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    Ed alla fine ci siamo. Spesso, nelle discussioni, mi capita di rimarcare "come facevano negli anni '90, ed adesso non fanno più". Tranquilli. Non è il discorso di un nostalgico, sebbene sia vero, indiscutibilmente, che è in quel decennio (sono nato nell'89) che si è consumata, in massima parte, la mia passione per l'universo Disney, grazie a mamma e papà che mi assecondavano spesso quando chiedevo di comprare questa o quella testata (mai abbastanza, a dire il vero ;D), ed all'abbonamento a Topolino, dal 1997 in poi.
    E' piuttosto interessante notare come, in effetti, quello sia stato davvero un periodo magico, unico, e forse, irripetibile. Ma non certo perché ero bambino io. Piuttosto io, e chissà quanti altri, siamo stati incredibilmente fortunati, a poter godere, nell'età della fanciullezza (sto diventando poetico ;D), di un crocevia mai visto, di un periodo in cui, editorialmente, si fondevano innovazione nella testata principale (Topolino), accompagnata ad una mai così grande attenzione per il passato, (Zio Paperone, I Maestri Disney) e da slanci innovativi verso il futuro (Pk, MMMM). Anche a livello di autori, non credo ci sia mai stato un tale numero, ed una tale varietà di artisti,  di diverse generazioni e di diversi stili, contemporaneamente al lavoro alla Disney Italia.

    Qui rischio seriamente di eccedere in quello che è il mio principale (spero) difetto: la prolissità. Perdonatemi. D'altronde, ho intenzione di fare un'analisi delle testate in edicola in quel periodo, per evidenziarne le caratteristiche e le novità, e soprattutto per far notare la ricchezza, la quantità di offerta presente. Infatti, anche se molte testate di cui parlerò erano già in edicola da anni, è dal 1996, con uno dei restyling di Topolino, e l'esordio di Pk, che io individuo la svolta. E l'anno magico è il successivo, il 1997, quando le testate che analizzerò erano tutte contemporaneamente in edicola.

    Suddividerò perciò l'analisi in più parti, che scriverò man mano. Lo scopo è riflettere su un periodo spesso sottovalutato (gli anni '90 vengono da molti considerati un periodo bruttino per Topolino :o), ed anche capire in quante direzioni diverse è possibile espandere l'offerta, e fare eventuali-ragionati-paragoni col presente: meriti e demeriti dipendono dal periodo storico e, come insegna Marconi, se Topolino "vende", è più facile che faccia da traino ad altre testate, che si vendono praticamente da sole.

    PARTE I:

