Purtroppo mi è capitato di leggere l'inserto di Repubblica sugli 80 anni di Topolino.
L'inizio è eccezionale: Edmondo Berselli parla di un orrendo topastro perbenista, maledetto impiccione , in un linguaggio tipico del vecchio Pietro. In effetti l'angolo di visuale quello è.
Non contento il Berselli - che per chi non lo sapesse è un commentatore politico di sinistra, come l'altro giornalista chiamato in causa: Vittorio Zucconi - nell'intervista alla Poli, parlando del rilancio del personaggio, affronta di petto la questione chi gli sta più a cuore: Non sarà mica un topo di destra, un vincente a tutti costi? Di più, un giustizialista?? (Parentesi: associare il giustizialismo alla destra da parte di chi è solito reggere il codazzo a Di Pietro è veramente comico...)
Ed ecco sopraggiungere la risposta da copione della Poli, ovviamente politically correct: le interpretazioni sono libere, ma volendo (e in questo volendo c'è tutto il sale del discorso) si potrebbe anche vedersi una reincarnazione kennediana, l'uomo qualsiasi etc. etc.
Questa intervista è davvero divertente. Prima l'accusa del topo di destra (perchè se non sei di sinistra sei ovviamente un mostro), poi il soccorso compiacente della Poli, secondo la quale volendo è possibile vedere in Topolino una reincarnazione (sic) di Kennedy.
Ora, a parte l'idiozia assoluta che contrassegna tutto il pezzo in questione, è curioso notare come il patrizio Kennedy, gran viveur e frequentatore di nobili e potenti di mezzo mondo si tramuti oggi in icona dell'uomo comune.
Molto più comune di lui era certo Nixon, additato infatti ad avvocaticchio di provincia e verso il quale com'è noto si indirizzavano le simpatie di zio Walt. Ma ovviamente Nixon come i Repubblicani sono un tabù, così come per Berselli (e ovviamente Repubblica) è tabù la destra e il topo giustiziere.
Questo è il quadro della questione. Povero Topolino, non sanno più che fare con te e allora tirano in ballo la politica per manifestare tutto il loro rancore verso l'icona specchiata del bene, delle virtù civiche, della legge.
Poveri noi, in che brutta società ci è toccato vivere...