carpi l'ho fatto con cognizione di causa, in quanto autore abbastanza "classico" da poter essere digerito dallo zoccolo duro tradizionalista dei lettori di comic books Disney, e tanto indiscutibilmente "bello" da poter attirare e fidelizzare il lettore occasionale (cosa che certo non riescono a fare le storielle di onesto artigianato scritte dai vari Petrucha e McGreal).
                    Faraci no, in America non è pubblicabile... più che scelta di marketing sarebbe un'azione da kamikaze (EDIT: in effetti hanno pubblicato Il fiume del tempo... che ovviamente è passato inosservato ai lettori americani).
                    Comunque va dato atto alla Gemstone di avere una politica editoriale per molti versi meno conservatrice rispetto alla Gladstone, non escluderei che in futuro possa stupirci...
                    « Ultima modifica: Mercoledì 29 Nov 2006, 14:39:11 da RoM »

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                      Re: La scuola Danese
                      Risposta #24: Mercoledì 29 Nov 2006, 14:40:25
                      Quando ha citato Carpi l'ho fatto con cognizione di causa, in quanto autore abbastanza "classico" da poter essere digerito dallo zoccolo duro tradizionalista dei lettori di comic books Disney, e tanto indiscutibilmente "bello" da poter attirare e fidelizzare il lettore occasionale (cosa che certo non riescono a fare le storielle di onesto artigianato scritte dai vari Petrucha e McGreal).
                      Faraci no, in America non è pubblicabile... più che scelta di marketing sarebbe un'azione da kamikaze.
                      Comunque va dato atto alla Gemstone di avere una politica editoriale per molti versi meno conservatrice rispetto alla Gladstone, non escluderei che in futuro possa stupirci...
                      Non capisco perchè Carpi sì e Faraci no... capisco il discorso Guerra e Pace, potrebbe piacere a quei pochi lettori di romanzi classici che ci saranno negli USA, gli stessi che avranno apprezzato l'Inferno di Topolino... anche se mi piacerebbe leggerne la versione americana: i testi di Martina erano geniali e molto italiani, bisognerebbe vedere se in inglese sono riusciti a rendere in maniera uguale gli endecasillabi a rima alternata...

                      Per quanto riguarda Faraci e Casty mi pare che il loro stile sia molto "americano" perciò non vedo perchè non debba essere pubblicato. Ad esempio la recente parodia di CSI credo che sarebbe apprezzatissima dagli americani.

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                        Re: La scuola Danese
                        Risposta #25: Mercoledì 29 Nov 2006, 15:39:18
                        Per quanto riguarda Faraci e Casty mi pare che il loro stile sia molto "americano" perciò non vedo perchè non debba essere pubblicato.
                        Io non conosco bene i gusti americani, ma sono d'accordo!
                        Casty ha uno stile molto gottfredsoniano, anche se probabilmente ciò avviene in special modo tramite il suo esplicito riferirsi a Scarpa (che comunque credo che sia stato pubblicato negli Stati Uniti con un certo successo), mentre, viceversa, le storie di Faraci sono molto moderne (secondo me, per dirne una, un Anderville avrebbe un accoglienza di tutto rispetto)
                        --- Andrea

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                          Re: La scuola Danese
                          Risposta #26: Mercoledì 29 Nov 2006, 16:08:36
                          Non direi che siano MOLTO apprezzate, visto che negli USA i fumetti Disney li leggono quattro gatti... anzi, secondo me uno dei motivi per cui stentano ad allargare il bacino dei lettori è proprio l'eccessivo ricorso al materiale Egmont.
                          Non che in Egmont non facciano buone cose, intendiamoci: hanno almeno due ottimi autori completi (Don Rosa e William Van Horn) e numerosi disegnatori validissimi; ma il grosso della produzione è piuttosto standardizzato.
                          Se al posto di tanta roba Egmont "minore" i comic books americani pubblicassero, per dire, un Carpi, forse potrebbero guadagnare qualche lettore in più.
                          Appunto per questo sono apprezzate; se non lo fossero sceglierebbero altro materiale...inoltre è vero che in America le storie italiane farebbero un figurone autori come uno Scarpa (soprattutto se primi anni) e Casty sono validissimi perchè, appunto, richiamano uno stile Gottfredsoniano(per quanto riguarda Scarpa mi pare sia già stato pubblicato).Per quanto riguarda la Egmont mi pare che ha da poco pubblicato uno speciale della famosa saga di Don (il grosso,secondo me, della produzione) e che ha avuto anche un grosso successo.
                          Io sono quel che sono, qualcuno deve pur esserlo!
                          http://[img]http://www.portlandsymphony.com/photolibrary/2/magic4_thumb_3.jpg[/img]

