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I mille e uno volti di Zio Paperone

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    I mille e uno volti di Zio Paperone
    Martedì 13 Gen 2009, 12:21:35
    Leggendo un po' qua e un po' là in questo forum, si evincono evidenti e stimolanti divergenze d'opinione riguardo la struttura caratteriale di Paperone e gli autori stessi che ne hanno sviluppato le sfaccettature.

    Ad esempio, si parla del grande Guido Martina che tratteggia Zio Paperone nell'ottica del classico "arricchito" italiano, lontano evidentemente dalla visione del self made man puramente barksiano,  dipingendolo più volte come un affarista senza scrupoli, tiranno, disonesto, meschino, sfruttatore di poveri nipoti sfortunati.
    C'è chi questa ottica la preferisce e chi invece non sopporta che il caro vecchio Scroogey sia un disonesto,  basandosi sul carattere di Paperone tratteggiato da Barks in primis (dove però non mancheranno le eccezioni e slanci di "cattiveria" da parte dello Zione) e da Keno poi, che lo dipingerà quasi come una sorta di "puro" sentimentale, onesto e di buon carattere anche quando era giovane nel Klondike (nella sua ultima storia, il Paperone cercatore patteggia con gli animali nella sua concessione: lui non mangia loro e loro non mangiano lui. Messaggio ovviamente animalista che ad alcuni fece storcere il naso poiché risultò improbabile avere una concezione così nella fine dell'800).

    Barks dal canto suo non fa del personaggio un mito come può tratteggiarlo Don Rosa, ma senza dubbio idealizza il riccastro come personaggio positivo, con il quale i lettori potessero tifare per lui anziché parteggiare per il male (ovverosia la Banda Bassotti e nemici vari, che non dimentichiamoci, sono ad ogni modo criminali e zio Carl più volte ha affermato che i comics americani Disney si distinguevano per i loro messaggi alla fine sempre educativi).
    Carl Barks fa di Zio Paperone un personaggio che manda parecchi messaggi a livello umanistico, parla di un uomo sì avaro (discende pur sempre dal clan scozzese dei McDuck) ma che ha faticato e lavorato sodo tutta una vita, e che tratta il suo denaro come un essere umano poiché vede in lui le fatiche che ha fatto per accumularlo, contrastando ovviamente con la visione martiniana del personaggio che lo vede come un tiranno meschino dove non si farebbe scrupoli ad imbrogliare per arricchirsi maggiormente.

    C'è poi il grande Romano Scarpa che utilizza una visione piuttosto barksiana di Paperon de' Paperoni (anche perché Romano utilizza i suoi paperi in un contesto americano al contrario delle storie martiniane che riportavano alle commedie all'italiana), basti pensare alla meravigliosa "Paperino e la leggenda dello Scozzese Volante" per rendersene conto, pur tuttavia rimanendo sempre in contesti piuttosto burberi e "tiranneggianti" verso il povero Paperino. Scarpa fece quasi un frullato della personalità italiana e americana di Paperone, rimanendo però sempre più fedele al vecchio Scrooge dell'Uomo dei Paperi.

    Si può parlare delle personalità di Zio Paperone senza tirare in ballo quello che è secondo me il miglior sceneggiatore italiano nonché papà secondario di Paperonuccio? No, quindi una menzione d'onore resta al grande Rodolfo Cimino, capace di usare gli stessi stilemi impostati da Barks per riutilizzarli in un suo filone di favole, rendendo Zio Paperone un appassionato d'avventura alla ricerca dei più fantastici tesori e leggende a bordo di mezzi strampalati. Il suo è uno Zione brontolone ma buono ed onesto, quasi la figura del vecchio saggio che conosce molto della vita (commovente il suo Paperone che appoggia i sentimenti di Paperino per Reginella), ma è anche un bambinone che versa fiumi di lacrime perchè "i pargoli soffrono" (inteso al denaro che più volte Paperone tratta da essere umano, sentendolo spesso minacciato da sindaci, malfattori e affini vari)...
    C'è una morale di Cimino che ho trovato forse quanto di più intelligente e maturo l'autore avesse potuto fare. In "Zio Paperone, il cuore del mondo e la perfetta letizia", del 2007, si scopre che per il nostro taccagnone la vera gioia del possedere svariati tesori è l'avventura per andarli a cercare. Ciò ovviamente è in disaccordo con il Paperone più acido che si arricchisce per sete di potere.

