Mi pare che si parli di sceneggiatori, per i quali il riconoscimento è più arduo; per cui non mi soffermerò sulle caratteristiche grafiche degli autori completi.
Martina: attribuisco a lui tutte le storie che hanno un contenuto mitologico classico colto. Ridurre il suo stile alla conflittualità tra paperi è riduttivo (ed è stato ripreso anche da altri); diciamo che i suoi personaggi hanno carattere. Paperino soccombe ma lotta.
Cimino: vabbè, è il più facile. A parte la quadrupla iniziale, sono ricorrenti i viaggi in luoghi esotici alla scoperta delle più improbabili popolazioni, l'utilizzo di mezzi di trasporto degni di Yattaman, le peculiarissime malattie di ZP e i più svariati luminari chiamati a curarle/diagnosticarle.
Ancora: nei dialoghi sono frequenti le "sentenze" che utilizzano il futuro (ad esempio del sapiente di turno, o dei nipoti che discutono dello zio), l'utilizzo delle parole "adatto", "transeunte" e delle parole composte come "antero-posteriore".
Poichè lui sceneggia con gli sketch, infine, i personaggi secondari hanno generalmente il muso allungato; per intenderci come il Battista recentemente standardizzato da Cavazzano.
Barosso: attribuisco a loro con una certa confidenza le storie che contengono un allitterazione nel titolo (es. "P. e la pernice perniciosa"). Sono cosciente che questo espediente era spesso usato anche da Martina che ne era in effetti l'inventore in Italia..
Chendi: le storie umoristiche di 15-16 tavole fatte nei '60/'70, in genere disegnate da Bottaro, sono decisamente sue. Rappresentano spesso Paperino alle prese con dei capricci di Paperina; altre volte è Paperina a raccontare attraverso il suo diario. Hanno un che di satirico...
Bramante: facile riconoscere le sue storie perchè si restringe il cerchio grazie al riconoscimento del suo tratto. Storie con Topolino di natura spionistica/avventurosa. Pippo ha un certo carattere e non manca di dare una mano a topolino, specie quando c'è da tirar botte.
Scarpa: anche quando non sceneggiava lui ci metteva molto di suo. Tirava fuori il meglio dalle sceneggiature altrui portandole ai suoi standard. Attribuisco a lui senza troppe difficoltà le storie coi sui personaggi; negli altri casi mi baso sul ritmo delle storie, sulla consistenza (non saprei come dire..) dei personaggi di contorno (quelli che non rivedrai mai più e che pure hanno un certo carattere) e sull'utilizzo dei suoi vocaboli distintivi ("Er...", "inusitato" ecc.).
Per ora mi fermo...