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    Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
    Risposta #15: Venerdì 14 Ago 2009, 06:55:43
    Ho trovato estremamente interessanti le osservazioni di ZioPaperone. Ovviamente da appassionato di fumetti Disney (formatosi negli anni '70 e '80) spero che abbia torto nel suo pessimismo circa la possibilita' di mantenere in vita questi personaggi.

    L'argomento piu' forte per sostenere questa speranza e', come gia' osservato, il personaggio di Topolino: la sua eta' dell'oro sono certamente gli anni '30, probabilmente per la consonanza con lo Zeitgeist; ma Scarpa riusci' a produrre capolavori anche col Topolino "imborghesito" dei decenni successivi. Personalmente trovo piu' che soddisfacenti anche molte avventure degli anni '70 e '80, che ZioPaperone reputa poco digeribili - un fatto generazionale, evidentemente, sono cresciuto con quelle (assieme alle ristampe del materiale precedente che circolavano all'epoca: di conseguenza il mio imprinmting e' molto piu' "ecumenico"). In tempi piu' recenti, non sono riuscito ad appassionarmi completamente a MMMM (ne riconosco l'alta qualita', ma in modo "astratto", un apprezzamento intellettuale piuttosto che viscerale). E poi e' arrivato Casty, che ha saputo catturare e ricreare buona parte dello spirito gottfredsonscarpiano (un misto dei due - che, naturalmente, sono alquanto diversi - con l'aggiunta di componenti puramente castyane); di quanto ho letto finora, l'esempio per me piu' convincente e' "Il mondo che verra`".  (Domanda per ZioPaperone: quanto hai letto di Casty?)

    Citazione
    Ma volevo dire che Topolino aveva subito già negli anni '40 il problema di essere sopravvissuto al suo tempo e aver perso appeal: il new deal, cui apparteneva quasi da subito (nasce nei pazzi anni '20 e quindi all'inizio è un po' ribelle e outsider, poi però...), il new deal non c'era più.
    E Topolino da simpatico simil-James Stewart di un film di frank Capra, tende a diventare un po' perfettino e antipatico.

    Sono piu' che d'accordo; ma la frettolosa analisi che ho svolto sopra mi fa pensare che nelle mani di un autore bravo (o dovrei dire geniale?) un personaggio "fuori-tempo" possa rigenerarsi in modo convincente.

    E d'altra parte non riesco a sfuggire al sospetto che la nostra capacita' di apprezzare una storia dipenda moltissimo dall' "imprinting": e' un fatto molto piu' emozionale che ragionato, possiamo ammettere che un autore cui non siamo abituati mostri grandi abilita' tecniche nel disegno o nella  sceneggiatura, ma il gusto dipende dalla formazione, tanto piu' che quando leggiamo questi fumetti vogliamo, piu' o meno consciamente, rivivere le emozioni, le passioni, il divertimento con cui ci hanno cosi' spesso accompagnati in passato. E cosi' rischiamo di giudicare un capolavoro troppo discosto dalle nostre aspettative come l'opera di  "un barbaro non privo d'ingegno".
    In quest'ottica, risulta avvantaggiato chi ha la fortuna di crescere in un mondo "WD-ecumenico", tra ristampe di ogni epoca e fumetti Disney appena prodotti, abituandosi fin da subito all'esistenza di molti stili diversi; sicche' sviluppando il senso critico si trovera' capace di apprezzare il meglio di ognuno.

    Ma le mie considerazioni vanno in direzione abbastanza diversa da quanto suggerito nelo stimolante intervento di ZioPaperone: per un intervento piu' in tema devo riflettere maggiormente.

      Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
      Risposta #16: Lunedì 17 Ago 2009, 17:49:01
      Anzitutto voglio sottolineare che quando ho aperto questo topic, non avevo una risposta da dare al titolo e non ce l'ho neppure ora. Il mio post di apertura sono considerazioni a braccio.

