Riporto qui un intervento di Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystere, tratto dalla mailing list dedicata al personaggio e poi ripreso sul numero 248 del suo albo mensile:
<<E' una sorta di tradizione narrativa. Il "voi" lo si usa nel fumetto da
molto tempo; non tutte, ma la maggior parte delle serie Bonelli (non solo
Martin Mystère) usa il "voi". Anche in molti gialli "classici" si usa per
tradizione il voi, per esempio nei romanzi di Nero Wolfe [...].
Ricordo di aver letto con un certo disagio una
decina d'anni fa o giù di lì un romanzo di Wolfe in cui si usava il "lei";
non era comunque uno dei migliori (decisamente il meno riuscito tra quelli
di Robert Goldsborough, il successore di Rex Stout), ma l'uso del "lei" mi
ha creato in partenza una specie di pregiudiziale...
Aggiungo: Tutti sappiamo che Mussolini ha vietato l'uso del "lei", e questo
ha creato non solo la falsa idea che prima tutti si dessero del lei e poi
siano stati costretti a darsi del voi, ma anche quella che i dialoghi dei
romanzi (il Nero Wolfe della situazione), dei film e dei fumetti fossero
tradotti con il "voi" per disposizioni del MinCulPop. In realtà le cose sono
più complicate. In latino c'era un unico pronome allocutivo "tu" ("Morituri
TE salutant", rivolto a Cesare dagli schiavi); il "vos" è stato usato per
breve tempo solo nel periodo imperiale, ed è ritornato in segno di rispetto
("voi" significa "più volte tu", è come dire a qualcuno che vale il doppio)
ai tempi di Dante. Intorno al '600, portato forse dagli spagnoli ("Como esta
usted?"), è arrivato anche il "lei": fino al secolo scorso c'erano dunque
tre pronomi: "tu" confidenziale, come adesso; "voi" di rispetto (in certi
casi usato anche nei confronti ai genitori); "lei" usato in segno di massimo
rispetto e con i vecchi [...], o al posto del "voi" in certe città
particolarmente influenzate
dalla lingua spagnola (e tedesca), come per esempio Milano. L'allocutivo "di
rispetto" più in uso in quei tempi era dunque il voi (vedi "Amarcord"); in
realtà il fascismo - a nome del suo curioso concetto di "cameratismo" - si
batteva contro il lei "discriminante", cioè quello di "massimo rispetto".
Più avanti si è diffuso l'attuale uso del lei, grazie anche alla radio e
alla TV. Ma non del tutto: l'uso del "voi" è ancora piuttosto praticato in
molte zone del sud.
I romanzi popolari (tra cui i polizieschi) e i fumetti venivano dunque
normalmente tradotti con il "voi", e la cosa era tra l'altro facilitata dal
fatto che sia francesi sia anglosassoni - i maggiori produttori di questi
prodotti - utilizzano tuttora questo allocutivo. L'uso è continuato fino a
oggi, un po' perchè ci siamo abituati dal punto di vista "musicale" (sentire
Archie Goodwin che da del lei a Nero Wolfe è come sentire il gesso che
stride sulla lavagna), e un po' perchè semplifica le cose e crea meno
confusioni ("Commendatore, ho visto Jinx abbracciato a sua moglie" "E con
ciò?" "Commendatore, le do del tu un attimo: ho visto Jinx abbracciato a tua
moglie") [...]>>