Fa un poco sorridere perché ricorda il nome di un vero pilota?
Secondo me sì. Come il Dittatore Hynkel e Bonito Napoloni ne "Il grande dittatore", fanno ridere, non si sa perché ma fanno ridere.
Secondo me i nomi dovrebbero fare ridere in sé, non perché ne ricordano un'altro. La prova del problema è la mezza degenerazione del fenomeno: storie zeppe di nomignoli che al massimo fanno sorridere, ma solo se chi legge conosce l'originale. Nella storia della Cabello ne ho riconosciuti solo un paio, e dire che guardo la tv 3 ore al giorno.
Se un pilota si chiamasse Rombo Pigiapedale potrei anche sorridere, perché ne vedo il destino scritto nel nome. Ricordo che in una storia di Barks pubblicata su ZP una vecchia decrepita si chiamava Secolina Centenari. Ricordo anche che mi ha fatto ridere.
Secondo me ci possono essere l'uno e l'altro tipo di nomi "strani". Il Toni Cooper citato da piccolobush fa parte della categoria che dici tu, Emerlon Fritticaldi dell'altra. A me fanno ridere entrambe.
È come la differenza fra comica e parodia, la comica fa ridere un po' tutti, la parodia richiede di conoscere l'originale per poter essere apprezzata, ma quando è fatta bene vale anche di più della comica a sé stante. L'importante, come ho già detto, è che la cosa sia fatta con un po' di creatività, in modo che il lettore possa accorgersi che c'è del lavoro di cervello nella scelta del nome. Papertotti mi sembra il risultato di un generatore automatico, Nicky Bagnacauda no.
Il rischio dei nomi "parodia", rispetto ai nomi "comica", è che chi non conosce l'originale non si accorga della gag. Per questo dico che non vanno abusati e che non devono essere l'unico perno della storia (cosa che invece, mi par di capire, è successa nella storia della Cabello). Io ho scoperto solo due settimane fa, in
questo thread, che un personaggio di una storia che leggevo da piccola era la parodia di un personaggio realmente esistente. Ebbene, sai cosa? Pur non avendo colto la citazione, la storia era splendida lo stesso. Ora che lo so, ha un qualcosina in più, ma si reggeva splendidamente anche senza. È questo il modo in cui, secondo me, andrebbero usati i nomi-parodia.