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Disney Italiana in decadenza?

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Pifferosauro Uranifago
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    Re: Disney Italiana in decadenza?
    Risposta #90: Venerdì 15 Set 2006, 16:18:11
    1) Quale/i sarà/saranno la/le prossima/e testata/e ad essere chiusa?  ;D (ci sarebbe da piangere, ma è meglio prenderla a ridere...)
    Via al dibattito!

    Credo che presto chiuderà "Gli Astromondi" e, probabilmente, "Paperinik Cult".
    Però potrei anche aggiungere Pocket Love, Fairies e qualche altro...

    Inoltre mi aggiungo alla domanda del Marchese. Chi è il responsabile di questa politica editoriale?  

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      Re: Disney Italiana in decadenza?
      Risposta #91: Venerdì 15 Set 2006, 20:03:09
      Mi pare il caso, a questo punto, di ritirare fuori questo topic visti gli ultimi accadimenti: più o meno nell'ordine aperte e chiuse nuove testate, aperte e chiuse le ristampe delle stesse, modificato il calendario di uscita di ZP da mensile a bimestrale, ed è di pochi minuti fa la notizia della chiusura de I gialli di Topolino. A questo punto sorgono spontanee alcune domande:

      1) Quale/i sarà/saranno la/le prossima/e testata/e ad essere chiusa?  ;D (ci sarebbe da piangere, ma è meglio prenderla a ridere...)

      2) Cui prodest? Ossia a che scopo tutti questi movimenti che stanno gettando nel ridicolo la filiale italiana della Disney? C'è per caso da dare retta sul serio alle voci apparse tempo fa sul forum relative ad una "egmontizzazione" delle testate disneyane italiane?

      3) Topolino pare in questo momento in ripresa, se non di vendite, quantomeno di contenuti; sarà coinvolta anche la rivista storica Disney in questo valzer di cambiamenti?

      Via al dibattito!
      Sembra quasi che l'unica cosa che va bene in Disney sia Topolino... il discorso è le basse vendite di Topolino, ma in confronto alle altre sembra quasi che sia il topo a "trainare" tutta la Disney Italia... a questo punto tanto varrebbe che chiudessero tutto tranne Topolino per investire fiori di dollaroni e darci un SuperTopo! ;D

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        Re: Disney Italiana in decadenza?
        Risposta #92: Venerdì 15 Set 2006, 20:05:12
        No, sarebbe un disastro.  La morte di una civilta'.
        Sono d'accordo. 99% di quello che fa la Egmont fa schifo. Se un Topolino diventasse una roba alla Egmont potrei anche smettere di abbonarmi! :P

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          Re: Disney Italiana in decadenza?
          Risposta #93: Venerdì 15 Set 2006, 21:39:56
          Le poche notizie che ho letto in questo topic sono inquietanti... Visto che non seguo tanto la scena editoriale, c'e' qualcuno che mi puo' segnalare dove trovare le notizie sulla crisi delle testate?
          Ad ogni modo anche a me e' sembrato che dopo il picco di politicamente corretto degli scorsi anni si sia tornati a storie di maggior mordente...

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            Re: Disney Italiana in decadenza?
            Risposta #94: Sabato 16 Set 2006, 00:26:11
            La cannibalizzazione dell'edicola con decine di uscite al mese, piu' il settimanale, hanno portato ad una lenta e disaffezione generale della Disney.
            Questo avrebbe dovuto spingere i manager a virare direzione e capire che, forse, un po' di cura per il prodotto che vendono avrebbe giovato non poco alle testate rimaste in piedi.
            A cosa taglieranno le gambe prossimamente? Auspicherei, in ordine (ma anche non in ordine) ad una falcidazione di Paperinik Cult (la peggiore delle peggiori testate Disney italiane), Pocket Love, Minni Amica del Cuore, Astromondi, ristampe varie.
            Credo che presto ci saluteranno anche i Power Ranger, Fairies (anche se quello lo porteranno il piu' avanti possibile, in attesa del film che e' stato posticipato di alcuni mesi) e le enigmistiche. In cambio apriranno i Pirati dei Caraibi... mica cotiche, come direbbe qualcuno :)

            Ma insomma, io mi chiedo? Perche' non provano a staccarsi dal loro target e non puntano su altre tipologie di lettori, sempre utilizzando i personaggi Disney (chi se ne frega di Jungle Town... quello non e' Disney, e' altro).
            L'unica testata con una periodicita' destinata ad altro pubblico è Zio Paperone e loro vanno a dimezzarla.

            Questa porta ad una sola conclusione... alla Disney non vogliono i soldi di chi effettivamente può (e vuole) spendere per un buon prodotto.