    Topolino
    Da che altro si poteva iniziare, se non "dalla più classica ed importante testata della Disney Italia"? Ebbene, il Topolino di quel periodo, secondo me, presenta grossi alti e bassi nei primi anni (1990-1995, con tantissime rubriche zuccherose ed ecologiste e poche storie), ha un certo rilancio col numero 2000, introduce già diversi autori dell'Accademia. Ma è dal 1996 che avviene la svolta: il libretto diventa più moderno, dinamico, accattivante. Cominciano ad essere presenti più storie (almeno cinque) in ogni numero, e rubriche e servizi interessanti, ben curati, pensati più per un pubblico preadolescente che per uno di ragazzini delle elementari (infatti spesso le trovavo pesanti e le saltavo): dedicati all'attualità, allo sport, alla musica, a tanti argomenti trattati in modo non banale, né stereotipato, e con uno stile scanzonato, che prende in giro il lettore, gli strizza l'occhio, come faranno in seguito, in modo diverso, PK e Ridi Topolino; si capisce cioè che intende un rapporto diverso, un lettore diverso, più adulto, più consapevole, c'è più voglia di osare, di uscire dagli schemi.
    Questo si riflette ovviamente, e soprattutto, sulle storie: è come se di colpo, si fosse un po' alzato il target, e piacesse di più "strizzare l'occhio al lettore più esperto, e chiedere un piccolo sforzo in più al lettore principante". Comincia una manovra di approfondimento dei personaggi, al di là dei loro ruoli fissi, si sviluppa più che mai, con Faraci, il rapporto tra Topolino e Gambadilegno, già iniziato da Mezzavilla, ed il personaggio di Gamba si caratterizza, diventa spesso protagonista in solo, senza il topastro di mezzo, e con successo. In generale, si cerca di uscire dagli schemi, di rinnovare il già visto, considerando scontato che il pubblico conosca le situazioni tipiche (le diatribe d'affari di Zio Paperone, i viaggi di Indiana Pipps, i disastri di Paperoga), di variare sul tema. Si cerca più spesso di sfruttare, e bene, quelli che sono stati comprimari per anni, Amelia, Nonna Papera, Brigitta, Archimede, Tip e Tap (c'era un filone in cui sono praticamente dei preadolescenti/adolescenti, che li sfruttava come "veri" ragazzi, tra mode, sport, amori, musica, "trasgressione", ecc.), Gastone, Battista, Pico de Paperis, Orazio, Miss Paperett, Basettoni, i Bassotti.
    Faraci innoverà Topolinia dando un nuovo smalto comico a Manetta ed inventando Rock Sassi, oggi coppia collaudatissima. Ed anche a Paperopoli si sfruttava spesso l'investigazione dal lato comico con Umperio Bogarto. Indiana Pipps verrà usato sempre più spesso senza Topolino o Pippo di mezzo. Sono stati ripresi abbastanza spesso personaggi meno conosciuti, come Gancio, Sgrizzo, Gedeone, è stato creato (o ripreso? :-?) Sfrizzo de' Pippis. Mastantuono ha creato Bum Bum Ghigno, per ampliare il parco personaggi di Paperopoli, facendolo poi agire in terzetto con Paperino ed Archimede, fuori dallo stereotipo dell'inventore.
    Soprattutto, è stato ideato da Enna, e realizzato magnificamente dal primo Barbucci, Paperino Paperotto, un ciclone che stravolge la Disney, immagina un passato (pur se "non canonico") per Paperino, gli da' dei comprimari interessanti (Louis, Betty Lou, Tom, Millicent), e gli fa vivere storie "da bambini", al tempo stesso divertenti e poetiche.
    Concina nel 1999 inventa con Held i Duckis, stravagante famiglia di quattro paperi, il cui capofamiglia è un "amico" di vecchia data di Gastone, portati per innovare, ed abbastanza interessanti, ma durati solo cinque storie e qualche strip. In questi anni riprendono vigore i filoni della Pia, della Macchina del Tempo, e Cimino è molto prolifico con le caccie al tesoro, ma anche con altri tipi di storie (Paperino e Paperoga/Paperino e Gastone che, cacciati dalla città, si trovano a girare il mondo in cerca di fortuna), e Pezzin-De Vita raggiungono vette altissime con i cicli di C'era una Volta in America e delle Tops Stories. Successivamente, Pezzin darà vita anche alla sua saga spaziale (di cui mi sfugge il titolo), più "adulta", ma anche di travagliata pubblicazione.
    Superpippo viene fatto ritornare, ed è protagonista di alcune buone prove.
    Intanto, Faccini mostra tutto il suo genio con una serie di esilaranti storie su un Paperoga più catastrofico che mai, la cui "vittima" è al solito, Paperino, ed un'altra "lone wolf" come la Ziche si sbizzarrisce a dissacrare Paperi e Topi con i suoi lunghissimi progetti, la Papernovela, il Topokolossal e Il Grande Splash, che sono anche parodie dei rispettivi generi cinematografici e letterari, nelle quali giostra tantissimi personaggi, e di ognuno svela i tic e le manìe meno banali.

    E fin qui, si potrebbe dire: "embè, pure ora sul Topo ci sono tanti esperimenti diversi e saghe di grandi autori, Casty, Radice-Turconi, Gervasio..." Giustissimo. Come ci sono sempre stati. La differenza, secondo me, è che qui è nato un certo livello di consapevolezza in più, di riflessione sul prodotto, che in parte si riflette anche oggi, ed in parte si è perso.
    Comunque, niente potrebbe dimostrare la ricchezza e la varietà del periodo, come l'elenco degli autori all'opera nelle varie testate Disney. Nel periodo 1997-1998-1999 (secondo me, il migliore qualitativamente), erano attivi, contemporaneamente, su Topolino (o nelle inedite di altre testate):

    -Maestri, o comunque autori di lunghissimo corso, come l'ultimo Carpi (poco), il...penultimo Scarpa (un po' di più, e tanta qualità), Cavazzano, De vita, Cimino, Pezzin, Sarda, Chendi (poco), Chierchini, Gatto, Bottaro, Scala, Asteriti, Bordini

    -autori attivi, più o meno assiduamente, dagli ultimi '70, o dagli '80, come Concina, Salvagnini, Mezzavilla, Michelini, Panaro, Del Conte, Dalla Santa, Amendola, Gottardo, la Mognato, Figus, Russo, Corteggiani, Guerrini, la Uggetti, Ubezio

    -autori che sono stati "la prima infornata" dell'accademia Disney, o che hanno esordito nello stesso periodo (ca dal 1990), cioè Sciarrone, Mastantuono, Mottura, Celoni, Camboni, Perina, Held, Freccero, Intini, Lavoradori, Deiana, Limido, Barbucci, Palazzi, Soldati, Panaro, Gula, Piras, Zironi, Vian, Marini, Pastrovicchio, la Ziche, Faccini

    -artisti che hanno portato una ventata di "novità" e di "modernità" nel mondo Disney, anche per umorismo e dialoghi, come Sisti (attivo già da un po'), Faraci, Artibani, Enna, Macchetto ed, in una certa misura, Valentini e Savini

    -autori che, pur se di livello, sono rimasti sul Topo un certo numero di anni, e poi se ne sono andati, come la Molinari, Coppola, Panarese, Ferraris, Urbano, o sono tornati di recente, come la coppia Leoni-Negrin, od onesti artigiani che hanno fatto anche molto bene il loro lavoro, e che oggi, sono stati per lo più messi da parte, tra questi, molte donne come la Mognato, la Mulazzi, la Martusciello, la Marabelli, Canepa, Arrighini, Perissinotto, Marinato, ma anche uomini come Dalena, Tulipano, Barozzi, Nigro, Dossi e Cordara

    Insomma, una varietà di autori e di stili mica da ridere, superiore, credo, anche all'attuale (il parco autori, per ammissione, della De Poli, è stato forzosamente ridotto per ragioni economiche). Tutti i disegnatori, poi, avevano non solo la capacità di disegnare i personaggi, ma di raccontare la storia (non è la stessa cosa), ed a livello stilistico, furono  concesse sperimentazioni anche estreme per l'epoca (Lavoradori, Intini, Mottura, Celoni, Barbucci, la Ziche, il primo Freccero).

