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Riflessione seria (per autori e appassionati)

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Noah.82
Sceriffo di Valmitraglia
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    Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
    Risposta #30: Martedì 9 Gen 2007, 19:08:17

    No, era così anche quando ero piccolo io. Esattamente così. E immagino anche prima.
    Eh... quante volte l'edicolante chenonsifagliaffarisuoi mi ha detto che sono grande per leggere i fumetti...
    Machisenefrega! ;) A me piacciono! E se un giorno avrò dei figli, spero di trasmettere loro questa passione, soprattutto verso i fumetti Disney, che io adoro!
    « Ultima modifica: Martedì 9 Gen 2007, 19:09:00 da Noah.82 »
    WITCH: lasciati stregare...

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    topopaperik
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      Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
      Risposta #31: Martedì 9 Gen 2007, 22:43:52

      Anzi, una volta era peggio! Per mio padre (ma anche per mio fratello, 51 anni), i fumetti sono SOLO roba da bambini! TUTTI i fumetti! Figuriamoci Topolino!!!


      Sono d'accordo!  :)


      anche io sono d'accordo..e negli anni '50(ho alcune ristampe di topolino) e devo dire che oltre a barks e pochi altri.....oggi ho letto topolino buffone del re...molto bella ;D..ma altre con buci.. :o

      ma cmq ormai topolino e altri li leggono o gli appassionati come noi..o i ragazzini...
      quindi,almeno io,non critico tanto le storie che ci sono adesso..anche perchè..se li leggo.. 8-)
      pensando ad un proverbio inventato di rockerduck che dice "se non puoi avere di + degli avversari,fai in modo che gli avversari abbiano meno di te" io dico se non puoi avere una cosa a quel prezzo,fai in modo che gli avversari spendano di più di

        Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
        Risposta #32: Mercoledì 10 Gen 2007, 00:56:55
        [size=13]Discorso interessante, sebbene le concause in ballo siano tante e tali che se ne discuterebbe di qui all'eternità; e in parte è già stato fatto. Comunque sia, dissento da molte delle osservazioni sinora fatte, e premetto che NON parlerò di disegni, bensí solo delle storie. Iniziamo però con lo sfatare qualche mito.
        - Come già evidenziato da Sprea, i fumetti sono sempre stati considerati "un passatempo sciocco, futile e per immaturi", e chi continuava ad apprezzarli da adulto "uno sfigato": siamo serî, su. Da questo punto di vista, anzi, le cose sono anche lievemente migliorate. Una volta tutta la stampa dava compatta addosso ai fumetti; ora, se non altro, qualcuno intravede l'affare, qualchedunaltro leggeva fumetti da bambino e ora che si trova, adulto, in posizioni di potere prova a difenderli, per cui qualche articolo di lode ci scappa - salvo poi ritornare sui proprî passi quando si tratta di dare il via alle periodiche campagne di panico morale, ma tant'è. Topolino ha sempre avuto piú o meno la fortuna di essere tollerato proprio in quanto “roba per bambini”, e in quanto tale senza le tematiche che tanto scandalizzavano i benpensanti in altri fumetti, in primis il sesso, in secundis il sangue e la morte.
        - I fumetti li han sempre letti in pochi, anche tra i bambini. Alle elementari nella mia classe eravamo in DUE a leggere Topolino. Su venticinque. E anche nel periodo di massima Topolino vendeva un milione di copie; quanti siamo in Italia? 50 volte tanto. Fatevi un po’ di conti, significa che quando va strabene Topolino è letto dal 2% degli italiani. Possiamo anche aumentarlo al 4% per passaggi di mano e quant’altro, ma resta una percentuale esigua. Le famiglie intere in cui si legge il topo sono rare, e sono famiglie in cui s’è sempre letto. Il resto rimarrà convinto dell’inutilità (o peggio ancora della dannosità) dei fumetti fin quando non saranno stati completamente accettati e assimilati dalla cultura di massa; ricordate che l’Italia (e non solo lei, ma è il caso che ci interessa) è un paese impervio alle novità. Nell’ottocento un papa poteva dire che il treno era opera diabolica e lo stavano pure a sentire: il fumetto così come lo conosciamo ha un secolo in meno di vita rispetto al treno, ci vorrà tempo... e non dimenticate che periodiche campagne di diffamazione nei confronti dei fumetti in generale, e anche del topo in particolare, ci sono sempre state, anche quando vendeva piú di ora.
        - I bambini non sono un "pubblico passivo e acritico", tutt'altro. Le storie che ricordo di aver letto e riletto piú volentieri sono appunto quelle di cui anche AMZ lamenta la mancanza: le storie avventurose, quelle con piú livelli di lettura, a volte anche sottilmente inquietanti (La voce spezzata, I flagelli del dottor Talos... vedete piú roba del genere?) o addirittura che trattavano seriamente temi d’attualità (Paperino portaborse, Le Paperolimpiadi, Minnotchka...). Anche allora non erano letture facili, eppure proprio per questo stimolavano a capirne di piú, foss’anche un solo termine non conosciuto (“Mamma, che vuol dire autoctono?” ;)). Topolino era maggiormente letto dagli adolescenti, come già è stato evidenziato, che non solo possedevano già un bagaglio culturale piú in grado di apprezzare certi riferimenti, ma anche la terminologia. Non di rado però quegli stessi adolescenti erano stati svezzati proprio a Topolino, ed erano quindi già stati bambini piú svegli ai loro tempi...[/size]
        « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2007, 00:57:56 da Zangief »

          Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
          Risposta #33: Mercoledì 10 Gen 2007, 04:40:18
          [size=13]Dunque, cos’è cambiato? Soprattutto: è veramente cambiato qualcosa?
          Mi spiego: alcuni dei giudizî di massima che sento dare sul fumetto disney sono a mio parere frutto di personali (e inevitabili, lo faccio anch’io...) distorsioni della realtà. Per esempio: una volta le storie italiane erano migliori. No: era pieno di morchia anche allora, come ha già piú finemente di me rimarcato Sprea. Se da un lato è vero che la qualità media delle storie italiane s’è alzata, si è ridotta la distanza tra le migliori e le peggiori. Fino a 10-15 anni fa c’erano storie italiane E straniere; queste ultime quasi costantemente ai limiti della decenza. I capolavori non erano cosí frequenti, ma c’erano, e svettavano sul resto sia in virtú della loro qualità, sia in virtú della comparazione col piattume circostante. Si è quindi arrivati a un “punto di mediocrità”, in cui poche cose emergono perché tutto tende a un “centro”. E questo significa che se mancano i picchi di orrore, mancano anche i picchi di splendore. Potere dell’omologazione... dovuta a tanti fattori. Intanto, di passaggio taglio due problemi di importanza relativa, in quanto essi stessi risultato della stessa situazione che ha portato al “calo qualitativo delle storie”.
          - Fino a più o meno la metà degli anni ‘90, le storie italiane avevano un vantaggio dal punto di vista della tradizione: la società italiana s’era evoluta molto poco dagli anni ‘50 agli anni ‘80, e innovazioni come il computer erano ancora viste come fantascienza. L’avversione che persino molti giovani autori provavano verso le innovazioni tecnologiche derivava anche dalla sostanziale immobilità dell’ambiente in cui i topi e i paperi agivano, che permetteva di leggere storie dell’intero trentennio senza avvertire troppi scossoni, troppe differenze con la realtà contemporanea. Ma questo è un falso problema, in quanto che ci siano cellulari o meno, l’importante è raccontarci una buona storia. Tuttavia mi premeva precisarlo, perché il “cambiamento tecnologico” di metà anni ‘80 incide in parte sulla percezione che si ha della “decadenza” attuale.
          - Da metà anni ‘90 il Topo praticamente rinuncia a farsi veicolo di diffusione culturale, cosa che nei decenni precedenti aveva favorito la sua considerazione da parte degli adulti come “pretesto per indurre i giovani a leggere, e magari imparare qualcosa con la scusa dei fumetti (che, ricordiamolo, sennò sono brutti e cattivi)”. Articoli anche molto puntigliosi di approfondimento scientifico, ecologico, spariscono per lasciare spazio alle interviste/pettegolezzo/autoincensamento col divo di turno. Questo ha poco a che vedere con le storie, ma riflette il clima generale e contribuisce a formare la sensazione di declino.
          Ma ancora non siamo al nocciolo:
          - S’è già visto come il pubblico dei fumetti fosse composto da una minoranza; questa era molto compatta e legata a un profilo culturale, se non alto, superiore alla media. A un certo punto, questa minoranza non è piú bastata: si è voluto puntare a tutti quanti. Non si sono fatti sforzi per allargare la minoranza alzando il livello della maggioranza, ma ci si è abbassati al livello della maggioranza sperando di attirarla. Indubbiamente piú comodo, ma con lo svantaggio che coloro che prima non leggevano sono scarsamente indotti a farlo solo in virtú di una maggiore accessibilità del linguaggio; e, cosa piú grave, coloro che prima leggevano volentieri lamentano lo scadimento della qualità, rischiando la disaffezione.
          - Dieci anni fa s’intrufola strisciando in Italia la political correctness. Se l’intento può anche essere lodevole, i perversi risultati di autocensura cui costringe la sua adozione spinta all'estremo li abbiamo sotto gli occhi.
          - Dieci anni fa nasce il Moige. Ora cominciano i problemi serî, in quanto come multinazionale la Disney ha tra le prime preoccupazioni quella di avere meno grane possibili. E il Moige sono i piantagrane fatti associazione. Se in precedenza una lettera di un singolo genitore che lamentava qualsiasi bagattella (che il figlio non capisse il linguaggio, che trovasse violente certe storie, qualsiasi cosa) poteva essere cestinata come meritava, ora basta un singolo genitore iscritto al Moige che segnali la bagattella all’associazione per ritrovarsela al fianco. E una segnalazione, una denuncia di un’associazione, sono tutt’altro paio di maniche rispetto a un singolo, oltre al fatto che ricevono un’assistenza mediatica che certamente la Disney vuole evitare.
          Segnalo inoltre l’interessante intervento di Artibani su UBC, che chiarisce molte cose.[/size]

            Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
            Risposta #34: Mercoledì 10 Gen 2007, 14:15:16
            Non sono d'accordo sul fatto che oggi non ci siano storie memorabili. Certo, ricordo con maggior piacere certe storie che lessi da bambino, però ne vedo tante ancora oggi che mi piacciono molto. Sono solo meno entusiasta perchè sono adulto e ne ho lette tante di storie e non ho più l'entusiasmo che avevo una volta (ragazzi, siamo diventati adulti, bisogna imparare ad accettarlo!!), ma certe storie di Faraci o Casty mi fanno ancora esaltare.

            Per quanto riguarda Barks e Gottfredson siamo d'accordo, anche per me sono picchi inarrivabili. Però per tutti gli altri io trovo che una storia capolavoro di Scarpa degli anni '70 sia allo stesso livello di una di Pezzin degli anni '80, di una di Faraci dei '90 o di Casty del 2000. Sono poche le storie capolavoro, e lo sono sempre state. Anzi, a me da bambino negli anni '80 piacevano di più le storie nuove, prodotte in quegli anni, piuttosto che quelle vecchie degli anni '60 o '70 che non mi piacevano affatto e ho imparato ad apprezzare solo più tardi. Dopotutto quelle degli anni '80 riflettevano il tempo che stavo vivendo ed era giusto che mi piacessero di più.

            In definitiva, non sono per nulla d'accordo sulla mancanza di storie memorabili. Ci sono gialli molto belli di Scarpa che però hanno incongruenze e difetti tante quanto ne hanno le ultime storie di Salati e di Venerus degli ultimi numeri. Con questo non voglio dire che questi giovani autori siano già al livello del Maestro Scarpa, ma solo che tutta la differenza la vedo più nei miei occhi di adulto che nelle pagine di Topolino.

