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Accademia Disney

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Donnie_Barko
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PolliceSu
    Re: Accademia Disney
    Risposta #45: Martedì 3 Lug 2007, 23:36:45
    Mi infiltro nella discussione (posso?  ;)) e vi dico come la vedo io, se può servire.

    Il target del Topo è "ufficialmente" dagli 8 ai 10 anni. Ma in realtà, e lo sappiamo noi autori come lo sa la redazione, il target è UNIVERSALE. Insomma, dobbiamo farci leggere da TUTTI, adulti come bambini. Il punto, quindi, è riuscire a scrivere storie che piacciano ai bambini ma che siano anche leggibili dal resto del pubblico. Uno degli obiettivi dei corsi dell'Accademia è anche questo, anche se non viene detto esplicitamente. Anche perchè scrivere storie con più livelli di lettura dovrebbe essere l'obiettivo di QUALUNQUE sceneggiatore, di fumetti e non; e, più in generale, di qualunque regista, scrittore, musicista eccetera. Di qualunque narratore: ecco la parola giusta. Insomma, bisogna cercare di scrivere storie che non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire, come diceva Calvino parlando dei classici.

    (Quando lessi per la prima volta Asterix alle Olimpiadi, mi piacque un sacco perchè Obelix picchiava i gemelli di Rodi. Poi, quando la rilessi anni dopo, capii anche la gag del bassorilievo con Goscinny e Uderzo che si danno (in greco antico!!!) del "despota" e del "tiranno.)

    Personalmente, poi, io (come Stefano e tutti i miei colleghi, credo!) cerco di scrivere storie che piacciano A ME, in quanto adulto, e penso che questo sia fondamentale. Se non mi diverto io a scrivere, come faccio a far divertire il pubblico? Poi, però, cerco di farmi capire anche dal bambino di 8 anni. Mi faccio capire ma ci metto, ogni tanto, una parola o un concetto un po' più difficile. Così magari lui si farà domande, andrà a cercarsi la parola difficile sul vocabolario o chiederà dritte ai suoi genitori. E magari imparerà qualcosa di nuovo. Fine del sermone! ;)





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    PolliceSu
      Re: Accademia Disney
      Risposta #46: Mercoledì 4 Lug 2007, 01:45:54
      Il target del Topo è "ufficialmente" dagli 8 ai 10 anni. Ma in realtà, e lo sappiamo noi autori come lo sa la redazione, il target è UNIVERSALE.

      Per questo il mondo va così male...dovrebbe essere l'inverso. UFFICIALMENTE Disney è per tutti, e poi ovviamente è prediletto dai bambini. Se le cose non sono più così c'è da pensare, perchè probabilmente, dopo un secolo, il sogno di una persona si è infranto.
      Doveva succedere prima o poi.

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      Pegleg
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        Re: Accademia Disney
        Risposta #47: Mercoledì 4 Lug 2007, 11:10:52
        Hai beccato l'errore che fanno moltissimi sceneggiatori. Pensa che il suo pubblico sia fatto esclusivamente di bambini (o adulti non cresciuti o, peggio, decerebrati) e scrive storie per loro.
        E invece...

        Barks, come Scarpa, come Casty e Faraci ora scrivono/hanno scritto le storie che vorrebbero leggere loro, ma non loro bambini, loro adulti.
        Ho detto che livellano verso il basso la COMPLESSITA' delle trame, ciò significa che - quelli bravi, ovviamente - scrivono sì storie che avrebbero voluto leggere loro come adulti, ma che hanno un livello di complessità basso e un alto livello di comprensibilità, cosicchè i bambini possano capirle.

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        Pegleg
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          Re: Accademia Disney
          Risposta #48: Mercoledì 4 Lug 2007, 11:12:36
          UFFICIALMENTE Disney è per tutti, e poi ovviamente è prediletto dai bambini.
          Sono d'accordo con Grrodon.

          Anche se c'è da segnalare che in un paio delle primissime storie di Martina ci si rivolgeva al lettore in quanto bambino!