    Con questo chiudo la prima parte. Nella prossima analizzerò (più in breve ;)) le altre testate
    « Ultima modifica: Giovedì 11 Lug 2013, 11:18:50 da alexthereader »

      Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
      Risposta #1: Martedì 9 Lug 2013, 14:29:33
      PARTE II:

      Paperinik e altri supereroi
      Nata nel 1993 per sfruttare il successo del Papero Mascherato (non era così abituale all'epoca creare nuove testate fisse su un personaggio), prima bimestrale e poi mensile, inizialmente dedicata solo a Paperinik, Paperinika e Superpippo, cui si aggiunsero poi Paper Bat, il Club dei Supereroi, e tante, tantissime storie di Paperi ad argomento avventuroso per "riempire" il giornale. Ottime copertine d'azione (almeno all'inizio), che invoglieranno (ma per proseguire era necessario comunque) a realizzare storie originali con un apposito team di autori (vi ricorda qualcosa? ;)). Tra queste, piccoli gioielli come La Minaccia di Dynamo ed il ciclo di Lola Duck, ma anche ottime storie di Concina su un Pk messo in difficoltà, con stratagemmi, da delinquenti "normali". Sciarrone e Lavoradori sperimenteranno qui soluzioni grafiche poi riprese in Pk. Soffre un po' la popolarità dell'esperimento successivo, appunto Pk, più "adulto" e sperimentale, ma per 60 numeri (ed occasionalmente in seguito) proporrà un prodotto di altissima qualità ai fan del papero mascherato.

      Topomistery
      Con Paperinik e altri supereroi forma un ideale paio di testate sugli "eroi d'azione" Disney (vendevano anche le card ed i gadget di entrambi), e sono i "precursori" dei più blasonati esperimenti successivi, Pk e Mickey Mouse Mistery Magazine, argomento da approfondire.
      Topomistery ripropone tantissime storie gialle di Topolino, belle e meno belle, più qualcuna straniera recente. Il bello è che, qualche storia poteva non essere all'altezza, magari parecchie, ma nell'insieme valeva comunque l'acquisto, perché ti regalava l'atmosfera, il genere. Ad un certo punto, si cominciarono ristampe di Gottfredson, a pagine verticali, in bianco e nero, coi bordi gialli, ed un'introduzione. Ho conosciuto così Topolino e la cassetta elettronica, Topolino e Pippo nel deserto del nulla, Pippo divo del cinema, e vi assicuro che sono riconoscente.

      Zio Paperone
      Nata nel 1987 per ristampare in modo continuativo le storie di Carl Barks (una testata regolare monografica non si era mai vista nella Disney Italia, ma se c'era qualcuno che la meritava, quello era il Maestro dell'Oregon), dal numero 70 riparte in edizione diversa, proponendo la Saga di Don Rosa, ed altre sue storie, "appaiate" con quelle di Barks cui si ispiravano, caratterizzando i numeri per tematica, facendo attenzione agli "anniversari" dei personaggi, approfondendo con servizi molto completi le storie del Vecchio taccagno, e poi facendo conoscere gli altri Maestri nordamericani e sudamericani che si sono cimentati con Paperone. Il tutto impreziosito dalle magnifiche copertine di Marco Rota. Per anni, la testata "filologica" più importante ed apprezzata in Disney, che dal 2001 o giù di lì, comincia però, inesorabilmente a calare di qualità, e chiude dopo aver fatto ingoiare bocconi amari agli appassionati, ma facendosi rimpiangere come poche per quello che era stata :'(

      I Maestri Disney
      Carpi, Scarpa, Gottfredson, Cavazzano, De Vita, Murry, Martina (ho dimenticato qualcuno?)
      Volumi monografici per ciascuno, con interviste, foto, schizzi inediti, servizi, i "cosa dicono di lui", analisi delle storie e, naturalmente Le Storie. Belle, bellissime, ristampate di rado, ma non troppo rare (per riservarsi il meglio in altre ristampe). Ho conosciuto così L'Incantesimo di Fonte Argento, Paperino e i gamberi in salmì, Topolino e la casa dei sette spettri, Casablanca. Ho amato questa testata. Un esempio di come si possa proporre ai giovani che non li hanno conosciuti abbastanza, grandi capolavori, e celebrare i Maestri che li hanno creati. Filologia allo stato puro, imprescindibile.