    Naturalmente abbiamo anche l'ottimo ingegner Giorgio Pezzin, geniale autore capace di mescolare un po' ogni lato del nostro Scrooge. Ricordo con piacere "Zio Paperone e il vero finto furto" dove al tempo stesso abbiamo un Paperone matto, infantile, gioioso... e incazzato come una bestia ("Vi voglio trucidareeeeeee!"), il tutto portato agli estremi per ogni lato di personalità. Paperone se piange riempie bacinelle, se è gioioso salta in aria e sprizza $ da ogni lato, se è disperato si spara addosso con i cannoni (!)... Questi lati estremi squisitamente pezziniani (ma ovviamente presenti in una moltitudine di storie di svariati autori) contribuiscono alla grande e vasta personalità di questa eccellente figura letteraria quale è Zio Paperone.

    Recentemente la produzione fumettistica non si è distinta molto nel creare memorabili avventure per il nostro papero, anzi ormai si può dire essere relegato a storielle sempre uguali del filone scontro con Rockerduck e/o affari con i vari Paperdollar, Rick Money, e così via.
    Da questo abisso emerge fuori il Paperone sarcastico e pungente definito dal bravo Fausto Vitaliano, rendendo Paperone tanto simpatico quanto acido. Tuttavia bisognerebbe vedere Vitaliano impegnato in altri progetti con lo Zione per potergli così definire una sua vera e completa personalità/sfaccettatura. Di sicuro imho si tratta del miglior Paperone adesso in circolazione, pena anche le rimanenti storie che lo vedono impegnato, purtroppo quasi sempre dimenticabili.

    Giunto alla conclusione, direi che tra i tanti autori capaci di dare una personalità a Zio Paperone contribuendolo a renderlo una figura senza tempo dalle mille sfaccettature, posso affermare con certezza che il miglior Paperone è quello di... tutti!
    Sì perché dal mio canto trovo impossibile dire di apprezzare i fumetti Disney quando poi si conta solo Martina sostenendo che i paperi di Barks siano un parallelo, da un altro non potrei più dire che Barks e Don Rosa sono i migliori poiché fanno di Paperone un personaggio vincente e onesto mentre Martina utilizza male il personaggio e non lo si può accettare.
    Ognuno di questi grandi autori ha contribuito nel bene o nel male a fare la Storia del Fumetto Disney e di Zio Paperone in generale, gente come Guido Martina e Rodolfo Cimino hanno incluso nella cultura popolare italiana il personaggio, non si può restarne indifferenti.
    E da un altro lato, però, si deve sempre tener conto dell'Autore Padre, colui il quale ha donato per primo l'immortalità al personaggio, ne ha definito il suo carattere dandogli le sue personalità, poiché il personaggio è stato creato da lui. Non si può in alcun modo accettare Zio Paperone, e sottolineo in alcun modo, senza far riferimento allo $crooge di Carl Barks.
    Gusti e preferenze a parte, che sono sempre vari da storia ad autore, la miglior storia definente il carattere vero e originale di Zio Paperone è la stupenda "Only a poor old man", ed è quella che obiettivamente definisce ciò che è davvero Zio Paperone, per tutti e a prescindere dalle proprie preferenze e dalle personalità descritte da altri (che per me devono essere accettate in ogni caso, pur avendo una propria visione personale del personaggio).

    Lunga vita a Paperon de' Paperoni, sempre.
    « Ultima modifica: Martedì 13 Gen 2009, 15:42:03 da Dollarone_89 »

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      Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
      Risposta #1: Lunedì 12 Gen 2009, 21:10:52
      Le storie di Barks io le considero in ogni caso un percorso in parallelo, per me i veri Paperi sono altri; comunuque questa storia è tra le mie preferite dell'autore, ed è oggettivamente un indubbio capolavoro. Peccato che non sia presente Paperone nel ruolo di speculatore come in altre storie di Barks, ma la storia è un capolavoro lo stesso. E' veramente toccante ed emozionante la scena in cui Qui Quo Qua disperati invocano l'aiuto delle invisibili creature dell'isola.