          Citazione
          Se le cose non sono più così c'è da pensare, perchè probabilmente, dopo un secolo, il sogno di una persona si è infranto.
          Il tuo?  ;D
          « Ultima modifica: Mercoledì 4 Lug 2007, 11:12:54 da Pegleg »

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            Re: Accademia Disney
            Risposta #49: Mercoledì 4 Lug 2007, 11:36:08
            Il tuo?  ;D
            Beh, trovo difficile che dietro il nick di Grrodon possa celarsi Disney!!  ;)
            --- Andrea

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              Re: Accademia Disney
              Risposta #50: Mercoledì 4 Lug 2007, 21:02:47
              Mi infiltro nella discussione (posso?  ;)) e vi dico come la vedo io, se può servire.

              Il target del Topo è "ufficialmente" dagli 8 ai 10 anni. Ma in realtà, e lo sappiamo noi autori come lo sa la redazione, il target è UNIVERSALE. Insomma, dobbiamo farci leggere da TUTTI, adulti come bambini. Il punto, quindi, è riuscire a scrivere storie che piacciano ai bambini ma che siano anche leggibili dal resto del pubblico. Uno degli obiettivi dei corsi dell'Accademia è anche questo, anche se non viene detto esplicitamente. Anche perchè scrivere storie con più livelli di lettura dovrebbe essere l'obiettivo di QUALUNQUE sceneggiatore, di fumetti e non; e, più in generale, di qualunque regista, scrittore, musicista eccetera. Di qualunque narratore: ecco la parola giusta. Insomma, bisogna cercare di scrivere storie che non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire, come diceva Calvino parlando dei classici.
              Personalmente, poi, io (come Stefano e tutti i miei colleghi, credo!) cerco di scrivere storie che piacciano A ME, in quanto adulto, e penso che questo sia fondamentale. Se non mi diverto io a scrivere, come faccio a far divertire il pubblico? Poi, però, cerco di farmi capire anche dal bambino di 8 anni. Mi faccio capire ma ci metto, ogni tanto, una parola o un concetto un po' più difficile. Così magari lui si farà domande, andrà a cercarsi la parola difficile sul vocabolario o chiederà dritte ai suoi genitori. E magari imparerà qualcosa di nuovo.


              Grazie davvero per la risposta più che esauriente. Ho pensato di aver fatto una domanda ingenua e invece quanto hai spiegato chiarisce alcune dinamiche interne e mostra ancora una volta la passione e l'impegno che mettete in questo lavoro.
              Per quanto riguarda poi l'intento educativo, lo apprezzo moltissimo, perchè è quello che ho sempre trovato da piccola in Topolino e che mi ha aiutato a crescere, esattamente col meccanismo che hai raccontato: se un concetto o una parola difficile sono ben integrati nella storia, non solo non allontaneranno il piccolo lettore, ma anzi stimoleranno in lui la curiosità di saperne di più...
              Un grazie di cuore, quindi, anche e soprattutto per il tuo lavoro e per come lo svolgi (sperando di poter leggere prestissimo una tua nuova storia)
              Ciao,
              Marisa

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              Donnie_Barko
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                Re: Accademia Disney
                Risposta #51: Giovedì 5 Lug 2007, 13:42:45
                Non sono d'accordo, Grrodon: Disney nasce come "brand" (anche se non è proprio il termine adatto) per tutti nel senso in cui i primi cartoon di Topolino finivano nel cinema prima dello spettacolo principale. Ma l'idea di Disney era di un intrattenimento per FAMIGLIE, mirato poi soprattutto ai bambini, ma con l'idea di divertire anche gli adulti. Sinceramente, non vedo nulla di male nella linea editoriale di oggi. Partire con l'idea di piacere ai bambini E POI agli adulti mi sembra molto in linea con la "Disneyanità", anche e soprattutto considerando il mondo d'oggi, in cui l'infantilizzazione della cultura ha portato COMUNQUE a rivolgersi a target più bassi. Tutto sta a non banalizzare il target, a non prenderlo per deficiente e a trovare chiavi di lettura adatte anche a tutti gli altri. Ma quella è la sfida di qualunque media e di qualunque persona creativa, come ho detto. E senza toni apocalittici: Disney era un grande sognatore, ma anche un grande uomo d'affari, che a mio parere oggi starebbe attento anche a questo genere di cose. Fine del sermone 2! ;D

