Intervengo di nuovo come papà di lettore per sottolineare un altro aspetto della faccenda, che noi adulti forse tendiamo a trascurare. Mi riferisco alla politica editopriale della disney e in particolare alla gestione del Topo come prodotto. E' evidente (e secondo me anche giusto) che, nel definire la qualità delle storie, la redazione abbia in mente il SUO pubblico di riferimento, che non siamo noi, ma sono i bambini (in particolare, credo, quelli compresi entro una precisa fascia di età). Da questo punto di vista, privilegiare le storie di taglio più infantile rispetto a quelle più adulte è una scelta non solo obbligata, ma anche giusta: il Topo è un prodotto per bambini e deve essere costruito a loro misura. Ed è in questo quadro che, secondo me, può spiegarsi la rarità delle storie di grandi autori quali faraci o Ziche, rispetto ad altri che invece compaiono molto di più. Perché se il Topo fosse fatto solo di storie adulte, sic et simpliciter, i bambini non lo comprerebbero (e la disney chiuderebbe).
In sostanza, per la disney non conta quello che piace a noi adulti che bazzichiamo questo forum, ma - giustamente - conta quello che piace ai bambini. Tanto per dirne una, io detesto Paperino paperotto, mentre a mio figlio piace (ma già un po' meno rispetto a quando era più piccolo). Il problema però è che il prodotto offerto ai bambini deve essere all'altezza di uno standard di qualità (cioè, alla fine, di intelligenza). E lasciatemelo dire, certe (troppe) storie sono un vero insulto (per ciò che dicono, per come lo dicono e soprattutto per ciò che NON dicono) all'intelligenza dei bambini.
j.