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Le storie di ieri e oggi secondo gli autori

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Grrodon
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PolliceSu

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PolliceSu
    Re: Nuovi autori italiani
    Risposta #45: Giovedì 26 Feb 2009, 20:30:57
    Dunque, le rivoluzioni. Cerchiamo di sviscerare ciò che intendo.
    Innanzitutto bisogna tenere conto Ego, che le difficoltà che investono il fumetto Disney, dovute come dici tu al florilegio di innovazioni tecnologiche che ci hanno reso più facile la vita, investono anche altri media, quindi non è un motivo buono per arrendersi e lasciarsi andare a facilonerie e cliché, ben vengano invece queste limitazioni, che l'autore intelligente saprà invece sfruttare a suo vantaggio (e cito il solito Casty con la storia dei punti di salvataggio e quella della città deserta per colpa di un copincolla buggato).

    La rivoluzione svecchiante , se la si vuole attuare (e non sono mica tanto sicuro che la si voglia attuare, tempo fa ho avuto da Tito Faraci segnali positivi in merito, ma penso che per molti altri autori possa essere un po' uno spauracchio) va innanzitutto voluta. Bisogna prendere atto del fatto che ormai sono decenni che i personaggi Disney vivono avventure e che quindi molto è già stato detto, raccontato, molti filoni ormai esauriti. Sclerotizzarsi sulla loro routine è deleterio per i personaggi stessi, visto che poi vengono fuori storie in cui i personaggi si scambiano i ruoli per un giorno etc, segnale di credibilità vicina allo zero.

    Qualora si volesse davvero dare una svecchiata al fumetto Disney, bisognerebbe che un gruppetto di autori, d'amore e d'accordo si mettesse al tavolo e provasse un po' a spremere le meningi per capire quale possano essere le zone ancora vergini in cui potersi spostare. Provare a creare nuovi personaggi, ben studiati e ragionati, nuovi nuclei, aggiungere qualche nuovo comprimario che instauri qualche dinamica nuova e interessante, che possa stimolare gli autori in primis. Per far questo è necessario entrare in un'ottica quadridimensionale, pensare ai personaggi come personalità credibili e provare un po' a ragionarci su, porsi domande su di loro, capire di quali altri personaggi possano aver bisogno per esprimere l'inespresso.
    Non è impossibile, la storia del fumetto Disney è costellata di casistiche simili, se ci si pensa. Un po' di esempi:

    -Paperino stesso nasce come personaggio "spin-off" di Topolino, sorta di figura geometrica che Barks anno dopo anno arricchisce di nuovi vertici. Se ci pensiamo, provando Barks a ragionare un po' su di lui, ha fatto spuntare vertici importantissimi e iconici come Gastone e Zio Paperone. Quest'ultimo poi ha ricevuto da Barks un altro terzetto di vertici, oggi ormai abusati, ma a suo tempo freschi e geniali, come i Bassotti, Cuordipietra/Rockerduck e Amelia. E i Bassotti stessi sono stati arricchiti dalla presenza di un nonno. Se ci si pensa, l'intera Paperopoli è nata così, aggiungendo continuamente nuovi rami e vertici, nati dal ragionamento tridimensionale. E prima che si pensi che sia stato facile solo perchè si lavorava su un terreno vergine, si pensi a Scarpa che ha saputo donare a Paperone il suo ideale quarto vertice, Brigitta, in seguito a sua volta arricchita da Filo Sganga, personaggio che ora come ora sembra così normale e ovvio avere nel cast fisso.

    -Pippo. Per potergli dare un'individualità si è molto penato dal momento che era sempre stato una spalla sia nei cartoni che nei fumetti. C'erano stati gli How To, che però non permettevano storie ad ampio respiro. Se oggi abbiamo un valido film come A Goofy Movie, è perchè si è imparato a ragionare tridimensionalmente sul personaggio, ripescando l'idea del figlio, che gli era stato affibbiato in una delle tante serie televisive, e provando ad adattarla al Pippo classico, con gusto e intelligenza. Il tutto concepito provando un po' a capire come si sarebbe potuto mettere Pippo a confronto con un degno contraltare. Il risultato? Una coppia Disney che si completa a vicenda e che è un peccato che nei fumetti non si sia mai vista, preferendo l'insulso Gilberto. Un'altra contraltare di Pippo invece è stata a lungo Nocciola, e lì la genialata di Bottaro sta nel fatto di aver fatto incontrare due personaggi nati per scopi diversissimi (Nocciola era un perosnaggio di Paperopoli!), e la cosa ha funzionato per anni.