            Roba da matti!
            Lascino tutte quelle "schifezze" di Astromondi, Paperinik, Gialli e tutto il resto, ai ragazzi che leggono Disney ad intervalli non regolari, e pensino un po' a noi lettori adulti proponendoci, ottimi prodotti a prezzi anche non troppo popolari...
            Come mai si riesce a fare una cronologica dei Peanuts e non una cronologica di Paperino e Topolino, per esempio? E come mai questa cronologica dei Peanuts costa, in Italia, 25 euro e vende discretamente bene, mentre quella di Topolino, che potrebbe costare anche 30 per il personaggio utilizzato, non viene fatta?
            Sono anni che glielo diciamo, non ci danno ascolto....

            Che altro possiamo fare?


            Ciao.

            "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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              Re: Disney Italiana in decadenza?
              Risposta #95: Sabato 16 Set 2006, 01:13:17
              Come mai si riesce a fare una cronologica dei Peanuts e non una cronologica di Paperino e Topolino, per esempio? E come mai questa cronologica dei Peanuts costa, in Italia, 25 euro e vende discretamente bene, mentre quella di Topolino, che potrebbe costare anche 30 per il personaggio utilizzato, non viene fatta?
              Sono anni che glielo diciamo, non ci danno ascolto....

              Beh, caro Amz, perchè i Peanuts e i personaggi Disney hanno da sempre in Italia target di riferimento diversi.
              I Peanuts ormai non sono più per nulla destinati ai bambini, bensì agli adulti che da bambini li leggevano. In questo senso si può vedere la testata che citi, rivolta espressamente ad un pubblico di collezionisti.
              In realtà sembra che per le grandi case editrici il circuito di nicchia dei collezionisti sia ormai considerato un mercato di poco conto, difficilmente capace di dare una scossa al mercato o di essere considerato prioritario.
              Sembra assurdo, ma a mio parere un'eccessiva focalizzazione dell'attenzione sul collezionismo, sulla filologia sarebbe quasi una dichiarazione di sconfitta, così come sembra una dichiarazione di sconfitta la chiusura (inevitabile?!) di tante "false" nuove riviste, che travestono in maniera accattivante idee ormai vecchie.
              I personaggi Disney NON devono diventare i Peanuts, non devono trasformarsi in vecchie glorie pronte per la serializzazione in volumi cronologici. La risposta pura e semplice alla crisi è sempre la stessa: bisogna trovare un compromesso e stabilire una netta linea di demarcazione tra le testate, con target ben definiti (per intenderci: se ZP è la testata dei collezionisti, lo deve essere a fatti e non a parole, stessa cosa per i "Maestri") e bisogna attirare le nuove generazioni, avendo il coraggio di liberare la creatività, mettere insieme dei team validi e giovani e riuscire a proporre qualcosa di nuovo, prodotti capaci di scuotere il mercato come furono le Witch e il PK di fine anni 90 (e come potrebbe essere un Jungle Town, che tu stranamente citi come una cosa "non Disney" ma che io vedrei benissimo in tal senso), prodotti capaci di trasmettere passione a chi li legge e non un'aurea di perfezione quasi sterile (vedi Monster Allergy o Kylion).
              « Ultima modifica: Sabato 16 Set 2006, 01:14:17 da warren »
              Questo posto è semplicemente perfetto! Aria pura, sassi e rape!

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                Re: Disney Italiana in decadenza?
                Risposta #96: Sabato 16 Set 2006, 01:58:00
                I personaggi Disney NON devono diventare i Peanuts, non devono trasformarsi in vecchie glorie pronte per la serializzazione in volumi cronologici.

                Il Topolino in mutande, quello di Gottfredson, non quello Egmont, per carita', deve diventarlo... Gottfredson, dopotutto, e' morto e sepolto da un po', come Schulz, e fissare dei paletti, per andare avanti secondo me sarebbe una buona cosa.

                Citazione
                La risposta pura e semplice alla crisi è sempre la stessa: bisogna trovare un compromesso e stabilire una netta linea di demarcazione tra le testate, con target ben definiti (per intenderci: se ZP è la testata dei collezionisti, lo deve essere a fatti e non a parole, stessa cosa per i "Maestri")

                Esattamente!
                Il problema e' che da un po' ZP aveva bisogno di un rilancio e di un interesse, non solo formale, da parte di chi avrebbe potuto.
                I casi sono due:
                - o l'interesse non solo formale non c'e' stato;
                - o l'interesse non solo formale non ha dato altra soluzione che questa.