      Ho anzi sempre pensato che i personaggi WD debbano essere ritenuti immortali (e l'ho scritto più volte sul forum), tuttavia riflettere sui post di Don Rosa mi ha fatto notare che in fondo sento le cose come lui anche se spostate di 10 anni.
      Non capisco però molto le considerazioni di Alec, mi sembrano un po' confuse: a parte che il paragone omerico mi faccia un po' ridere, è vero che l'America sia giovanissima, ma è di gran lunga in declino, la sua epoca d'oro l'ha superata da tempo e dubito molto che ritornerà. Questo quindi non giova a favore dell'eternità di Scrooge. Anche se poi lo facesse, è buffo cercare di sostenere che un personaggio sarà eterno in un paese, quando proprio in quel paese non si pubblicano più da decenni fumetti con quel personaggio!
      Ma anche se avesse un senso che non colgo, Odisseo o Achille non sono mai stati aggiornati nella letteratura greca o in quella successiva. Non è che poi abbiano ambientato le loro storie nell'Atene di Pericle!
      Magari anche Sherlock Holmes è eterno, ma le sue storie, anche quelle scritte in seguito, sempre si svolgono nella Londra vittoriana, come fa notare Don Rosa!
      Non discuto (e anzi spero!) che il personaggio di zio Paperone sia immortale, dubito solo che possa uscire davvero dalla sua epoca.
      Poi Alec dice che Paperone continua a essere portatore dei caratteri del suo tempo (ormai trapassato), francamente io nelle storie non lo noto molto. Mi sembra un personaggio abbastanza stereotipato perché i lettori - e gli autori stessi, sospetto - non capiscono più quel tipo di tycoon. Magari ne conserva ancora le caratteristiche, ma in modo molto superficiale. D'altronde le storie italiane che leggo (solo di tanto in tanto, lo ammetto subito) sono tutte leggerissime e di una superficialità assoluta: dubito che potrebbero venir fuori caratteristiche molto profonde del personaggio. Questo succede solo in Don Rosa, che però ambienta tutto negli anni '50... :-?
      È difficile - temo - mantenere in vita un personaggio che ha caratteristiche che nessuno nel mondo attuale ha né potrebbe mai avere. Questo accade in parte anche nello Scrooge di Don Rosa, perché gli anni '50 sono fittizi e Paperone è, ad es., animalista, un assurdo totale  negli anni '50 e tanto più tra i gold prospectors del Klondyke! (tra l'altro vivevano quasi solo di caccia, visto che i rifornimenti di carne bovina erano difficoltosi).
      Ma se togliamo anche gli anni '50 (sia pure adattati al gusto moderno), tutto diventa mi pare ancora più arduo.
      Ad es. tra 20 anni, cosa dirà Paperone? Che ha fatto i soldi nel Klondyke? A parte che chiunque sentirà con troppa forza che una giovinezza di 130 anni prima è troppo assurda... anche non fosse, non si capirà più di cosa parla: tutti i ricchi si saranno fatti con la finanza o con i computer, facendo lotte a colpi di carta bollata e di marketing. Non avrà semplicemente alcun senso. Diventerà - come è già, a mio avviso - un personaggio bizzarro, divertente, senza nessuna connessione con la realtà. Una specie di character pittoresco e nient'altro, come sarebbe Sherlock Holmes, col suo razionalismo fideistico e la mantellina, se ambientato ai giorni nostri.

      Sulle stimolanti considerazioni di ML-IHJCM , è vero che Scarpa ha fatto ottime storie con Topolino, ma questa stagione felice è durata forse 5 anni o neppure. Se invece includi anche le storie dopo il '70 allora non sono affatto d'accordo: le storie sono modeste, Topolino è scipito e tremendamente perbenista.
      Di Casty non ho letto nulla. Ho chiesto a degli amici di procurarmi delle storie, ma non le ho ancora ricevute. È probabile che farle leggere a me sia come gettare le perle ai porci: a me proprio non piace lo stile di disegno del TL italiano, come ho già detto credo in apertura. Sarà certo per questioni anagrafiche, ma non piace a moltissimi della mia generazione e anche di qualche generazione successiva e anche in generale ad americani e nordeuropei, quindi non mi sento una tremenda eccezione o un ottuso dai gusti troppo limitati. E, purtroppo, come ti renderai conto ML-IHJCM, è molto difficile apprezzare un fumetto di cui non sopporti il disegno!
      Comunque, quando li avrò mi sforzerò ugualmente di leggere Casty.
      La questione dello stile è però del tutto diversa da quella di questo topic.
      E, tornando IT, tutti i personaggi immortali che mi vengono in mente hanno continuato a vedere le loro storie ambientate solo nell'epoca in cui sono nati. Perché disgiungendo l'ambientazione dal personaggio, questo o viene snaturato oppure diventa uno stereotipo, quasi una macchietta.
      I personaggi WD sarebbero quindi un'eccezione, non credo si possa negarlo!
      Un'altra eccezone è stata fatta con James Bond, come dicevo. Ma i risultati sono sempre stati deludenti. Col rischio anche di danneggiare la memoria del personaggio autentico.
      « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 18:33:38 da ZioPaperone »

        Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
        Risposta #17: Lunedì 17 Ago 2009, 18:26:10
        E d'altra parte non riesco a sfuggire al sospetto che la nostra capacita' di apprezzare una storia dipenda moltissimo dall' "imprinting": e' un fatto molto piu' emozionale che ragionato, possiamo ammettere che un autore cui non siamo abituati mostri grandi abilita' tecniche nel disegno o nella  sceneggiatura, ma il gusto dipende dalla formazione, tanto piu' che quando leggiamo questi fumetti vogliamo, piu' o meno consciamente, rivivere le emozioni, le passioni, il divertimento con cui ci hanno cosi' spesso accompagnati in passato. E cosi' rischiamo di giudicare un capolavoro troppo discosto dalle nostre aspettative come l'opera di  "un barbaro non privo d'ingegno".

        Come dici tu stesso, l'argomento non riguarda molto il topic, però volevo fare qualche considerazione:
        mi sono sempre chiesto quanto conti davvero l'imprinting. In parte conta senz'altro, e per ragioni affettive.
        Tuttavia... a me ad es. non piace tutto il cinema italiano degli ultimi 25 anni circa. Per dirne una, trovo i film tremendamente "leggeri", inconsistenti, che parlano di nulla (un po' come le storie di TL, a pensarci bene... :P). Però prima mi piaceva, eppure l'imprinting infantile (andavo pazzo per il cinema da bambino) 25 anni fa lo avevo passato da un pezzo, ahimé.
        Mi piace il cinema americano fino agli '80, poi nei '90 imho ha un crollo verticale e oggi sono solo idiozie invedibili. Ma nel '90 avevo 30 anni!
        Mia moglie, che ha 13 anni meno di me, apprezza storie di Topolino più recenti, ma non le piace il disegno: anche a lei piace il disegno italiano solo fino al '73-74 al massimo.
        Un mio ex dipendente aveva gusti uguali ai miei sul disegno eppure ha oggi 24 anni!
        Su questo forum prob. a tutti o quasi - tranne me - piace il disegno italiano dagli anni '70 in poi, ma è anche vero che è molto raro che uno che non legge più TL da 30 anni come me, scriva su un forum come questo.
        Credo che l'imprinting conti in parte, ma solo in parte. Ad es. ho notato che può farmi apprezzare storie magari bruttine, solo per un effetto nostalgia. Posso perfino apprezzare quasi Perego (che però da piccolo NON mi piaceva!)
        E ora chiudo l'OT.
        « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 18:26:44 da ZioPaperone »

          Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
          Risposta #18: Lunedì 17 Ago 2009, 18:30:24
          Di Casty non ho letto nulla. Ho chiesto a degli amici di procurarmi delle storie, ma non le ho ancora ricevute. È probabile che farle leggere a me sia come gettare le perle ai porci: a me proprio non piace lo stile di disegno del TL italiano, come ho già detto credo in apertura.

          Lo stile di disegno di Casty non è "moderno", ma piuttosto ispirato a Gottfredson e Scarpa, anche se a un livello qualitativo un po' inferiore (secondo me s'intende). La maggior parte delle sue storie sono comunque disegnate da altri e il punto forte sono soprattutto le sceneggiature.
          « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 18:31:17 da gongoro »

            Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
            Risposta #19: Lunedì 17 Ago 2009, 18:39:24

            Lo stile di disegno di Casty non è "moderno", ma piuttosto ispirato a Gottfredson e Scarpa, anche se a un livello qualitativo un po' inferiore (secondo me s'intende). La maggior parte delle sue storie sono comunque disegnate da altri e il punto forte sono soprattutto le sceneggiature.