    -Topolino. Bé qui a farla da padrone è Tito Faraci che ha fatto sua questa "rivoluzione 3d". Il suo indagare nel dietro le quinte del personaggio, del suo rapporto con la giustizia, o con Pietro, ha prodotto capolavori come Anderville, o Il Fiume del Tempo. Porsi domande, chiedersi perché il determinato personaggio agisca così ha portato l'autore a misurarsi con la filologia stessa. E prima che si possa anche solo considerare tutto questo uno sfizio virtuosistico, ricordiamo che con la creazione del vertice Rock Sassi si è completato il quadretto del commissariato giungendo ad uno status quo che fa gola a parecchi altri autori (il personaggio è ormai utilizzato comunemente) e da cui sembrerebbe molto brutto ora come ora tornare indietro.

    -PK/MM. Queste due serie sono poi l'esaltazione stessa dello spin-off e del ragionamento tridimensionale. Lasciando perdere la maggior profondità data dal format stesso (se è così impossibile riaprirle perchè non traslocarle su Topolino lasciandone intatto il registro?) ricordiamo che hanno dato i natali a gruppetti di personaggi che avrebbe moltissimo da dire e dare ancora, e che si potrebbero riutilizzare benissimo (il bar di Little Cesar, Angus Fangus e la redazione del telegiornale).

    Ecco, forse mi sarò dilungato un po' troppo, ma accidenti, non sapevo in che altro modo farmi capire. Utilizzare personaggi e strumenti narrativi nello stesso modo e fino alla nausea è come utilizzare sempre la stessa argenteria senza mai lavare i piatti. Si sporca, ogni tanto un piatto si sbecca, un bicchiere cade in terra e si rompe. Un continuo ricambio di idee, di elementi potrebbe invece fare gran bene all'intera baracca. E ovviamente dopo la rivoluzione, una volta messi a nuovo e doverosamente arricchiti, personaggi, situazioni e contesti, una volta che li si sono resi nuovamente pronti per essere riutilizzati, sarebbe da utilizzare in grandi dosi la ricetta di Casty: fantasia, voglia di stupire, di far dire al lettore "apperò!". A volte ci vuole niente.

    Ecco, secondo me è di questo che il fumetto Disney attuale avrebbe bisogno.
    « Ultima modifica: Giovedì 26 Feb 2009, 20:39:37 da Grrodon »

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      Re: Nuovi autori italiani
      Risposta #46: Giovedì 26 Feb 2009, 21:23:33
      Scusate, ma qua siete tutti o quasi tutti autori?
      Si fa quel che si può  (da un quadro a casa di Paperino ne "Paperino e i contrabbandieri di mezzanotte")

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        Re: Nuovi autori italiani
        Risposta #47: Giovedì 26 Feb 2009, 22:42:11
        Dici molte cose giuste, Grrodon, e risponderti non è facile. Quello che mi viene in mente di fronte a esempi come il figlio di Pippo e gli spin-off come PK e MM, però, è che se mai diventassero la norma, il pubblico potrebbe percepirli come ciò che comunemente definiamo "frittolate". PK e MM ci hanno abbacinati anche in virtù della consapevolezza che si trattava di altro, di universi paralleli sperimentali con cui esplorare lati nascosti - e indubbiamente più adulti - di personaggi usati, strausati e abusati (vedi il povero Paperinik ecologista di Pezzin, perseguitato da Scassonio e signora, sfigata e pallida ombra del mezzo criminale martiniano). Idem per personaggi più "soft" ma ugualmente riusciti, come Paperino Paperotto: si possono usare ogni tanto, non sempre, e nemmeno di frequente, proprio perché altro rispetto ai canoni consolidati. E' buffo che proprio questi personaggi "alternativi", nel momento in cui si è cercato di riscriverli per fare nuovi esperimenti ed evitarne l'obsolescenza, siano stati all'origine del termine "frittole". Per quanto anche io pensi che sia meglio ponderare la fine di una testata piuttosto che avventurarsi nelle frittole, deludendo i vecchi lettori e non invogliandone di nuovi, con personaggi creati ottant'anni fa non si può fare né l'una né l'altra cosa. Sarebbe come cambiare la giacca e la camicia a Dylan Dog, che pure è molto più giovane.

