Senza scomodare l'onnipresente martina, basterebbe citare MMMM per cancellare d'un colpo le sue saghe mentali
Oh, questo lo straquoto. Il Topolino di Martina era spesso antipatico e saccente, quello di MMMM risponde esattamente ad un tentativo di deviazione dai canoni consueti, riuscito solo in parte. Molto convincente l'ambientazione e l'atmosfera, meno fluenti le storie, ancor meno ridenti i dati di vendita.
Però l'episodio di Anderville in cui il Topo cerca di segare le corde che lo legano alla sedia con la vite sporgente è perfetto, semplicemente perfetto, per mostrare quale e quanta fosse la voglia di "cambiare rotta", rivestire il personaggio.
L'articolo citato nel titolo sarà pure ricolmo di luoghi comuni, ma non manca così tanto il bersaglio. Nel senso, su 1000 persone che lo leggeranno (stima casuale), quante penseranno a MMMM? 2, 3 o forse 5? E quante, piuttosto, digiune di fumetti dalla loro infanzia, si produrranno in pensieri tipo: "in effetti era ora", "topolino era sempre così perfettino", "azz, un videogioco! Fico, devo scaricarlo!".
La verità di fondo, credo, è che le sfaccettature topoliniane che deviano dal banale buoncostume (e penso al genio di Faraci in primis, ma anche alla bonaria perfidia della Ziche, al recupero consapevole di Casty, nonché alle prime meraviglie dello zio Floyd) sono note solo a un ristretto gruppo di persone. Alle altre, come è normale che sia, approda solo il risvolto superficiale di questa medaglia. Lo status quo fatto di luoghi comuni e presunte verità risapute. E' quello che bisogna distruggere, non le sfaccettature meravigliose che da esso sono riusciti ad estrapolare tanti e tali autori.
Ci fosse un giornaletto fatto di SOLE storie del genere (sulla falsariga autoriale sopraccitata), ci sarebbe davvero tanta penuria di vendite? Ci sarebbe bisogno di porsi il problema di svecchiare un personaggio semieterno?
Bof, chi può dirlo, forse quell'utopico progetto venderebbe persino peggio del Topo odierno. Dopotutto, ci sono state voci che hanno gridato allo scandalo già al Topolino faraciano di "Dalla parte sbagliata", dicendo che il nero dev'esser nero e il bianco bianco. Personalmente, ho trovato quel personaggio tanto realistico quanto amabile. Così come mi ha fatto ridere il Topolino monellaccio che si pesta col gatto Nipp.
Ma parlo portandomi appresso il bagaglio culturale di un fan cresciuto a edicole, massimo qualche mercatino o fumetteria. Il circuito del web, dell'I-phone, e chi più ne ha più ne metta, non mi appartiene affatto. Il solo pensiero di un fumetto modello e-book mi fa rabbrividire. Ma non conta la storia, conta il mercato. Il nuovo mercato, ovvero l'unico con prospettive di sviluppo serie. La sensazione è che, però, sia proprio a esso che si deve rivolgere chiunque cerchi nuovi lettori. Specie se continua a perderne di vecchi.