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                  Re: Accademia Disney
                  Risposta #52: Giovedì 5 Lug 2007, 14:04:03
                  Dimenticavo: grazie per la gentilezza e i complimenti, Marisa! E un piccolo update: sto scrivendo la seconda storia di Paperogate di Creta! ;)

                    Re: Accademia Disney
                    Risposta #53: Giovedì 5 Lug 2007, 14:09:57
                    Non sono d'accordo, Grrodon: Disney nasce come "brand" (anche se non è proprio il termine adatto) per tutti nel senso in cui i primi cartoon di Topolino finivano nel cinema prima dello spettacolo principale. Ma l'idea di Disney era di un intrattenimento per FAMIGLIE, mirato poi soprattutto ai bambini, ma con l'idea di divertire anche gli adulti. Sinceramente, non vedo nulla di male nella linea editoriale di oggi. Partire con l'idea di piacere ai bambini E POI agli adulti mi sembra molto in linea con la "Disneyanità", anche e soprattutto considerando il mondo d'oggi, in cui l'infantilizzazione della cultura ha portato COMUNQUE a rivolgersi a target più bassi. Tutto sta a non banalizzare il target, a non prenderlo per deficiente e a trovare chiavi di lettura adatte anche a tutti gli altri. Ma quella è la sfida di qualunque media e di qualunque persona creativa, come ho detto. E senza toni apocalittici: Disney era un grande sognatore, ma anche un grande uomo d'affari, che a mio parere oggi starebbe attento anche a questo genere di cose. Fine del sermone 2! ;D


                    Dato che ho appena finito di tagliarmi le unghie dei piedi e sto ancora recuperando le forze dalla lucidatura della mia ocarina (spero che nessuno trovi in ciò un volgare doppio senso) mi metterò un po' a polemizzare con il mio amico Roberto "Donnie" Gagnor.
                    Dunque, Roberto, hai torto. Torto massimo. Se c'è una verità assoluta della narrazione Disney è proprio quella di aver scientificamente e intelligentemente evitato di voler piacere anzitutto ai bambini per poi accontentare i grandi. Non è questione di lana caprina. Disney va esattamente nella direzione opposta. Che, tra parentesi, è quella giusta. Vale a dire un universo di personaggi e di relazioni tra personaggi assolutamente adulti, dinamiche narrative riconoscibili anche dai genitori ma decodificabili anche da parte dei figli. E' qualcosa di decisamente magico e probabilmente mai riuscito a nessuno.
                    Ora, so che tu non volevi dire questo e non volevi dire quell'altro, che in realtà vuoi precisare che e desideri puntualizzare inoltre che. Ma pensa a un film come Nemo. La vicenda parte con un serial-killer che stermina una famiglia. Sopravvivono solo un padre che, per via della tragedia, diventa psicotico, e il figlio disabile. Quest'ultimo viene rapito da un essere alieno che se ne serve per baloccarsi. Il padre psicotico attraversa l'oceano per recuperare il figlio disabile. Lo fa insieme a una compagna di viaggio che soffre di turbe della percezione. Alla fine, trova il figlio e guarisce dalle sue nevrosi.
                    Certo che Disney è PER TUTTI. Ma parte dall'alto. Questo è solo uno dei segreti.
                    D'accordo, ora vado a buttare giù l'umido. Ragazzi, che giornata.

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                      Re: Accademia Disney
                      Risposta #54: Giovedì 5 Lug 2007, 15:02:50
                      Dato che ho appena finito di tagliarmi le unghie dei piedi e sto ancora recuperando le forze dalla lucidatura della mia ocarina (spero che nessuno trovi in ciò un volgare doppio senso) mi metterò un po' a polemizzare con il mio amico Roberto "Donnie" Gagnor.

                      Hai ragione, Fausto pero'...

