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Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?

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Cornelius
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    Il 'politically correct' di questi ultimi 30 anni ha fatto più danni che altro alle storie antecedenti e successivamente 'ridoppiate' (oltre  a quelle più recenti, naturalmente).
    Però alcuni cambiamenti sono stati giusti: le ridicole labbra ultragonfie di indigeni africani o di persone afro-americane, il farle parlare con la 'b' o la 'd' molto pronunciate, il rivolgersi ai propri superiori da parte di distinti maggiordomi (bianchi) con un 'si padrone', 'il padrone ha chiamato?', quando poteva tranquillamente essere sostituito da un 'signore' (fra l'altro più fine e meno ridicolo).
    Oltre a eliminare frasi violente, pistole, sigari e sigarette, sfruttamento 'coloniale' di altri paesi ecc., il 'politically correct' ha cancellato anche situazioni di degrado o disagio di quartieri poveri o di paesi 'emergenti' che invece erano un insegnamento, un aprire gli occhi a bambini/ragazzini che magari vivevano nel benessere e che, con il fumetto, potevano venire a conoscenza di mondi  diversi dal loro.
    Oggi nei fumetti Disney non si spara (o quasi), non si fuma (per fortuna), nessuno dice più 'si badrone' (meglio così) ma al tempo stesso le 'Shacktown' sono state eliminate. E' giusto non dare spazio a violenza, razzismo, vizi vari ed eventuali (se non per combatterli); non è giusto 'colpevolizzare' la povertà, il degrado, l'emarginazione cancelladole come se non esistessero.
    Certo, bisogna essere dei grandi artisti e poeti come Barks per trattarle con la dovuta delicatezza e attenzione. Vorrei che qualcuno, oggi, lo facesse, magari in modi nuovi visto che sono passati 60 anni e di Shacktown non si è saputo più nulla.
    « Ultima modifica: Domenica 28 Ago 2011, 01:29:17 da leo_63 »

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    New_AMZ
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      Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
      Risposta #1: Sabato 27 Ago 2011, 17:38:07
      E' stato sgomberato un paio di anni fa
      « Ultima modifica: Sabato 27 Ago 2011, 17:38:19 da New_AMZ »
      "Una omnia di Scarpa è un po' come avere la discografia completa dei Beatles, o un "vocabolario" del fumetto Disney." - cit.

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      piccolobush
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        Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
        Risposta #2: Sabato 27 Ago 2011, 18:01:50
        E' stato sgomberato un paio di anni fa
        Purtroppo c'è una shacktown in ogni città del mondo: non sarà sempre una baraccopoli ma zone di povertà e degrado le trovi ovunque.
        Tutti gli elementi citati da cornelius io li avrei lasciati, non solo i poveri, ma purtroppo c'è poco da fare. Oggi appena provi a fare un passettino appena al di là del pubblicamente consentito rischi di ritrovarti con un plotone di avvocati alle calcagna, anche per la minima idiozia. Che poi anche barks e i suoi colleghi ebbero i loro problemi, solo che allora non si era arrivati ai livelli paranoici di oggi

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        Andrea87
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          Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
          Risposta #3: Sabato 27 Ago 2011, 18:03:28
          vado un attimo OT

          Sapete cosa mi fa incazzare particolarmente a me? se in un film c'è un nero rappresentato nell'iconografia classica (labbroni, pronuncia imperfetta, anello al naso) o qualche altro stereotipo etnico (clamoroso nel cheapquel di Peter Pan l'estromissione degli indiani che erano, a detta degli ultimi pellirosse, offensivi) succede il finimondo, manifestazioni a destra, accuse di razzismo a sinistra ecc...

          Se però negli stessi film bisogna rappresentare un italiano, via di pizza, mandolino e mafia con tanto di coppola, lupara e dialetto siculo e NESSUNO DICE UN CAVOLO DI NIENTE! Questo al mio paese si chiama razzismo al contrario! >:(



          Ora, tornando IT:
          Ma secondo te al giorno d'oggi potrebbero mai mettere in un fumetto Disney, dove la satira sociale più graffiante parla della corsa all'acquisto dell'ultimo prodotto della PdP che in confronto le file per l'ultimo modello di iPhone al day one in Giappone sono fesserie, un quartiere/bidonville dove la gente, anzi i bambini, si ammalano di poliomelite, sia mai che i bambini che leggono possano scoprire le malattie (ORRORE!)e che aiutare i più sfortunati può essere un regalo molto più soddisfacente del balocco natalizio!