      Pk
      La testata che ha fatto il botto, il "niente sarà più come prima" nella Disney Italia. Prodotto di grandissimo successo, ed esportato all'estero. Formato da fumetti Marvel, rottura della gabbia delle vignette, sperimentazioni grafiche, taglio adulto, realistico, introspettivo delle trame, personaggi nuovi ed accattivanti, e tanta, tanta continuity. Normalmente in Disney una parolaccia. Ma soprattutto, la volontà di prendere uno dei personaggi più amati ed elevarlo alle vette che merita. Il tutto condito da una rubrica della posta spassosa, ironica, che introduceva un rapporto nuovo coi lettori, molti adolescenti, e schede di approfondimento su personaggi e tecnologia (tanto, TANTO avanti come idea). La seconda serie controversa, e la terza orribile, non hanno cancellato il ricordo di questo esperimento ("padre" di tutte le testate di questo formato successive, MMMM, X-Mickey, WITCH, ecc) che, dopo tanto sperare, forse tornerà.

      Mickey Mouse Mistery Magazine
      Io lo so perché Topolino sta antipatico. Perché è viziato, vuol fare tutto lui. Metti: a Paperinik danno una testata di formato più grande, e di taglio più adulto? E devono darla pure a lui ;D
      Scherzi a parte, il breve (11 numeri) e sfortunato esperimento di Faraci-Artibani su come rilanciare Mickey spedendolo nella cupa e cruda Anderville e facendogli fare l'investigatore privato per mestiere, avrebbe meritato maggior fortuna. Ci si interroga sul perché non ne abbia avuta, ma nel suo picolo, è stato una ventata di novità

      Ridi Topolino
      E con questo arriviamo al Capolavoro, signori. Prendete un autore appena arrivato, ma che sta ribaltando gli schemi (Faraci) ed una vecchia volpe poco sfruttata per il suo talento, ma molto ironica (Marconi) e metteteli insieme, al lavoro su una nuova testata, che abbia l'obiettivo di dissacrare tutto e tutti in Disney, obiettivo assolutamente blasfemo, con target adolescenziale/adulto, ed il risultato sarà...Ridi Topolino! La testata più divertente, intelligente ed irriverente che la Disney abbia mai prodotto. Nuovi tormentoni (i nani di gesso ;D), rubriche e giochi assolutamente, volutamente sconclusionati, brevi inediti di pura demenzialità e di presa in giro anche feroce dei nostri personaggi preferiti, e la furbizia di ristampare storielle scialbe, non belle, ma di argomento comico, e facendosi comunque pagare 4000 lire, perché era l'unico giornale che compravi per le rubriche, non per le storie. Signori, inchiniamoci.

      Paper Fantasy
      Ovvero: "come fare una testata tematica, in una casa editrice con 1178562355423 ristampe al mese, e funzionare". Anche questa, era geniale. Pubblicava storie Papere di genere Fantasy, Fantascienza e Fantastico, realizzava alcune inedite, e presentava servizi molto approfonditi e ben fatti sulle singole tematiche (i fantasmi, la conquista dello spazio, ecc). Unico neo: un angolo della posta frequentato  da mitomani. L'uscita bimestrale aiutava a tenere insieme il tutto.

      Topolino Adventure
      Altra testata nata nei primi anni '90. Storie avventurose sia di Paperi che di Topi (a volte si scivolava però nel fantastico), con Topolino, Indiana Pipps e Zio Paperone a farla da padroni. Molto spazio ai giochi, ma complessivamente meno convincente (anche se qui ho letto dei cult assoluti come Il ritorno del Principe delle Nebbie e Zio Paperone e la fuga nel Tempo)

      Mega 2000
      I termini "varietà" e "ricchezza" assumono qui un significato nuovo. Ad un costo tutto sommato normale, 400 pagine di storielle brevi (appunto vendute, un tanto al chilo), da tutto il mondo: Brasile, Argentina, Nord Europa, e tutte inedite in Italia. Qui si sono potute ammirare le imprese di José Carioca e dei suoi amici, degli scalcinati supereroi brasiliani, della Paperetta brasiliana e dei suoi amici, delle varie identità di Paperoga (Paper Kid, Paper Sub o giù di lì), ma anche Topolino e Paperino scandinavi, ed i maestri argentini e cileni come Branca e Vicar alle prese con Paperino e Zio Paperone, Pippo e Topolino da vari paesi, Nonna Papera, Ciccio e Archimede, molte storie di Rota inedite in Italia, Dinamite Bla e Firmina. In pratica, tutto il Disney non italiano, l'ideale per ridere con leggerezza, allargare di più i nostri orizzonti scoprendo qualcosa di buono ed...apprezzare di più i prodotti nostrani.

