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    Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
    Giovedì 13 Ago 2009, 21:42:02
    Apro questo topic perché i post di Don Rosa mi hanno fatto riflettere.
    Mi sono reso conto che, anche se ho sempre detto, che i personaggi non muoiono e paperi sono senza età, a dispetto di ciò, in realtà per me il mondo dei fumetti WD è finito coi primi anni '70.
    Storie di oggi non mi piacciono, più che altro non mi interessano, posso trovarne carina qualcuna, ma non la rileggerei e se la reincontro in un GC la salto a piè pari.

    Se fossi un caso isolato non sarebbe molto interessante, ma sono certo che non sia così. Tutti le persone più o meno della mia generazione che incontro e che erano appassionate di Topolino, non lo leggono più. Certo, può dipendere dal passaggio infanzia->età adulta, ma trovano ancora divertenti le vecchie storie, anche quelle che non conoscevano e parecchi di loro ogni tanto provano a rileggere Topolino, ma dicono che “non è più la stessa cosa” (questo è il parere più gentile che ho raccolto). In diversi si sono spinti a dire che il mondo di Topolino & co. è finito con gli anni ’60.
    Ovviamente nessuno di loro, tranne me, scrive su questo forum, per cui posso dare l’idea di essere un caso isolato tra gli amanti del mondo WD.
    Far apprezzare una storia degli '80 o '90 a me è tempo perso come far apprezzare a Don Rosa una storia italiana del 1970.
    In Italia non sono finiti i fumetti WD come negli USA, ma sono cambiati molto e per me e molti come me è in fondo -mi rendo conto - la stessa cosa: non sono più quel mondo, ne sono un'imitazione o un'altra versione o tutt'altro.
    In realtà oggi ci sono le storie di imitatori di Barks, ma mi lasciano indifferente, l'imitatore non un granché per definizione. Ci sono quelle di Don Rosa, che non amo perché - come lui stesso dice - non è il mondo WD, ma comunque sono le più interessanti e quasi le uniche che leggo anche se con modesto entusiasmo.
    E poi ci sono quelle italiane di cui non mi piace lo stile di disegno troppo animato e confusionario, non mi piace il tratto grosso che trovo volgare, non mi piacciono le trame che trovo troppo leggere e infantili, non mi piace Paperone che trovo (mentre quello di Don Rosa è troppo "realistico"), troppo irrealistico.
    Perché ricchi del tipo di zio Paperone non esistono più, non è il fatto che non possono essere ancora vivi, è che nel mondo moderno nessuno più conosce quel tipo di magnati - mentre c'erano ancora nei '60 - e quindi Paperone è diventato un personaggio "vago" e totalmente campato in aria... È pieno di soldi, ma potrebbe anche essere pieno di collezioni di francobolli o di acquerelli o maniaco delle auto. È solo un buffo zio irreale con un vestito demodé.
    Il problema, vorrei sottolineare, non è che Paperone sarebbe troppo vecchio, è che un personaggio come lui non appartiene più al mondo di oggi.
    Negli anni ’60 c’erano ancora dei magnati che si erano fatti da sé, magari non nella corsa all’oro del 1890, ma comunque nei primi del ‘900, forse coi pozzi di petrolio, in un clima da ultima frontiera, dove la legge latitava e lasciava molti spazi vuoti per l’iniziativa personale in cui il “più duro dei duri” prevaleva. Gente che ha una visione particolare della vita, che trova deboli e un po’ ridicoli quelli delle generazioni successive e magari vuole mostrare loro (come Paperone a Paperino) come sia bella e non così spaventosa la lotta e come nella vita prevalga il migliore. Gente che a volte si approfitta anche dei giovani più deboli perché in fondo fa parte della vita e, anzi, dovrebbe servire a dar loro una scossa e svegliarli.
    Magnati di questa sorta oggi non esistono più. I ricchi più anziani si sono fatti con gli investimenti immobiliari o, peggio, con la finanza. La lotta c’è sempre, ma sono lotte negli studi degli avvocati. Tra poco, ancor peggio, tutti i magnati si daranno fatti con internet,  un mondo totalmente diverso. Cosa può avere Bill Gates in comune con Scrooge McDuck?
    Nulla, a parte i soldi.
    (Ma anche coi soldi il rapporto è diverso, la ricchezza di un tempo erano oro, petrolio, macchine, cose molto concrete)
    Così, per non farla troppo lunga, il Paperone moderno è fasullo, fatto d’aria. È un personaggio che non evoca nulla di reale che appartenga a questo mondo.
    E non è il solo: prendete Gastone. Il bel tomo azzimato che fa il cascamorto con le ragazze (altrui) e vive di espedienti è scomparso con gli anni ’50.
    I suoi capelli impomatati parevano strani già a metà degli anni ’60 e ricordo che quasi nessuno sapeva che raffigurassero una chioma ondulata e trattata a brillantina. Non è un caso che Barks abbia cercato di aggiornarlo cambiandogli look.
    Ma il problema trascende il look, è che quel tipo di fatuo gagà non ha un corrispondente moderno.
    Credo sia per questo che il mondo dei Paperi sia diventato leggero e inconsistente nelle storie italiane mentre imiti Barks negli altri paesi.
    Imho quel mondo WD è finito con gli anni ’60 e i bambini non leggono più Topolino per lo stesso motivo per cui la gente non impazzisce, come 2500 anni fa, per la tragedia greca: i personaggi e il loro mondo non sono evocativi, non richiamano niente del mondo in cui si vive oggi.
    « Ultima modifica: Giovedì 13 Ago 2009, 21:46:01 da ZioPaperone »

      Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
      Risposta #1: Giovedì 13 Ago 2009, 21:52:06
      scusa, ma non ho capito molto: nella prima parte parli di come gli adulti non trovino nulla di bello nelle storie post '60-'70, e fin quì ci siamo...poi dici che, oggi, i bambini non leggono più topolino perchè i "personaggi non richiamano nulla del mondo di oggi": magari possiamo discutere sulla qualità delle storie, ma oggi paperino e co. usano papernet, il videotelefono, la paperstation, il decoder...più moderno di così si muore. Apparte paperone e gastone (legati giustamente ad un'epoca non più moderna), paperino e qui quo qua (e minni, e topolino ecc... quelli non legati ad un periodo storico preciso)mi sembrano più moderni che mai...o forse ho compreso male io  ;)

