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Il titolo completo del topic avrei voluto fosse "Personaggi Disney: immortali o destinati a sparire?" ma non ci stava tutto...
Comunque... mi interessava questa riflessione: fin da piccolo ho considerato l'universo Disney immortale! Mi immaginavo novantenne con ancora un Topolino in mano ed immaginavo che, un giorno, i figli dei figli dei figli...ecc...dei miei figli l'avrebbero ancora letto!

Oggi mi domando: sarà così? Personalmente lo spero e farò tutto quello che posso per rendere ciò possibile ma la domanda sorge lo stesso... cos'hanno questi personaggi in più di tanti altri (non-disney e visti poco a poco sparire) che li farebbe durare così tanto?

Chi ci dice che non potrebbero fare la fine di Tom&Jerry, Braccio di ferro, Picchiarello, ma anche i Looney Toons... ora ho elencato personaggi non scomparsi nè dimenticati ma distanti anni luce dalla popolarità e presenza dei Disney nel mondo. Si possono fare esempi di altri (Betty Boop, Nonna abelarda, tiramolla...) che sono scoparsi del tutto.

Secondo voi anche Topolino & Co. potrebbero sparire poco a poco fino a non essere più i compagni di crescita di molti bambini (e anche adulti) ma solo le pallide mascotte di una enorme multinazionale?

D'altronde se sono presenti da così tanto tempo è anche merito delle risorse che sono state fornite alla causa... quindi l'altro punto su cui mi piacerebbe discutere è:
I personaggi Disney sono così longevi grazie ai soldi investiti su di loro o grazie alla passione di chi ci ha lavorato e tutt'ora ci lavora?

Personalmente voto per la seconda ipotesi ma penso sia vera anche la prima, perchè se sono stati investiti soldi ci doveva essere un interesse (forse per molti finanziario) per compiere quello che comunque è un atto di fiducia verso quei personaggi. Personaggi vivi più di ogni altro che voglio credere così longevi grazie ad una speciale scintilla che li innalza e li diversifica più di qualsiasi altro.

Secondo voi anche Topolino & Co. potrebbero sparire poco a poco fino a non essere più i compagni di crescita di molti bambini (e anche adulti) ma solo le pallide mascotte di una enorme multinazionale?

finché esisteremo noi italiani, non succederà...

Anch'io mi sono fatto spesso le tue stesse domande, ma non saprei proprio...
Credo comunque che di eterno ci sia ben poco, e se far sopravvivere questi personaggi significherebbe doverli stravolgere in continuazione per adattarli al gusto dei nuovi lettori (come volevano fare con i Looney Toons qualche anno fa, prima della protesta generale dei fan), preferirei vederli tramontare.

be' alcuni personaggi Disney non si vedono più da tempo   (giuseppe Tubi,ad esempio)

be' alcuni personaggi Disney non si vedono più da tempo   (giuseppe Tubi,ad esempio)

Intendevo dalla scena generale... non dalle storie.
Se ci fosse un calo di popolarità e venisse, a poco a poco, a scomparire anche il settimanale. Tanto che ad un certo punto per i bambini futuri (!) Topolino sarebbe alla stregua di Braccio di ferro... si capisce?

... si capisce?

Si capisce, ma si spera che non accada. Facciamo le corna tutti insieme, cosi siamo sicuri che non succede.  

Ho una foto del 1958 dove ho tra le mani un Topolino (guardavo solo le figure!), Dopo 50 anni credo che si possa essere ottimisti. Lo compro ancora e lo leggo con i miei figli come io lo leggevo con mia madre.

Facciamo le corna tutti insieme, cosi siamo sicuri che non succede.  

 
...si, poi chiamiamo Amelia che ci legge le carte...

Ho una foto del 1958 dove ho tra le mani un Topolino (guardavo solo le figure!), Dopo 50 anni credo che si possa essere ottimisti. Lo compro ancora e lo leggo con i miei figli come io lo leggevo con mia madre.

..è una cosa meravigliosa, magari avere una passione "radicata in famiglia" come la tua..  

Anch'io me lo sono chiesto tante volte. Adesso un tramonto sembra impossibile, ma naturalmente non possiamo saperlo.
Direi che dipende, oltre che dai soldi e dalla passione, anche dalla bravura di chi costruisce, negli anni, il mondo Disney (gli autori). Se questo mondo resiste da 80 anni è anche perché ha prodotto storie (a fumetti e animate) che, oltre ad essere un intrattenimento, hanno anche dei valori aggiunti e uno spessore praticamente letterario. Finché nasceranno autori con la voglia e la capacità di creare questo tipo di storie penso e spero che i Disney continueranno ad esistere.

