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Il linguaggio nelle storie

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PolliceSu
    Il linguaggio nelle storie
    Sabato 23 Mag 2009, 14:09:51
    Ho notato come nel corso del tempo il linguaggio utilizzato nelle storie si sia evoluto considerevolmente.Venivano un tempo utilizzate espressioni e modi di dire molto diversi da quelli di oggi.Sicuramente il linguaggio è figlio dell'epoca in cui si vive (termini arcaici oggi non li ritroviamo più come un tempo) ma è anche vero che il cosiddetto "politically correct" e le censure varie hanno radicalmente mutato la genuinità del linguaggio del Topo.Si potrebbero fare innumerevoli esempi.Leggendo,per esempio,una storia del 1948 (Clarabella e il cugino Cosimo) mi ha colpito molto il modo in cui sovente il cuginetto di Clarabella apostrofava il povero Orazio come "scemo"!Aldilà del linguaggio della storia,permeato ovviamente di parole ed espressioni "antiche",ho notato come un tempo si era più smaliziati nell'utilizzo di molte locuzioni!

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      Re: Il linguaggio nelle storie
      Risposta #1: Sabato 23 Mag 2009, 20:40:05
      Anche parole come ''Uccidere'' ,''Morire'' ,''Ammazzare'' che un tempo passavano senza problemi adesso vengono spesso e volentieri edulcorate  (In S & G della dinastia dei paperi Paperino si rivolge a Paperone con ''Non vuoi più uccidermi ?'')
      Oggi invece in storie come DD ci tocca sentirci frasi come ''Ho scoperto che qualcuno vuole eliminarti'' :P

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        Re: Il linguaggio nelle storie
        Risposta #2: Sabato 23 Mag 2009, 21:03:20
        Oggi invece in storie come DD ci tocca sentirci frasi come ''Ho scoperto che qualcuno vuole eliminarti'' :P
        oppure dicono:vogliono farti fuori
        questo è un gergo moderno.
        effettivamente non avete tutti i torti


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          Re: Il linguaggio nelle storie
          Risposta #3: Sabato 23 Mag 2009, 21:21:14
          oppure dicono:vogliono farti fuori
          questo è un gergo moderno.
          effettivamente non avete tutti i torti

          Più che di gergo moderno parlerei di censure che rasentano il ridicolo. Bah.

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            Re: Il linguaggio nelle storie
            Risposta #4: Domenica 24 Mag 2009, 19:26:28

            Più che di gergo moderno parlerei di censure che rasentano il ridicolo. Bah.
            Quoto!

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              Re: Il linguaggio nelle storie
              Risposta #5: Martedì 26 Mag 2009, 10:32:26
              In compenso, i personaggi si danno sempre del voi quando incontrano gente nuova o si rivolgono a negozianti o altro.
              Questo l'ho sempre trovato interessante...

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                Re: Il linguaggio nelle storie
                Risposta #6: Martedì 26 Mag 2009, 13:45:16
                In compenso, i personaggi si danno sempre del voi quando incontrano gente nuova o si rivolgono a negozianti o altro.
                Questo l'ho sempre trovato interessante...
                ma lo sai che l'ho notato anche io?
                strano
                si usava dare del voi ai tempi del vero vecchiume ...anta anni fa


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                  Re: Il linguaggio nelle storie
                  Risposta #7: Martedì 26 Mag 2009, 14:24:58
                  Il Voi fu reintrodotto col fascismo e abolito dopo, ma nei fumetti restò sempre fino ai giorni nostri, per fortuna...
                  E comunque non è vecchiume, ma storie del passato!

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                    Re: Il linguaggio nelle storie
                    Risposta #8: Martedì 26 Mag 2009, 20:15:48
                    In compenso, i personaggi si danno sempre del voi quando incontrano gente nuova o si rivolgono a negozianti o altro.
                    Questo l'ho sempre trovato interessante...
                    Sicuramente è anche per questo che spesso e volentieri mi viene da dare del voi invece del lei. ;D

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                    Paolo
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                      Re: Il linguaggio nelle storie
                      Risposta #9: Martedì 26 Mag 2009, 20:40:54
                      si usava dare del voi ai tempi del vero vecchiume ...anta anni fa

                      "...anta anni fa" non e' vero vecchiume! >:( >:(

                        - Paolo

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                        Re: Il linguaggio nelle storie
                        Risposta #10: Martedì 26 Mag 2009, 21:08:39
                        si usava dare del voi ai tempi del vero vecchiume ...anta anni fa
                        Abbiamo trovato un fan di Stefano... :P   :D