            E' però vero che un po' di scadimento c'è stato a cavallo dei '90 e dei 2000, per colpa del politically correct e del Moige, che è un vero flagello anti-arte, peggio dell'inquisizione spagnola. Protestano perchè fumetti, film, canzoni, libri li obbligano a spiegare ai loro figli cose che loro in quanto genitori dovrebbero spiegargli comunque. Il moige è l'associazione di quei genitori che non vogliono far crescere i propri figli.

            E comunque di assolutamente inarrivabili e sopra ogni altro io vedo solo Barks e Gottfredson, gli altri non li vedo così distanti l'uno dall'altro.
            « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2007, 14:16:35 da Pegleg »

              Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
              Risposta #35: Mercoledì 10 Gen 2007, 15:29:06
              [size=13]Naturalmente non ho evidenziato a sufficienza quanto la situazione sia una tendenza. Anzi, il solo fatto che, in una situazione di strangolamento dovuta ai limiti estremi imposti da politicamente corretto e Moige, qualcuno continui imperterrito a voler proporre un certo tipo di storie (qualcuno ha detto Casty? E fortunatamente non è solo, anche se trovo i paperi sguarniti da questo punto di vista) è maggiormente motivo di lode. Noto anche che, dopo l'insopportabile delirio integralista iniziale, si sta tentando di giungere a un compromesso tra le istanze del politicamente corretto e... del buon senso. Per fare un esempio, nell'ultimo numero abbiamo Basettoni che fa fuoco per aprire una porta, e persino una sparatoria tra Paperone e i Bassotti: qualche genitore oltranzista potrebbe dire che i fumetti sono violenti, mentre il nostro buon senso ci dice che a un poliziotto le armi vengono fornite per uno scopo (tanto meglio se non contro un bersaglio umano, no?), e una storia western senza uso di pistole non ha praticamente ragion d'essere; tanto varrebbe allora non farne, o meglio ancora che quel genitore andasse a f...ormare suo figlio in altro modo :P, lasciando in pace chi si vuol leggere una buona storia e cercando di occuparsi magari di problemi piú reali di un disegno di un papero che finge di sparare...
              Ciononostante, proprio per adeguarsi alla massa, c'è stato un restringimento nella varietà di genere. Vanno tutti a vedere Shrek al cinema? Va di moda la commedia disimpegnata? Ecco che tutte le storie tendono alla commedia, al farsesco. Nel doppio segreto di Macchia Nera non c'era una gag che fosse mezza. Oggigiorno, per stemperare (spesso troppo) la tensione di una storia poliziesca o avventurosa, si ricorre a sfilze di gag, giochi di parole, non di rado ai "personaggi buffi" di contorno (vedasi la nuvoletta del Dominatore delle Nuvole). Che poi ognuno tenda a glorificare il periodo da lettore vissuto nella propria infanzia è cosa assodata, e che spesso vizia ogni considerazione fatta su questo campo; io stesso non pretendo d'essere imparziale, l'ho già detto. Un altro ottimo intervento in tal senso lo si può ravvisare anche in quanto dice Marco Palazzi/elton a proposito del fumetto italiano in generale.[/size]
              « Ultima modifica: Mercoledì 10 Gen 2007, 15:56:38 da Zangief »

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                Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
                Risposta #36: Mercoledì 10 Gen 2007, 15:42:03
                ma cmq ormai topolino e altri li leggono o gli appassionati come noi..o i ragazzini...
                Purtroppo è proprio così... :-/
                Citazione
                Eh... quante volte l'edicolante chenonsifagliaffarisuoi mi ha detto che sono grande per leggere i fumetti...
                ...e non solo lui... ;)
                Citazione
                Machisenefrega!  ;) A me piacciono! E se un giorno avrò dei figli, spero di trasmettere loro questa passione, soprattutto verso i fumetti Disney, che io adoro!
                Quoto in pieno! :D

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                  Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
                  Risposta #37: Mercoledì 10 Gen 2007, 21:49:04
                  Topopaperik la sceneggiatura e' un gran casino! Devi semplificare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
                  - "Razza di mascalzone, di un farabutto, di un impiastro, di un rettile pestilenziale, di una canaglia! Perche' non vai al diavolo?"
                  - "Bello! Musica divina!"

