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Traduttori

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ZioPaperone
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PolliceSu

PolliceSu
    Re: Traduttori
    Risposta #75: Giovedì 15 Gen 2009, 00:04:22

    No, no! Pover'uomo, non attribuiamogli la responsabilità di traduzioni non sue. Lui ha fatto le intro, ma non ha avuto controllo alcuno sulla versione pubblicata. Non credo nemmeno sapesse che versione avrebbero pubblicato, se non genericamente "quella andata su Zio Paperone".

    Ah! Buono a sapersi.
    Ma come si fa a sapere chi ha fatto la traduzione?
    La GDP non dice nulla...


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      Re: Traduttori
      Risposta #76: Giovedì 15 Gen 2009, 00:17:38

      Ah! Buono a sapersi.
      Ma come si fa a sapere chi ha fatto la traduzione?
      La GDP non dice nulla...


      Non si sa, ufficialmente purtroppo le traduzioni (tranne quelle dei primi 15 mi pare, che però sono state poi rifatte tutte) non sono mai state accreditate. Si sa genericamente che per i primi tempi molte (tutte? Non lo so) erano almeno in parte (?) della Cannatella. E che poi invece molto più avanti è subentrato (ma non per tutte!) Becattini. Di certo dovrebbe aver fatto molte (tutte?) quelle di Don Rosa.

      Notare la grande certezza presente in questo discorso... 8-)
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      ZioPaperone
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        Re: Traduttori
        Risposta #77: Giovedì 15 Gen 2009, 00:46:44

        Non si sa, ufficialmente purtroppo le traduzioni (tranne quelle dei primi 15 mi pare, che però sono state poi rifatte tutte) non sono mai state accreditate. Si sa genericamente che per i primi tempi molte (tutte? Non lo so) erano almeno in parte (?) della Cannatella. E che poi invece molto più avanti è subentrato (ma non per tutte!) Becattini. Di certo dovrebbe aver fatto molte (tutte?) quelle di Don Rosa.

        Notare la grande certezza presente in questo discorso... 8-)

        Ho notato, ho notato... ;D
        Paperino e la scavatrice è stata pubblicata (presumo ritradotta) sullo ZP 39 del 1992. Suppongo che la versione della GDP sia la stessa...
        Ciò significa che ricade nel territorio Cannatella?

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        RoM
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          Re: Traduttori
          Risposta #78: Giovedì 15 Gen 2009, 02:16:59
          Ma per carità. Se questa è la linea che tengono i traduttori moderni (e immagino sia così) non mi stupisce che la gran parte delle traduzioni facciano schifo.
          Gli anni '40 sono esistiti in tutto il mondo, e avevano in comune un certo spirito, certe automobili, e mille altre cose.
          Mantenere la maggior aderenza possibile - nei limiti della comprensibilità - a quell'epoca dovrebbe essere ovvio, come se in una storia di Topolino anni'30 per tradurre un'espressione gergale scrivessi: "che sballo", termine inesistente allora e che proviene da un tipo di esperienze che allora non c'erano o erano del tutto diverse ("sballo" viene dalle esperienze con gli acidi )... Roba da farmi rivoltar lo stomaco. :D
          La lingua, il dialetto e il gergo esprimono il modo di sentire e le necessità del tempo, sarebbe come (per fortuna non possono cambiare i disegni!) se sostituissero le automobili di allora con auto moderne.
          Chissà se questa bella idea la applicheranno pure in letteratura e se in futuro gli inglesi si leggeranno la Divina Commedia tradotta in inglese corrente (cosa che finora per fortuna nessuno si sognava...)... blah! :P
          E' la linea che tiene qualsiasi traduttore (anche in letteratura, fìdati!). Perché è ovvia.
          L'italiano degli anni '40 e l'inglese degli anni '40 non sono la stessa cosa... far parlare un personaggio americano come se fosse un italiano degli anni '40 non manterrebbe proprio nessuna aderenza, sarebbe una finzione e basta.
          Ovviamente questo non significa che si debbano usare espressioni che contengano riferimenti anacronistici (esattamente come non si dovrebbero inserire riferimenti all'Italia, magari ambientando le storie sul Ticino o nominando Fausto Coppi :P), ma questo mi sembra veramente lapalissiano.

