Ebbene sì: mi definivo un appassionato di fumetti e avevo letto poco e niente di uno dei massimi Maestri della nona arte, Will Eisner.
Il primo incontro con il Sig. Eisner lo ebbi con
Il Complotto, avvolgente graphic novel sulla persecuzione ebraica attraverso i secoli grazie ad un fantomatico manoscritto, che dovetti leggere in quinta superiore per la scuola. Ne fui conquistato. Poi incontrati
Spirit grazie ad un'antologia uscita in occasione del film di Frank Miller, e anche lì apprezzai. Poi, null'altro.
Ora recupero, visto che qualche mese fa mi sono procurato per pochi soldi il trentatreesimo volumetto dei Classici del Fumetto di Repubblica, che raccoglie
Contratto con Dio, il primo fumetto definibile graphic novel, e altre storie brevi in coda al libro.
La consueta cura di quest'edizione pone all'inizio una buon apparato critico, che sopperisce alle poche pagine a disposizione con informazioni interessanti e utili.
Poi c'è
Contract with God: inchini. Composta da 4 storie indipendenti (la prima che dà il titolo alla raccolta,
Cantante di Strada,
Super e
Cookalein), si tratta di un'opera davvero fondamentale, un viaggio deciso e senza paura verso le aspirazioni, i timori e le speranze delle persone comuni. Direi che il pregio maggiore di
Contratto con Dio sta proprio nell'esplorare la psicologia e l'anima delle persone comuni, con una certa predilezione per quelle più umili. Ecco allora la storia di un uomo che si comportava in modo encomiabile convinto di avere un contratto con Dio, fino a quando a suo parere Dio non ne rispetta i termini... dietro l'apparente assurdità della trama, si nasconde con fini pennellate la riflessione dell'autore su come l'uomo abbia sempre bisogno di un punto fermo e di qualcosa/qualcuno con cui fare i conti e da cui dipendere. Ma non meno interessante è osservare l'insperata fortuna che capita ad un povero cantante di strada, ubriaco e senza aspettative, per poi vederne le imprevedibili conseguenze; oppure osservare l'allucinante realtà di un condominio e del suo custode, con pieghe davvero macabre; infine, ci si può godere l'affresco completo e poetico della vacanza annuale che alcune famiglie riescono a compiere, che rappresenta per molti, soprattutto giovani, nuove opportunità per il futuro.
È la vita vera quella che Eisner cerca di raccontare, e che riesce a dipingere davanti agli occhi del lettore con straordinaria bravura, grazie anche ad uno stile di disegno davvero meraviglioso, realistico ma con un tratto affascinante che esula dalla semplice rappresentazione di esseri umani, offrendo spesso figure a metà tra il ritratto e la caricatura. Ma le vette dell'arte grafica di Eisner vengono toccate quando si osserva la costruzione della tavole, le soluzioni visive che popolano la vignette e la gestione degli spazi, che rendono l'autore vicino ad un regista visionario.
In coda all'albo, come detto, altre piccole perle.
Vincere e
L'Appello sono due storie molto brevi, che hanno un gran bel significato alla base, ma che non colpiscono enormemente, forse proprio a causa della lunghezza.
Detective Story è molto buona per quella commistione tra racconto giallo e finestra sull'occulto. Ma sicuramente la migliore del lotto è
Tramonto a Sunshine City, con la storia di un uomo anziano che va in pensione vendendo il proprio negozio, in cui e per cui ha lavorato tutta una vita, e che si sente ormai al tramonto. Almeno prima di trovare un'inaspettata luce pronta a rischiarare la sua terza età. Ci sono queste quattro tavole meravigliose dove quest'uomo osserva i luoghi dove ha vissuto e per ogni angolo, scala, idrante ecc ricorda perfettamente una scena importante della sua vita. E per me, che sono molto legato al potere simbolico e commemorativo che hanno i posti dove mi è successo qualcosa di importante, è stato particolarmente significativo.
Ritengo che quello che Will Eisner abbia fatto con questi fumetti sia scrutare dentro il lettore, da quelle finestre chiamate vignette, per parlargli un po' di come è lui dentro.
Oltre al volumetto di Repubblica, per il mio compleanno ho ricevuto in regalo dagli amici questo grosso volume, che la Einaudi per la collana Stile Libero Extra ha pubblicato circa 5 anni fa.
New York contiene quattro graphic novel di Will Eisner:
New York,
Il Palazzo,
City People Notebook e
Gente Invisibile. Tutte sono incentrate sugli stessi temi, che le accomunano e sottolineano l'interesse che l'autore aveva nell'osservare le persone in un ambiente come quello delle moderne metropoli.
Il fumetto che dà il titolo al volume, infatti, non racconta una storia ma proprio per cercare di essere il più completo possibile racconta spezzoni di vita quotidiana nella Grande Mela, che ruotano attorno a luoghi precisi o a situazioni particolari. È un uso interessante del medium fumetto, e un metodo narrativo anche nuovo utilizzato in questo modo, che ha i suoi pregi e i suoi limiti. I primi si ritrovano nella varietà di situazioni, nella capacità di piazzare la gag fulminante quanto la scena che ti colpisce allo stomaco in modo efficace e immediato; i secondi sono nella frammentarietà di quello che si legge, che a volte può pesare.
In questo senso ho preferito
Il Palazzo, forse la graphic novel migliore del libro, a mio parere. Essa presenta 4 storie di 4 personaggi diversi, spettri che aleggiano attorno ad un palazzo di nuova costruzione, sorto sulle rovine di uno precedente dove i 4 spettri avevano vissuto. L'unitarietà manca anche qui, ma ciascuna storia dura più di una tavola e si ha la possibilità di immergersi nei drammi di queste persone, i quali hanno legate le proprie speranze e i propri dolori a quel palazzo che ora non c'è più, ma attorno al quale continuano a girare anche dopo la morte. Sono pagine spietate, queste, dove Eisner non esita a mettere in campo la vita nel suo senso più duro.
City People Notebook segue un po' il trend di
New York, ma in modo meno narrativo e più visivo/evocativo: Eisner compare nelle tavole in veste di osservatore dentro l'inquadratura, e con il suo taccuino osserva e annota tutte le componenti di una grande città, tra odori, rumori, strade e quant'altro vada a comporre non solo l'architettura, ma proprio l'anima di una big city.
Infine
Gente Invisibile torna a parlare di persone reali e comuni, con 3 avventure che mostrano ancora una volta persone travolti dal destino, da se stessi, dalle proprie scelte e da quello che vorrebbero. Racconti melanconici, strambi, assurdi, un po' come sa essere a volte la vita.
Il volume si compone anche di una bellissima e sentita introduzione di Neil Gaiman e di una nota all'edizione di Denis Kitchen, oltre che di alcune tavole extra rispetto alla prima edizione del volume.
Volume veramente importante e prezioso. La dimostrazione migliore di come il fumetto sia in grado di cogliere grandi gioie e infiniti dolori tanto quanto qualunque altro medium. E di come un grande autore possa, semplicemente osservando a disegnando, mostrare a chi ha voglia di leggerlo riflessioni interessanti e mai banali su se stesso e sull'ambiente in cui vive.