Salve a tutti.
Avendo ripreso a leggere con continuità Topolino ho avuto modo di notare, nei miei gusti, un graduale cambiamento che mi ha consentito di apprezzare maggiormente (o comunque di passare da una non sopportazione ad una sopportazione ben più facile) lo stile di molti autori.
Mi riferisco prevalentemente ai disegnatori, dato che non sono ancora sufficientemente esperto da poter riconoscere i "tratti distintivi" dei vari sceneggiatori (anche se qualcuno ne ha di più marcati rispetto agli altri).
Così, se un tempo i disegni di Chierchini mi risultavano un po' indigesti, oggi rileggo una sua storia e storco decisamente meno il naso. Anzi, posso dire di apprezzarne il tratto e la caratterizzazione, anche se probabilmente non rientrerà mai tra i miei preferiti. Stesso dicasi per i disegni di Luciano Gatto e Maurizio Amendola. Va meglio addirittura anche con quelli di Asteriti e Colantuoni, che prima mi risultavano decisamente poco digeribili. Chissà, forse se provassi a rileggere ora qualcosa di Bottaro riuscirei a mandarla giù meglio.
Ora, è vero che il tratto dei disegnatori subisce delle modifiche (talvolta lievi, talvolta molto più evidenti) nel corso degli anni, e che queste possono contribuire ad una variazione nel nostro apprezzamento (c'è anche chi depreca il tratto di un disegnatore dopo la sua "evoluzione"... e ne ha il pieno diritto, poichè si tratta di gusti).
Credo, però, che la lettura costante possa anche portare ad un grado di abitudine o di maturazione di un diverso gusto critico, in evoluzione assieme alle nostre letture ed agli stili degli autori.
A voi è successo (o succede tuttora) qualcosa di simile? Si tratta, per voi, di abitudine o della nascita di un gusto critico o artistico che prima non c'era o aveva altre preferenze?