Riporto da
http://ilmessaggero.caltanet.it/ Walt Disney, assalto della Comcast
Maxi offerta da 66 miliardi di dollari per il colosso dei cartoni e dei film
NEW YORK E’ cominciata la Grande Guerra di Topolino, battaglia cruciale per la conquista dell’impero di Walt Disney. Il via ufficiale alle ostilità, già da mesi in atto dietro le quinte dell’immenso mercato dei media e delle telecomunicazioni, è venuto ieri a sorpresa dalla Comcast, la più grande azienda di cavi per le telecomunicazioni d’America, colosso high-tech in cerca di contenuti vincenti. Il gruppo di Filadelfia ha lanciato un’offerta pubblica di acquisto della Disney, mettendo sul piatto la cifra record di 66 miliardi di dollari, di cui 11 destinati a coprire i debiti della casa di Mickey Mouse, ed il resto finalizzati a finanziare una colossale operazione di concambio azionario. Immediata la reazione dell’ammiraglia dei cartoni animati, guidata da Michael Eisner. Il cda ha accettato di «esaminare con attenzione l’offerta». Ma Eisner ha anche presentato i risultati trimestrali del gruppo per il primo quarto dell’anno: un aumento sensibile del fatturato e dei ricavi, saliti a 8,55 miliardi di dollari, pari ad un aumento del 30% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un modo concreto per dire, cifre alla mano, che «la società gode di ottima salute, produce utili ed avrà nel 2004 e nel 2005 risultati lusinghieri». Ovvero, la scalata ostile della Comcast è per lo meno insufficiente nella cifra stanziata. «Mi sembra un’offerta di basso profilo ha affermato Drake Johnstone della Davenport and Co. , non mi stupirei se da qui a breve iniziasse una corsa al rialzo». Per ovvi motivi, la Disney fa gola a molti: oltre al regno dell’animazione e dei film per la famiglia, nell’impero di Papà Walt sono entrati i parchi di divertimento più famosi del mondo, la rete tv Abc, lo studio Miramax, e decine di altre attività mediatiche e di intrattenimento. Di qui la previsione dei bene informati. A contrastare i piani della Comcast potrebbero presto scendere in campo altri giganti multimediatici: da Rupert Murdoch alla General Electric. Nel caso in cui l’Opa della Comcast dovesse avere successo, nascerebbe comunque il primo conglomerato dell’intrattenimento del mondo, superiore per fatturato alla Time Warner.
Dietro alla scalata ostile della Comcast c’è però ben altro. La poltrona del pioniere dei cartoni animati è oggetto di una sfida senza esclusione di colpi che vede da mesi impegnati Michael Eisner, giunto ormai al suo ventesimo anno di guida del gruppo, ed il nipote del fondatore, Roy Disney. Insieme al dirigente Stanley Gold, Roy ha lasciato polemicamente il cda Disney a dicembre, accusando platealmente Eisner, responsabile a suo dire di aver bruciato con una gestione senza scrupoli il grande patrimonio culturale e artistico costruito dal fondatore. La posizione di Eisner si è aggravata con il recente, clamoroso divorzio deciso dalla Pixar di Steve Jobs, la casa di animazioni computerizzate che ha confezionato grandi successi come Toy Story .
STEFANO TRINCIA
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