1) c'e' il punto di partenza, vale a dire il problema di come esprimiamo le nostri opinioni sui fumetti qui discussi;:
Forse capisco male quello che viene scritto, ma mi sembrava che il punto principale della discussione fosse la discrepanza tra voto numerico e giudizio.
diventa particolare trovare un giudizio negativo o mediocre sintetizzato con un 8; credo, in linea di massima che possa essere giusto sintetizzare un giudizio con un voto, anche perhcè spesso non è così interessante leggere dieci opinioni molto simili, ma, continuo a dire, e così mi ricollego al punto
2) c'e' la questione dei voti scolastici, nata dal renderci conto che il loro uso e' cambiato nei decenni (il che rende difficile intendersi sul significato dei voti che noi diamo alle storie), ma il cui interesse e' indubbiamente acuito dal fatto "che siamo tutti una banda di vecchi babbioni legati alla nostra adolescenza";che se il 6 è la sufficienza, ci possono essere discrepnze tra un 51/2 e un 61/2, ma mi chiedo anche volendo valutare l'impegno di un autore, come siamo in grado di farlo? Come possiamo, noi fruitori del prodotto finito capire quante ore questo autore è stato in biblioteca a documentarsi per dar vita alla propria opera? Certo se uno sceneggiatore è costante si può vedere un miglioramento, ma io credo che nessuno di noi qua dentro abbia la possibilità di giudicare l'impegno di colui che scrive. (ML-IHJCM grazie per la citazione)
la famiglia di brigitta è fortunata, perchè i genitori hanno potuto fare le scuole superiori, purtroppo la vita a Prato negli anni cinquanta non era cos' facile e ricca, mio padre ha fatto la quinta elementare e a otto anni gli misero in mano una cassa di limoni e doveva andare in Piazza Duomo a venderli "tre limoni cento lire", fa ancora errori di grammatica di cui ancora di vergogna e quando scrive qualcosa di importante, dato che ha fatto il bibliofilo, o il bibliomane e così mi collego al punto
3) ci sono ulteriori fuoritema, come la mia divagazione sul significato di "impegno nello studio" o la domanda di Danilo1982 su quali siano le ragioni, piu' o meno inconsce, che ci spingono al collezionismo chiede sempre a me e amia madre di correggergli le bozze.
Veniamo a mia madre, la sua famiglia stava un po' meglio da un punto di vista economico, ha fatto le medie, ma ha fatto una scuola migliore di quella mio padre, non commette un errore di grammatica, riesce a coniugare tutti i verbi, non conosce molte parole ma ha i fondamentali e ora che ha sessantacinque anni ancora fano parte di lei.
Quindi, danilo, il fatto che tu non "senta" l' acca non deriva dai problemi sociale delle superiori, ma da una pessima scuola elementare, la grammatica la studi lì...anch'io ho fatto una scuola elementar epessima, cambiato tre maestri in tre anni, volevo fare il medico e ho fatto il classico, sono sempre stata l'ultima, o quasi della classe, la sintassi italiana era avvolta da un velo nero che la rendeva inaccessibile e dovevo tradurre greco e latino!!! sono fioccati tanti 4 e qualche 2, sono bocciata il secondo anno, ma a forza di leggere e di cercare di decifrare quelle maledette lettere sono riuscita a imparare quasi per osmosi la grammatica e la sintassi.
E' bello il tuo carattere sanguigno e hai ragione che si colleziona per riempire un vuoto e spesso l'oggetto viene caricato di simbolismo, mio padre e io di conseguenza che ho ereditato lo stesso tratto, veniamo presi come minimo per anacronistici perchè amiamo il libro come oggetto, il suo odore, la sua consistenza al tatto e il volume che occupa nello spazio.
Il collezionismo, il circondarsi di oggetti crea sicurezza e si tende a farlo per avere un appiglio, qualcosa da finire, qualcosa che dia corppo ad una passione e il sigillare gli albi in modo che non possano essere letti è come proteggere quella passione che fin da piccoli è stata presente; poi c'è chi lo fa per investimento, ma questo è un altro punto di vista.
Quello che non capisco del tuo messaggio è il voler giustificare il fatto che fai degli errori, non ti giustificare, stai attento quando scrivi e non fare errori oppure ironizza e prenditi in giro, il voler dar colpa a qualcuno diverso da noi stessi è qualcosa, secondo me, che non ha senso; una persona di mesia intelligenza può benissimo imparare qualunque cosa, la qualità importante è la volontà, ma quella non si impara nè si compra...