      (Anche se Barks non ci dà mai a sapere per quale motivo noi lettori dobbiamo parteggiare per Paperone)

      Puoi spiegarti meglio? :-?
      « Ultima modifica: Lunedì 12 Gen 2009, 21:12:09 da Paperinika »

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        Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
        Risposta #2: Lunedì 12 Gen 2009, 21:42:43
        Nel senso che Paperone veniva aspramente criticato da Barks in storie quali ZIO PAPERONE E LA CITTA' DAI TETTI D'ORO o ZIO PAPERONE E GLI INDIANI PAPERUTI (in quest'ultima, alla fine, nessuno dei Paperi tenta di rimediare al fatto di aver causato la distruzione del villaggio degli indigeni), ma in definitiva Barks esigeva il troppo parteggiamento (da parte dei lettori) per Paperone e la troppa avversione (sempre da parte dei lettori) nei confronti dei Bassotti, che in definitiva sono spesso solo degli sfortunati nella vita. Cioè, non capisco perché noi lettori dobbiamo essere così contenti che Paperone non debba perdere neanche un dollaro e i suoi persecutori debbano finire in galera, quando un personaggio come lui potrebbe risolvere moltissimi problemi nella società ma non lo fa.   Per non citare sempre Martina (che aveva risolto brillantemente questa questione), cito Cimino, che alla fine delle sue storie è solito punire il vecchio Papero, o tramite la cattiva sorte o tramite Paperino che ne combina una delle sue.
        GUIDO, MARTINA, GUIDO MARTINA: 3 motivi per molti speciali, se non una testata intera, dedicati all'intera Sua Opera.

          Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
          Risposta #3: Lunedì 12 Gen 2009, 21:49:28
          Nel senso che Paperone veniva aspramente criticato da Barks in storie quali ZIO PAPERONE E LA CITTA' DAI TETTI D'ORO o ZIO PAPERONE E GLI INDIANI PAPERUTI (in quest'ultima, alla fine, nessuno dei Paperi tenta di rimediare al fatto di aver causato la distribuzione del villaggio degli indigeni), ma in definitiva Barks esigeva il troppo parteggiamento (da parte dei lettori) per Paperone e la troppa avversione (sempre da parte dei lettori) nei confronti dei Bassotti, che in definitiva sono spesso solo degli sfortunati nella vita. Cioè, non capisco perché noi lettori dobbiamo essere così contenti che Paperone non debba perdere neanche un dollaro e i suoi persecutori debbano finire in galera, quando un personaggio come lui potrebbe risolvere moltissimi problemi nella società ma non lo fa. 

          Mah... che Paperone possa risolvere problemi della società ditribuendo (in tutto o in parte) le sue ricchezze, mi pare un'idea quanto meno ingenua... E non dico di più.
          Questo poi riflette la diversa visione della ricchezza che hanno gli americani rispetto agli italiani, ma quando ne ho parlato ho suscitato le ire di molti quindi non ci tornerò su ::)

          Sui Bassotti, sono allibito! :o Non sono degli sfortunati della vita, sono dei ladri, più specificamente persone che vogliono diventare ricchi d'un colpo (non soltanto campare!) senza lavorare e rubando a chi ha lavorato e faticato...

          « Ultima modifica: Lunedì 12 Gen 2009, 21:51:12 da ZioPaperone »

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            Risposta #4: Lunedì 12 Gen 2009, 21:58:06
            Nel senso che Paperone veniva aspramente criticato da Barks in storie quali ZIO PAPERONE E LA CITTA' DAI TETTI D'ORO o ZIO PAPERONE E GLI INDIANI PAPERUTI (in quest'ultima, alla fine, nessuno dei Paperi tenta di rimediare al fatto di aver causato la distruzione del villaggio degli indigeni), ma in definitiva Barks esigeva il troppo parteggiamento (da parte dei lettori) per Paperone e la troppa avversione (sempre da parte dei lettori) nei confronti dei Bassotti, che in definitiva sono spesso solo degli sfortunati nella vita.
            Saranno anche (e sicuramente) sfortunati, visto che raramente vanno a segno, ma si tratta pur sempre di ladri, eh. ::)

            Cioè, non capisco perché noi lettori dobbiamo essere così contenti che Paperone non debba perdere neanche un dollaro e i suoi persecutori debbano finire in galera, quando un personaggio come lui potrebbe risolvere moltissimi problemi nella società ma non lo fa. 
             