          [size=10]P.S.: "Che sballo!" non è italiano corrente: è italiano finto-modernizzante da telefilm.[/size]



          Il punto è che Barrymore non era divertente per il lettore italiano di allora, e neanche di oggi, temo, mentre lo era per l'americano, ma chissenefrega, giusto? ;)
          Il punto è che la quella originale era una battuta sarcastica basata su un'impostazione ben definita ("non sei nomediqualcunofamosoinundeterminatocampo"), mentre la traduzione italiana pretende di essere "più buffa" paragonando un personaggio maschile a un'attrice donna, cioè incastrandoci forzatamente un tipo di comicità farsesca ("un maschio paragonato a una donna! Ah! Ah! Che ridere!") che non c'era nella frase originale e che l'autore non si era mai sognato di metterci. E non c'entra niente il fatto che nel linguaggio inglese ci sia l'understatement (che al massimo giustificherebbe una "variazione d'intensità" rispetto alla frase inglese, ma sempre sulla linea del sarcasmo originale), perché si tratta di due cose del tutto diverse.


          se poi confonde un attore con un altro morto 7 anni primaP
          Sbaglio o NESSUNO qui ha difeso la traduzione "John Barrymore"? Quindi di che vai cianciando? ::)
          « Ultima modifica: Giovedì 15 Gen 2009, 02:17:49 da RoM »

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            Re: Traduttori
            Risposta #79: Giovedì 15 Gen 2009, 02:48:58
            E' la linea che tiene qualsiasi traduttore (anche in letteratura, fìdati!).
            Perché mi debba fidare di te non so e certo non apprezzo la tua supponenza.
            Ammesso sia vero che questa è la linea seguita attualmente dai traduttori (in passato di certo no), non significa che sia un dogma da accettare. O meglio... da te forse sì. Da me certamente no.
            Tutt'al più spiega perchè la maggioranza delle traduzioni in giro facciano schifo.
            In pratica la lingua è vista solo come un codice, mentre in realtà fa parte del contesto della storia.
            Ma ho già espresso prima la mia opinione al riguardo.
            Per quanto poi riguarda il gergo e la tua distinzione (?) tra lingua corrente e no, sta di fatto che ad es. le storie anni '30 erano scritte in parte in gergo e in dialetto e dunque o uno infedelmente li elimina e traduce in italiano corretto oppure... i gerghi sono estremamente caratteristici dell'epoca perciò, seguendo la tua teoria, deve cadere nel ridicolo più bieco usando un gergo moderno, che è pesantemente anacronostico a dir poco ::)
            E se non usa sballo, dovrà usare figata, tosto o altri termini assurdi negli anni '30.
            Ma mi pare inutile discutere e non ho mai amato farlo con chi usa paroloni importanti come "i fruitori della storia" per dire... i lettori ::) ;D ROTFL

            « Ultima modifica: Giovedì 15 Gen 2009, 03:06:54 da ZioPaperone »

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              Re: Traduttori
              Risposta #80: Giovedì 15 Gen 2009, 12:44:26
              Certo che è paradossale vedersi accusare di supponenza da uno che risponde alle argomentazioni altrui con "ma per carità" e "blah!" (peraltro, saranno gli studi umanistici fatti, ma non mi era mai passato per la mente che "fruitore" potesse essere considerato un parolone importante...). Seriamente, puoi farmi esempi di libri tradotti ricreando artificialmente l'italiano parlato ai tempi del libro stesso? Perché francamente io non ne ho mai visti.
              Certo, se per te l'italiano corrente consiste in "figata" e "tosto" (che non sono italiano corrente non in base a "mie" distinzioni, ma per il semplice fatto che non sono espressioni usate correntemente dagli italiani, ad eccezione dei ggiovani di alcune regioni, quelle in cui vengono realizzati i programmi televisivi) stiamo parlando di cose diverse. Gerghi e linguaggio colloquiale andrebbero tradotti in italiano gergale o colloquiale riconosciuto come tale da tutti gli italiani, senza connotazioni regionali o giovanilistico/televisive, oltre che anacronistiche.
              « Ultima modifica: Giovedì 15 Gen 2009, 12:46:25 da RoM »

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                Re: Traduttori
                Risposta #81: Giovedì 15 Gen 2009, 13:09:25
                Seriamente, puoi farmi esempi di libri tradotti ricreando artificialmente l'italiano parlato ai tempi del libro stesso? Perché francamente io non ne ho mai visti.
                Prendo un libro a caso dalla libreria: Bartleby, tradotto da Gianni Celati nel 1991.
                Il linguaggio è visibilmente antiquato: chi direbbe oggi o anche nel '91 "rinunzio" oppure "com'egli", tanto per fermarmi alla prima pagina oppure "l'ora in cui desinava" a pagina 8...
                Basta leggerne un po' per sentire linguaggi che hanno un bel po' di ottocentesco.
                Certo, non è che sia la stessa lingua dell''800, è ovvio che un certo adattamento viene fatto, il testo dev'essere comprensbile al lettore... no, scusa al fruitore dell'opera ;D
                Pressoché tutti i libri tradotti fino agli anni '90 hanno questa tipo di attenzione, tranne ovviamente... le traduzioni scadenti.