      La prossima volta evitiamo quote inutili, grazie.
      « Ultima modifica: Giovedì 13 Ago 2009, 21:56:11 da pacuvio »

        Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
        Risposta #2: Giovedì 13 Ago 2009, 22:03:33
        Sì, forse non sono stato chiaro.
        Ai paperi vengono fatte fare cose moderne, ma questo non è che basti a fare un fumetto (o altro) di successo, altrimenti tutti sbancherebbero.
        Sono proprio i personaggi che appartengono a un altro mondo. È di un altro mondo Paperone, che è senz'altro uno dei più importanti. Ed è di un altro mondo lo spirito WD che infatti - per aggiornarsi - si è imbastardito fino a diventare qualcosa di indefinibile.
        Il fatto è che difficile aggiornare una cosa del passato. Di solito non riesce mai e viene comunque soppiantato da qualcosa di radicalmente nuovo.
        Il risultato degli aggiornamenti è di solito quello di far perdere del tutto l'identità ai personaggi del passato. E quindi a renderli poco significativi.
        È per questo, imho, che le storie sono oggi leggerissime e sembrano scritte per bambini molto piccoli: perché i personaggi sono un po'... svuotati.

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          Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
          Risposta #3: Giovedì 13 Ago 2009, 22:23:31
          Allora fa bene Don Rosa a fare storie radicate negli anni '50?

          Io ho sempre pensato a Zio Paperone come un personaggio che poco ha a che fare con la banda Disney, l'ho sempre visto un po' a "disagio" in mezzo a figure come Topolino o Paperino che per forza di cose hanno caratteristiche distaccate dall'impronta di Paperone, che è fondamentalmente un personaggio di cui i valori e i significati sono radicati in base ai suoi periodi storici e a pensieri di una vecchia epoca.
          E' stata un po' la creatura ribelle di Barks.

          Topolino e Paperino sono adattabili oggi come ieri perché in qualche modo rincarnano lo spirito delle persone comuni, Zio Paperone rispecchia la saggezza e la durezza di una vita amara e povera, quando diventare ricchi con le proprie mani era un sogno coltivato da molti. Oggi in effetti le storie di Paperone lo vedono finanziare coi Vip di turno, e in effetti non so quanto potrebbe insegnare ancora a Paperino delle gioie di farsi faticosamente da soli quando adesso quest'ultimo potrebbe lavorare su internet.
          Sinceramente la riflessione del futuro con le persone cresciute con il computer mi ha fatto venire e brividi e forse mi ha fatto per la prima volta riflettere che evidentemente Zio Paperone immortale con le sue solite caratteristiche non so quanto potrebbe starci. Però è un discorso da approfondire.

          Ma allora mi chiedo, anche se venissero fatte storie plausibili ambientate negli anni '50, un ragazzo di oggi che passa il giorno stando su facebook cosa ne potrebbe comunque trarre? Questi insegnamenti manco varrebbero più al giorno d'oggi.

          Non so, o si ricomincia da zero cercando di estrapolare il meglio dai personaggi attualizzandoli nella nostra epoca, oppure si cerca semplicemente di tentare di fare buone storie dove vedono Paperone e soci impegnati in altre situazioni senza voler per forza pretendere di rimanere con gli schemi del passato.
          Forse è questa la debolezza del Topo odierno, che presenta storie con schemi abusatissimi da decenni che oggi non hanno più nulla da dire.

          Ma forse fare di questi discorsi è già il segno di un qualcosa che sta per avere una fine non troppo lontana.
          « Ultima modifica: Giovedì 13 Ago 2009, 22:26:50 da Dollarone_89 »

            Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
            Risposta #4: Giovedì 13 Ago 2009, 22:25:26
            (...)

            quì c'è un "mio" problema di fondo: cosa intendi per "spirito disney"? sinceramente non l'ho mai capito (e se puoi farmi esempi concreti te ne sarei grato  :))


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              Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
              Risposta #5: Giovedì 13 Ago 2009, 22:35:11
              Zio Pap, sul diverso spirito dei personaggi quali ZP o PP o perfino QQQ ti do ragione, eppure penso quasi che questo sia successo perché ad un certo punto è cambiato il modello base degli autori. Ora lo ZP è quello che fa affari, va al circolo dei miliardari, litiga con Rockerduck, vince e guadagna sempre di più (questo reso al filone delle storie vs. rockerduck).
              Ora, se pensiamo che Cimino non ha l'onore di avere la storia di apertura da tempo, poi vediamo modifiche massacranti, dei simil-ciminiani, pochi sono resistiti abbastanza, e comunque non se ne vedono più in giro.
              Il paperone di Scarpa, be' quello era molto complesso, ed anch'esso è scomparso, direi.
              E il paperone di Martina, così incredibilmente cattivo, avido e spietato, troppo scorretto per un pubblico di bambini. ::)

              Ma sì, hanno pensato, edulcorizziamo tutto e facciamo contenti i genitori.

              È cambiato zio paperone o siamo noi che abbiamo cambiato zio paperone o ancora è la civiltà ad avere cambiato zio paperone.
              Effettivamente non so cosa pensare, devo dire che ad esempio io sono cresciuto con vecchi capolavori italiani, ma credo anche molti della mia età che si sono appassionati al fumetto disney, mentre trovo che sia sconfortante per qualcuno reiniziare trovandosi i q-galaxy in prima pagina. Lo stesso DoubleDuck abbastanza riuscito, non è altro che un modo per pompare un personaggio, farlo sembrare più interessante rispetto ad un paperino normale.
              Eppure c'è modo di cambiare le cose e lo sappiamo bene per un certo personaggio chiamato topolino, che nel corso del tempo era diventato noioso, perfettino, arrogante. Eppure un giorno arrivò un uomo, un onesto lavoratore e per di più un appassionato, che cambiò topolino e in meglio, il suo nome è casty e ora ne aspettiamo un altro anche per i paperi.
              Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto niubbo.

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                Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                Risposta #6: Giovedì 13 Ago 2009, 22:47:41
                Ma Topolino, come ho detto, è una creatura immutabile.

                I suoi valori non sono "fatti una fortuna da solo duramente e guarda male gli arricchiti faciloni", ma "sìì onesto e un eroe su cui contare".

                Che sia ieri o oggi, Topolino ha di per sé la fortuna di non avere pretesti troppo importanti, la sua formula funziona perché (è da ammettere!) non è un personaggio complesso e affascinante! Topolino è l'eroe di grandi e piccoli ed è il più genuino dei personaggi, ieri come oggi. E stop.