        Mi ricordi le origini di alcuni personaggi; ma dobbiamo anche ricordare in quale condizione storica sono nati. I personaggi disneyani sono nati come scavezzacollo di campagna, in un'epoca in cui il fumetto era per menti semplici e si faceva bastare personaggi semplici; le borghesi erano le donne, Minni, Paperina. Poi, come sappiamo, il Topolino gottfredsoniano si è imborghesito - ma lo ha fatto perché la società che lo leggeva è cambiata. E lo stesso vale per Paperino. E tutti i nuovi personaggi barksiani sono nati come estremi molto semplici: Gastone nasce come fannullone assoluto, e per giustificare il suo far niente Barks si inventa la fortuna assoluta. Zio Paperone non è ricco: è il più ricco del mondo. I Bassotti sono ladri, figli di ladri, nipoti di ladri, e hanno nipoti ladri e imbroglioni. Anche i personaggi di Scarpa, quelli più duraturi (perché più calati nella realtà sociale dei lettori, vedi il traffichino Filo), sono piuttosto estremi: Brigitta è la tardona irrimediabilmente innamorata di un estremo che la rifiuta; Sganga è eccessivo in tutto (grinta, fissazioni, ambizioni, irruenza, e incapacità) e tutto ciò che ci si è potuto fare è metterlo contro PdP - per venire sconfitto. Atomino era troppo estremo in tutto - e infatti è stato dimenticato, perché non ci si poteva fare granché. Come Zombi, che però era anche arrogante, antipatico e incomprensibile.

        Quel che voglio arrivare a dire è che, oggi come oggi, i personaggi Disney italiani seguono la tradizione di essere attori della realtà quotidiana di chi li legge - a differenza, da quel poco che ho visto, delle storie nordeuropee, che sembrano perennemente immerse in un Calisota astratto oltre i cui confini ci sono avventure in luoghi altrettanto astratti: il modello di Barks, ma fossilizzato ai tempi di Barks. I personaggi Disney sono sempre stati interpreti dei loro tempi: se i nostri tempi sono più limitati, come fantasia e possibilità di vivere avventure, è solo perché lo siamo anche noi. Come biasimare i continui riferimenti a Papernet e Papstation, se è roba che fa parte del nostro quotidiano reale? Se questo quotidiano paperesco e topesco ci annoia, forse è perché ci annoia anche un tantino il tran tran di tutti i giorni.