                Quanto a termini come figata (alt. ficata) o sfiga sono gergo d'uso corrente (forse non nella tua torre d'avorio) e non parole inventate dai telefilm...
                Ma, credo di averlo già detto, mi pare davvero tempo perso discutere con te. Per cui chiuderei volentieri qui.


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                  Re: Traduttori
                  Risposta #82: Giovedì 15 Gen 2009, 13:34:39
                  Ma, credo di averlo già detto, mi pare davvero tempo perso discutere con te. Per cui chiuderei volentieri qui.
                  IMVHO, chiunque scriva una frase di questo genere non può andare in giro ad accusare di supponenza il prossimo. ::)
                  I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

                  "You must be the change you want to see in the world" -- Gandhi

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                  ZioPaperone
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                    Re: Traduttori
                    Risposta #83: Giovedì 15 Gen 2009, 13:44:55
                    IMVHO, chiunque scriva una frase di questo genere non può andare in giro ad accusare di supponenza il prossimo. ::)
                    A supponenza ho risposto con supponenza...
                    D'accordo lo ritiro.
                    Francamente però la sostanza non cambia: mi pare tempo perso proseguire una discussione con chi mi enuncia una specie di regola formale sulla fruizione delle traduzioni (stabilita da chi? Da qualche teorico della traduzione?), che è evidentemente (e fortunatamente!) disattesa: basta prendere un libro a caso dalla libreria per vederlo...
                    Devo citare altri 10 libri tradotti recentemente da testi più antichi?
                    Se qualcuno insiste, lo faccio... Boh

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                    Brigitta MacBridge
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                      Re: Traduttori
                      Risposta #84: Giovedì 15 Gen 2009, 13:48:35
                      Devo citare altri 10 libri tradotti recentemente da testi più antichi?
                      Se qualcuno insiste, lo faccio... Boh
                      Io non insisto e non essendo una traduttrice prendo per buona tanto la tua teoria sul giusto modo di tradurre quanto quella di RoM, solo per curiosità a questo punto mi devi dire: traducendo una opera molto antica, quale lingua si deve adottare? Traducendo l'Iliade non dovremmo usare l'italiano dei tempi di Omero... che, in effetti, non esiste? Senza polemica, secondo te che lingua dovrebbe adottare un traduttore odierno di un'opera del genere?

                      I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

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                        Re: Traduttori
                        Risposta #85: Giovedì 15 Gen 2009, 13:48:39
                        Citazione
                        Il linguaggio è visibilmente antiquato: chi direbbe oggi o anche nel '91 "rinunzio" oppure "com'egli", tanto per fermarmi alla prima pagina oppure "l'ora in cui desinava" a pagina 8...
                        Un'unica cosa: quello è italiano letterario, non italiano ottocentesco (ad esempio, già nella lingua effettivamente parlata nell'800 si usava normalmente lui e non egli).
                        Per il resto, anche per me questa discussione finisce qui.
                        « Ultima modifica: Giovedì 15 Gen 2009, 13:50:25 da RoM »

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                          Re: Traduttori
                          Risposta #86: Giovedì 15 Gen 2009, 14:00:36
                          Io non insisto e non essendo una traduttrice prendo per buona tanto la tua teoria sul giusto modo di tradurre quanto quella di RoM, solo per curiosità a questo punto mi devi dire: traducendo una opera molto antica, quale lingua si deve adottare? Traducendo l'Iliade non dovremmo usare l'italiano dei tempi di Omero... che, in effetti, non esiste? Senza polemica, secondo te che lingua dovrebbe adottare un traduttore odierno di un'opera del genere?


                          Nessuna polemica.
                          Anzitutto ho già detto su Bartleby (piccolo capolavoro di Melville per chi non lo conosca, anche se piuttosto... deprimente :() che la lingua non è uguale a quella dell'800, questo non si può fare, semplicemente la ricorda.
                          La sottolineatura che fa RoM che è italiano letterario , non ottocentesco, tanto per cambiare non ha molto senso: nell'800 c'era una differenza tra l'italiano letterario e quello parlato e, giustamente, il traduttore usa l'italiano letterario, visto che traduce un racconto. Non è certo l'italiano letterario del 1991 (desinare???), a parte che oggi non c'è più molto una distinzione tra italiano letterario e italiano parlato, nessun letterato comunque scrive oggi come ha scritto Celati.
                          Egli (!) ha scritto così per far entrare il lettore in un mondo ottocentesco.