                La statura di Paperone è basata su ben altro, il suo appeal deriva da un modello di persona che sta via via sempre scomparendo. Zio Paperone è il dignitosissimo straccione cresciuto in mezzo alla strada e imparando a sue spese che la vita è soprattutto merda, tra delusioni fisiche quanto sentimentali che lo hanno reso un personaggio furbo, chiuso e complesso come un lucchetto di cui non si conoscerà mai la chiave per aprirlo. Fra quanto tempo potremmo credere plausibile un personaggio di questa elevatura al giorno d'oggi?

                Topolino e Paperino invece, sono immortali per la loro semplicità universale. Topolino può andare in giro vestito in tuta sportiva e cappellino che nessun lettore si scandalizzerebbe, a Paperone togligli la tuba e le ghette e l'hai ucciso.

                  Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                  Risposta #7: Giovedì 13 Ago 2009, 23:03:02
                  visione su cui non avevo mai riflettuto, Vito...

                  a questo punto che facciamo per paperone, ci chiudiamo tutti nell'immutabile e soffocante (anche se splendido) mondo di bark&rosa, o attualizziamo paperone (orrore!!! ve lo immaginate paperone che osserva la "prima moneta guadagnata giocando in borsa"??? o che si è fatto "con oculate oerazioni finanziarie ordinate ai miei broker?"...), o lasciamo tutto così com'è...o cosa???
                  « Ultima modifica: Giovedì 13 Ago 2009, 23:03:18 da sed »

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                    Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                    Risposta #8: Giovedì 13 Ago 2009, 23:03:27
                    Vito, non avevo letto il tuo intervento più in alto, perciò il tutto è una risposta a quello che diceva ZioPaperone, eh.

                    Eppure hai ragione, Zio Paperone è un personaggio complesso, che ha faticato per avere quello che ha, e che le difficoltà della vita ricevute hanno fatto diventare più duro e diffidente il suo carattere, soprattutto all'apparenza, perché lui deve apparire così, mostrarsi così ad una civiltà in cui lo spirito d'iniziativa è quasi sparito, quello d'avventura sopito e dove la comodità regna sovrana.
                    Ma Paperone sta lì proprio a voler dire che queste cose sono effimere, dobbiamo stare attenti perché un giorno possono sparire e allora noi dobbiamo affidarci ai vecchi metodi, alla fatica.
                    IMHO non è ancora inutile, il problema è la contestualizzazione futura, perché ora non suona così strano, ma fra cent'anni parlare di un Paperone nato nell'ottocento farebbe ancorchè ridere, ma la sua figura dovrebbe rimanere per ricordare che tutto questo, tutto quello che abbiamo è dovuto alla dura fatica e che per avere certe cose abbiamo dovuto lottare, ma forse stiamo andando un po' OT.
                    Ecco perché dicevo che ci doveva essere qualcuno a riutilizzare Paperone non facendolo sembrare la macchietta che sembra, perché questa mentalità potrà sempre servire in futuro, non diamo mai niente per scontato.
                    Alle volte uno si crede incompleto ed è soltanto niubbo.

                      Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                      Risposta #9: Giovedì 13 Ago 2009, 23:46:05
                      Allora fa bene Don Rosa a fare storie radicate negli anni '50?

                      Sai che davvero non ti so dire?
                      Certo, ha senso.
                      Temo che vada considerato il fatto che abbia tutto questo successo, mentre TL non lo ha di certo.
                      Ma comunque resta una rivisitazione fan-artistica.

                      Preciso subito che nel post che ho scritto, da un lato c'è una cosa soggettiva (che a me - e a molti altri - non piaceranno mai davvero delle storie recenti) e dall'altro una cosa oggettiva, ossia che lo spirito Disney è perito e per sopravvivere a se stesso si è imbastardito al punto che quasi nessuno sa più cosa sia e che (e questa è una cosa ancora diversa) alcuni personaggi non sono separabili da un'epoca e da un mondo.
                      Paperone è un po' come James Bond: James Bond è solo Sean Connery negli anni '60. Dopo, è una rivisitazione di Bond, è un Bond magari scanzonato e del tutto irrealistico (come R. Moore), come tutte le rivisitazioni può anche essere carino, ma non certo come quello vero.
                      Puoi anche fare un reboot di Bond come in Casino Royale, è ben fatto, molto fedele al romanzo (cosa che gli altri film sono poco), ma... Bond rimane quello di Connery. Non è solo questione di attore, è che è un personaggio della guerra fredda anni '60 e di un mondo di allora dove il lusso e le auto sportive avevano un fascino particolare.
                      Al tempo potevi trovare un attore perfetto come Connery che ti crea un personaggio che, pure in una evidente finzione (come un fumetto di Barks) dato che i film bondiani certo non sono realistici, ha qualcosa di tremendamente reale, evoca personaggi che esistono, sogni condivisi, c'è qualcosa di archetipico incarnato in quell'epoca precisa. Dopo... non c'è più.
                      E, per esempio su Bond, mi sono detto varie volte (anche vedendo Casino Royale) che sarebbe stato meglio ambientarlo negli anni '60. La parte più debole sono proprio gli adattamenti.





                        Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                        Risposta #10: Giovedì 13 Ago 2009, 23:52:32
                        a questo punto che facciamo per paperone, ci chiudiamo tutti nell'immutabile e soffocante (anche se splendido) mondo di bark&rosa, o attualizziamo paperone (orrore!!! ve lo immaginate paperone che osserva la "prima moneta guadagnata giocando in borsa"??? o che si è fatto "con oculate oerazioni finanziarie ordinate ai miei broker?"...), o lasciamo tutto così com'è...o cosa???

                        L'orrendo orrore degli orrori!
                        Eppure su Paperone è un nodo inevitabile: ormai - e tra pochi anni MOLTO di più - non rappresenta più niente, è un involucro vuoto o la caricatura di se stesso. Un po' come quegli indiani americani che sfilavano anni fa coi costumi di guerra per il divertimento dei turisti.
                        Paperone è diventato un'antonomasia: si dice i Paperoni per dire i ricchi, ma i ricchi di oggi non sono i Paperoni di ieri.

                          Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                          Risposta #11: Venerdì 14 Ago 2009, 00:04:54
                          Topolino e Paperino invece, sono immortali per la loro semplicità universale. Topolino può andare in giro vestito in tuta sportiva e cappellino che nessun lettore si scandalizzerebbe, a Paperone togligli la tuba e le ghette e l'hai ucciso.