          Ma no, meglio fargli apprendere la corsa al lusso inutile hi-tech di ultima generazione!
          Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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          Cornelius
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            Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
            Risposta #4: Sabato 27 Ago 2011, 19:00:32
            E' stato sgomberato un paio di anni fa

            Grazie dell'informazione, Sapiente Ciminiano Moderatore.

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            Cornelius
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              Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
              Risposta #5: Sabato 27 Ago 2011, 21:12:21
              vado un attimo OT

              Sapete cosa mi fa incazzare particolarmente a me? se in un film c'è un nero rappresentato nell'iconografia classica (labbroni, pronuncia imperfetta, anello al naso) o qualche altro stereotipo etnico (clamoroso nel cheapquel di Peter Pan l'estromissione degli indiani che erano, a detta degli ultimi pellirosse, offensivi) succede il finimondo, manifestazioni a destra, accuse di razzismo a sinistra ecc...

              Se però negli stessi film bisogna rappresentare un italiano, via di pizza, mandolino e mafia con tanto di coppola, lupara e dialetto siculo e NESSUNO DICE UN CAVOLO DI NIENTE! Questo al mio paese si chiama razzismo al contrario! >:(

              Certamente gli stereotipi negativi che spesso accompagnano gli italiani o gli italo-americani non fanno piacere; in America prodotti televisivi come i 'Sopranos' o il 'Jersey Shore' hanno prodotto qualche polemica ma niente più.
              Credo che negli Usa la differenza del 'politically correct' fra le varie comunità dipenda dal passato storico: gli afro-americani hanno alle spalle 200 anni di vergognose tratte atlantiche e di schiavitù, poi altri 100 anni di dura segregazione razziale; i nativi americani (i cosidetti 'pellerossa') un lento ma inarrestabile genocidio e poi una chiusura più o meno accettata dentro le 'riserve indiane'.
              Anche gli italo-americani non è che siano stati trattati benissimo ma niente di paragonabile con quello accaduto agli altri gruppi etnici. Anzi, hanno velocemente scalato la piramide della società americana, nel bene (ristorazione, cinema, moda, musica, politica) e nel male (importazione della malavita organizzata, gangsterismo, controllo dei traffici di droghe e alcolici).

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              Cornelius
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                Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
                Risposta #6: Sabato 27 Ago 2011, 21:34:04





                Ora, tornando IT:
                Ma secondo te al giorno d'oggi potrebbero mai mettere in un fumetto Disney, dove la satira sociale più graffiante parla della corsa all'acquisto dell'ultimo prodotto della PdP che in confronto le file per l'ultimo modello di iPhone al day one in Giappone sono fesserie, un quartiere/bidonville dove la gente, anzi i bambini, si ammalano di poliomelite, sia mai che i bambini che leggono possano scoprire le malattie (ORRORE!)e che aiutare i più sfortunati può essere un regalo molto più soddisfacente del balocco natalizio!

                Ma no, meglio fargli apprendere la corsa al lusso inutile hi-tech di ultima generazione!

                Il tuo ragionamento non fa una grinza, però, visto che il Topo si occupa spesso di ecologia, a volte di randagismo ed adozioni di animali e (se non ricordo male) anche di lotta al razzismo, con in copertina i nipotini e un paperotto dalle piume scure (questi argomenti, salvo l'ecologia, sono in genere trattati più nelle rubriche che in storie vere e proprie) non vedo perché, una tantum, una storia un pò più profonda non possa essere pubblicata.
                « Ultima modifica: Sabato 27 Ago 2011, 21:43:21 da leo_63 »

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                  Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
                  Risposta #7: Sabato 27 Ago 2011, 23:17:47