      Paperino
      Altra testata che merita un libro di elogi. Negli anni '80 e '90 sede di ristampe della banda dei Paperi, e luogo di incubazione di talenti come Guerrini e Leoni nelle inedite, nei primi '90 introduce in ogni numero una "storia da incorniciare" vecchia e ben analizzata. Poi, nel 1995, si trasforma in una testata "a tema" con un topic diverso per ogni numero: la storia, i soldi, la cucina, i gioielli, la legge, l'amore, lo sport...ed inizia la collaudata tradizione di mettere storie inedite all'inizio ed alla fine (moltissime le ha sceneggiate Faraci), lasciando ristampe di storielle americane in centro, anche loro "un tanto al chilo". Tulipano e Barozzi hanno lavorato tantissimo su questa testata, oltre ovviamente a Leoni-Negrin. Una formula innovativa, che avrebbe meritato l'acquisto ogni mese.

      I Vattelapesca Disney
      Ovvero: come riprendere l'antica tradizione di ristampare storie di un unico filone, producendo una "cornice" ambientata nel presente (di solito testi di Marconi e disegni del superbo Deiana). Paperamses I e II (grossa passione per l'Egitto in Disney), Historia Papera, uno sugli alieni, e tanti, tanti altri

      Le Grandi Parodie Disney
      E' dall'inizio che la Disney Italia si autoincensa per le Grandi Parodie. Ed a ragione, dico io. Quest'edizione fu meravigliosa, una per una tutte le Parodie (o più di una sulla stessa opera, o sullo stesso filone), con formato enorme (e le fastidiose, ma necessarie, vignette "di raccordo" da aggiungere), nuovo lettering, colorazione della Litomilano, ed introduzione con notizie sugli autori e confronto con l'opera originale. La degna edizione definitiva di tanti capolavori (e di altre storie che non lo sono, ma...rientravano nel genere)

      Le Giovani Marmotte
      Dopo tanti anni, i fastidiosi boy scouts ricevono una testata tutta loro, impregnata sull'ecologia, nelle rubriche e nei servizi, e con un team di autori a scrivere storie in continuity, nuovi personaggi, più approfondimento psicologico, la love story del Gran Mogol con la "capa" delle Giovani Esploratrici, e sottotrame di invasioni aliene e del misterioso Darkus (tutto questo mentre usciva Pk). Interessante il lavoro che c'era dietro, ma in definitiva non mi è mai piaciuta da matti

      Minni&Co
      Non sono qualificato per recensirla perché ne ho letti un paio a 7-8 anni  e non mi son piaciuti ;D, però c'era anche questo: un mensile dedicato alle "femmine" della banda Disney, e "per" le femmine (che secondo me è ancora più ghettizzante, ma va beh), con moltissime inedite

      Ci sarebbero ancora da recensire i Classici Disney, i Grandi Classici Disney, gli speciali a tema Io Paperino, ma le dita sulla tastiera cominciano a scricchiolare. C'è da dire che Classici e grandi Classici, secondo me, si distinguevano abbastanza nettamente per la "qualità" delle storie, com'è giusto che sia, ed erano comunque storie abbastanza recenti, come ci si lamenta oggi (storie di 7-8 anni prima). Gli Io Paperino sono usciti per un po', dedicati ogni volta ad un tema: lo sport, l'amore, l'Italia, gli USA, ed erano davvero degni dell'acquisto. E poi c'erano tantissime ristampe, di tre numeri alla volta, di quasi ogni testata: Topolino, Zio Paperone, Mega 2000, Paperino, Classici e Grandi Classici. Cioè, i fumetti Disney si vendevano come il pane. E naturalmente, pure gli Oscar Mondadori (su Paperinik, su Superpippo, ed altri)
      « Ultima modifica: Giovedì 11 Lug 2013, 11:26:20 da alexthereader »

        Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
        Risposta #2: Martedì 9 Lug 2013, 14:57:58
        Negli anni 90 c'erano pubblicazioni Disney per tutti i gusti!

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          Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
          Risposta #3: Martedì 9 Lug 2013, 15:06:43
          Hai dimenticato il trimestrale DuckTales (oltre che le varie riviste prescolari - Bambi, Dumbo, Cip & Ciop - e femminili - La sirenetta-). :)
          C'era veramente di tutto e di più. Simbolo del periodo di "vacche grasse" è "Le grandi Parodie": si spendevano soldi per ricolorare, rimontare e riletterare anche storie recenti che non ne avevano bisogno. Altri tempi!

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            Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
            Risposta #4: Martedì 9 Lug 2013, 17:14:35
            complimenti per le ottime digressioni
            io però ci aggiungerei anche la testata i grandi classici disney perchè prima della metà la qualità generale era abbastanza bassa per via delle ristampe di storie recenti e riempitive straniere,mentre dopo la metà degli anni 90 la qualità migliorò sensibilmente
            per me i grandi classici migliori,infatti,sono quelli dopo il 100 :)

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              Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
              Risposta #5: Martedì 9 Lug 2013, 18:07:10
              Successivamente, Pezzin darà vita anche alla sua saga spaziale (di cui mi sfugge il titolo), più "adulta", ma anche di travagliata pubblicazione.
              Le Cronache della Frontiera. :)

              la Ziche si sbizzarrisce a dissacrare Paperi e Topi con i suoi lunghissimi progetti, la Papernovela, il Topokolossal e Il Papero del Mistero
              Si replica, eh? :P

              E tra le innovazioni si deve citare anche il mondo rinnovato di Moby Duck e delle Storie della Baia.

                Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                Risposta #6: Martedì 9 Lug 2013, 18:26:07
                Complimentoni per l'ottimo lavoro!!! [smiley=other_worship.gif] [smiley=other_bow.gif] [smiley=other_worship.gif] [smiley=other_bow.gif]

                Hai riassunto in maniera perfetta l'amplissima scelta editoriale che offriva la disney a quei tempi, di fatto in edicola si riusciva sempre a trovare qualcosa.

                Certo, la qualità era abbastanza variabile, a seconda del periodo e della testata.
                Per fare un esempio noto, Paperinik ed altri supereroi iniziò molto bene, mantenendo una buona qualità per alcuni anni, ma poi iniziò un lento e lungo declino che portò la testata prima a stampare al suo interno delle normali storie di paperi che nulla c'entravano con paperinik, e poi a ri-stampare se stessa, tanto è vero che all'interno degli ultimi numeri trovavi l'indice delle storie con i rimandi ai precedenti numeri della stessa testata.
                Ed anche classici e grandi classici hanno vissuto alti e bassi a seconda del periodo che si prende in considerazione.
                Del topo, invece, ricordo con piacere le grandi saghe come C'era una volta in America, Le Cronache della Frontiera, i "lungometraggi" della Ziche... ;)
                Tritumbani fritti!

                *

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                  Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                  Risposta #7: Martedì 9 Lug 2013, 18:39:06
                  Mickey Mouse Mistery Magazine
                  Io lo so perché Topolino sta antipatico. Perché è viziato, vuol fare tutto lui. Metti: a Paperinik danno una testata di formato più grande, e di taglio più adulto? E devono darla pure a lui ;D
                  Scherzi a parte, il breve (11 numeri) e sfortunato esperimento di Faraci-Artibani su come rilanciare Mickey spedendolo nella cupa e cruda Anderville e facendogli fare l'investigatore privato per mestiere, avrebbe meritato maggior fortuna. Ci si interroga sul perché non ne abbia avuta, ma nel suo picolo, è stato una ventata di novità.
                  Solo una piccola precisazione: in tutto i numeri sono 12. ;)

                  Paperino
                  Altra testata che merita un libro di elogi. Negli anni '80 e '90 sede di ristampe della banda dei Paperi, e luogo di incubazione di talenti come Guerrini e Leoni nelle inedite, nei primi '90 introduce in ogni numero una "storia da incorniciare" vecchia e ben analizzata. Poi, nel 1995, si trasforma in una testata "a tema" con un topic diverso per ogni numero: la storia, i soldi, la cucina, i gioielli, la legge, l'amore, lo sport...ed inizia la collaudata tradizione di mettere storie inedite all'inizio ed alla fine (moltissime le ha sceneggiate Faraci), lasciando ristampe di storielle americane in centro, anche loro "un tanto al chilo". Tulipano e Barozzi hanno lavorato tantissimo su questa testata, oltre ovviamente a Leoni-Negrin. Una formula innovativa, che avrebbe meritato l'acquisto ogni mese.

                  I Vattelapesca Disney
                  Ovvero: come riprendere l'antica tradizione di ristampare storie di un unico filone, producendo una "cornice" ambientata nel presente (di solito testi di Marconi e disegni del superbo Deiana). Paperamses I e II (grossa passione per l'Egitto in Disney), Historia Papera, uno sugli alieni, e tanti, tanti altri.
                  Per quel che mi riguarda sono stati questi due rami a farmi "rientrare in carreggiata" nella delicata fase del "sono cresciuta per leggere ancora i fumetti", per cui non posso che ricordarli con piacere. Ci ho scoperto capolavori e pezzi da novanta di Scarpa, Carpi, Pezzin, Martina e non so quanti altri. Sicuramente erano acquisti imprescindibili per chiunque si stesse affacciando in quegli anni al mondo Disney. :)

                  Le Giovani Marmotte
                  Dopo tanti anni, i fastidiosi boy scouts ricevono una testata tutta loro, impregnata sull'ecologia, nelle rubriche e nei servizi, e con un team di autori a scrivere storie in continuity, nuovi personaggi, più approfondimento psicologico, la love story del Gran Mogol con la "capa" delle Giovani Esploratrici, e sottotrame di invasioni aliene e del misterioso Darkus (tutto questo mentre usciva Pk). Interessante il lavoro che c'era dietro, ma in definitiva non mi è mai piaciuta da matti.
                  Questa è una testata che, spinta dalla interessanti rubriche a tema sul settimanale avrei voluto seguire, ma non ne ho avuto la possibilità, per cui mi è toccato recuperarla dopo un bel po' di tempo.
                  Un altro esperimento a mio avviso riuscito (almeno nella prima metà della testata), quello di creare l'ennesimo microcosmo disneyano - pure in contemporanea con gli altri, oltretutto, tra cui il già citato universo pikappico, che tra l'altro ci si ricollega a mo' di crossover, per quanto quasi impercettibile: segno della grande e ottima sincronia tra le varie testate.
                  Nei primi 3-4 anni la formula funziona decisamente bene, con trame non banali e anche abbastanza interessanti e intriganti (tipo Darkus, che hai già citato), poi si è iniziato a sentire i primi segnali di affanno, con l'inserimento nel giornale delle storielline dei vari Strobl, Gregory e simili e l'appiattimento della varietà e dell'originalità delle storie e delle varie sottotrame.