                          Su Topolino non sono così convinto.
                          Non serve un aggiornamento oggi, in quanto fu aggiornato molto tempo fa - intorno al '40 - perché perdeva appeal sul pubblico e lo resero adulto mettendogli i calzoni lunghi e non solo.
                          Ma è un caso evidente in cui un aggiornamento non ha avuto successo. Tutti o quasi sono rimasti legati al Topolino ragazzino in calzoni corti, tant'è che è così che viene tuttora rappresentato in tutte le effigi, i gadget e simili.
                          Non ha giovato all'immagine, la disaffezione a favore di Paperino prima e dei paperi in genere poi è continuata eccome. E non ha giovato alle storie e al carattere, visto che è diventato sempre più un detective, certo una figura più noiosa dell'avventuroso Mickey degli anni '30. Non è certo un detective solo per colpa degli autori italiani, basta leggere Murry...
                          Il TL della mia infanzia si reggeva sui paperi, non certo sui topi. E infatti quando uscirono le grandi storie eravamo tutti impazziti perché non c'era confronto col Topolino degli anni '60.
                          Così come oggi non c'è confronto tra il Paperone di Barks e quello moderno e tutti impazziscono per Don Rosa che cerca di rendergli lo splendore antico.


                          *

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                            Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                            Risposta #12: Venerdì 14 Ago 2009, 00:10:12
                            Intendevo dire che a prescindere dai gusti personali (Mickey in braghette lo amo anche io), Topolino vestito in una storia in maniera più sportiva (ho visto certi prodotti scolastici di merchandising degli anni '90 dove Topolino era un perfetto "cool boy" con berrettino e giacchetta sportiva, Paperina con la fascia nei capelli, Paperino in maglietta, etc) non recherebbe un profondo straniamento.
                            Per quanto si possano amare i personaggi in maniera personale, è innegabile che *in maggioranza* questi ammodernamenti (necessari o meno) non sconvolgono più di tanto, proprio perché sono più che altro vicini a noi come persone comuni.

                            Ma chi oserebbe immaginare Paperone in giacca e cravatta e scarpe eleganti? Brividi.

                            http://www.ezthemes.com/previews/w/wpmickey45a.jpg <--- ecco, per fare un esempio, a me questa immagine più di tanto non reca disturbo. Ma immaginare Paperone privato del suo look "demodè" come dici tu, non sarebbe più lui.
                            « Ultima modifica: Venerdì 14 Ago 2009, 00:14:15 da Dollarone_89 »

                              Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                              Risposta #13: Venerdì 14 Ago 2009, 00:26:06
                              Avevo capito cosa intendevi sull'abbigliamento di Topolino. Ma volevo dire che Topolino aveva subito già negli anni '40 il problema di essere sopravvissuto al suo tempo e aver perso appeal: il new deal, cui apparteneva quasi da subito (nasce nei pazzi anni '20 e quindi all'inizio è un po' ribelle e outsider, poi però...), il new deal non c'era più.
                              E Topolino da simpatico simil-James Stewart di un film di frank Capra, tende a diventare un po' perfettino e antipatico. Crescere di età in questo non gli giova certamente.
                              Però a tirare i fumetti WD c'è Paperino e, dopo, tutti i paperi di Barks, e fanno da traino anche per MM. Lui da solo non credo ce l'avrebbe fatta.
                              Ma oggi è diverso, a far da traino per TL cosa c'è? I q-galaxy? :P

                              L'unico vero immortale imho è Paperino. Ma da solo non tiene su un mondo. Può giusto fare da attore, come dice Don Rosa.

                              I tuoi post sono stimolanti, Vito, e il fatto che ti abbia fatto venire i birividi la riflessione sul futuro con le le persone cresciute col computer, ha fatto venire i brividi... a me! :o
                              Intendo che se ha fatto preoccupare e rabbrividire un lettore giovane, innamorato di Paperone e cresciuto coi Duck Tales e che quindi mi potevo anche aspettare dicesse "ma no! sono balle, Paperone è attualissimo!" - se ha fatto venire i brividi a te, significa che il problema è reale.
                              E, per assurdo che sia, anche se sono convinto che non mi innamorerò mai di storie moderne, me ne dispiace molto. :'(
                              « Ultima modifica: Venerdì 14 Ago 2009, 00:27:46 da ZioPaperone »

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                                Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                Risposta #14: Venerdì 14 Ago 2009, 01:36:42
                                Scrooge reggerà sempre perchè è un personaggio "classico": le sue origini affondano nella letteratura "alta", da Arpagone al suo omonimo dickensiano. La sua giovinezza si svolge in un periodo che per gli americani (ricordiamoci che sono un popolo giovanissimo) corrisponde a quello omerico per noi europei: il Klondike come Itaca, quindi. E' differente dagli altri characters Disney, forse proprio perchè Walt non vi mise mai mano: realizzato per i fumetti (settore marginale per la Casa del Topo) è puramente "Made in Barks". I legami con la società odierna sono un puro pretesto per inserirlo nelle storie più recenti, ma non cambiano (o, per lo meno, non dovrebbero cambiare) la sua essenza.  Paperone al PC non mi disturba affatto, purchè il suo atteggiamento rimanga quello voluto da Zio Carl. E' vecchio stile? Ben venga: il contrasto col XXI secolo non fa che mettere in risalto le sue caratteristiche peculiari.  Mai e poi mai rinunzierei alla sua vecchia palandrana, alla tuba e alle ghette demodè, per non parlare del suo accento (suo o di Alan Young? Ormai sono la stessa persona!), che ci riporta alla dura vita della Glasgow fine Ottocento, annerita dai fumi della rivoluzione industriale.
                                Paperone in giacca e cravatta, imprenditore rampante? No, grazie, c'è già Rockerduck.  Quest'ultimo, non voluto, almeno nella sua forma attuale, da Barks, rappresenta il capitalismo odierno, prosaico e un po' volgare, decisamente antitetico a quello "genuino", romantico ed onesto dell' anziano papero basettato. Giustamente, gli sceneggiatori hanno conferito al "pivello" connotazioni negative, ma non sufficienti ad intaccare le fortune del Nostro. Il nuovo che avanza a ritmo forsennato, questo ci vogliono dire gli Autori, non scalzerà ciò che è stato costruito con saggezza, fatica e...tempo!  Lunga, lunghissima vita a $crooge.
                                « Ultima modifica: Venerdì 14 Ago 2009, 01:51:58 da alec »

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                                ML-IHJCM
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                                  Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                  Risposta #15: Venerdì 14 Ago 2009, 06:55:43
                                  Ho trovato estremamente interessanti le osservazioni di ZioPaperone. Ovviamente da appassionato di fumetti Disney (formatosi negli anni '70 e '80) spero che abbia torto nel suo pessimismo circa la possibilita' di mantenere in vita questi personaggi.

