Secondo me, invece, se si vuole essere educativi il "come" è molto importante.. Tanto per fare un esempio, la recente storia di Topolino che incoraggiava all'uso di vocaboli desueti mi è sembrata piuttosto forzata, come se il messaggio educativo (condivisibile, per carità, anche se magari si sarebbe potuto utilizzare qualche termine un po' meno raro e arcaico, quelli proposti lo erano davvero un po' troppo) fosse l'elemento principale e la trama fosse solo un corollario, una cosa secondaria.
Autori come Martina e Cimino utilizzavano un vocabolario ampio e arricchito da termini forbiti in modo molto meno forzato, incuriosendo il lettore e facendogli scoprire autonomamente nuovi termini.
Spesso, poi, le storie ecologiche sono delle vere e proprie schifezze. Mi viene in mente la fattoria eco-sostenibile (ugh!) di Nonna Papera: sei tavole didascaliche di congegni ecologici sparati lì un po' a caso, in modo del tutto acritico e senza uno straccio di trama... A chi può seriamente piacere una cosa del genere? Più che un fine educativo, mi sembra che l'effetto desiderato sia quello di promuovere acriticamente tutto ciò che al momento passa per "ecologico", senza minimamente analizzarne pregi e difetti (che purtroppo esistono). Ovvio che una storia o una rubrica su Topolino non possano essere estremamente approfondite, ma un minimo di più si sarebbe potuto fare..