        Cambiare tutto questo significherebbe stravolgere il carattere di quei personaggi fino a frittolarli. Se dai un figlio fisso a Pippo, è come far sposare Topolino con una strega. E introdurre personaggi nuovi è questione delicata: oggi, per essere interessante, una new entry dev'essere complessa. Ma, come abbiamo visto, i personaggi Disney nascono come tipi - quasi archetipi - molto semplici, il segreto del cui successo è stato l'adattabilità a qualsiasi situazione. In pratica: fatto salvo il loro carattere fondamentale, i personaggi Disney "normali", quelli "standard" dei fumetti, sono ancora i migliori con cui si possa lavorare. Non mi pare che Casty abbia stravolto Topolino, anzi, lo ha riproposto giovane, genuino e scavezzacollo come un tempo (La città taciturna), accanto ad un Pippo stralunato e geniale (La Jellamolecola), con un avversario impossibile come certi gottfredsoniani (Doppioscherzo). Non ha dovuto evolvere o modificare i character fondamentali per dare vita a belle storie. Ma creare personaggi nuovi, capaci di camminare con le proprie gambe, è una cosa enorme: devi dargli qualcosa da fare, un ruolo, e non solo un carattere. E, dopo un po', questo ruolo diventa facilmente invadente, e si rimpiange lo status quo. Rock Sassi funziona perché: 1) è piuttosto semplice, 2) completa Manetta, figura di sfondo, dandogli un senso, e 3) lo si vede complessivamente poco. Ma un nuovo amico, un nuovo nipote, un nuovo zio, nuove fidanzate o pretendenti... è roba da una tantum. Proprio quello che vediamo quasi tutte le settimane. Ripensandoci senza le antipatie immediate, i Duckis in parte funzionavano: li si vedeva una volta ogni tanto, in quanto strategicamente piazzati in campagna (e non come vicini di Gastone, per dire); mettevano i personaggi "soliti" in atteggiamenti diversi; e sono stati protagonisti di un ciclo limitato. Ci si è fatto quel che si poteva, senza troppe pretese.

        Ribadisco: i personaggi Disney sono attori a cui si può far indossare qualsiasi maschera, sebbene mantengano dei caratteri che non possono e non devono mutare. E' probabile che ultimamente quei caratteri siano limitati, anche perché non possono fare proprio tutto quel che potrebbero: Paperino che si incazza e spacca tutto non si può far vedere, Topolino armato appeso a un elicottero nemmeno. Secondo me, gli sceneggiatori stanno facendo un lavoro dignitoso con la libertà che è loro concessa, tra alti e bassi. Il lavoro di "esprimere l'inespresso", ironicamente, lo si sta facendo con i personaggi che teoricamente avrebbero meno da esprimere: Ciccio, per esempio. No, nemmeno io penso che Ciccio dovrebbe essere un personaggio di punta, per vari motivi: ma, indubbiamente, lo si è tolto dall'ombra del melo e lo si è mandato in giro per il mondo. Se poi esprime sempre le stesse cose, be', è perché Ciccio è fatto così, come Pippo è fatto pomì e Paperino è fatto cosà. Poi bisognerebbe avere il coraggio, se non si è in grado di sfruttare un comprimario, di lasciarlo da parte: Indiana Pipps può fare grandi cose (se solo riusciamo a sbarazzarci dei raduni con Oklahoma Joe e Pennsylvania Bob), ma se c'è Kranz di mezzo, chiaramente, no: Kranz andava mollato tempo fa, così come il vero Indiana Jones affronta Bellocq solo per un'avventura (e così come Paperoidi e Ki-Kongi andavano lasciati riposare nella memoria di chi li conobbe per mano di Scarpa e Cimino). Chiaramente, il rispetto forzato di certi cliché finisce per limitare le possibilità di personaggi che potrebbero dare molto di più, e sotto questo aspetto qualche "rivoluzione silenziosa" è più che benvenuta. Far nuotare i pesci fuori dalla loro acqua non fa mai bene: quali Bassotti ci piacevano di più, quelli che inventavano piani demenziali (i dollari pesanti) e finivano randellati a fine storia, o quelli che corteggiano Miss Paperett, vanno in TV e si fanno tiranneggiare da Ottoperotto? La risposta, sono sicuro, è quella che penso io. Ma la stessa acqua può rinnovarsi, e i Bassotti possono ancora essere ladri ingegnosi, se non li si lascia andare verso imprese minori - più facili da scrivere, forse, ma umilianti per loro.