            Non sapevo neppure che Casty avesse disegnato!
            Intendevo dire che se anche le sue sceneggiature fossero eccelse, sono probabilmente (ho visto solo qualche scena di una storia) disegnate da artisti che a me proprio non piacciono e questo mi rende comunque difficile apprezzare la storia

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              Risposta #20: Lunedì 17 Ago 2009, 20:51:33
              Rispondo gentilmente a Zio Paperone.
              Il personaggio di $crooge fa parte dell'epica statunitense, ed il fatto che gli USA siano in declino non va certo ad intaccare la sua importanza. Per gli americani è un pezzo di storia che continua a vivere grazie ad artisti come Don Rosa.  Non viene più pubblicato in patria? E' successo altre volte, l'editoria d'oltreoceano è fatta così, ed il vecchio papero risorgerà più attivo che mai, e sarà, paradossalmente, proprio il suo anacronismo a tenerlo in vita. Ciclicamente, anche i films sul vecchio West tornano. E' leggenda. Quello Disney è un universo ucronico, non ha bisogno di addentellati con il nostro, con il quale può avere contatti a piacere, ma senza obblighi prestabiliti.
              « Ultima modifica: Lunedì 17 Ago 2009, 21:33:09 da alec »

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                Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                Risposta #21: Lunedì 17 Ago 2009, 22:39:51
                Non ho ben capito le osservazioni di alec. Il West mica viene fatto in chiave moderna! Qui non si parla di Zio Paperone come personaggio *terminato*, ma come personaggio aggiornabile al presente. E con presente non significa fare storie del 2009 con Paperone nel Klondike, ma fare storie odierne con Paperone ambientate ai giorni nostri, senza che quest'ultimo risulti un pesce fuor d'acqua.

                Per il resto condivido appieno le considerazioni di ZP, mi soffermo su questo punto:

                Ad es. tra 20 anni, cosa dirà Paperone? Che ha fatto i soldi nel Klondyke? A parte che chiunque sentirà con troppa forza che una giovinezza di 130 anni prima è troppo assurda... anche non fosse, non si capirà più di cosa parla: tutti i ricchi si saranno fatti con la finanza o con i computer, facendo lotte a colpi di carta bollata e di marketing.
                Ci ho pensato tanto anche io, e sono giunto però ad un piccolo interrogativo: le persone che oggi si arricchiscono in borsa, col marketing e con i computer, non sono mica l'equivalente dei minatori del Klondike? Non sono forse la versione "futura" di gente cresciuta in famiglie per bene, avvantaggiate da un buon reddito e da una buona spinta nell'ambito dell'alta società? Un po' come fare un paragone tra Fergus de' Paperoni e Howard Rockerduck, per dire. Un tizio che fa la sua fortuna con i titoli azionari e il marketing non può essere un derivato di Rockerduck Senior? Persone in qualche modo già "beneficiate" dalla vita? Paperone in fin dei conti non ha avuto molta scelta: è nato pezzente, è cresciuto sulla strada, ha scavato fino a riempirsi di vesciche le mani, e penso che persone di umilissimi origini ci siano oggi come ieri. Persone che per forza di cose manco hanno mai visto un computer, e che lottano per avere un pezzo di pane a tavola. Magari i messaggi di Paperone fra 20 anni verrebbero solo "aggiornati", ma non snaturati rendendo Paperone un implausibile ricco fattosi duramente "alla corsa all'oro" anziché contrattando su internet. Dico castronerie?
                Illuminatemi, o saggioni. :)
                « Ultima modifica: Martedì 18 Ago 2009, 01:54:23 da Dollarone_89 »

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                  Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                  Risposta #22: Lunedì 17 Ago 2009, 23:33:47
                  E' un'interpretazione interessante. Così facendo Paperone assurgerebbe a diventare un simbolo di qualcosa che fra molto tempo non ci sarà più o sarà in via d'estinzione. Un caposaldo che nonostante l'avanzare dei tempi, incarni sempre i vecchi e giusti valori con i quali è nato, con i quali si è fatto da solo. Sarà quello che si differenzia da chi nasce in tempi moderni e che per sua natura sarà sempre un gradino sopra gli altri.
                  Tuttavia le considerazioni di ZioPaperone sono interessanti e pongono interrogativi importanti, come la credibilità del personaggio. Tuttavia credo che l'ipotesi di Vito che ho quotato in fin dei conti possa essere una risposta plausibile.