                                  L'argomento piu' forte per sostenere questa speranza e', come gia' osservato, il personaggio di Topolino: la sua eta' dell'oro sono certamente gli anni '30, probabilmente per la consonanza con lo Zeitgeist; ma Scarpa riusci' a produrre capolavori anche col Topolino "imborghesito" dei decenni successivi. Personalmente trovo piu' che soddisfacenti anche molte avventure degli anni '70 e '80, che ZioPaperone reputa poco digeribili - un fatto generazionale, evidentemente, sono cresciuto con quelle (assieme alle ristampe del materiale precedente che circolavano all'epoca: di conseguenza il mio imprinmting e' molto piu' "ecumenico"). In tempi piu' recenti, non sono riuscito ad appassionarmi completamente a MMMM (ne riconosco l'alta qualita', ma in modo "astratto", un apprezzamento intellettuale piuttosto che viscerale). E poi e' arrivato Casty, che ha saputo catturare e ricreare buona parte dello spirito gottfredsonscarpiano (un misto dei due - che, naturalmente, sono alquanto diversi - con l'aggiunta di componenti puramente castyane); di quanto ho letto finora, l'esempio per me piu' convincente e' "Il mondo che verra`".  (Domanda per ZioPaperone: quanto hai letto di Casty?)

                                  Citazione
                                  Ma volevo dire che Topolino aveva subito già negli anni '40 il problema di essere sopravvissuto al suo tempo e aver perso appeal: il new deal, cui apparteneva quasi da subito (nasce nei pazzi anni '20 e quindi all'inizio è un po' ribelle e outsider, poi però...), il new deal non c'era più.
                                  E Topolino da simpatico simil-James Stewart di un film di frank Capra, tende a diventare un po' perfettino e antipatico.

                                  Sono piu' che d'accordo; ma la frettolosa analisi che ho svolto sopra mi fa pensare che nelle mani di un autore bravo (o dovrei dire geniale?) un personaggio "fuori-tempo" possa rigenerarsi in modo convincente.

                                  E d'altra parte non riesco a sfuggire al sospetto che la nostra capacita' di apprezzare una storia dipenda moltissimo dall' "imprinting": e' un fatto molto piu' emozionale che ragionato, possiamo ammettere che un autore cui non siamo abituati mostri grandi abilita' tecniche nel disegno o nella  sceneggiatura, ma il gusto dipende dalla formazione, tanto piu' che quando leggiamo questi fumetti vogliamo, piu' o meno consciamente, rivivere le emozioni, le passioni, il divertimento con cui ci hanno cosi' spesso accompagnati in passato. E cosi' rischiamo di giudicare un capolavoro troppo discosto dalle nostre aspettative come l'opera di  "un barbaro non privo d'ingegno".
                                  In quest'ottica, risulta avvantaggiato chi ha la fortuna di crescere in un mondo "WD-ecumenico", tra ristampe di ogni epoca e fumetti Disney appena prodotti, abituandosi fin da subito all'esistenza di molti stili diversi; sicche' sviluppando il senso critico si trovera' capace di apprezzare il meglio di ognuno.

                                  Ma le mie considerazioni vanno in direzione abbastanza diversa da quanto suggerito nelo stimolante intervento di ZioPaperone: per un intervento piu' in tema devo riflettere maggiormente.

                                    Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                    Risposta #16: Lunedì 17 Ago 2009, 17:49:01
                                    Anzitutto voglio sottolineare che quando ho aperto questo topic, non avevo una risposta da dare al titolo e non ce l'ho neppure ora. Il mio post di apertura sono considerazioni a braccio.

                                    Ho anzi sempre pensato che i personaggi WD debbano essere ritenuti immortali (e l'ho scritto più volte sul forum), tuttavia riflettere sui post di Don Rosa mi ha fatto notare che in fondo sento le cose come lui anche se spostate di 10 anni.
                                    Non capisco però molto le considerazioni di Alec, mi sembrano un po' confuse: a parte che il paragone omerico mi faccia un po' ridere, è vero che l'America sia giovanissima, ma è di gran lunga in declino, la sua epoca d'oro l'ha superata da tempo e dubito molto che ritornerà. Questo quindi non giova a favore dell'eternità di Scrooge. Anche se poi lo facesse, è buffo cercare di sostenere che un personaggio sarà eterno in un paese, quando proprio in quel paese non si pubblicano più da decenni fumetti con quel personaggio!
                                    Ma anche se avesse un senso che non colgo, Odisseo o Achille non sono mai stati aggiornati nella letteratura greca o in quella successiva. Non è che poi abbiano ambientato le loro storie nell'Atene di Pericle!
                                    Magari anche Sherlock Holmes è eterno, ma le sue storie, anche quelle scritte in seguito, sempre si svolgono nella Londra vittoriana, come fa notare Don Rosa!
                                    Non discuto (e anzi spero!) che il personaggio di zio Paperone sia immortale, dubito solo che possa uscire davvero dalla sua epoca.
                                    Poi Alec dice che Paperone continua a essere portatore dei caratteri del suo tempo (ormai trapassato), francamente io nelle storie non lo noto molto. Mi sembra un personaggio abbastanza stereotipato perché i lettori - e gli autori stessi, sospetto - non capiscono più quel tipo di tycoon. Magari ne conserva ancora le caratteristiche, ma in modo molto superficiale. D'altronde le storie italiane che leggo (solo di tanto in tanto, lo ammetto subito) sono tutte leggerissime e di una superficialità assoluta: dubito che potrebbero venir fuori caratteristiche molto profonde del personaggio. Questo succede solo in Don Rosa, che però ambienta tutto negli anni '50... :-?
                                    È difficile - temo - mantenere in vita un personaggio che ha caratteristiche che nessuno nel mondo attuale ha né potrebbe mai avere. Questo accade in parte anche nello Scrooge di Don Rosa, perché gli anni '50 sono fittizi e Paperone è, ad es., animalista, un assurdo totale  negli anni '50 e tanto più tra i gold prospectors del Klondyke! (tra l'altro vivevano quasi solo di caccia, visto che i rifornimenti di carne bovina erano difficoltosi).
                                    Ma se togliamo anche gli anni '50 (sia pure adattati al gusto moderno), tutto diventa mi pare ancora più arduo.
                                    Ad es. tra 20 anni, cosa dirà Paperone? Che ha fatto i soldi nel Klondyke? A parte che chiunque sentirà con troppa forza che una giovinezza di 130 anni prima è troppo assurda... anche non fosse, non si capirà più di cosa parla: tutti i ricchi si saranno fatti con la finanza o con i computer, facendo lotte a colpi di carta bollata e di marketing. Non avrà semplicemente alcun senso. Diventerà - come è già, a mio avviso - un personaggio bizzarro, divertente, senza nessuna connessione con la realtà. Una specie di character pittoresco e nient'altro, come sarebbe Sherlock Holmes, col suo razionalismo fideistico e la mantellina, se ambientato ai giorni nostri.