        Da parte mia, riguardo ai trend più recenti, sono favorevole al Paperino liceale alla Happy Days e all'amicizia di gioventù di Topolino e Milly. Criticare le "riscritture" del passato dei personaggi Disney - passato che, tra l'altro, nessuno vuole "ufficializzare", ma solo immaginare - in rispetto di una "vulgata" ufficiale stabilita da Gottfredson e Barks, e poi lamentarsi dell'eccessiva aderenza di Don Rosa ai canoni stabiliti prima di lui, è un controsenso. Non mi riferisco a Grrodon in particolare, ma a vari e sparsi commenti sugli ultimi numeri di Topolino che ho letto qui sul Papersera. Per me, quelle storie sono un modo come un altro di offrire qualcosa di diverso. Sono frittolate fresche, leggere, una botta e via, e perciò indegne del nome stesso di frittolate. Per me, sono qualcosa di nuovo e diverso, ed è già un inizio. Naturalmente ora non voglio un Paperino giovane ogni settimana, ma ogni tanto, far galoppare la fantasia - la nostra e quella dei personaggi stessi - non fa male.


        PS: mi scuso per la mancanza di coerenza e continuità nel discorso, ma l'argomento ha aperto in me cateratte accumulate in anni e anni di letture. Spero di essere rimasto in topic, e comprensibile ;)

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        Zironi
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          Re: Nuovi autori italiani
          Risposta #48: Venerdì 27 Feb 2009, 10:11:06
          Sentite, la faccenda è molto semplice e non servono tante parole per descriverla: se i personaggi non sono gestiti dagli autori si impoveriscono e nessuna decisione "redazionale" li potrà mai salvare.
          Disney si rifiuta ostinatamente di accettare questa elementare realtà, illudendosi (se in buona fede o meno lo faccio dire ad un altro) che un autore valga l'altro e che il cervello del giornale stia ai piani alti. Balle, i fatti lo dimostrano. Nonostante l'evidente buona volontà di Valentina, mi pare che Topolino fatichi a risalire, dopo la tabula rasa inconsultamente compiuta da Claretta Muci. Per dieci anni gli autori sono stati tenuti a bada con la mazza chiodata, ogni loro guizzo estinto, ogni loro pretesa ignorata e derisa. Chi è rimasto ha cercato di sopravvivere e di portare a casa la pagnottina, autori modesti si sono creati una nicchia ecologica al posto d'importanti fuoriusciti. Quelli bravi sono invecchiati tra i borbottii e le recriminazioni, ai giovani è mancato l'esempio. Ma, soprattutto, è crollato l'entusiamo e si è sfatta la fiducia verso l'editore, nessuno riesce più a credere che Topolino esista per davvero e spetti a lui fargli vivere un milione di avventure.
          La situazione è questa e per cambiarla serviranno molti, molti, molti anni.
          « Ultima modifica: Venerdì 27 Feb 2009, 10:12:42 da quiquoqua »

            Re: Nuovi autori italiani
            Risposta #49: Venerdì 27 Feb 2009, 11:44:35
            Quello che mi viene in mente di fronte a esempi come il figlio di Pippo e gli spin-off come PK e MM, però, è che se mai diventassero la norma, il pubblico potrebbe percepirli come ciò che comunemente definiamo "frittolate". PK e MM ci hanno abbacinati anche in virtù della consapevolezza che si trattava di altro, di universi paralleli sperimentali con cui esplorare lati nascosti - e indubbiamente più adulti - di personaggi usati, strausati e abusati (vedi il povero Paperinik ecologista di Pezzin, perseguitato da Scassonio e signora, sfigata e pallida ombra del mezzo criminale martiniano).

            No, Pkna/Pk2 e MMMM non sono universi paralleli né sperimentali, visto che si inseriscono come un'evoluzione di quanto visto nelle pagine del Topo (il Paperinik pknaico è sempre quello nato da Martina e Carpi, ed evolutosi nel tempo con i vari De Vita, Pezzin, Cavazzano, etc; il Topolino che si ritrova ad Anderville è quello troppo abituato ad aiutare la polizia a Topolinia), quindi non vedo come un riutilizzo di personaggi e ambientazioni obiettivamente riusciti possa venir considerato come Frittole.
            E poi nessuno chiede di vedere gli incrociatori evroniani, l'Organizzazione o la Victoria Atlantica sulle pagine del Topo (magari!), ma possibile che non si sia mai pensato di sfruttare le potenzialità, ad esempio, di un personaggio come Angus Fangus? (che per il suo ruolo da giornalista può essere utilizzato anche in storie che non vedono per protagonista Paperinik)

            Sentite, la faccenda è molto semplice e non servono tante parole per descriverla: se i personaggi non sono gestiti dagli autori si impoveriscono e nessuna decisione "redazionale" li potrà mai salvare. [...]
            è crollato l'entusiamo e si è sfatta la fiducia verso l'editore, nessuno riesce più a credere che Topolino esista per davvero e spetti a lui fargli vivere un milione di avventure.