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                            Re: La scuola Danese
                            Risposta #27: Mercoledì 29 Nov 2006, 16:14:23
                            Ma voi avete mai visto i comic books disneyani americani? Hanno una linea molto "tradizionalista" e, almeno a giudicare dalle lettere pubblicate, è quello che lo zoccolo duro dei lettori chiede.
                            La Gemstone ha provato a proporre storie italiane moderne (tra cui la faraciana-artibaniana T e il fiume del tempo), assieme a storie Egmont dallo stile "cavazzaniano", con DD Adventures e MM Adventures, ed entrambe le testate sono state chiuse.
                            Mettetevi l'anima in pace, Faraci è troppo innovativo rispetto ai canoni a cui il pubblico americano è abituato. Casty, invece, potrebbe piacergli, e non è escluso che in futuro la Gemstone provi a proporlo.

                            EDIT: la risposta qui sopra era per Pegleg e Floyd.


                            Appunto per questo sono apprezzate; se non lo fossero sceglierebbero altro materiale.
                            Quello che intendevo è che sono apprezzate dal suddetto "zoccolo duro" conservatore,  ma che in sostanza questo è troppo numericamente sparuto per poter costituire un campione significativo.
                            Del resto, il fatto che la Gladstone abbia chiuso baracca e burattini, e che la Gemstone stia cercando nuove strade (i due tascabili di cui sopra - che probilmente hanno "bruciato le tappe", rivolgendosi direttamente a nuovi lettori senza passare per una fase intermedia di coesistenza "zoccolo duro+lettori nuovi" -, gli annunciati volumoni in bianco e nero) dimostra che la formula "Egmont + ristampe dai vecchi comic books anni '40 e '50" non funziona poi tanto...
                            « Ultima modifica: Mercoledì 29 Nov 2006, 16:53:52 da RoM »

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                              Re: La scuola Danese
                              Risposta #28: Venerdì 1 Dic 2006, 00:30:12
                              RoM,
                              ad onor del vero bisognerebbe dire che le storie pubblicate su Mickey Mouse Adventures e Donald Duck Adventures sono state quasi tutte di produzione danese (quelle su tre strisce ogni tanto pubblicate sul MEGA) e le italiane hanno iniziato ad uscire bene solo in questo periodo, direi un anno a questa parte, forse poco di più.
                              Per di più non inaugurarono la serie con le storie di Atomino (tranne che nel penultimo numero) o quelle di Carpi o di Bottaro ma inaugurarono le avventure italiane con le squallidità (mi perdonino gli autori) uscite su Paperinik e altri supereroi tipo "Paperinik in crisi" (Minà-Marabelli) su DDAdv 14 (insieme a "Minni e l'avventuroso prelievo" dui Marconi e De Vita) e sul 15 uscì "Amelia e la prova inconfutabile" di Ambrosio e Di Vita. Sul 16 "Zio Paperone e le porte di bronzo di Testadiferro" di Soldati/Cimino e "La pecora nera" di Artibani/Ziche.
                              Sul Mickey Mouse le cose andarono un po' meglio... "Indiana Pipps e l'idolo dei Fifones" (Sarda/De Vita) sul primo, "Il fiume del tempo" sul secondo, "Topolin Fracassa" (Macchetto/Asteriti) sul terzo, "Topolino e l'incredibile minaccia di Cyberman" (Salvagnini/Palazzi) sul quarto, "Topolino e la foresta che cammina" (Salvagnini/Camboni) sul quinto, sul sesto "Topolino e il castello senza nome" di Panaro e Limido. "Topolino e il vortice imperiale" (Salvagnini/Barbaro) sul settimo, l'ottavo presenta "Topolino e il progetto Vulcan" di Zironi, sull'11 esce Scarpa e la sua "Dimensione delta" e sul 12°, l'ultimo, "Paperino e l'isola inabitabile" di Figus e Cavazzano.
                              L'idea che si fa un lettore (tenete conto che stanno 3 storie per numero) è che chi ha scelto cosa pubblicare l'abbia fatto in base ai periodici danesi di alcuni mesi prima senza effettivamente conoscere il percome e il perquando di quanto pubblicato in Italia.
                              Penso, almeno per le testate italiane, che la chiusura delle due testate regolari su tre strisce from USA sia molto deleteria, non per quanto pubblicato in precedenza, quanto per quello che hanno perso chiudendole. Se il curatore USA fosse stato un minimo ferrato sulla nostra produzione avrebbe, almeno questo avrei provato a fare io!, potuto dare una infarinatura grandiosa ai suoi lettori ripubblicando quasi sistematicamente i Classici prima Serie, almeno i primi 20. E così le vere, belle, emozionanti storie italiane sarebbero state di dominio pubblico anche da loro. E, credo, che la testata non avrebbe chiuso per aumento costi carta (che letto in parole italiane significa... scarsi lettori che non permettono di pagare la stampa), aprendo il suo mercato anche all'estero, Italia soprattutto che ha snobbato platealmente queste due testate perché: troppo care e perché pubblicanti storie di produzione danese che sembrano fare il verso alle nostre. Chi non avrebbe voluto avere "I gialli di Paperino" in lingua inglese?