                Quello che serve ora, mezz'archiviato ZP, e' un'altra testata MENSILE che si sostituisca a ZP magari con la possibilita' di parlare anche di topi.
                Leggevo non ricordo dove, la proposta di fare una testata gemellare a ZP per i topi da far uscire l'altro mese... Bhe... questa sarebbe una genialata di quelle incredibili. E utile per ridare al lettore collezionista l'idea di non essere SOLO e abbandonato.

                Citazione
                e bisogna attirare le nuove generazioni, avendo il coraggio di liberare la creatività, mettere insieme dei team validi e giovani e riuscire a proporre qualcosa di nuovo, prodotti capaci di scuotere il mercato come furono le Witch e il PK di fine anni 90

                Altro progetto, altra corsa... altra testata.

                Citazione
                (e come potrebbe essere un Jungle Town, che tu stranamente citi come una cosa "non Disney" ma che io vedrei benissimo in tal senso)

                JT e' poi una Paperopoli attinente alla nostra realta'.
                Ma JT non e' Disney, i personaggi li utilizzati non sono Disney, come non sono Disney le WITCH.
                Pk e' Disney perche' parte dalla presenza di un personaggio Disney conosciuto come Paperino/Paperinik e mostra un lato diverso, ma verosimile (per essere un fumetto!), della sua vita.

                Citazione
                prodotti capaci di trasmettere passione a chi li legge e non un'aurea di perfezione quasi sterile (vedi Monster Allergy o Kylion).

                Monster Allergy l'ho fermato al 5, Kylion all'1. Non li conosco per giudicarli.

                Ciao.

                "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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                  Re: Disney Italiana in decadenza?
                  Risposta #97: Sabato 16 Set 2006, 02:56:51
                  Ma JT non e' Disney, i personaggi li utilizzati non sono Disney, come non sono Disney le WITCH.

                  E allora non sono Disney neanche Biancaneve, Ezechiele Lupo, Buci e Robin Hood. Non lo sono Davy Crockett, Herbie, Jack Sparrow e Jack Skeletron. Non lo sono Pinocchio, Chernabog e Max Hare. Esistono i personaggi standard (quelli Calisotiani) e quelli classic (creati per lungometraggi, telefilm e serie tv), perchè non si possono creare serie a fumetti con personaggi diversi dai soliti? Perchè Will, Irma, Taranee, Cornelia, Hay Line, Zick ed Elena Patata non sarebbero Disney? Ufficalmente sono prodotti dalla Disney, se invece dobbiamo andare a guardare il vero spirito Disney, ricorderei che è la cosa più multiforme che esista. Disney è musica, fiabe, sogni ma anche avventura, fantascienza e cultura, insomma intrattenimento. Disney questo lo sapeva bene visto che in vita sua non è stato un attimo fermo e ha diviso lo stesso suo Disneyland in quattro aree distinte. Se proprio vogliamo trovare un denominatore comune a tutto questo citerei proprio il progresso, la voglia di stupire il mondo rinnovandosi sempre. E in quest'ottica non si può certo dire che il progetto Witch e i collaterali non siano Disney.

                  Ma a parte questa minuzia su ciò che è Disney sono anch'io d'accordo sul fatto che i personaggi standard andrebbero rilanciati con riviste a target alto, come fu PKNA. Certo, non sarebbe male avere il contorno di patate che può offrire Witch o un bel volumetto Buena Vista Lab, ma cmq terrei sempre al centrodi tutto i cari vecchi topi e paperi.

                    Re: Disney Italiana in decadenza?
                    Risposta #98: Sabato 16 Set 2006, 11:52:40
                    Ma la Disney italiana e' in decadenza o e' solo dinamica?  Dopotutto non e' certo la prima volta che una testata chiude o si trasforma radicalmente: Albi di Topolino, Almanacchi, nel 1980 circa ci furono degli albi con le storie di Barks che poi smisero di pubblicare dopo 15 numeri, e cosi via dicendo.  "Plus ça change et plus c'est la meme chose."  :)

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                      Re: Disney Italiana in decadenza?
                      Risposta #99: Sabato 16 Set 2006, 12:05:08
                      Ma la Disney italiana e' in decadenza o e' solo dinamica?  Dopotutto non e' certo la prima volta che una testata chiude o si trasforma radicalmente: Albi di Topolino, Almanacchi, nel 1980 circa ci furono degli albi con le storie di Barks che poi smisero di pubblicare dopo 15 numeri, e cosi via dicendo.  "Plus ça change et plus c'est la meme chose."  :)

                      Hai ragione, infatti eviterei di abbandonarsi a discorsi troppo "apocalittici" ;)

                      Forse la chiusura di certe testate è in un certo senso un bene, perchè permetterà il ripensamento di formati e di storie da proporre al grande pubblico!