                        Citazione
                        Per chi invece è più nostalgico (ma anche per i nuovi lettori con forte passione che vogliono riscoprire la "tradizione") ci sono i Grandi Classici. Storie che a volte usano un linguaggio più arcaico, e soprattutto hanno dialoghi particolarmente lunghi: questo secondo me costituisce un ostacolo da non sottovalutare per le nuove generazioni.
                        « Ultima modifica: Martedì 26 Mag 2009, 21:10:13 da iuventuri »

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                          Re: Il linguaggio nelle storie
                          Risposta #11: Martedì 26 Mag 2009, 21:50:41

                          "...anta anni fa" non e' vero vecchiume! >:( >:(

                            - Paolo
                          ehn...
                          in realtà ci siamo capiti male:non mettetevi in testa che disprezzo Barks e Gottfredson solo perchè sono disegnatori che operavano ai tempi del,come lo chiamo io,vecchiume.A me piace molto Barks e questa in particolare
                          se per me il vecchiume significa ai tempi di Barks,vero vecchiume vuol dire Rinascimento & affini,cioè ai tempi in cui si dava del voi.
                          è stato un malinteso e chiedo scusa.
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                          « Ultima modifica: Martedì 26 Mag 2009, 21:54:01 da Alessandro_Centi »


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                            Re: Il linguaggio nelle storie
                            Risposta #12: Martedì 26 Mag 2009, 22:16:10
                            In ogni caso credo che il voi nel fumetto sia così consolidato ormai che troverei davvero straniante trovare la più utilizzata allocuzione "lei". E' una tradizione e come tale dovrebbe rimanere.
                            "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                              Re: Il linguaggio nelle storie
                              Risposta #13: Martedì 26 Mag 2009, 22:22:03
                              Per come la vedo io,e ho qalche decimo ad'un occhio,queste censure sono demenziali e ingiustificate.Se dicono che il motivo è il target giovanile a cui anche (e soprattutto) è rivolto Topolino,mi sembra assolutamente ridicolo!Un bambino può accendere tranquillamente quella scatola malefica della tv e sentire molto peggio,dai più semplici e innocui sparatutto in cui si ammazzano e si riempiono di offese senza troppi complimenti,fino ai tragici reality show dove la loro povera psiche viene uccisa dalla faccia di maria de filippi e colleghi >:(
                              Ditemi voi quindi che male può fare a questi leggere un'innocuo "t'ammazzo" di Paperone verso Paperino :-X

                              ANARCHY!

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                                Re: Il linguaggio nelle storie
                                Risposta #14: Martedì 26 Mag 2009, 22:32:13
                                In ogni caso credo che il voi nel fumetto sia così consolidato ormai che troverei davvero straniante trovare la più utilizzata allocuzione "lei". E' una tradizione e come tale dovrebbe rimanere.
                                Io credo, invece, che qui ci stiamo facendo una colossale p***a mentale.
                                Insomma, il voi e il lei hanno lo stesso significato (e, se non sbaglio, il lei fu introdotto in epoca fascista, non il voi) e, quindi, che i personaggi utilizzino l'uno o l'altro, non penso cambi qualcosa.

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                                  Re: Il linguaggio nelle storie
                                  Risposta #15: Martedì 26 Mag 2009, 22:39:55
                                  ma siiiiii!!!! scusate ma secondo me è meglio che li facciano usare il voi invece che il tu... almeno è una forma di cortesia!
                                  come paperinika, mi spiego perchè quando ero piccola la mia maestra delle elementari fece notare a mia madre che davo del lei a tutte le maestre e se me lo avesse insegnato lei, che chiaramente cadde dalle nuvole :D
                                  "Una bellezza sintetica come lei sarebbe la fidanzata ideale per una intelligenza artificiale colta e di bell'aspetto!" Uno - Numero Zero/2

                                    Re: Il linguaggio nelle storie
                                    Risposta #16: Martedì 26 Mag 2009, 23:06:47
                                    (e, se non sbaglio, il lei fu introdotto in epoca fascista, non il voi)

                                    Sbagli. ;)
                                    Mussolini volle combattere il Lei perché era uno spagnolismo: sono infatti gli spagnoli a usare il lei (usted) come forma di cortesia e immagino lo abbiano diffuso da noi nella dominazione borbonica.
                                    Così il fascismo non introdusse, ma più che altro recuperò il voi, che era l'uso più antico italiano, usato già nel latino tardo.
                                    Naturalmente, come sempre avviene, dopo la caduta del fascismo il voi fu combattuto e incoraggiato l'uso del lei.
                                    Per fortuna nei fumetti è stato mantenuto il voi. Una fortuna perché non solo è, imho, più bello, ma evita frasi ambigue. Con il lei a volte si può avere il dubbio che ci si riferisca a una terza persona anziché all'interlocutore. In questo senso è molto più funzionale nei fumetti.
                                    Forse non serve che aggiunga che sono favorevole al voi nelle storie WD ;D
                                    « Ultima modifica: Martedì 26 Mag 2009, 23:12:08 da ZioPaperone »