                  P.S. Complimenti per il topic e per le considerazioni. Molto profonde e interessanti :)
                  "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                    Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                    Risposta #23: Martedì 18 Ago 2009, 20:20:47
                    Vorrei aggiungere un'osservazione: Topolino, in qualità di intraprendente detective privato "per hobby" a supporto della polizia "ufficiale" è un topos americano degli anni 30. Oggi queste figure non esistono più, eppure Mickey continua ad agire nello stesso modo. Con il metro usato per $crooge, anche lui risulterebbe anacronistico.
                    « Ultima modifica: Martedì 18 Ago 2009, 20:22:30 da alec »

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                      Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                      Risposta #24: Martedì 18 Ago 2009, 22:45:19
                      Vorrei aggiungere un'osservazione: Topolino, in qualità di intraprendente detective privato "per hobby" a supporto della polizia "ufficiale" è un topos americano degli anni 30. Oggi queste figure non esistono più, eppure Mickey continua ad agire nello stesso modo. Con il metro usato per $crooge, anche lui risulterebbe anacronistico.
                      be, gli investigatori privati esistono ancora. Al limite possiamo considerarlo un consulente esterno ::)
                      Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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                        Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                        Risposta #25: Martedì 18 Ago 2009, 23:52:17
                        be, gli investigatori privati esistono ancora. Al limite possiamo considerarlo un consulente esterno ::)
                        Quoto. La situazione infatti è diversa e la questione cambia. Sebbene come dici bene la figura investigativa di Topolino sia tipica dell'America anni '30, senza nemmeno un grande sforzo possiamo riuscire ad accomunarla e renderla plausibile in epoca moderna. L'anacronismo non c'è quindi, come quello ravvisato da ZioPaperone per Scrooge.
                        "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

                          Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                          Risposta #26: Mercoledì 19 Ago 2009, 00:02:17
                          Quoto. La situazione infatti è diversa e la questione cambia. Sebbene come dici bene la figura investigativa di Topolino sia tipica dell'America anni '30, senza nemmeno un grande sforzo possiamo riuscire ad accomunarla e renderla plausibile in epoca moderna. L'anacronismo non c'è quindi, come quello ravvisato da ZioPaperone per Scrooge.

                          Infatti. Ri-quoto.
                          L'unico "anacronismo" è che il detective sia dilettante e lavori gratis, in effetti un topos degli anni '30 (che comunque è proseguito fino agli anni '60 circa). Ma si tratta solo di uno stereotipo pretestuoso per costruire storie avventurose di indagine.
                          Il vissuto di Paperone invece non è affatto un pretesto come un altro, è proprio la sua identità  e il rischio è appunto che diventi (se non lo ha già fatto) solo uno stereotipo qualunque.
                          Tra l'altro nell'hobby di fare il detective dilettante, proprio perché è uno stereotipo, non c'è nulla da capire, mentre il tipo di tycoon alla zio Paperone oggi sta diventando incomprensibile.
                          In altre parole il paragone di Alec mi pare abbia senso unicamente se si intende il background di Scrooge come uno stereotipo superficiale, proprio quello che - come dicevo - lo renderebbe solo uno zio bizzarro, con la mania di accumulare monete e vestito con abiti demodé.
                          « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ago 2009, 00:08:22 da ZioPaperone »