                  Minni&Co
                  Non sono qualificato per recensirla perché ne ho letti un paio a 7-8 anni  e non mi son piaciuti ;D, però c'era anche questo: un mensile dedicato alle "femmine" della banda Disney, e "per" le femmine (che secondo me è ancora più ghettizzante, ma va beh), con moltissime inedite
                  Qua invece ci sono stata abbonata per tre/quattro anni, quindi il tempo necessario per apprezzarla. Sono stati esattamente gli ultimi tre/quattro anni della testata (l'abbonamento scadde proprio con l'ultimo numero), che dopo il restyling da Minni & Co. a Minni Mag risorge come Minni Amica del Cuore, e successivamente come Pocket Love.
                  C'è da dire che, a dispetto della grafica tutta a cuoricini non era una testata "semplice". Se le rubriche e gli articoli sui vari vip del momento erano chiaramente indirizzati ad un pubblico di bambine/ragazzine, le storie erano, in buona parte, delle storie non eccessivamente smielose (come ci si potrebbe aspettare dal target principale). Certo, le storielline semplici in cui tutti erano buoni ed erano amici c'erano anche loro, ma erano affiancate, giusto per citare le vette principali, dagli eredi dei Racconti attorno al Fuoco di Cimino (e scusate se è poco! :)). E anche nel mezzo c'era abbastanza roba buona.

                    Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                    Risposta #8: Martedì 9 Lug 2013, 19:21:07
                    Le Cronache della Frontiera. :)

                    Si replica, eh? :P

                    E tra le innovazioni si deve citare anche il mondo rinnovato di Moby Duck e delle Storie della Baia.

                    Ma io quando dico che la Ziche "dissacra", lo dico con affetto, penso si sia capito, e comunque è vero ;) Poi è una cosa di cui ti rendi conto di più da adulto, cioè non tanto della presa in giro di per sé, ma proprio della "cattiveria" che c'è dietro, vedi anche la patetica Brigitta nella storia del 3000, il messaggio di quella storia è proprio quanto sia patetica a morir dietro ad un Paperone così

                    Le Storie della Baia meritano, ma credo siano cominciate nel 2000 o nel 2001, per questo le ho escluse, magari sbaglio. Grazie invece per le altre precisazioni, ho scritto un po' di getto.

                    @Tacitus I: sì, è probabile, in effetti io ho letto soprattutto Grandi Classici dal 1996 in poi, però ne ho letti alcuni precedenti comunque ottimi (gli anni '80, secondo me, sono stati molto buoni), anche se è vero che la "formula" con parecchie storie, più vecchiotte, ma in realtà di varie epoche diverse, era l'ideale, come "concetto".

                    @Seya: sì, anche su Paperinik hai ragione, infatti ho detto "per i primi 60 numeri", però è vero anche che  ci sono stati cattivi numeri anche prima (c'erano anche brutte storie classiche e brutte inedite, a volte). D'altronde, le storie non di Paperinik a me spesso piacevano, in qualche modo "intuivo" che solo quelle del Vendicatore Mascherato non sarebbero state sufficienti a riempire tutte le pagine. Ad un certo punto la testata si è incartata su sé stessa, ed è un peccato, però, paradossalmente, intorno al numero 120 se non sbaglio, ci sono stati vari numeri di sole ristampe di storie antiche e recenti che, a seconda della selezione, non erano malaccio. Detto questo, i primi, leggendari tre numeri verranno da me custoditi come il Santo Graal e, neanche a farlo apposta, ci sono proprio le più belle del Vendicatore.

                      Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                      Risposta #9: Martedì 9 Lug 2013, 19:24:40
                      Anche secondo me gli anni '90 sono stati un periodo assolutamente positivo per la Disney, periodo che peraltro è proseugito per un po' anche nei primi anni 2000. Ricordo che nel 2001 acquistavo tipo 7-8 riviste diverse al mese, tanto che a volte me ne scordavo qualcuna, rinunciando solo a quelle tipo Witch, che era tanto pubblicizzata all'epoca, per questione di "target". Anche i cosidetti Vattelapesca andavano via come niente, a partire dai SuperMiti e Miti Mondadori.
                      La varietà di riviste in edicola era notevole.

                      Ma anche Topolino ha vissuto una stagione felice. Come indicato da DonaldPaperinik, una svolta c'è nel 1996. E' una cosa che ho sempre pensato anch'io, fin da allora.
                      In particolare il cambiamento arriva col numero 2115, con quella nuova veste grafica e l'inizio della prima lunga saga della Ziche. Li secondo me c'era una maggiore qualità dei redazionali e delle rubriche. Potrebbe essere anche qualcosa legato alla nostalgia, ma non credo.
                      Per esempio, la veste grafica che il settimanale adottò nell'intervallo 2115-2247 ancora oggi mi sembra la migliore, nonostante, per esempio, mi piaccia di più quella attuale piuttosto che quella di 10 anni fa.

