Ed alla fine ci siamo. Spesso, nelle discussioni, mi capita di rimarcare "come facevano negli anni '90, ed adesso non fanno più". Tranquilli. Non è il discorso di un nostalgico, sebbene sia vero, indiscutibilmente, che è in quel decennio (sono nato nell'89) che si è consumata, in massima parte, la mia passione per l'universo Disney, grazie a mamma e papà che mi assecondavano spesso quando chiedevo di comprare questa o quella testata (mai abbastanza, a dire il vero
), ed all'abbonamento a Topolino, dal 1997 in poi.
E' piuttosto interessante notare come, in effetti, quello sia stato davvero un periodo magico, unico, e forse, irripetibile. Ma non certo perché ero bambino io. Piuttosto io, e chissà quanti altri, siamo stati incredibilmente fortunati, a poter godere, nell'età della fanciullezza (sto diventando poetico
), di un crocevia mai visto, di un periodo in cui, editorialmente, si fondevano innovazione nella testata principale (Topolino), accompagnata ad una mai così grande attenzione per il passato, (Zio Paperone, I Maestri Disney) e da slanci innovativi verso il futuro (Pk, MMMM). Anche a livello di autori, non credo ci sia mai stato un tale numero, ed una tale varietà di artisti, di diverse generazioni e di diversi stili, contemporaneamente al lavoro alla Disney Italia.
Qui rischio seriamente di eccedere in quello che è il mio principale (spero) difetto: la prolissità. Perdonatemi. D'altronde, ho intenzione di fare un'analisi delle testate in edicola in quel periodo, per evidenziarne le caratteristiche e le novità, e soprattutto per far notare la ricchezza, la quantità di offerta presente. Infatti, anche se molte testate di cui parlerò erano già in edicola da anni, è dal 1996, con uno dei
restyling di Topolino, e l'esordio di Pk, che io individuo la svolta. E l'anno magico è il successivo, il 1997, quando le testate che analizzerò erano tutte
contemporaneamente in edicola.
Suddividerò perciò l'analisi in più parti, che scriverò man mano. Lo scopo è riflettere su un periodo spesso sottovalutato (gli anni '90 vengono da molti considerati un periodo
bruttino per Topolino :o), ed anche capire in quante direzioni diverse è possibile espandere l'offerta, e fare eventuali-ragionati-paragoni col presente: meriti e demeriti dipendono dal periodo storico e, come insegna Marconi, se Topolino "vende", è più facile che faccia da traino ad altre testate, che si vendono praticamente da sole.
PARTE I:
Topolino Da che altro si poteva iniziare, se non "dalla più classica ed importante testata della Disney Italia"? Ebbene, il Topolino di quel periodo, secondo me, presenta grossi alti e bassi nei primi anni (1990-1995, con tantissime rubriche zuccherose ed ecologiste e poche storie), ha un certo rilancio col numero 2000, introduce già diversi autori dell'Accademia. Ma è dal 1996 che avviene la svolta: il libretto diventa più moderno, dinamico, accattivante. Cominciano ad essere presenti più storie (almeno cinque) in ogni numero, e rubriche e servizi interessanti, ben curati, pensati più per un pubblico preadolescente che per uno di ragazzini delle elementari (infatti spesso le trovavo pesanti e le saltavo): dedicati all'attualità, allo sport, alla musica, a tanti argomenti trattati in modo non banale, né stereotipato, e con uno stile scanzonato, che prende in giro il lettore, gli strizza l'occhio, come faranno in seguito, in modo diverso, PK e Ridi Topolino; si capisce cioè che intende un rapporto diverso, un lettore diverso, più adulto, più consapevole, c'è più voglia di osare, di uscire dagli schemi.
Questo si riflette ovviamente, e soprattutto, sulle storie: è come se di colpo, si fosse un po' alzato il target, e piacesse di più "strizzare l'occhio al lettore più esperto, e chiedere un piccolo sforzo in più al lettore principante". Comincia una manovra di approfondimento dei personaggi, al di là dei loro ruoli fissi, si sviluppa più che mai, con Faraci, il rapporto tra Topolino e Gambadilegno, già iniziato da Mezzavilla, ed il personaggio di Gamba si caratterizza, diventa spesso protagonista
in solo, senza il topastro di mezzo, e con successo. In generale, si cerca di uscire dagli schemi, di rinnovare il già visto, considerando scontato che il pubblico conosca le situazioni tipiche (le diatribe d'affari di Zio Paperone, i viaggi di Indiana Pipps, i disastri di Paperoga), di variare sul tema. Si cerca più spesso di sfruttare, e bene, quelli che sono stati comprimari per anni, Amelia, Nonna Papera, Brigitta, Archimede, Tip e Tap (c'era un filone in cui sono praticamente dei preadolescenti/adolescenti, che li sfruttava come "veri" ragazzi, tra mode, sport, amori, musica, "trasgressione", ecc.), Gastone, Battista, Pico de Paperis, Orazio, Miss Paperett, Basettoni, i Bassotti.
Faraci innoverà Topolinia dando un nuovo smalto comico a Manetta ed inventando Rock Sassi, oggi coppia collaudatissima. Ed anche a Paperopoli si sfruttava spesso l'investigazione dal lato comico con Umperio Bogarto. Indiana Pipps verrà usato sempre più spesso senza Topolino o Pippo di mezzo. Sono stati ripresi abbastanza spesso personaggi meno conosciuti, come Gancio, Sgrizzo, Gedeone, è stato creato (o ripreso?