                      Poi, diciamocelo, ci sono troppe testate di ristampe. Le storie prima o poi finiscono, bisogna proporre cose nuove
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                        Re: Disney Italiana in decadenza?
                        Risposta #100: Sabato 16 Set 2006, 12:13:23


                        Poi, diciamocelo, ci sono troppe testate di ristampe. Le storie prima o poi finiscono, bisogna proporre cose nuove

                        Beh come ho gia' detto le ristampe sono infinite, perche' ci sono sempre nuove leve, quelli che non le hanno ancora viste ecc. ecc.  E poi io trovo che ogni ristampa, specie se presentata bene, sia come una storia nuova.

                        Invece il discorso delle storie nuove e' piu' difficile, perche' bisogna tenere presente che sono il frutto di un lavoro creativo.  Quanti Casty, Cimino o Don Rosa, oppure Ziche o Vian ci sono a questo mondo.  Io trovo che ogni singola storia bella sia un dono, e non sia possibile pretendere che vengano sfornate come se uscissero da una fabbrica.

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                          Risposta #101: Sabato 16 Set 2006, 12:34:13
                          Beh come ho gia' detto le ristampe sono infinite, perche' ci sono sempre nuove leve, quelli che non le hanno ancora viste ecc. ecc.  E poi io trovo che ogni ristampa, specie se presentata bene, sia come una storia nuova.

                          Verissimo. Infatti volevo malamente esprimere lo stesso concetto: le ristampe pensate bene sono ancora e saranno sempre linfa vitale del mercato italiano. Bisogna cercare però di non ingolfarlo rischiando un implosione dello stesso.
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                            Re: Disney Italiana in decadenza?
                            Risposta #102: Sabato 16 Set 2006, 15:18:02
                            Forse la chiusura di certe testate è in un certo senso un bene, perchè permetterà il ripensamento di formati e di storie da proporre al grande pubblico!

                            Se così fosse, dovremmo essere già a posto da anni, visto che la "confusione editoriale" in Disney regna ormai da parecchio... ;)

                            Il problema non è rappresentato tanto dalle testate che chiudono, ma paradossalmente da quelle che aprono, destinate, salvo rarissimi casi, a chiudere anch'esse i battenti in tempi record perchè realizzate malissimo.
                            I lettori, a forza di prese per i fondelli (vedi ristampe di MA, XM, ecc.), potrebbero anche stufarsi, e allora sarebbero guai...
                            « Ultima modifica: Sabato 16 Set 2006, 15:18:15 da MarcheseDelGrillo »
                            Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior.

                            Fabrizio De Andrè - Via del campo

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                              Risposta #103: Sabato 16 Set 2006, 15:44:15
                              Il problema non è rappresentato tanto dalle testate che chiudono, ma paradossalmente da quelle che aprono, destinate, salvo rarissimi casi, a chiudere anch'esse i battenti in tempi record perchè realizzate malissimo.

                              Mi spiace ripetermi ma un esempio di questo e' Paperinik Cult che, non so se avete notato, per poter sopravvivere ha dovuto aggiungere una storia inedita oltre le ristampe (fortuna che uscivano in ordine cronologico...) e per di piu' devono scriverlo in copertina altrimenti nessuno lo acquista.
                              Ora, personalmente, spero che chiudano questa testata... e che mandino Paperinik in pensione fino a quando non sapranno come utilizzarlo decentemente... Certo che Indiana Pipps, Ciccio, Umperio Bogarto e Paperoga non stanno meglio... ma almeno loro non hanno testate dedicate

                              Ciao.
                              "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

                              *

                              Paolodan3
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                                Re: Disney Italiana in decadenza?
                                Risposta #104: Sabato 16 Set 2006, 17:25:01
                                Non c'è bisogno di un Premio Nobel per l'Economia per capire che la chiusura o il ridimensionamento delle testate non è di certo un segnale di salute. Mi accodo, pur con qualche riserva, a chi crede che la pulizia da tanti prodottini, che anche voi citate, porti alla massima cura di quelli che ancora godono di buona salute.
                                Non si può neanche parlare completamente di mancanza di idee, perchè novità ce ne sono state, anche se purtroppo non hanno avuto fortuna (mi riferisco soprattutto all'ultimo PP8). Penso comunque che gli esperimenti destinati prevalentemente ad una domanda giovane siano molto difficili da portare avanti con successo almeno per due ordini di fattori: i continui cambiamenti nelle abitudini di vita dei giovani e giovanissimi, che hanno sempre meno tempo da dedicare alla lettura e anche il fatto che di prodotti destinati a quel target ne esistono già troppi negli scaffali delle edicole.
                                E' pur vero che è importante il mercato delle ristampe, ma non credo proprio che solo di quelle si possa vivere ...

                                 

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