                                    Sulle stimolanti considerazioni di ML-IHJCM , è vero che Scarpa ha fatto ottime storie con Topolino, ma questa stagione felice è durata forse 5 anni o neppure. Se invece includi anche le storie dopo il '70 allora non sono affatto d'accordo: le storie sono modeste, Topolino è scipito e tremendamente perbenista.
                                    Di Casty non ho letto nulla. Ho chiesto a degli amici di procurarmi delle storie, ma non le ho ancora ricevute. È probabile che farle leggere a me sia come gettare le perle ai porci: a me proprio non piace lo stile di disegno del TL italiano, come ho già detto credo in apertura. Sarà certo per questioni anagrafiche, ma non piace a moltissimi della mia generazione e anche di qualche generazione successiva e anche in generale ad americani e nordeuropei, quindi non mi sento una tremenda eccezione o un ottuso dai gusti troppo limitati. E, purtroppo, come ti renderai conto ML-IHJCM, è molto difficile apprezzare un fumetto di cui non sopporti il disegno!
                                    Comunque, quando li avrò mi sforzerò ugualmente di leggere Casty.
                                    La questione dello stile è però del tutto diversa da quella di questo topic.
                                    E, tornando IT, tutti i personaggi immortali che mi vengono in mente hanno continuato a vedere le loro storie ambientate solo nell'epoca in cui sono nati. Perché disgiungendo l'ambientazione dal personaggio, questo o viene snaturato oppure diventa uno stereotipo, quasi una macchietta.
                                    I personaggi WD sarebbero quindi un'eccezione, non credo si possa negarlo!
                                    Un'altra eccezone è stata fatta con James Bond, come dicevo. Ma i risultati sono sempre stati deludenti. Col rischio anche di danneggiare la memoria del personaggio autentico.
                                    « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 18:33:38 da ZioPaperone »

                                      Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                      Risposta #17: Lunedì 17 Ago 2009, 18:26:10
                                      E d'altra parte non riesco a sfuggire al sospetto che la nostra capacita' di apprezzare una storia dipenda moltissimo dall' "imprinting": e' un fatto molto piu' emozionale che ragionato, possiamo ammettere che un autore cui non siamo abituati mostri grandi abilita' tecniche nel disegno o nella  sceneggiatura, ma il gusto dipende dalla formazione, tanto piu' che quando leggiamo questi fumetti vogliamo, piu' o meno consciamente, rivivere le emozioni, le passioni, il divertimento con cui ci hanno cosi' spesso accompagnati in passato. E cosi' rischiamo di giudicare un capolavoro troppo discosto dalle nostre aspettative come l'opera di  "un barbaro non privo d'ingegno".

                                      Come dici tu stesso, l'argomento non riguarda molto il topic, però volevo fare qualche considerazione:
                                      mi sono sempre chiesto quanto conti davvero l'imprinting. In parte conta senz'altro, e per ragioni affettive.
                                      Tuttavia... a me ad es. non piace tutto il cinema italiano degli ultimi 25 anni circa. Per dirne una, trovo i film tremendamente "leggeri", inconsistenti, che parlano di nulla (un po' come le storie di TL, a pensarci bene... :P). Però prima mi piaceva, eppure l'imprinting infantile (andavo pazzo per il cinema da bambino) 25 anni fa lo avevo passato da un pezzo, ahimé.
                                      Mi piace il cinema americano fino agli '80, poi nei '90 imho ha un crollo verticale e oggi sono solo idiozie invedibili. Ma nel '90 avevo 30 anni!
                                      Mia moglie, che ha 13 anni meno di me, apprezza storie di Topolino più recenti, ma non le piace il disegno: anche a lei piace il disegno italiano solo fino al '73-74 al massimo.
                                      Un mio ex dipendente aveva gusti uguali ai miei sul disegno eppure ha oggi 24 anni!
                                      Su questo forum prob. a tutti o quasi - tranne me - piace il disegno italiano dagli anni '70 in poi, ma è anche vero che è molto raro che uno che non legge più TL da 30 anni come me, scriva su un forum come questo.
                                      Credo che l'imprinting conti in parte, ma solo in parte. Ad es. ho notato che può farmi apprezzare storie magari bruttine, solo per un effetto nostalgia. Posso perfino apprezzare quasi Perego (che però da piccolo NON mi piaceva!)
                                      E ora chiudo l'OT.
                                      « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 18:26:44 da ZioPaperone »

                                        Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                        Risposta #18: Lunedì 17 Ago 2009, 18:30:24
                                        Di Casty non ho letto nulla. Ho chiesto a degli amici di procurarmi delle storie, ma non le ho ancora ricevute. È probabile che farle leggere a me sia come gettare le perle ai porci: a me proprio non piace lo stile di disegno del TL italiano, come ho già detto credo in apertura.

                                        Lo stile di disegno di Casty non è "moderno", ma piuttosto ispirato a Gottfredson e Scarpa, anche se a un livello qualitativo un po' inferiore (secondo me s'intende). La maggior parte delle sue storie sono comunque disegnate da altri e il punto forte sono soprattutto le sceneggiature.
                                        « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 18:31:17 da gongoro »

                                          Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                          Risposta #19: Lunedì 17 Ago 2009, 18:39:24

                                          Lo stile di disegno di Casty non è "moderno", ma piuttosto ispirato a Gottfredson e Scarpa, anche se a un livello qualitativo un po' inferiore (secondo me s'intende). La maggior parte delle sue storie sono comunque disegnate da altri e il punto forte sono soprattutto le sceneggiature.