E' certo che le intuizioni di Walt Disney hanno davvero creato un grande e magico mondo. Si pensi, dopo i comics e i cartoni, l'uso del mezzo televisivo e la creazione dei parchi di divertimento, il mercato dei gadget e quanto di altro si possa immaginare. Il problema è che non si può vivere di rendita e starà a quanti continuano l'opera saper adeguarsi. Negli USA l'acquisto della Pixar è stata una buona mossa, da noi stanno provando a svecchiare il Topolino libretto. Vedremo.... Per quanto mi riguarda la fiducia ce la metto.

I personaggi Disney sono immortali, c'è poco da dire. Ed è questo che li rende superiori a tanti altri, perchè indipendentemente dalle mode loro ci sono sempre state, perchè più di altri vivono fuori dal tempo... Walt Disney, Ub Iwerks, Jach Hanna, Floyd Gottfredson e Al Taliaferro hanno gettato le basi giuste creando fumettisticamente e in animazione personaggi con caratteridstiche così sfaccettate da renderli molto più di semplici animali antropomorfi, e questa è la loro ricchezza...
Nel corso delgi anni, dei decenni, poi, i vari classici Disney e i film Pixar, e una valanga di autori italiani e non hanno continuato a dare il loro contribuot, talento a fantasia per proseguire la strada così genialemente inziata, perpetuando il songo di Walt. ed è per questo che anche fra 3 secoli o 10 millenni ci sarà ancora un genitore che metterà nella culla del bimbo un peluche di Topolino, o la prima copertina con i disengi di paprino e Pippo ricamati sopra.
Potranno leggermente evolversi nel corso del tempo, ma il modelli di base restarà sempre e li ha consegnati alla storia come un fenomeno di sempre e non certo momentaneo... non è un caso se tanti hanno appena ricordato i 60 anni di Paperone e si apprestano a festeggiare gli 80 di Topolino...

Lo spero davvero!!

Come "aspirante Disneyano" ce la metterò tutta per metterci anche del mio!!

Ovviamente spero che anche fra novant'anni potro' leggere ottime storie di Paperino e Topolino appena sfornate. Pero' ho l'impressione che in alcuni interventi precedenti ci sia stato un eccesso di ottimismo.

Secondo voi anche Topolino & Co. potrebbero sparire poco a poco fino a non essere più i compagni di crescita di molti bambini (e anche adulti) ma solo le pallide mascotte di una enorme multinazionale?
 

Per quel che ne so, a meno di un drastico cambio di tendenza, e' proprio quello che sta succedendo da vari lustri negli Stati Uniti. Credo che laggiu' mediamente chi ha vent'anni o meno ignori persino l'esistenza del fumetto Disney (almeno come lo intendiamo noi) e associ a questo nome i film, le varie Disneyland, l'oggettario del merchandising, ma non quelle storie che accompagnano cosi' gran parte della vita di noi paperseristi.

Il motivo piu' razionale per essere ottimisti sulla sopravvivenza dei nosti eroi e' che milioni di persone (a quanto ne so soprattutto in Italia, Germania, Scandinavia, Olanda, Francia) sono interessate a leggerne le avventure, fornendo le basi economiche perche' un buon numero di artisti (tra cui molti di alto livello) continuino a lavorarci. Visto l'esempio degli USA, non so se pero' questo basti. Ignoro cosa sia successo esattamente laggiu': immagino che abbia contato il fatto che, usciti di scena maestri come Barks e Gottfredson, nessuno ne abbia saputo raccogliere l'eredita' - credo che negli anni '70 le pubblicazioni di fumetti "Disney" (nemmeno curate dalla casa madre) fossero piu' che altro ristampe o nuove storielle mediocri, portando ad un lento abbandono del pubblico. In Italia abbiamo saputo mantenere una continuita' tra varie generazioni di autori e, sebbene qualche anno fa anche le nostre pubblicazioni mi sembrassero avviate sulla triste strada dell'alternanza ristampe/storielle, la nuova linea editoriale pare andare verso il ritorno alla migliore tradizione. Inoltre ho fiducioso (credo piu' della media dei paperseristi) nelle possibilita' della scuola danese.

 Nel corso delgi anni, dei decenni, poi, i vari classici Disney e i film Pixar, e una valanga di autori italiani e non hanno continuato a dare il loro contribuot, talento a fantasia per proseguire la strada così genialemente inziata, perpetuando il songo di Walt.

Su questo ritengo sia il caso di fare delle distinzioni. "I vari classici Disney o film Pixar" hanno certamente contribuito a perpetuare il sogno di Walt (e a mantenere vitale ed amata la multinazionale che li ha prodotti); ma credo che per la maggior parte non abbiano quasi alcun merito nella vitalita' dei personaggi dei fumetti. Sono mondi diversi (e mi spingo a dire che perfino i cartoni classici di Topolino e Paperino sono irrilevanti, il vero punto da cui partenza sono le storie di Gottfredson e Barks - so che Grrodon mi lapidera').

