Transmetropolitan # 3 - L'anno del bastardo (Warren Ellis/Darick Robertson)
Capolavoro.
In senso assoluto?
Praticamente sì.
Con questo terzo volume Lion,
Transmetropolitan si attesta una lettura che tocca molteplici temi attraverso una narrazione senza remore, freni o mezzi termini. Esattamente come il credo che professa Spider Jerusalem, questo fumetto è l'articolo che ti schiaffa in faccia lo schifo del mondo sotto forma di cronaca politica, è il servizio che disturba la tua digestione all'ora di cena, è quel grido di rivalsa che l'uomo qualunque grida contro un sistema che non solo non lo rappresenta, ma che vuole fotterlo in tutti i modi possibili, dai più banali ai più fantasiosi.
Spider Jerusalem, novello Rorschach, sentenzia ad un certo punto del terzo volume "La verità. A qualsiasi costo". E il costo sa essere dannatamente elevato per l'etica e per la sanità mentale del protagonista, andando oltre qualsiasi compromesso perché nessun compromesso è accettabile, a meno di non piegarsi alle regole di quello stesso gioco che si vuol condannare.
"Odio questo post" è il titolo della bellicosa rubrica di Jerusalem, e niente meglio di questa frase rappresenta l'animo di questo turbolento giornalista fattone che ricerca nelle droghe sintetiche che la futuribile società immaginata da Ellis mette a disposizione, una fuga da quel modo che tanto lo disgusta e al contempo una via per rimanervi ancorato cercando di far capire a centinaia di stronzi quello che ogni giorno fanno finta di non vedere.
Quello che più mi affascina è che a dispetto dell'essere ambientato nel futuro, non ci sono mole differenze con la società attuale. E ovviamente in tale humus un personaggio come Spider Jerusalem non può che essere l'unico eroe possibile: scorretto, moralmente discutibile, dai modi grezzi, ma efficaci per schiaffare in faccia nel modo più chiaro possibile la situazione che vede attorno a sé.
L'anno del bastardo parla di elezioni in America, ma questo è il pretesto per parlare in senso più ampio di politica, società, rispetto per l'essere umano in quanto tale, in quanto cittadino e in quanto elettore. E' il pretesto per mostrare la faccia sporca dell'ipocrisia, del far finta di niente, del potere per il potere.
L'anno del bastardo è di gran lunga migliore del secondo volume e perfino migliore del bellissimo volume 1, e personalmente è il momento in cui ho capito che questo fumetto è una delle cose migliori che abbia letto finora.
Transmetropolitan # 4 - La Nuova Feccia (Warren Ellis/Darick Robertson)
Spider Jerusalem a mezzo servizio?
Narrativamente lecito, vista la drammatica conclusione dello scorso volume, che ha preso in contropiede perfino lui.
Eppure, è magnifico vedere in azione questo giornalista anche nei suoi momenti sottotono: va in giro per la città, fotografa (letteralmente e sotto forma di cronaca) la gente comune, che vive al limite della decenza, che tira a campare, che fa parte delle fasce più sfigate della popolazione... la nuova feccia, appunto, di cui Spider è diventato un po' il faro se non il simbolo, in qualche modo.
Il mondo è impazzito sotto i colpi del progresso senza remore e della ingordigia e avidità di chi ha in mano il potere e se lo gusta a lunghi sorsi. E Spider inizia a subire questa realtà, al contrario di quanto ha fatto da quando è tornato in pista.
Almeno fino a quando non gli viene data la possibilità di intervistare il Presidente uscente degli Stati Uniti, da Spider soprannominato "la Bestia": l'episodio migliore del volume è questo scambio di opinioni tra la Bestia e Spider, due visioni diametralmente opposte che però ci mostrano il Presidente sotto una luce leggermente diversa da quella sotto cui lo potevamo vedere fino al volume precedente.
Warren Ellis è fottutamente bravo nello scrivere quei dialoghi, e il ribaltamento di prospettiva non è nemmeno così marcato, com'è naturale e giusto: d'altro canto, quando Spider intervisterà l'avversario della Bestia, il Sorridente, il lettore avrà in mano il quadro per capire che la merda è da entrambe le parti.
Ma che solo i cittadini avranno la capacità di scegliere la merda peggiore.
Questo quarto volume prosegue più che degnamente questa storia di fanta-politica futurista, mostrando sempre più gli intenti della serie e attestandola su un livello qualitativo decisamente alto, soprattutto nei testi e nelle tematiche, ma offrendo anche un comparto grafico eccellente.