                                          Non sapevo neppure che Casty avesse disegnato!
                                          Intendevo dire che se anche le sue sceneggiature fossero eccelse, sono probabilmente (ho visto solo qualche scena di una storia) disegnate da artisti che a me proprio non piacciono e questo mi rende comunque difficile apprezzare la storia

                                          *

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                                            Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                            Risposta #20: Lunedì 17 Ago 2009, 20:51:33
                                            Rispondo gentilmente a Zio Paperone.
                                            Il personaggio di $crooge fa parte dell'epica statunitense, ed il fatto che gli USA siano in declino non va certo ad intaccare la sua importanza. Per gli americani è un pezzo di storia che continua a vivere grazie ad artisti come Don Rosa.  Non viene più pubblicato in patria? E' successo altre volte, l'editoria d'oltreoceano è fatta così, ed il vecchio papero risorgerà più attivo che mai, e sarà, paradossalmente, proprio il suo anacronismo a tenerlo in vita. Ciclicamente, anche i films sul vecchio West tornano. E' leggenda. Quello Disney è un universo ucronico, non ha bisogno di addentellati con il nostro, con il quale può avere contatti a piacere, ma senza obblighi prestabiliti.
                                            « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 21:33:09 da alec »

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                                              Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                              Risposta #21: Lunedì 17 Ago 2009, 22:39:51
                                              Non ho ben capito le osservazioni di alec. Il West mica viene fatto in chiave moderna! Qui non si parla di Zio Paperone come personaggio *terminato*, ma come personaggio aggiornabile al presente. E con presente non significa fare storie del 2009 con Paperone nel Klondike, ma fare storie odierne con Paperone ambientate ai giorni nostri, senza che quest'ultimo risulti un pesce fuor d'acqua.

                                              Per il resto condivido appieno le considerazioni di ZP, mi soffermo su questo punto:

                                              Ad es. tra 20 anni, cosa dirà Paperone? Che ha fatto i soldi nel Klondyke? A parte che chiunque sentirà con troppa forza che una giovinezza di 130 anni prima è troppo assurda... anche non fosse, non si capirà più di cosa parla: tutti i ricchi si saranno fatti con la finanza o con i computer, facendo lotte a colpi di carta bollata e di marketing.
                                              Ci ho pensato tanto anche io, e sono giunto però ad un piccolo interrogativo: le persone che oggi si arricchiscono in borsa, col marketing e con i computer, non sono mica l'equivalente dei minatori del Klondike? Non sono forse la versione "futura" di gente cresciuta in famiglie per bene, avvantaggiate da un buon reddito e da una buona spinta nell'ambito dell'alta società? Un po' come fare un paragone tra Fergus de' Paperoni e Howard Rockerduck, per dire. Un tizio che fa la sua fortuna con i titoli azionari e il marketing non può essere un derivato di Rockerduck Senior? Persone in qualche modo già "beneficiate" dalla vita? Paperone in fin dei conti non ha avuto molta scelta: è nato pezzente, è cresciuto sulla strada, ha scavato fino a riempirsi di vesciche le mani, e penso che persone di umilissimi origini ci siano oggi come ieri. Persone che per forza di cose manco hanno mai visto un computer, e che lottano per avere un pezzo di pane a tavola. Magari i messaggi di Paperone fra 20 anni verrebbero solo "aggiornati", ma non snaturati rendendo Paperone un implausibile ricco fattosi duramente "alla corsa all'oro" anziché contrattando su internet. Dico castronerie?
                                              Illuminatemi, o saggioni. :)
                                              « Ultima modifica: Martedì 18 Ago 2009, 01:54:23 da Dollarone_89 »

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                                                Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                Risposta #22: Lunedì 17 Ago 2009, 23:33:47
                                                E' un'interpretazione interessante. Così facendo Paperone assurgerebbe a diventare un simbolo di qualcosa che fra molto tempo non ci sarà più o sarà in via d'estinzione. Un caposaldo che nonostante l'avanzare dei tempi, incarni sempre i vecchi e giusti valori con i quali è nato, con i quali si è fatto da solo. Sarà quello che si differenzia da chi nasce in tempi moderni e che per sua natura sarà sempre un gradino sopra gli altri.
                                                Tuttavia le considerazioni di ZioPaperone sono interessanti e pongono interrogativi importanti, come la credibilità del personaggio. Tuttavia credo che l'ipotesi di Vito che ho quotato in fin dei conti possa essere una risposta plausibile.

                                                P.S. Complimenti per il topic e per le considerazioni. Molto profonde e interessanti :)
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                                                  Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                  Risposta #23: Martedì 18 Ago 2009, 20:20:47
                                                  Vorrei aggiungere un'osservazione: Topolino, in qualità di intraprendente detective privato "per hobby" a supporto della polizia "ufficiale" è un topos americano degli anni 30. Oggi queste figure non esistono più, eppure Mickey continua ad agire nello stesso modo. Con il metro usato per $crooge, anche lui risulterebbe anacronistico.
                                                  « Ultima modifica: Martedì 18 Ago 2009, 20:22:30 da alec »

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                                                    Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                    Risposta #24: Martedì 18 Ago 2009, 22:45:19
                                                    Vorrei aggiungere un'osservazione: Topolino, in qualità di intraprendente detective privato "per hobby" a supporto della polizia "ufficiale" è un topos americano degli anni 30. Oggi queste figure non esistono più, eppure Mickey continua ad agire nello stesso modo. Con il metro usato per $crooge, anche lui risulterebbe anacronistico.
                                                    be, gli investigatori privati esistono ancora. Al limite possiamo considerarlo un consulente esterno ::)
                                                    Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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                                                      Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                      Risposta #25: Martedì 18 Ago 2009, 23:52:17
                                                      be, gli investigatori privati esistono ancora. Al limite possiamo considerarlo un consulente esterno ::)
                                                      Quoto. La situazione infatti è diversa e la questione cambia. Sebbene come dici bene la figura investigativa di Topolino sia tipica dell'America anni '30, senza nemmeno un grande sforzo possiamo riuscire ad accomunarla e renderla plausibile in epoca moderna. L'anacronismo non c'è quindi, come quello ravvisato da ZioPaperone per Scrooge.
                                                      "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

                                                        Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                        Risposta #26: Mercoledì 19 Ago 2009, 00:02:17
                                                        Quoto. La situazione infatti è diversa e la questione cambia. Sebbene come dici bene la figura investigativa di Topolino sia tipica dell'America anni '30, senza nemmeno un grande sforzo possiamo riuscire ad accomunarla e renderla plausibile in epoca moderna. L'anacronismo non c'è quindi, come quello ravvisato da ZioPaperone per Scrooge.