            Perchè non è questa l'immagine di Paperone. Lui è un self made man, non un ereditario. D'accordo che in molte storie è presente il messaggio ecologista o della beneficienza (Shacktown, su tutte), ma il punto centrae è che Paperone ha lavorato sodo per accumulare i suoi bei tre ettari cubici, e non possono essere dei ladri o dei malfattori a portarglieli via.

            Per non citare sempre Martina (che aveva risolto brillantemente questa questione), cito Cimino, che alla fine delle sue storie è solito punire il vecchio Papero, o tramite la cattiva sorte o tramite Paperino che ne combina una delle sue.
            Sulla morale ciminiana non si discute. Mi manca, invece, quella martiniana. Puoi dirmi a cosa ti riferisci con quel "aveva risolto brillantemente questa questione"?

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              Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
              Risposta #5: Lunedì 12 Gen 2009, 22:03:41
              Perchè non è questa l'immagine di Paperone. Lui è un self made man, non un ereditario. D'accordo che in molte storie è presente il messaggio ecologista o della beneficienza (Shacktown, su tutte), ma il punto centrae è che Paperone ha lavorato sodo per accumulare i suoi bei tre ettari cubici, e non possono essere dei ladri o dei malfattori a portarglieli via.
              Ma, soprattutto, i Bassotti sono dei criminali! Che morale UMANA (e non fumettistica) potrebbe avere una storia dove il lettore prova antipatia per il bene e tifa per il ladro (lasciamo perdere Lupin, Diabolik e correlati :P)?

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                Risposta #6: Lunedì 12 Gen 2009, 22:06:27

                Mah... che Paperone possa risolvere problemi della società ditribuendo (in tutto o in parte) le sue ricchezze, mi pare un'idea quanto meno ingenua... E non dico di più.


                Non ho detto che Paperone debba distribuire le sue ricchezze (una storia così diverrebbe stupida!) ma il problema è che su questo argomento di Paperone Barks non ci si soffermi molto: in realtà, il Paperone che ha lavorato sodo ce l'ha mostrato Don Rosa, non Barks: per quanto riguarda Martina, dicevo che ha risolto brillantemente la questione poiché realisticamente ha reso Paperone un criminale: un criminale al pari e forse peggio di "poveri rapinatori del proletariato": tutto ciò è realistico poiché Martina ci ha dunque mostrato una italianissima lotta per la sopravvivenza e la sopraffazione.



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                  Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                  Risposta #7: Lunedì 12 Gen 2009, 22:10:54
                  il Paperone che ha lavorato sodo ce l'ha mostrato Don Rosa, non Barks:
                  Ma Rosa ha sempre preso spunto dall'opera di Barks, e comunque l'Ebenezer Scrooge del '47 ha avuto praticamente da subito un passato avventuroso. Non si può dire che il Paperone di Barks non sia un lavoratore.

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                    Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                    Risposta #8: Lunedì 12 Gen 2009, 22:11:09
                    in realtà, il Paperone che ha lavorato sodo ce l'ha mostrato Don Rosa, non Barks:
                    E in realtà sotto il mio letto c'è la Canalis nuda... :P

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                      Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                      Risposta #9: Lunedì 12 Gen 2009, 22:14:30
                      E in realtà sotto il mio letto c'è la Canalis nuda... :P

                       [smiley=drool3.gif]  Davvero? Ma qui siamo decisamente OT: mi pare che stiamo perdendo di vista l'oggetto del cognoscendi: qualcuno si ricorda bene (ma bene bene) ZIO PAPERONE E GLI INDIANI PAPERUTI?
                      GUIDO, MARTINA, GUIDO MARTINA: 3 motivi per molti speciali, se non una testata intera, dedicati all'intera Sua Opera.