                        Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                        Risposta #10: Martedì 9 Lug 2013, 19:26:50
                        Ma anche Topolino ha vissuto una stagione felice. Come indicato da DonaldPaperinik, una svolta c'è nel 1996. E' una cosa che ho sempre pensato anch'io, fin da allora.
                        In particolare il cambiamento arriva col numero 2115, con quella nuova veste grafica e l'inizio della prima lunga saga della Ziche. Li secondo me c'era una maggiore qualità dei redazionali e delle rubriche. Potrebbe essere anche qualcosa legato alla nostalgia, ma non credo.
                        Per esempio, la veste grafica che il settimanale adottò nell'intervallo 2115-2247 ancora oggi mi sembra la migliore, nonostante, per esempio, mi piaccia di più quella attuale piuttosto che quella di 10 anni fa.

                        Perfettamente d'accordo. Era qualcosa di proprio "adatto" all'epoca, al clima di rinnovamento generale.

                        *

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                          Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                          Risposta #11: Martedì 9 Lug 2013, 19:29:59

                          Ma io quando dico che la Ziche "dissacra", lo dico con affetto, penso si sia capito, e comunque è vero ;)
                          Lol, ma certo che sì. Mi riferivo al fatto che hai citato due volte la stessa storia (Papernovela/Papero del Mistero). ;)

                          Hai ragione, le Storie della Baia sono del 2001. Ma le considero a tutti gli effetti un prodotto del "rinnovamento" degli anni '90, seppur tardivo.

                            Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                            Risposta #12: Martedì 9 Lug 2013, 19:46:52

                            Hai ragione, le Storie della Baia sono del 2001. Ma le considero a tutti gli effetti un prodotto del "rinnovamento" degli anni '90, seppur tardivo.

                             Lo sono. Ci furono storie di qualità sul Topo (anche se il rinnovamento vero e proprio si interrompe ad inizio 2000), fino a tutto il 2001, ed una parte del 2002 non era da buttare, ad essere generosi. Anche come progetto, come tipo di cosa, sono storie "figlie" del periodo precedente.

                              Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                              Risposta #13: Martedì 9 Lug 2013, 19:53:18

                              Perfettamente d'accordo. Era qualcosa di proprio "adatto" all'epoca, al clima di rinnovamento generale.

                              Che poi, secondo me, andrebbe bene anche oggi. Cioè, anche a rivederlo ora, non mi sembra di aspetto così "vecchio" (come invece sembra la grafica del Topolino precedente, e ricordo che lo stesso effetto me lo faceva all'epoca, benchè fosse qualcosa di molto recente!).
                              Poi c'era per ogni numero uno spazio di 10-12 pagine dedicato ad un solo argomento, ed erano fatti così bene che mi era rimasto impresso il nome alla fine "a cura di...." che in molti casi era l'attuale direttrice ;)
                              Poi rubriche come "Hit" su musica, cinema, libri, videogiochi e tanto altro, curata nientemeno che da Paperoga ;D

                              Se non sbaglio poi, col numero 2115, oltre alle saghe della Ziche, cominciarono pure i gulp, all'epoca "Ciak", ricordo che i primi erano quelli storici di Barks.

                              *

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                                Re: La Ricchezza editoriale della Disney Italia negli anni '90
                                Risposta #14: Mercoledì 10 Lug 2013, 00:29:47

                                Non a caso i '90 sono gli anni in cui mi sono riavvicinato al fumetto Disney grazie alla scoperta delle Fiere che fino ad allora ignoravo clamorosamente (con vecchi Classici 1a serie ritrovati ed altri che non conoscevo) e, più comodamente in edicola, all'arrivo dei Maestri Disney (Scarpa e Carpi, Cavazzano e DeVita, Cimino e Martina oltre a Gottfredson avevano finalmente un volto e una storia da mostrare), al rilancio di ZP (che era partito nell'87 ma dopo 14 numeri si era fermato) con Barks e Don Rosa da rivedere e scoprire, all'ottimo Paperino Mese tematico che alternava storie passate a più recenti o nuove e al classico Topolino che festeggiava i 2000 numeri (erano ancora attivi Scarpa e Carpi - oltre a Gatto, Chierchini, Boldrini - che continuavano a disegnare divinamente rendendomi meno ostico l'approccio al nuovo libretto pieno di nuovi disegnatori che poco avevano a che fare con quelli che avevo lasciato 15 anni prima: l'unico che mi piaceva era Dalla Santa).
                                Al contrario non ebbi alcun appeal con PK che sfogliavo in edicola perplesso (comprai il primo numero 'tanto per') e neanche con Ridi Topolino (forse l'unico albo di cui non possiedo nemmeno una copia).
                                « Ultima modifica: Mercoledì 10 Lug 2013, 00:42:11 da leo_63 »

                                 

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