                                                        Infatti. Ri-quoto.
                                                        L'unico "anacronismo" è che il detective sia dilettante e lavori gratis, in effetti un topos degli anni '30 (che comunque è proseguito fino agli anni '60 circa). Ma si tratta solo di uno stereotipo pretestuoso per costruire storie avventurose di indagine.
                                                        Il vissuto di Paperone invece non è affatto un pretesto come un altro, è proprio la sua identità  e il rischio è appunto che diventi (se non lo ha già fatto) solo uno stereotipo qualunque.
                                                        Tra l'altro nell'hobby di fare il detective dilettante, proprio perché è uno stereotipo, non c'è nulla da capire, mentre il tipo di tycoon alla zio Paperone oggi sta diventando incomprensibile.
                                                        In altre parole il paragone di Alec mi pare abbia senso unicamente se si intende il background di Scrooge come uno stereotipo superficiale, proprio quello che - come dicevo - lo renderebbe solo uno zio bizzarro, con la mania di accumulare monete e vestito con abiti demodé.
                                                        « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ago 2009, 00:08:22 da ZioPaperone »

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                                                          Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                          Risposta #27: Mercoledì 19 Ago 2009, 01:34:13
                                                          E che comunque andrebbe anche bene, in quanto lo renderebbe unico e irripetibile.  Non scordiamoci però, che il mondo Disney può mischiare le auto anni 50, i gangster anni 30, la tv LCD del 2000 senza uscire "fuori tema".  Questo universo non deve essere obbligatoriamente legato al'attualità "terrestre" (per questo le trovate tipo Papertotti mi fanno cadere le braccia). Duckburg è sita in un non-luogo ed in un  non-tempo, vagamente ispirato all'America del XX secolo, ove gli Autori hanno una certa lbertà d'azione, purchè si mantenga una coerenza di fondo. Se così non fosse, Superpippo non potrebbe volare grazie ad un'arachide. E' un po' come se qualcuno ponesse in discussione l'autenticità del binario 8 e 3/4 in "Harry Potter".
                                                          PS:In fondo, il primo film di $crooge uscì nel 1967, quando l'epoca dei tycoons vecchio stampo era finita da un pezzo. Per avere le DT, abbiamo aspettato altri vent'anni, ed il character non ha mostrato, in entrambi i casi, segni di stanchezza. Voler calare per forza i personaggi Disney nel 2009 (magari anche italiano!) mi sembra un atteggiamento nerd. Lasciamo spazio alla fantasia e alle combinazioni più svariate che essa ci può offrire.
                                                          PS: e poi, diciamolo chiaramente: se $crooge sparisse dagli albi Disney, scoppierebbe una rivolta planetaria!
                                                          « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ago 2009, 20:50:39 da alec »

                                                            Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                                                            Risposta #28: Venerdì 21 Ago 2009, 12:21:07
                                                            E che comunque andrebbe anche bene, in quanto lo renderebbe unico e irripetibile.  

                                                            Forse sarebbe unico e irripetibile, ma sarebbe solo uno stereotipo superficiale, proprio ciò che io - e altri qui sul forum - ameremmo evitare, ma che - purtroppo - mi pare sia già successo.
                                                            Quanto all 'utopia ucronica del mondo Disney (non tempo, non luogo) non mi convince molto, anzi per nulla.
                                                            Un universo fantasy è utopico e ucronico, benché con forti richiami a  un medioevo immaginario (ossia a una visione romantica di quello che sarebbe stato il medioevo). Il mondo WD non mi pare sia così e, soprattutto, non lo è storicamente.
                                                            Negli anni '30 e '40 e anche '50, il mondo descritto era senza dubbio l'America di quegli anni, non c'era nessuna atemporalità, semmai si può dire che il tempo per i protagonisti (ma come succede quasi sempre coi personaggi di fantasia) più che fermo - ossia non invecchiano - procedeva lentamente. Ad es. Topolino cresce d'età (purtroppo). Così come cresce anche Paperino e, benché di poco, perfino QQQ.
                                                            Ma l'ambiente in cui vivono è l'America degli anni '30 prima, quella dei '40 poi  e quella dei '50 poi.
                                                            E direi anche che oggi le storie, per quel poco che ho letto con scarso piacere, sono ambientate ai giorni nostri. L'unica cosa, che a te fa pensare a un non-tempo non-luogo, è che ci sono dei residui dei tempi andati, ad es. la 313 di paperino che è un'auto anni '40 o l'abbigliamento di zio Paperone, oppure gli abiti di Paperino che sono quelli di un bambino degli anni '30 con incluso giochetto sul fatto che è un papero (animale acquatico --> marinaretto) e che quindi erano anacronistici già al tempo di Barks, ma appunto... non so se la WD ci abbia pensato - mi piace credere di sì - ma con Paperino hanno voluto evitare l'errore commesso con MM di cambiargli gli abiti e dargli un vestito adulto!
                                                            Tutti questi retaggi del passato non vengono cambiati perché fanno parte dell'identità dei personaggi, ma non fanno per questo del mondo dei Paperi o dei Topi un luogo senza tempo. Per Paperopoli girano auto moderne, non quelle del tempo di Al Capone, è solo l'auto di Donald che è rimasta antica. E, soprattutto, tutto quel che fanno è moderno e riguarda la vita contemporanea.
                                                            Quegli anacronismi non vengono cambiati perché si rifanno all'età d'oro dei fumetti WD... Sì, l'età d'oro, perché appunto tutti sanno che l'età d'oro di quei personaggi è finita da tempo e in ogni caso - piaccia o non piaccia a noi fans - non tornerà più.
                                                            In questi piccoli anacronismi, appunto, il passato e le caratteristiche di Zio Paperone sono un caso a parte e  un problema, perché non si possono equiparare alla... 313: una macchina vecchia è solo una macchina vecchia, mentre l'identità di Paperone non è più comprensibile. E per questo mi pare diventi sempre più uno stereotipo vuoto.


                                                            « Ultima modifica: Venerdì 21 Ago 2009, 12:23:19 da ZioPaperone »

                                                             

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