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                        Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                        Risposta #10: Lunedì 12 Gen 2009, 22:17:32
                        Cioè intendi dire che il Paperone che apprezzi è quello speculatore, senza scrupoli, sempre pronto ad azioni disoneste e che riesce sempre a trionfare per bontà divina? No, perchè questo non è Uncle Scrooge, è un personaggio parallelo che io non riesco a riconoscere e che mai potrò digerire: non è che un alter ego che in Italia è stato molte volte portato alla ribalta la vera essenza di Paperone. E poi penso che i paperi di Barks siano i più genuini. Se non consideriamo Paperino (anche se la svolta decisiva al suo sviluppo è sua) è il padre di tutti gli altri, ed è quindi colui che ne definisce la personalità. Paperone poi ha la personalità più complessa e difficile di tutti e insieme a tanti pregi, ha tanti difetti: come dissi qualche tempo fa è un uomo, ma è un onesto, un uomo buono, che ha fatto degli errori e ha imparato da essi. La sua indole è così variegata che ci si può perdere continuamente: l'autore deve però non modificarla ma adattarla alle situazioni. E non tutti sono riusciti a farlo. In pochi sinceramente.
                        Vedo il nuovo post sull'intervento di Martina: io non considero la criminalizzazione di Paperone di cui parli (e che c'è stata) spesso una buona cosa, ma una cosa terribile e deprimente che mi ha fatto odiare moltissime volte il Paperone di Martina. E' uno stravolgimento del personaggio: ho gìà detto che Paperone non è un santo, ma Martina lo definiva per come non era. E questo non potrò mai accettarlo.
                        "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                          Risposta #11: Lunedì 12 Gen 2009, 22:20:44

                           [smiley=drool3.gif]  Davvero? Ma qui siamo decisamente OT: mi pare che stiamo perdendo di vista l'oggetto del cognoscendi: qualcuno si ricorda bene (ma bene bene) ZIO PAPERONE E GLI INDIANI PAPERUTI?
                          Bene ma bene bene no, visto che è qualche mese che non la rileggo. Quello che posso dire è che è comunque una storia "atipica" degna di nota: l'ho scoperta poco meno di un ano fa con la CBL, e mi ha colpito come poche.

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                            Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                            Risposta #12: Lunedì 12 Gen 2009, 22:21:26
                            Cioè intendi dire che il Paperone che apprezzi è quello speculatore, senza scrupoli, sempre pronto ad azioni disoneste e che riesce sempre a trionfare per bontà divina?
                            Stai parlando con l'unico sapiente martiniano del forum... ::)

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                            PolliceSu
                              Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                              Risposta #13: Lunedì 12 Gen 2009, 22:26:08
                              Stai parlando con l'unico sapiente martiniano del forum... ::)
                              Mi rendo conto, e mi rendo conto anche del fatto che forse per questa ragione le nostri visioni del personaggio sono del tutto agli antipodi: lui apprezza la visione martiniana del personaggio (che io reputo, spero non a torto, una rivisitazione basata su pochi, rari elementi) e io quella barksiana-donrosiana. Penso sarebbe difficile trovare dei punti di incontro; sta di fatto che rispetto la sua opinione, pur non condividendola minimamente.
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                                Re: Zio Paperone nell'isola dei Menehunes
                                Risposta #14: Lunedì 12 Gen 2009, 22:29:02
                                In effetti sì, apprezzo di più il Paperone ingordo, speculatore, manipolatore, egoista, sciovinista, maltrattatore, maniaco, affabulatore, raggiratore, imbroglione, ladro, disonesto, cinico, corruttore, assassino (sic!) di Martina (ma anche di Missaglia!) poiché è quello più genuinamente italiano (dato che la visione italiana degli arricchiti si condensa pressoché in questo tipo di Paperone - Scarpa è un caso sui generis): per quanto riguarda lo Scrooge di Barks, è troppo altalenante per dare giudizi precisi: prendi per esempio ZIO PAPERONE E GLI INDIANI PAPERUTI, in cui si comporta disonestamente: non dico che non sia una storia che abbia il suo significato profondo, ma quello di cui mi lamento è che troppo spesso Barks ci invita a parteggiare troppo per Paperone, prendendo sottogamba altre realtà sociali ben più pregnanti.

                                Ma qui siamo OT, non c'è nessuno che esprima commenti sulla meravigliosa (sic!) storia a cui ho dedicato il topic
                                GUIDO, MARTINA, GUIDO MARTINA: 3 motivi per molti speciali, se non una testata intera, dedicati all'intera Sua Opera.

                                 

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