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                            Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                            Risposta #27: Mercoledì 19 Ago 2009, 01:34:13
                            E che comunque andrebbe anche bene, in quanto lo renderebbe unico e irripetibile.  Non scordiamoci però, che il mondo Disney può mischiare le auto anni 50, i gangster anni 30, la tv LCD del 2000 senza uscire "fuori tema".  Questo universo non deve essere obbligatoriamente legato al'attualità "terrestre" (per questo le trovate tipo Papertotti mi fanno cadere le braccia). Duckburg è sita in un non-luogo ed in un  non-tempo, vagamente ispirato all'America del XX secolo, ove gli Autori hanno una certa lbertà d'azione, purchè si mantenga una coerenza di fondo. Se così non fosse, Superpippo non potrebbe volare grazie ad un'arachide. E' un po' come se qualcuno ponesse in discussione l'autenticità del binario 8 e 3/4 in "Harry Potter".
                            PS:In fondo, il primo film di $crooge uscì nel 1967, quando l'epoca dei tycoons vecchio stampo era finita da un pezzo. Per avere le DT, abbiamo aspettato altri vent'anni, ed il character non ha mostrato, in entrambi i casi, segni di stanchezza. Voler calare per forza i personaggi Disney nel 2009 (magari anche italiano!) mi sembra un atteggiamento nerd. Lasciamo spazio alla fantasia e alle combinazioni più svariate che essa ci può offrire.
                            PS: e poi, diciamolo chiaramente: se $crooge sparisse dagli albi Disney, scoppierebbe una rivolta planetaria!
                            « Ultima modifica: Mercoledì 19 Ago 2009, 20:50:39 da alec »

                              Re: Esiste ancora il mondo dei paperi (e dei topi)?
                              Risposta #28: Venerdì 21 Ago 2009, 12:21:07
                              E che comunque andrebbe anche bene, in quanto lo renderebbe unico e irripetibile.  

                              Forse sarebbe unico e irripetibile, ma sarebbe solo uno stereotipo superficiale, proprio ciò che io - e altri qui sul forum - ameremmo evitare, ma che - purtroppo - mi pare sia già successo.
                              Quanto all 'utopia ucronica del mondo Disney (non tempo, non luogo) non mi convince molto, anzi per nulla.
                              Un universo fantasy è utopico e ucronico, benché con forti richiami a  un medioevo immaginario (ossia a una visione romantica di quello che sarebbe stato il medioevo). Il mondo WD non mi pare sia così e, soprattutto, non lo è storicamente.
                              Negli anni '30 e '40 e anche '50, il mondo descritto era senza dubbio l'America di quegli anni, non c'era nessuna atemporalità, semmai si può dire che il tempo per i protagonisti (ma come succede quasi sempre coi personaggi di fantasia) più che fermo - ossia non invecchiano - procedeva lentamente. Ad es. Topolino cresce d'età (purtroppo). Così come cresce anche Paperino e, benché di poco, perfino QQQ.
                              Ma l'ambiente in cui vivono è l'America degli anni '30 prima, quella dei '40 poi  e quella dei '50 poi.
                              E direi anche che oggi le storie, per quel poco che ho letto con scarso piacere, sono ambientate ai giorni nostri. L'unica cosa, che a te fa pensare a un non-tempo non-luogo, è che ci sono dei residui dei tempi andati, ad es. la 313 di paperino che è un'auto anni '40 o l'abbigliamento di zio Paperone, oppure gli abiti di Paperino che sono quelli di un bambino degli anni '30 con incluso giochetto sul fatto che è un papero (animale acquatico --> marinaretto) e che quindi erano anacronistici già al tempo di Barks, ma appunto... non so se la WD ci abbia pensato - mi piace credere di sì - ma con Paperino hanno voluto evitare l'errore commesso con MM di cambiargli gli abiti e dargli un vestito adulto!
                              Tutti questi retaggi del passato non vengono cambiati perché fanno parte dell'identità dei personaggi, ma non fanno per questo del mondo dei Paperi o dei Topi un luogo senza tempo. Per Paperopoli girano auto moderne, non quelle del tempo di Al Capone, è solo l'auto di Donald che è rimasta antica. E, soprattutto, tutto quel che fanno è moderno e riguarda la vita contemporanea.
                              Quegli anacronismi non vengono cambiati perché si rifanno all'età d'oro dei fumetti WD... Sì, l'età d'oro, perché appunto tutti sanno che l'età d'oro di quei personaggi è finita da tempo e in ogni caso - piaccia o non piaccia a noi fans - non tornerà più.
                              In questi piccoli anacronismi, appunto, il passato e le caratteristiche di Zio Paperone sono un caso a parte e  un problema, perché non si possono equiparare alla... 313: una macchina vecchia è solo una macchina vecchia, mentre l'identità di Paperone non è più comprensibile. E per questo mi pare diventi sempre più uno stereotipo vuoto.


                              « Ultima modifica: Venerdì 21 Ago 2009, 12:23:19 da ZioPaperone »

                               

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