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                                      Re: Il linguaggio nelle storie
                                      Risposta #17: Mercoledì 27 Mag 2009, 14:42:18
                                      Per come la vedo io,e ho qalche decimo ad'un occhio,queste censure sono demenziali e ingiustificate.Se dicono che il motivo è il target giovanile a cui anche (e soprattutto) è rivolto Topolino,mi sembra assolutamente ridicolo!Un bambino può accendere tranquillamente quella scatola malefica della tv e sentire molto peggio,dai più semplici e innocui sparatutto in cui si ammazzano e si riempiono di offese senza troppi complimenti,fino ai tragici reality show dove la loro povera psiche viene uccisa dalla faccia di maria de filippi e colleghi >:(
                                      Ditemi voi quindi che male può fare a questi leggere un'innocuo "t'ammazzo" di Paperone verso Paperino :-X

                                      ANARCHY!
                                      La penso perfettamente così.Probabilmente il nostro beneamato fumetto vuole distinguersi da quello che è oramai un mondo sempre più (moralmente parlando) alla deriva!Certo,censurando esageratamente delle espressioni o delle sceneggiature (mangiare carne,rappresentare i popoli africani di nero ecc...) non credo che si migliori di tanto la crescita di un bambino continuamente esposto al potere spesso devastante dei Media.L'unica considerazione che potremmo fare è che il Fumetto Disney acquisterebbe così una sua identità e un suo rigore in termini di garanzia morale
                                      rispetto a tutto il resto!

                                      *

                                      alec
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                                        Re: Il linguaggio nelle storie
                                        Risposta #18: Domenica 31 Mag 2009, 22:31:10
                                        Lei o voi non fa differenza. Credo che un testo o una traduzione debbano essere resi in buon italiano, semplice ma scorrevole, senza manierismi o virtuosismi (sono necessari solo in casi particolari).  Il pubblico dei giovanissimi deve abituarsi a leggere materiale di qualità: in tal modo, potrà farsi un'idea di quanto sia scadente il linguaggio medio televisivo.  Il fumetto può svolgere opera altamente formativa, educando il gusto dei piccoli lettori. Non possiamo lasciarli in balìa del GF e poi lamentarci del gergo e del comportamento dei tredicenni!
                                        « Ultima modifica: Domenica 31 Mag 2009, 22:39:14 da alec »

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                                          Re: Il linguaggio nelle storie
                                          Risposta #19: Lunedì 1 Giu 2009, 01:57:12
                                          Appunto per questo motivo quando vedo un bambino leggere un fumetto Disney mi fa troppo piacere!

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                                            Re: Il linguaggio nelle storie
                                            Risposta #20: Lunedì 1 Giu 2009, 19:40:26
                                            Appunto per questo motivo quando vedo un bambino leggere un fumetto Disney mi fa troppo piacere!
                                            E' vero. Ti dà una sensazione di realizzazione. Proprio l'anno scorso, mentre ero in Calabria in un villaggio vacanze, all'edicola si vendevano alcuni Topolino vecchi e altri albi. Ed era bello vedere tanti bambini piccoli che in spiaggia se li leggevano sotto l'ombrellone, ricordadomi me da piccolo. Senti che ci sono "nuove leve", che il fumetto è una passione coltivata da molti. Ma purtroppo è un evento che mi capita troppo raramente...
                                            "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                                              Re: Il linguaggio nelle storie
                                              Risposta #21: Lunedì 1 Giu 2009, 23:06:44
                                              Senti che ci sono "nuove leve", che il fumetto è una passione coltivata da molti. Ma purtroppo è un evento che mi capita troppo raramente...
                                              Infatti,anche se spesso e volentieri mi sono accorto che vengono preferiti altri generi di fumetti dai bambini/ragazzini tipo i Manga.Mi ha fatto piacere vedere al mare l'anno scorso dei bambini tedeschi che leggevano il Topolino del loro paese.Segno che il nostro fumetto è amatissimo ovunque!Sarò ovviamente di parte ma i fumetti Disney rimangono i migliori in assoluto in quanto dispensatori di un ottimo linguaggio,ottimi insegnamenti morali e chi più ne ha più ne metta! ;)

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                                                Re: Il linguaggio nelle storie
                                                Risposta #22: Lunedì 1 Giu 2009, 23:39:04
                                                Infatti,anche se spesso e volentieri mi sono accorto che vengono preferiti altri generi di fumetti dai bambini/ragazzini tipo i Manga.Mi ha fatto piacere vedere al mare l'anno scorso dei bambini tedeschi che leggevano il Topolino del loro paese.Segno che il nostro fumetto è amatissimo ovunque!Sarò ovviamente di parte ma i fumetti Disney rimangono i migliori in assoluto in quanto dispensatori di un ottimo linguaggio,ottimi insegnamenti morali e chi più ne ha più ne metta! ;)
                                                Quoto.  I fumetti Disney sono, in media, superiori a qualsiasi altro.  Si puo dire che Walt, anche se non inventò nè il cinema d'animazione nè i comics, fece fare loro il salto di qualità.  Il marchio del Topo è in tutto il mondo garanzia di sano divertimento per tutti.

