Io non insisto e non essendo una traduttrice prendo per buona tanto la tua teoria sul giusto modo di tradurre quanto quella di RoM, solo per curiosità a questo punto mi devi dire: traducendo una opera molto antica, quale lingua si deve adottare? Traducendo l'Iliade non dovremmo usare l'italiano dei tempi di Omero... che, in effetti, non esiste? Senza polemica, secondo te che lingua dovrebbe adottare un traduttore odierno di un'opera del genere?
Nessuna polemica.
Anzitutto ho già detto su Bartleby (piccolo capolavoro di Melville per chi non lo conosca, anche se piuttosto... deprimente :() che la lingua non è uguale a quella dell'800, questo non si può fare, semplicemente la ricorda.
La sottolineatura che fa RoM che è italiano letterario , non ottocentesco, tanto per cambiare non ha molto senso: nell'800 c'era una differenza tra l'italiano letterario e quello parlato e, giustamente, il traduttore usa l'italiano letterario, visto che traduce un racconto. Non è certo l'italiano letterario del 1991 (desinare???), a parte che oggi non c'è più molto una distinzione tra italiano letterario e italiano parlato, nessun letterato comunque scrive oggi come ha scritto Celati.
Egli (!) ha scritto così per far entrare il lettore in un mondo ottocentesco.
Per venire alla domanda di Brigitta, ripeto ancora che non è che io sostenga una norma rigida (l'italiano
deve essere quello dell'epoca). Ciò sarebbe assurdo.
Quindi per l'Odissea si usa un italiano un po' antiquato, dal sapore letterario, che è ciò che fanno i traduttori anche oggi. Certo non traducono in lingua corrente! Siccome deve dare l'idea di un mondo lontano, non esistendo un italiano di allora, si usa un italiano che suoni comunque lontano. Talora in questi casi alcuni traduttori adottano una lingua un po' artificiale, quasi inventata, che restituisca così il senso di lontananza.
E' una scelta discutibile che però ha un senso.
Ma vorrei notare che non c'è una norma rigida (questo specialmente mi indispettisce negli argomenti di RoM), si cerca di rendere l'ambiente e l'epoca, anche - anzi soprattutto - attraverso l'uso della lingua e ogni traduttore fa su questo le sue scelte.