                          Per venire alla domanda di Brigitta, ripeto ancora che non è che io sostenga una norma rigida (l'italiano deve essere quello dell'epoca). Ciò sarebbe assurdo.
                          Quindi per l'Odissea si usa un italiano un po' antiquato, dal sapore letterario, che è ciò che fanno i traduttori anche oggi. Certo non traducono in lingua corrente! Siccome deve dare l'idea di un mondo lontano, non esistendo un italiano di allora, si usa un italiano che suoni comunque lontano. Talora in questi casi alcuni traduttori adottano una lingua un po' artificiale, quasi inventata, che restituisca così il senso di lontananza.
                          E' una scelta discutibile che però ha un senso.
                          Ma vorrei notare che non c'è una norma rigida (questo specialmente mi indispettisce negli argomenti di RoM), si cerca di rendere l'ambiente e l'epoca, anche - anzi soprattutto - attraverso l'uso della lingua e ogni traduttore fa su questo le sue scelte.


                          « Ultima modifica: Giovedì 15 Gen 2009, 14:04:19 da ZioPaperone »

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                          RoM
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                            Re: Traduttori
                            Risposta #87: Giovedì 15 Gen 2009, 14:33:34
                            La sottolineatura che fa RoM che è italiano letterario , non ottocentesco, tanto per cambiare non ha molto senso: nell'800 c'era una differenza tra l'italiano letterario e quello parlato e, giustamente, il traduttore usa l'italiano letterario, visto che traduce un racconto.
                            Una domanda (senza intento polemico): l'originale è scritto nell'inglese corrente dell'epoca di Mellville o in inglese letterario? Perché è lì che sta il punto.
                            Per restare in tema, l'Odissea non andrebbe tradotta in italiano corrente per il semplice fatto che è scritta in una lingua che non è mai stata effettivamente parlata in Grecia.

                            Anche se può esserti sembrato il contrario, io non sono affatto sostenitore di regole rigide

                            Ringrazio Brigitta per il suo intervento stemperante :)

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                            Vito
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                              Re: Traduttori
                              Risposta #88: Giovedì 15 Gen 2009, 14:42:31
                              Comunque, se mi si consente l'intromissione, direi che parlando di fumetti Disney e arrivando a citare in ballo le lingue dell'Iliade, Odissea e di testi ottocenteschi, mi sembra tutto il solito super frullatone di... yuk, yuk, pipponi mentali! ;D

                              "Ma sono solo fumetti!"
                              (cit.)

                               ;)
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                              ZioPaperone
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                              PolliceSu

                              PolliceSu
                                Re: Traduttori
                                Risposta #89: Giovedì 15 Gen 2009, 15:02:39
                                Una domanda (senza intento polemico): l'originale è scritto nell'inglese corrente dell'epoca di Mellville o in inglese letterario? Perché è lì che sta il punto.
                                Per restare in tema, l'Odissea non andrebbe tradotta in italiano corrente per il semplice fatto che è scritta in una lingua che non è mai stata effettivamente parlata in Grecia.

                                Anche se può esserti sembrato il contrario, io non sono affatto sostenitore di regole rigide

                                Ringrazio Brigitta per il suo intervento stemperante :)

                                Continuo a non capire, però rispondo, senza intento polemico.
                                Ho letto Bartleby in entrambe le lingue: è scritto in inglese letterario. Ma un tempo qualunque letterato scriveva in lingua letteraria. Va fatto un discorso a parte per il grandissimo Mark Twain, che infatti censuravano...
                                Quando dico che non capisco, mi riferisco al fatto che comunque l'italiano letterario utilizzato da Cerami in questo caso non è certo l'italiano letterario degli anni '90 (ammesso che esista). Se uno legge e non sa quando ha scritto, pensa a un'opera dell''800 o della prima metà del '900.
                                L'intento di rendere nella lingua l'atmosfera dell'epoca è evidente e, tra l'altro, quella traduzone fu molto apprezzata.
                                Comunque potrei citare anche traduzioni recenti di Jekyll e Hyde o di Dickens o anche di Shakespare che non è certo tradotto in italiano di oggi.


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