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                                                  Re: Perchè nei fumetti usano il "voi"?
                                                  Risposta #23: Sabato 13 Giu 2009, 19:23:05
                                                  Riporto qui un intervento di Alfredo Castelli, creatore di Martin Mystere, tratto dalla mailing list dedicata al personaggio e poi ripreso sul numero 248 del suo albo mensile:

                                                  <<E' una sorta di tradizione narrativa. Il "voi" lo si usa nel fumetto da
                                                  molto tempo; non tutte, ma la maggior parte delle serie Bonelli (non solo
                                                  Martin Mystère) usa il "voi". Anche in molti gialli "classici" si usa per
                                                  tradizione il voi, per esempio nei romanzi di Nero Wolfe [...].
                                                   Ricordo di aver letto con un certo disagio una
                                                  decina d'anni fa o giù di lì un romanzo di Wolfe in cui si usava il "lei";
                                                  non era comunque uno dei migliori (decisamente il meno riuscito tra quelli
                                                  di Robert Goldsborough, il successore di Rex Stout), ma l'uso del "lei" mi
                                                  ha creato in partenza una specie di pregiudiziale...


                                                  Aggiungo: Tutti sappiamo che Mussolini ha vietato l'uso del "lei", e questo
                                                  ha creato non solo la falsa idea che prima tutti si dessero del lei e poi
                                                  siano stati costretti a darsi del voi, ma anche quella che i dialoghi dei
                                                  romanzi (il Nero Wolfe della situazione), dei film e dei fumetti fossero
                                                  tradotti con il "voi" per disposizioni del MinCulPop. In realtà le cose sono
                                                  più complicate. In latino c'era un unico pronome allocutivo "tu" ("Morituri
                                                  TE salutant", rivolto a Cesare dagli schiavi); il "vos" è stato usato per
                                                  breve tempo solo nel periodo imperiale, ed è ritornato in segno di rispetto
                                                  ("voi" significa "più volte tu", è come dire a qualcuno che vale il doppio)
                                                  ai tempi di Dante. Intorno al '600, portato forse dagli spagnoli ("Como esta
                                                  usted?"), è arrivato anche il "lei": fino al secolo scorso c'erano dunque
                                                  tre pronomi: "tu" confidenziale, come adesso; "voi" di rispetto (in certi
                                                  casi usato anche nei confronti ai genitori); "lei" usato in segno di massimo
                                                  rispetto e con i vecchi [...], o al posto del "voi" in certe città
                                                  particolarmente influenzate
                                                  dalla lingua spagnola (e tedesca), come per esempio Milano. L'allocutivo "di
                                                  rispetto" più in uso in quei tempi era dunque il voi (vedi "Amarcord"); in
                                                  realtà il fascismo - a nome del suo curioso concetto di "cameratismo" - si
                                                  batteva contro il lei "discriminante", cioè quello di "massimo rispetto".
                                                  Più avanti si è diffuso l'attuale uso del lei, grazie anche alla radio e
                                                  alla TV. Ma non del tutto: l'uso del "voi" è ancora piuttosto praticato in
                                                  molte zone del sud.


                                                  I romanzi popolari (tra cui i polizieschi) e i fumetti venivano dunque
                                                  normalmente tradotti con il "voi", e la cosa era tra l'altro facilitata dal
                                                  fatto che sia francesi sia anglosassoni - i maggiori produttori di questi
                                                  prodotti - utilizzano tuttora questo allocutivo. L'uso è continuato fino a
                                                  oggi, un po' perchè ci siamo abituati dal punto di vista "musicale" (sentire
                                                  Archie Goodwin che da del lei a Nero Wolfe è come sentire il gesso che
                                                  stride sulla lavagna), e un po' perchè semplifica le cose e crea meno
                                                  confusioni ("Commendatore, ho visto Jinx abbracciato a sua moglie" "E con
                                                  ciò?" "Commendatore, le do del tu un attimo: ho visto Jinx abbracciato a tua
                                                  moglie") [...]>>
                                                           
                                                  In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                                   

                                                  Dati personali, cookies e GDPR

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