Chi mi ha preceduto (e citato) dice cose molto giuste distinguendo fumetti e cartoni animati che, però, fin dalle origini erano accomunate nei piani di Walt Disney. Lo stesso Disney creò le fondamenta della multinazionale nel miglior stile capitalistico americano, stile che per cultura gli apparteneva. L'american way è questo e la Disney in quanto società economica deve rendere. E' possibile ipotizzare che le strategie economiche abbiano visto vincenti i parchi dei divertimenti (altro sogno di Walt Disney), il mercato degli oggetti griffati (iniziato già negli anni trenta) e altro. Per esempio cambiamenti ci furono con il lento abbandono dei documentari naturalistici e, ahimè, con il rallentamento delle pubblicazioni in strips, sunday page e comics book (vedi altro topic). In compenso fu ed è data fiducia alla produzione disegnata di altri paesi (per questo il nostro Paese è capofila). Insomma l'industria si adegua ai tempi e come oggi è improponibile il Topolino in pantaloncini rossi e ci siamo abituati a vederlo senza coda ci abitueremo a molto altro. Certo, e chi scrive ha più motivi, i cambiamenti sono fastidiosi, a volte dolorosi per chi negli anni ha consolidato il suo modo di intendere l'universo dei topi e dei paperi ma cmq il mondo si muove e se bene o male ce lo diremo in futuro.

Sono d'accordo su tutto ma...

Insomma l'industria si adegua ai tempi e come oggi è improponibile il Topolino in pantaloncini rossi e ci siamo abituati a vederlo senza coda ci abitueremo a molto altro. .

Il Topolino animato, quello della Egmont e delle storie francesi ce l'ha i calzoncini rossi (e IMHO danno un bell effetto "vintage", il problema lì sono le trame...). E poi Topolino ce l'ha la coda! Gli fu tolta in passato ma fi ripristinata perchè il pubblico lo preferiva "codato".

Grazie per le precisazioni. Non conosco la Egmont e cercherò di vedere questi cartoni e cercherò anche le pubblicazioni francesi. Ma il senso del mio intervento, e mi spiace di non essere stato capace di spiegarmi, era tutto nel problema di far rendere danaro alla compagnia. E' vero che i personaggi accompagnano i nostri sogni e, forse, hanno o hanno avuto anche intenti didattici ma rimarranno vitali solo se renderanno danaro. E siccome non credo che siano impazziti gli amministratori americani, mi pare credibile che il fumetto sia solo per una fetta del mercato piccola e poco remunerativa. Ovviamente sarò felicissimo di essere smentito dai fatti e dagli amici del forum qualora avessero notizie in merito.

Per quanto riguarda la rendita del fumetto, soprattutto negli USA (dove ristampano fino alla nausea Barks e le storie Egmont), la situazione non è delle più rosee.

Ah. Se ti interessa, i calzoncini sono stati ripristinati per il delirante cortometraggio "Runaway Brain" (Topolino e il cervello in fuga), nel merchandising (nei disegni apoositi di John Lother, quelli che stanno sulle magliette, sulle tazze, sui fazzoletti..., gli stessi che stavano sui Topolino Story), poi sono stati utilizzati nella serie animata "Mickey Mouseworks", hanno fatto un cammeo nel lungometraggio "I tre moschettieri", ci sono nella strumentopolosa serie prescolare "La casa di Topolino" e sono presenti in quasi tutti i videogiochi con Topolino. Ovviamente quei "pecoroni" della Egmont, volendo seguire il brand, hanno ripristinato i calzoncini anche nei fumetti, persino Romano Scarpa li disegnò nelle sue ultime storie per la casa danese, dopo questi anche i "pecoroni" francesi l'hanno fatto (tranne negli enigmi settimanali di Topolino). Visto che in Olanda fanno solo storie di Paperi, siamo gli unici che usano il Topolino "in borghese" nelle storie.
    

siamo gli unici che usano il Topolino "in borghese" nelle storie.

E meno male, al contrario tuo secondo me i calzoncini, nelle storie di oggi, non hanno più molto senso e non mi danno una particolare sensazione di vintage (se me la dessero, li preferirei anch'io eccome!).

Ripesco questa interessante discussione.

Secondo me, le testate disney in generale ci saranno (anche se non per sempre) per molte generazioni a venire. Questo non per i soldi che si investe su di loro, ma per la passione con cui migliaia di autori si prendono cura di loro. E poi in Italia credo sia molto difficile: in altri paesi le loro storie sono mischiate in albi per bambini (anders and e co, ad esempio) e non sono popolari come da noi, Quindi credo che non siano immortali, ma poco ci vuole (ed un motivo ci deve pure essere se il topo più famoso al mondo compie quest'anno ottant'anni e se il Topolino libretto esiste dal 1949).

Non moriranno facilmente, perchè si sono sempre adeguati ai tempi, vedi i recenti manga della Disney.
La forza di Topolino & C. è che sono una lettura piacevole e divertente, ma al contempo capace di renderti vicini i personaggi. Io non sono un lettore di Topolino, ma so che il settimanale contiene notizie su musica, storia, geografia, moda, in pratica accompagna la vita del lettore.