Il Paperone che, deluso e oserei dire impaurito dai raggiri continui di Doretta tanto da non arrivare neppure ad aprire una sua lettera per paura di trovervi dentro veleno, è di certo coerente con il Paperone che, ormai vecchio e pieno di ricordi, pensa con nostalgia i momenti felici del Klondike anche sapendo di aver avuto una relazione difficile. Non dimentichiamo che Paperone ha quasi avuto timore di innamorarsi ("Forse è meglio fingere di credere che in questo triste mondo ci sia una persona che potrei... che posso..."), e imho ha evitato di intraprendere questa relazione anche per questo.
Paperone su questo punto di vista è un solitario, non sarebbe mai e dico mai fatto per una relazione amorosa.
Quoto. Secondo me la debolezza che traspare da questo lato di Paperone contribuisce a renderlo estremamente reale, in quanto contraddittorio, vulnerabile, umano.
Paperone vuole essere il più duro dei duri, ecc... ("Sì, lo sappiamo, ce l'hai detto migliaia di volte" lo scimmiotta Paperino quando il parente s'inoltra nelle reminescenze del Klondike..) e per tanti versi lo è. Eppure ha dei pezzi del proprio cuore che ancora sono "molli", delle corde che non smettono di vibrare. Doretta, i parenti, i ricordi, l'avventura, la gioia della caccia al tesoro e quant'altro ci mostrano un Paperone passionale, vulcanico... e, a volte, vulnerabile.
Quindi non mi scandalizza affatto il suo granitico quanto, forse, patetico tentativo di "resistere" a Doretta, facendo il burbero o l'impassibile, ma uscendone, di fatto, ogni volta con le ginocchia tremanti. Anzi, la vedo come una reazione perfettamente plausibile, reale perché contraddittoria. Chi, a questo mondo, non è complicato? Per essere "reale", anche un personaggio deve avere risvolti complessi. E Paperone, da questo punto di vista, è estemamente reale, pur possedendo tre acri cubici di denaro in cui nuota! E questo ce lo mostra in primis Barks! Don Rosa non fa altro che calcare la mano su accenti che ama di più, proponendoli a noi lettori, ma senza, ihmo, perdere di vista l'anima di un personaggio.
Guarda caso anche Scarpa nella Fondazione, come faceva giustamente notare lo stesso Vito, ci presenta un Paperone del genere. E' lo stesso Paperone che finge di dimenticare di prendere la medicina per la memoria, per indicare dove scavare a Doretta e farle vincere la sfida. Ciò non fa di lui un perdente, né un immaturo. Semplicemente, lo rende più vero.
Quindi non sono d'accordo su questo:
un personaggio secondo me troppo immaturo, e non in maniera fanciullesca ma in maniera poco sana: un uomo che per decenni si trascina dietro il ricordo di una relazione non conclusa senza trovare la forza di chiarire, neppure con se stesso, dove tale relazione voleva o poteva arrivare, e senza trovare neppure la forza di lasciarsela dietro come un capitolo chiuso.
Paperone non considera un capitolo chiuso la storia con Doretta. O forse ci prova, ma senza troppa convinzione. Non si tratta di un eterno fidanzato, come Topolino con Minni, né di un amore sfortunato, come Brigitta (ehilà!) con Paperone stesso. Si tratta di un fulcro delle proprie passioni, una scintilla di calore nella vita segnata dal freddo dello Yukon. E Paperone vi è talmente attaccato, che preferisce non aprire quella lettera famosa, e continuare a sentire quella possibilità, quella illusoria speranza, che sa tanto di utopia, e che ancora, secondo me, sente dentro. Altro che capitolo chiuso...!