                      Citazione
                      Ma pensa a un film come Nemo

                      Qui casca l'asino ;)
                      Nemo è Pixar.
                      Disney è altra produzione, anche se la Pixar ne fa parte :)

                      Ciao.
                      "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                        Re: Accademia Disney
                        Risposta #55: Giovedì 5 Lug 2007, 15:04:50
                        Point taken, Fausto! Per chiudere il punto, poi, resta il fatto che i molteplici livelli di lettura ci sono. Non importa da dove si parte, importa che alla fine ci sia qualcosa di buono per tutti i fruitori (che brutta parola semiotica).  Adesso vado a dare da mangiare ai gatti, che è molto meglio di portar giù l'umido. E non voglio neanche pensare alla storia dell'ocarina! ;D

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                          Re: Accademia Disney
                          Risposta #56: Giovedì 5 Lug 2007, 15:06:06
                          Scusate se mi intrometto nei vostri diverbi fra sceneggiatori, ma non riesco a essere del tutto d'accordo con nessuno dei due...
                          Fausto: i film Pixar proprio non mi sembrano l'esempio migliore per definire le modalità degli "universi Disney". Toy Story, A Bug's Life, Finding Nemo, Cars e tutti gli altri si basano su una propria formula che è: descriviamo dinamiche tipiche del mondo degli umani (in generale adulti), e applichiamole a micro-mondi non umani. Questa struttura permette di conseguenza di alleggerire e rendere buoni anche per i bambini eventi altrimenti tragici, come quelli da te "caricati". Ma si tratta comunque di un filone particolare.
                          D'altra parte, consideriamo un filone tanto cospicuo e di successo da venire comunemente identificato come "modello di fumetto Disney", quello delle spedizioni di Paperone alla Cimino. Queste storie si basano su meccaniche di pensiero tipicamente infantili: Paperone legge su un volume di un qualche tesoro leggendario e misterioso e DECIDE che il tesoro esiste e che lui andrà a prenderlo; costruisce una macchina portentosa, parte per strani paesi e raggiunge il suo obiettivo. Ma si può notare che la dinamica della "volontà infantile del personaggio che si realizza contro ogni logica" è trasversale a tutta la storia della Disney: da Pinocchio che vuole essere umano e lo diventa per magia, a Lewis dei Robinson che vuole una famiglia e la trova viaggiando nel tempo.
                          A mio parere, approssimando, si può dire che la formula Disney è quella di presentare mondi molto simili a quello reale, che però da una parte vengono stilizzati in modo da essere il più possibile universali e comprensibili, dall'altra subiscono un forte allargamento dei "limiti del possibile". I bambini ancora non sentono il peso di questi limiti neppure nella realtà, così nei mondi Disney si sentono assolutamente a casa. Gli adulti, che questo peso lo sentono, "credendoci" per un po' se ne liberano.
                          Ma ovviamente questa mia congettura non può esaurire la "magia Disney", risultato di una sintesi complessa e forse inesplicabile...
                          Se fossi più modesto sarei perfetto.
                          Civil War: I'm with Sisto!

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                            Re: Accademia Disney
                            Risposta #57: Giovedì 5 Lug 2007, 15:12:12
                            Diverbio? Naah. Si parla, e poi Fausto è un amico. Anziano e con preoccupanti passioni ocarinesche, ma amico.  ;D E soprattutto, mica c'è Vecchiotto in giro.  ;)

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                              Re: Accademia Disney
                              Risposta #58: Giovedì 5 Lug 2007, 15:26:37
                              E soprattutto, mica c'è Vecchiotto in giro.  ;)
                              Solo io mi sono accorto che è sparita da quando Fausto l'ha "identificata" nella redazione?! ;)

                                Re: Accademia Disney
                                Risposta #59: Giovedì 5 Lug 2007, 15:29:37
                                Ragazzi, siete troppo preparati e intelligenti perché io possa sostenere una degna conversazione. Ovviamente, non mi riferisco a Gagnor. Con lui, la posso ancora spuntare. Però tengo a precisare, come si dice. Ecco che preciso.
                                Uno. Non ho mai capito la questione per cui Pixar dovrebbe essere veramente così "altro" da Disney. Veramente non capisco. Se Jobs ha deciso di stabilire una partnership con Disney anziché con la Salumeria Rovagnati, sarà anche per comunanza di vedute, no?
                                Due. Comunque sia, non vi piace il riferimento a Nemo? Prendiamo Mulan e proviamo a radiografare la trama ed ecco che scopriremo che i temi trattati sono tutto fuorché "da bambini".


                                 

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