E concludo dicendo per l'ennesima volta: banniamo la politica dai fumetti Disney, rendiamo questa lettura un piacevole svago per grandi e piccini, lasciamo la satira sociale e i messaggi sottotraccia a pubblicazioni più deputate di questa a fare ciò.
Altrimenti se queste cose continueranno a persistere è naturale che una parte (piccola o grande non importa) di società si sentirà presa di mira e alzerà, suo malgrado, la voce.
Credo che ritenere la presenza di Gianni Rodari, poeta dell'infanzia, sul Topo, giornale dell'infanzia, sinonimo di "messaggio sottotraccia" destinato a plasmare generazioni ancora vergini di politica, sia fuori scala. Cioè, secondo me Florian, (e ti rispondo solo ora perchè districarsi tra queste pagine caotiche alla ricerca di un vero filo conduttore in grado di portare ad un discorso vero, ad un dialogo è stata un'impresa!) rischi di partire alla volta di una sorta di caccia alle streghe (e uso un espressione forte, ma senza toni accusatori).
L'indottrinamento politico dei fanciulli non passa per il Topo. Non ci sono i presupposti per crederlo. Di certo disegnatori e scrittori hanno le loro idee, ma non si possono considerare i loro prodotti artistici come target plasmati da quelle idee. Si è parlato di Topolino e Paperino nazisti, anti-nazisti, di Walt Disney massone, di inquetanti torri falliche, di simbologie negative associate alla riproduzione di compassi e squadre (simboli massonici) in alcune storie recenti.
Sai che ci vede un bambino in un compasso? Un compasso, appunto. Fine. E' ovvio che sia così, la malizia e il sospetto sono doti che, ahimé, sopraggiungono con l'età. Scommetto, Florian, che tu non hai più 13 anni. E che, a 13 anni, magari, le storie di Faraci ti sarebbero piaciute.
Poi è logico (anche se triste, per certi versi) che, crescendo, uno acquisisca sempre più un grado crescente di idee e ideologie e che filtri ciò che conosce (e che ama) anche e soprattutto attraverso esse. Ma questo non deve, a mio avviso, essere un motivo sufficiente per lasciare che artisti importanti, geniali, e le loro storie, a volte magnifiche, a volte sottotono, debbano essere, per forza, additati come inadatti o non graditi.
Inoltre, da laureando in antropologia, non posso che dirti che il relativismo culturale, laddove non sia esasperato (perchè, a mio modesto parere OGNI estremismo è sbagliato), è una grande risorsa per la modernità, e non una perdita di valori. Uno strumento indispensabile al dialogo. Forse la sua mancanza, in generale, è stata tra le cause principali del caos di questa discussione.
Chiudo con 2 esempi "cinematografici" e personali:
Sono andato al cinema a vedere "Le cronache di Narnia" con amici. Alla fine della visione ci siamo confrontati sul film, che, in generale non era piaciuto. Molto deciso, un mio amico, che scuoteva la testa disgustato: "Troppo bigotto, con Aslan che risorge dopo tre giorni".
Poi, sono andato al cinema a vedere "La Bussola d'oro", con amici. Per organizzare la serata ho fatto un giro di telefonate. Un mio amico mi ha risposto, secco: "No!" all'invito. "Hai da fare?" gli ho chiesto. E lui: "No, è per il film." "Ah. Non ti ispira?" "No, è che è terribilmente antireligioso. Il clero è dipinto come una setta malevola. Non voglio vedere nulla del genere." E non è venuto.
Inutile dire come la pensi su entrambi gli atteggiamenti. Inutili. Sbagliati. Fuorvianti. Tant'è vero che io i film li ho trovati, sotto alcuni aspetti, molto simili. Tanto per dirne una, non mi sono piaciuti entrambi!