) Sfrizzo de' Pippis. Mastantuono ha creato Bum Bum Ghigno, per ampliare il parco personaggi di Paperopoli, facendolo poi agire in terzetto con Paperino ed Archimede, fuori dallo stereotipo dell'inventore.
Soprattutto, è stato ideato da Enna, e realizzato magnificamente dal primo Barbucci, Paperino Paperotto, un ciclone che stravolge la Disney, immagina un passato (pur se "non canonico") per Paperino, gli da' dei comprimari interessanti (Louis, Betty Lou, Tom, Millicent), e gli fa vivere storie "da bambini", al tempo stesso divertenti e poetiche.
Concina nel 1999 inventa con Held i Duckis, stravagante famiglia di quattro paperi, il cui capofamiglia è un "amico" di vecchia data di Gastone, portati per innovare, ed abbastanza interessanti, ma durati solo cinque storie e qualche strip. In questi anni riprendono vigore i filoni della Pia, della Macchina del Tempo, e Cimino è molto prolifico con le caccie al tesoro, ma anche con altri tipi di storie (Paperino e Paperoga/Paperino e Gastone che, cacciati dalla città, si trovano a girare il mondo in cerca di fortuna), e Pezzin-De Vita raggiungono vette altissime con i cicli di
C'era una Volta in America e delle
Tops Stories. Successivamente, Pezzin darà vita anche alla sua saga spaziale (di cui mi sfugge il titolo), più "adulta", ma anche di travagliata pubblicazione.
Superpippo viene fatto ritornare, ed è protagonista di alcune buone prove.
Intanto, Faccini mostra tutto il suo genio con una serie di esilaranti storie su un Paperoga più catastrofico che mai, la cui "vittima" è al solito, Paperino, ed un'altra "lone wolf" come la Ziche si sbizzarrisce a dissacrare Paperi e Topi con i suoi lunghissimi progetti, la
Papernovela, il
Topokolossal e
Il Grande Splash, che sono anche parodie dei rispettivi generi cinematografici e letterari, nelle quali giostra tantissimi personaggi, e di ognuno svela i tic e le manìe meno banali.
E fin qui, si potrebbe dire: "embè, pure ora sul Topo ci sono tanti esperimenti diversi e saghe di grandi autori, Casty, Radice-Turconi, Gervasio..." Giustissimo. Come ci sono sempre stati. La differenza, secondo me, è che qui è nato un certo livello di consapevolezza in più, di riflessione sul prodotto, che in parte si riflette anche oggi, ed in parte si è perso.
Comunque, niente potrebbe dimostrare la ricchezza e la varietà del periodo, come l'elenco degli autori all'opera nelle varie testate Disney. Nel periodo 1997-1998-1999 (secondo me, il migliore qualitativamente), erano attivi, contemporaneamente, su Topolino (o nelle inedite di altre testate):
-Maestri, o comunque autori di lunghissimo corso, come l'ultimo Carpi (poco), il...penultimo Scarpa (un po' di più, e tanta qualità), Cavazzano, De vita, Cimino, Pezzin, Sarda, Chendi (poco), Chierchini, Gatto, Bottaro, Scala, Asteriti, Bordini
-autori attivi, più o meno assiduamente, dagli ultimi '70, o dagli '80, come Concina, Salvagnini, Mezzavilla, Michelini, Panaro, Del Conte, Dalla Santa, Amendola, Gottardo, la Mognato, Figus, Russo, Corteggiani, Guerrini, la Uggetti, Ubezio
-autori che sono stati "la prima infornata" dell'accademia Disney, o che hanno esordito nello stesso periodo (ca dal 1990), cioè Sciarrone, Mastantuono, Mottura, Celoni, Camboni, Perina, Held, Freccero, Intini, Lavoradori, Deiana, Limido, Barbucci, Palazzi, Soldati, Panaro, Gula, Piras, Zironi, Vian, Marini, Pastrovicchio, la Ziche, Faccini
-artisti che hanno portato una ventata di "novità" e di "modernità" nel mondo Disney, anche per umorismo e dialoghi, come Sisti (attivo già da un po'), Faraci, Artibani, Enna, Macchetto ed, in una certa misura, Valentini e Savini
-autori che, pur se di livello, sono rimasti sul Topo un certo numero di anni, e poi se ne sono andati, come la Molinari, Coppola, Panarese, Ferraris, Urbano, o sono tornati di recente, come la coppia Leoni-Negrin, od onesti artigiani che hanno fatto anche molto bene il loro lavoro, e che oggi, sono stati per lo più messi da parte, tra questi, molte donne come la Mognato, la Mulazzi, la Martusciello, la Marabelli, Canepa, Arrighini, Perissinotto, Marinato, ma anche uomini come Dalena, Tulipano, Barozzi, Nigro, Dossi e Cordara
Insomma, una varietà di autori e di stili mica da ridere, superiore, credo, anche all'attuale (il parco autori, per ammissione, della De Poli, è stato forzosamente ridotto per ragioni economiche). Tutti i disegnatori, poi, avevano non solo la capacità di
disegnare i personaggi, ma di
raccontare la storia (non è la stessa cosa), ed a livello stilistico, furono concesse sperimentazioni anche estreme per l'epoca (Lavoradori, Intini, Mottura, Celoni, Barbucci, la Ziche, il primo Freccero).
Con questo chiudo la prima parte. Nella prossima analizzerò (più in breve
) le altre testate