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 Vorrei riprendere un discorso già affrontato tempo addietro. I characters Disney sono sì d'origine statunitense, ma sono ormai assurti ad icone mondiali: dall'Italia alla Danimarca, al Giappone, etc. I film della Casa sono conosciuti ed apprezzati da tutta l'umanità, e costituiscono perciò un patrimonio culturale di notevole valore, che ha oltretutto il pregio di avvicinare civiltà assai diverse, contribuendo alla fratellanza fra i popoli. Tuttavia, negli albi a fumetti compaiono storie contrassegnate da eccessivo "provincialismo": alludo soprattutto a quelle olandesi nelle quali si festeggia S. Nicola o a quelle italiane sul Carnevale o la Befana, senza far menzione dei vari e già trattati PaperTotti & co.  Scarpa padroneggiava assai bene l'universalità dei fumetti Disney, che debbono poter essere letti senza problemi in ogni angolo del globo, senza asterischi che rimandino ad improbabili e fastidiose note di spiegazione.

Sicuramente i personaggi Disney sono oramai un patrimonio dell'umanità in quanto conosciuti in tutto il mondo.Il discorso dell'universalità del fumetto è un discorso che condivido anch'io ma è chiaro che il mondo Disney,una volta assorbito totalmente nelle culture dei vari paesi che lo pubblicano,viene adeguato proprio a quelle tradizioni.Tuttavia questa prospettiva non è a mio avviso negativa in quanto permette alle varie generazioni che vanno incontro al fumetto Disney di ritrovare tutti quegli elementi tipici della propria cultura proiettati specularmente in quel mondo magico quale appunto il fumetto evitando così di incontrare dissonanze o diversità.Ricordiamo che molti paesi hanno la propria schiera di disegnatori e sceneggiatori che,vuoi o non vuoi,palesano inevitabilmente nelle loro storie elementi tipici della propria cultura.
In effetti sembra un pò paradossale leggere una storia in cui ci siano degli elementi tipici della cultura italiana in cui figurano anche elementi presenti da sempre nella tradizione originaria americana ma il fumetto,si sà,ha sempre il suo meraviglioso fascino anche per questo e costituisce pur sempre un mondo a parte.
La cosa più importante è che le caratteristiche dei personaggi,così come sono stati da sempre concepiti e rappresentati,non varino mai nel tempo.

Sono d’accordo con alec e aggiungo che poichè anche dai fumetti si può imparare, leggere storie che “insegnano” culture e passato di altri paesi aiutano le nuove generazioni ad apprezzare tutto ciò che è diverso dalla loro routine.
Tanto per citare per l’ennesima volta il Maestro Scarpa, ricordo ancora quanto abbia rovistato nella mia enciclopedia (sono nata nel periodo Giurassico 8-)) e poi ancora in biblioteca (dove mia mamma era entusiasta di accompagnarmi :o) alla ricerca di notizie riguardanti le origini dei nativi d’America, dopo aver letto “Topolino e Bip Bip alle sorgenti mongole” , oppure il perché erano state spostate le statue del tempio di Abu Simbel come scritto in “Paperino e il Colosso del Nilo”
Ti posso assicurare che la storia si ripete, ho una figlia che tempo fa mi chiedeva perché in casa nostra era più grossa la libreria dei fumetti di quella dei libri “normali”, come li chiamava lei, e così le ho trasmesso la mia passione.
Ha imparato a leggere con le storie Disney, così come avevo fatto io, a dire le sue impressioni su questa o quella storia e quali erano i suoi disegnatori preferiti (adesso ne conosciamo i nomi, nel passato si riconoscevano solo dai disegni) e se prima mi tempestava di domande adesso che ha 11 anni la accompagno in viaggio nel web alla ricerca delle sue risposte.