Questa mattina ho comprato, come recentemente mi capita, il Topolino magazine. Di ritorno a casa sono andato subito a leggere la seconda parte de La rapina del Millennio. Diversamente da quanto accaduto per la precedente puntata, quest’ultima mi ha notevolmente infastidito in quanto l’ho trovata esageratamente parodistica e irriguardosa nei confronti del povero Mickey Mouse.
Già nella prima vignetta vediamo infatti Minni per nulla preoccupata del rapimento di Topolino, in quanto <per lui questa è ordinaria amministrazione.> <Tempo mezz’ora e mi chiamerà dicendo che ha arrestato anche Trudy…> dice la nostra amica alla più preoccupata Clarabella. Ma la vera Minni non parlerebbe mai così del suo amato fidanzatino. Questi infatti non è mai stato il bulletto da dire <vado, l’ammazzo e torno> e Minni, dal canto suo, è un personaggio dolce e apprensivo.
Ma andiamo avanti. Subito dopo la scena passa a Topolino che, legato ad una sedia, dice a Trudy di costituirsi. Ma come lo fa? Con un’aria saccente (poi dicono che è antipatico, grazie… lo disegnano così), gli occhi chiusi e il naso proteso all’insù. Eppure il Topolino classico, il mio Topolino, non parla affatto in questo modo, non fa mai il predicozzo. Topolino avrebbe detto le stesse cose ma con uno sguardo adirato vero Trudy, ladra conclamata, e per giunta colpevole nell’occasione di averlo rapito.
E che fa Trudy? Convinta com’è dell’innocenza di Pietro, inizia ad accusare Topolino. Avete capito bene: è il malvivente che mette sotto accusa il poliziotto... (Se questa è la morale oggi di moda in casa Disney, andiamo bene).
Ma non è finita qui. Trudy accusa Topolino non solo di essere colpevole, ma addirittura di essere stupido. E si mette a fare un panegirico degno del miglior detective al nostro mito nelle vesti (per lui inconsuete) di arrogante pasticcione. Pensate un po’: come ringraziamento per i suoi 80 anni di onorata carriera a favore della legge, viene dato a Topolino dello stupido.
Non contenta, Trudy mostra l’indice al nostro eroe che si rimpicciolisce quasi, tanto è imbarazzato e tapino. Povero Mickey Mouse, ingiustamente messo KO dalla cattivissima Ziche, che prosegue in quest’opera di de-mitizzazione del personaggio (una vera e propria Character Assassination) iniziata già a suo tempo, com’è noto, dal perfido Tito Faraci.
Ora, la storia andrà avanti e ci saranno tanti altri colpi di scena e rimescolamenti di carte. Il nostro eroe rimetterà le cose a posto (si spera, almeno). Ma una cosa è certa: oggi Topolino non vince più come una volta, deve macerare dentro di sè il dubbio della colpevolezza, tutti possono essere egualmente buoni e/o cattivi e la malvagità non è più scritta sul grugno del villain, come accadeva un tempo al cattivissimo Gambadilegno, che nessun bambino avrebbe trovato simpatico e voluto accanto a sé come amico.
Topolino, l’eroe per eccellenza, il personaggio dai valori forti e dalle convinzioni incrollabili, viene anche lui risucchiato nelle sabbie mobili del pensiero debole e relativista. Ecco la novità, il cambiamento del millennio: Topolino è stupido, perchè le sue convinzioni lo portano a sbagliare.
Con questo gli autori ci vogliono convincere che è la sicurezza a portare all’errore e che nella vita bisogna seguire il dubbio, in quanto il bene e il male si confondono. Che pessima lezione questa, fornitaci per giunta dalla casa Disney, fino all’altroieri sinonimo di tradizione e moralità.
Ma il numero in questione si segnala per un’altra criticabile trovata. La storia d’importazione con protagonista Ciccio veicola infatti un messaggio a suo modo devastante. Il nostro personaggio viene scambiato involontariamente per uno dei tanti santoni new age che predicano il rifiuto della vita moderna e tecnologica ed il ritorno alla natura edenica. Alla fine Ciccio riesce a guadagnare un sacco di quattrini non facendo nulla come suo solito e il poltrire ozioso (che non lo rende certo un personaggio positivo nell’ambito della banda Disney) viene promosso a <filosofia appagante>. Mi chiedo perché, fra le tante storie inedite della produzione estera, si sia dovuto scegliere proprio questa, dall’assunto quantomeno discutibile.
In definitiva, un numero che fa pensare. Male, però.