                              P.S: Ovviamente, da bastian contrario, io adoravo la testata così come concepita: mi dava la possibilità di aumentare il parco storie danesi riuscendo comunque a leggerle... Vabbe', mi resterà il Mickey Parade Géant! Oppure.. imparo il tedesco
                              ;)

                              Ciao.
                              « Ultima modifica: Venerdì 1 Dic 2006, 00:32:02 da New_AMZ »
                              "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                              New_AMZ
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                                Re: La scuola Danese
                                Risposta #29: Venerdì 1 Dic 2006, 00:45:48
                                Chiuso il pistolotto sulle pubblicazioni americane a tre strisce provo a scrivere qualcosa su quella che io ritengo una interessantissima occasione di scambio e cultura in parte persa della scuola danese.
                                Fondamentalmente sono un feticista... mi piace vedere i fumetti Disney che siano essi di produzione italiana, danese, brasiliana americana o giapponese (quelli mi mancano, mannaggia!).
                                Per cui l'interesse mio prima di quanto effettivamente pubblicato sta per la storia in se.. che faccia schifo che sia bellissima.
                                Ora, lasciando perdere le ovvietà terribili (Don Rosa è l'unico autore decente perché, oppure.. che schifo Topolino in pantaloncini corti...), mi verrebbe da fare un elenco dei buoni e dei cattivi.
                                Tra gli autori (disegnatori.. i soggettisti sono abbastanza e indistinguibili uno dall'altro tranne rare occasioni) meritano un pezzo di cielo Disney sicuramente William Van Horn (anche grazie ai testi che si ergono come un faro nella produzione del nord), Noel Van Horn (ottimo... disegna molto bene e sta affinando la sceneggiatura... lo amerete), Rodriguez Peinado, lo stracitato Ferioli (che ha ripreso il Topolino in pantaloncini corti molto bene in una storia... non fantastica ma sopra media danese.. che vuole essere omaggio alla casa dei fantasmi di Gott), Daan Jippes, il mai dimenticato Daniel Branca e i vari italiani per loro lavoranti.. Petrossi, Rota, Fecchi (che deve solo s-Cavazzanizzarsi un po'). Gli altri, in fondo in fondo sono tutti autori che utilizzano i model-sheet dei personaggi e poco aggiungono al loro lavoro da impiegatucci del mestiere.
                                Il loro vero problema sono i testi... indistinguibili uno dall'altro. L'unico che ogni tanto - a parte i Block, Jippes, Khoroner (da citare anche tra i discreti disegnatori) - prova a far qualcosa di più interessante è lo Chief-Editor danese: una specie di Ambrosio (con molti più poteri) che o tira fuori cagate pazzesche (i Dragoni Lordi) o fa delle cose che, se non ci fossero così poche pagine sono molto interessanti. Ad esempio "The Great Birthday Robbery" (D 98144) e "Immaterial World" (D D 2004-011) ottimamente, entrambe, disegnate da Ferioli.

                                Ciao.

                                « Ultima modifica: Venerdì 1 Dic 2006, 00:46:05 da New_AMZ »
                                "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

                                 

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