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PAPERINO, PAPEROGA E L'AVVENTURA... AD ALTO RISCHIOPer l'ennesima volta Paperino e Paperoga vengono convocati dallo Zione che ha in serbo per loro un grosso compenso. I due, inizialmente insospettiti, chiedono di firmare un contratto, e Paperone acconsente: letto attentamente, il foglio non sembra poter riservare sorprese. Quindi accettano e ascoltano le indicazioni del riccastro. Esso spiega loro che il multimilionario Ecalp Van Nihgual, originario dell'isola di Carrostan, deve concludere un grasso accordo con lui. Lo conoscono tutti per aver allevato tre aquilotti che gli stanno sempre accanto... anche durante le trattative! Ecalp è inoltre un collezionatore di penne d'uccello e non vuole concludere alcun affare senza di esse. Il capriccioso milionario decide quale utilizzare in base al suo umore, ben noto per essere decisamente variabile. Ebbene, oggi abbisogna di una penna d'aquila spadalmiana, che però non ha con sè e che si è offerto di andare a prendere: Paperone lo ha trattenuto senza esitare e ha ordinato di sostituirlo ai due cugini, che però non sono d'accordo. Infatti Paperino prende il contratto e lo fa in mille pezzetti, poi fa segno a Paperoga di seguirlo e i due se vanno. Tra l'altro Paperino ha già pagato tutti i debiti che aveva con Paperone e ben sa che il riccastro non può più ricattarlo. Se non fosse che... Paperoga, infuriato, prende un sacco di danaro e lo sbatte per terra. Una preziosa monetina del Tibet parte via e si infila in una tubatura, e dopo vari disastrosi passaggi rientra nel salone, scheggiata. Un fragoroso urlo sovrasta il deposito e Donald chiede la data di partenza per il Carrostan.
Il giorno dopo i cugini sono su un aereo delle linee de' Paperoni, e vengono lanciati sull'isola con un paracadute. Lo spettacolo è grandioso, e i due cugini vedono il palazzo di Ecalp svettare sulla verde foresta; Paperoga però si agita e il laccio che lo sorregge si strappa. In questo modo precipita giù con relativo sbalzo del parente. Si sente un tonfo, poi buio.
Tre giorni dopo, a Paperopoli, lo zione non ha notizie dei nipoti; preoccupato, chiede a Battista novità. Esso si precipità dal principale e gli pone una lettera tutta strappata; Paperone nota con disprezzo che proviene dal Carrostan: un francobollo sprecato. Ma si rincuora pensando al possibile successo dell'azione. Tuttavia la lettera non è dei nipoti. Dice che qualcuno li ha in pugno e che faranno una brutta fine se non saranno consegnati 500.000 dollari sul bordo a nord dell'isola, a mezzanotte esatta. La firma è inconfondibile: è la Banda Bassotti! Lo zio terrorizzato non intende sborsare il capitale, ma non ha idee.
Sull'isola intanto i cugini sono effettivamente tenuti in gabbia dai Bassotti e osservano con angoscia le armi che essi tengono nei sotterranei: fra mitragliette, pistole e fucili è possibile intravedere una porticina dotata di scarica elettrica. Ma distolgono subito lo sguardo quando arriva un Bassotto ciccione con sorriso sui denti e una targhetta attaccata al collo, così pesante da incurvare la mole di grasso del malvivente. Gli porta la razione giornaliera di pane e acqua, e gli ricorda che se entro poche ore non sarebbero stati salvati dallo zio sarebbero stati buttati a bagno. I due sostengono che i Bassotti la pagheranno, ma i cinque malviventi, in coro, esclamano che lo faranno solo con i soldi di Paperone!
Viene mezzanotte, e i cugini tremano, a ragione: rischiare la vita per un tirchio non è consolante. Poi sentono gli schiamazzi degli elicotteri del riccone, e si rassicurano: dopotutto ci tiene a loro! Mentre tre Bassotti stanno di guardia ai cugini, altri quattro vanno a recuperare il bottino: si trovano Paperone tremolante dinanzi che gli consegna i dollari. Ma non è tutto! I sacchi iniziano a muoversi e colpiscono i poveri ladri sulla capoccia: all'interno ci sono gli aquilotti ammaestrati di Ecalp, il quale, saputo il fatto, ha deciso di aiutarlo. Paperone si appropria dell'arma del Bassotto più grosso e si dirige verso il rifugio, dove stana i malviventi e li costringe a marciare a suono di pistola. Saranno loro a prendere le penne di Ecalp, ovviamente messi in riga da Paperino e ammanettati. Arrivati al processo si rifiutano di confessare e non intendono finire in prigione, ma il giudice collega diversi avvenimenti passati e costringe i dieci segugi ad annuire: hanno rapinato la National Bank di Paperopoli e hanno portato il bottino sull'isola di Carrostan, dove però sono casualmente finiti i nipoti che, intontiti per via della caduta, sono stati usati per ottenere il danaro. I Bassotti vanno in cella e la banca si riappropria del malloppo.
Tutto finisce bene, dunque, ma Paperino e Paperoga esigono la ricompensa: Paperone accetta e gliela dà: un vero e proprio Compenso, che in Carrostan è in realtà un prelibato tipo di pagnotta. Conclusione ovvia con i cugini alla tavola.