                  Il tuo ragionamento non fa una grinza, però, visto che il Topo si occupa spesso di ecologia, a volte di randagismo ed adozioni di animali e (se non ricordo male) anche di lotta al razzismo, con in copertina i nipotini e un paperotto dalle piume scure [...] non vedo perché, una tantum, una storia un pò più profonda non possa essere pubblicata.
                  Perchè abbiamo la coscienza sporca con l'ecologia e ora dobbiamo espiare, l'abbiamo sporca col razzismo verso i neri, gialli, etc. e dobbiamo espiare, l'abbiamo sporca verso gli animali e dobbiamo espiare e fin qui è facile, basta dire "amate la natura", "siamo tutti uguali", "gli animali hanno gli stessi nostri diritti", è semplice, non costa nulla e non è necessario approfondire troppo i perchè. Con la povertà abbiamo sempre la coscienza sporca ma la spiegazione non sarebbe così semplice e nemmeno così a buon mercato! Meglio far finta che non esista

                  *

                  Zapotek
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                    Re: Ma a Paperopoli c'è ancora il quartiere di Shacktown?
                    Risposta #8: Domenica 28 Ago 2011, 18:51:47
                    vado un attimo OT

                    Sapete cosa mi fa incazzare particolarmente a me? se in un film c'è un nero rappresentato nell'iconografia classica (labbroni, pronuncia imperfetta, anello al naso) o qualche altro stereotipo etnico (clamoroso nel cheapquel di Peter Pan l'estromissione degli indiani che erano, a detta degli ultimi pellirosse, offensivi) succede il finimondo, manifestazioni a destra, accuse di razzismo a sinistra ecc...

                    Se però negli stessi film bisogna rappresentare un italiano, via di pizza, mandolino e mafia con tanto di coppola, lupara e dialetto siculo e NESSUNO DICE UN CAVOLO DI NIENTE! Questo al mio paese si chiama razzismo al contrario! >:(  

                    Beh però le due cose, scusami, ma non sono minimamente paragonabili. Nel caso degli italiani si parla di stereotipi che in linea di massima piacciono anche a noi (quello pizza, mandolino e canzoni) che abbiamo in parte costruito noi stessi e grazie ai quali molti dei nostri connazionali all'estero ci campano pure (fatti un giro in molti ristoranti italiani fuori dai confini) , quindi con il razzismo non c'entra proprio nulla. L'italiano descritto con coppola e lupara onestamente non credo sia altrettanto diffuso nel mondo dei fumetti, forse nell'iconografia filmica e non in questi termini, ma anche in quel caso , dispiace dirlo ma ce lo siamo meritati tutto e ci abbiamo marciato anche un pò sù trasformandolo quasi in un trademark che produce business (ho visto americani di origine italiana che sfoggiavano orgogliosi sull'auto adesivi inneggianti ai soprano).
                    Sono stereotipi che fanno parte dell'immaginazione comune, ma non poi così offensivi, come il francese disegnato con il cappello stravagante, la baguette sotto il braccio e la r moscia oppure l'inglese che sorseggia il te con la bombetta e l'ombrello.

                    Completamente diverso è vedere una persona di colore con un'etichetta che non si è scelto e che ricorda una delle più grosse barbarie dei nostri tempi , rappresentato in molti fumetti come il "buon selvaggio", con la pronuncia ed i modi di uno schiavo (anzi proprio in questi giorni negli States c'è stata una grossa polemica con la rivista "Vogue Italia" che aveva banalizzato la storia degli schiavi americani nel promuovere un orecchino etnico, gaffe subito corretta dalla direttrice della testata, tacciata di razzismo).  

                    Ritornando al topic, io credo che in MMMM (che ho iniziato da pochissimo), nella descrizione di Anderville, sia stato dato un leggero sguardo alla cultura underground da quartiere degradato, soprattutto in Coketown (il quartiere delle sale gioco), Chinaville e Northside, ma chi ha letto tutti gli albi potrà essere più preciso.
                    « Ultima modifica: Domenica 28 Ago 2011, 20:07:04 da Zapotek »

                     

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