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                    Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
                    Risposta #38: Venerdì 12 Gen 2007, 16:43:37
                    Probabilmente sbaglierò, ma credo in una cosa.
                    Una volta c'erano meno passatempi da fare da soli rispetto ai forum, chat, viedogiochi e cellulari di oggi...

                    Pertanto si potevano anche leggere più fumetti per passare il tempo.
                    Il calo delle vendite potrebbe anche essere dovuto a questo.

                    Di conseguenza si cerca di fare un prodotto sempre più commerciale, spensierato per i ragazzini.
                    Su 7 storie, 2 dovrebbero essere "le più belle" e 5 "riempitive".
                    Poi la Disney cerca di far lavorare un po' tutti... fare 7 storie nuove ogni numero credo sia anche massacrante.

                    Non lo so, mi sbaglierò, ma dico che forse potevamo avere anche risultati peggiori.
                    Con questo non volgio passare per fatalista: forse siamo tutti un po' troppo critici (me compreso e forse per primo).

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                      Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
                      Risposta #39: Venerdì 12 Gen 2007, 16:51:16
                      Probabilmente sbaglierò, ma credo in una cosa.
                      Una volta c'erano meno passatempi da fare da soli rispetto ai forum, chat, viedogiochi e cellulari di oggi...

                      Pertanto si potevano anche leggere più fumetti per passare il tempo.
                      Il calo delle vendite potrebbe anche essere dovuto a questo.

                      Di conseguenza si cerca di fare un prodotto sempre più commerciale, spensierato per i ragazzini.
                      Su 7 storie, 2 dovrebbero essere "le più belle" e 5 "riempitive".
                      Poi la Disney cerca di far lavorare un po' tutti... fare 7 storie nuove ogni numero credo sia anche massacrante.

                      Non lo so, mi sbaglierò, ma dico che forse potevamo avere anche risultati peggiori.
                      Con questo non volgio passare per fatalista: forse siamo tutti un po' troppo critici (me compreso e forse per primo).
                      Quoto in pieno
                      "Ma sì Manetta! Arrestami pure! Solo questo ti mancava di combinarmi nella tua carriera!"
                      (da "Topolino e la Dimensione Delta")

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                        Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
                        Risposta #40: Venerdì 12 Gen 2007, 17:25:12
                        io sono molto giovane, ma penso di aver letto molte storie epiche, comprese quelle degli anni 30. Posso dire che sì, forse le storie "grandi" sono molto meno rispetto al passato. :-/ anche se a volte ci sono  8-)
                        Quoto Samuele in pieno  ;)

                        ah, a proposito... leggo i fumetti Disney da anni, ormai, anni in cui tutti (e dico tutti) mi hanno preso in giro perché troppo grande. Non mi sono mai vergognato, anzi... sono fiero di leggere i fumetti.  ;)


                          Re: Riflessione seria (per autori e appassionati)
                          Risposta #41: Venerdì 12 Gen 2007, 17:42:30
                          Complimenti a Samuele per la sintesi  :) Penso che sia così, inoltre aggiungiamo che i ragazzini di oggi fanno molto sport e dedicano almeno cinque/sei pomeriggi al mese alle festicciole di compleanno degli amichetti. Comunque, scherzi a parte, il tempo e la voglia di leggere è sempre meno, già leggere quelle poche paginette assegnate dalla maestra è una cosa pesante, un obbligo e non di certo un piacere! Detto questo è apprezzabile il fatto che vengano pubblicate ancora diverse storie "importanti", degne di nota, e che, di tanto in tanto, appaiano anche quelle a puntate  :)

                           

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