Io non detesto nessun personaggio, ma quel che mi fa arrabbiare, a volte anche molto, è il conformismo becero di certe storie, coi continui riferimenti adoranti ai divi di Hollywood e agli altri riti e miti della società di massa, dal tifo per il calcio alla moda a un certo modo facilone d'intendere i rapporti tra i sessi. Eppoi il culto della palestra, la tivvù, il mito del successo...
Direte che i ragazzi son così. Ma non tutti, intanto, e non sempre. Eppoi, quand'ero ragazzo Topolino e Paperino (e anche Paperone) erano intelligenti, brillanti, spiritosi, avevano una personalità spiccata. E anche ora, per carità, spesso è così; ma non sempre, purtroppo.
Un esempio a caso, tra i mille che si potrebbero portare: nel n. 2670, bella la storia iniziale, "Topolino e Pippo nella valle del picchio gigante", mentre "Paperino, Paperoga e il 'set' sulla neve" rientra nel genere che non mi garba.
Un'altra cosa irritante, e credo non solo per me, è l'uso continuo di parole inglesi, e il riferimento eccessivo a usi e istituzioni americane. Ma è sempre lo stesso discorso.
Scusate lo sfogo. Ma in genere "Topolino" mi piace sempre, come quand'ero ragazzo (ora ho quarantatré anni).