            E a tal proposito non si può che ritornare a quanto detto dal buon Grrodon (del quale tra l'altro, condivido ogni singola parola del suo post): bisognerebbe che si istituisse una sorta di "tavola rotonda" con gli autori più validi e motivati per delineare la direzione da seguire. E' così impensabile come cosa? Eppure avviene in tante realtà, e senza andare a scomodare i soliti Stati Uniti, pensiamo cosa avviene, ad esempio, in casa Bonelli.

            Sulla fiducia verso l'editore, immagino che Zironi si riferisca agli autori, ma è anche vero che questa è venuta meno anche in alcuni lettori (certo non tutti, certo non la maggioranza, certo si tratta di una parte tra quelli che partecipano ai forum...) che erano stati conquistati dal periodo pknaico (che comprende non solo le serie Pkna e MMMM, ma anche la presenza sul Topo di storie di autori come Artibani, Faraci, Enna, ed esperimenti interessanti come Ridi Topolino) e che ora guardano con diffidenza quello che fumettisticamente viene proposto dalla casa del Topo, anche quando ci si trova davanti a delle eccellenze.

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            Melus
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              Re: Nuovi autori italiani
              Risposta #50: Venerdì 27 Feb 2009, 11:54:36
              Provare a creare nuovi personaggi, ben studiati e ragionati, nuovi nuclei, aggiungere qualche nuovo comprimario che instauri qualche dinamica nuova e interessante, che possa stimolare gli autori in primis. Per far questo è necessario entrare in un'ottica quadridimensionale, pensare ai personaggi come personalità credibili e provare un po' a ragionarci su, porsi domande su di loro, capire di quali altri personaggi possano aver bisogno per esprimere l'inespresso.
              Ecco, su questo punto sono molto molto d'accordo.Creare qualche nuovo character e poi farlo interagire con gli altri personaggi è a mio parere un'ottima idea per provare a generare nuovi filoni e cicli di storie. Ma poi riflettendoci non c'è ne manco bisogno: che senso ha creare character nuovi di zecca quando si possono recuperare quelli già esistenti ma sottoutilizzati? E personaggi da ripescare ce ne sarebbero tanti...Sgrizzo, Gedeone de Paperoni, Gancio, Ok Quack, Atomino...Inoltre perchè non provare a creare storie nuove, particolari, magari facendo interagire personaggi che mai o raramente si sono visti assieme? Per creare in tal modo situazioni nuove e originali, che sorprendano il lettore.. una storia comica nella quale  Dinamite Bla incontra  Bum Bum o Timoteo Piccione, tanto per fare un esempio. Questa sarebbe una mossa geniale secondo me. ;)
              « Ultima modifica: Venerdì 27 Feb 2009, 12:32:18 da Melus »

                Re: Nuovi autori italiani
                Risposta #51: Sabato 28 Feb 2009, 09:06:17
                Il ragionamento di EGO è corretto e soprattutto è di buon senso. Grrodon alterna, secondo me, buone intuizioni all’andar per campi, ma le intuizioni sono come sempre ottime. Ziro va al punto e mi pare che ci prenda abbastanza.
                L’aspetto migliore dei vostri interventi è quando parlate del personaggio. Dite che è da lì che bisogna partire, ed è assolutamente vero. Le storie - in questo caso, almeno - devono seguire la storia dei personaggi. Se volessimo fare un po’ i maestrini saccenti, potremmo dire che occorre lavorare sulle storie orizzontali, affinché quelle verticali siano efficaci.
                Occorre, insomma, un ragionamento complessivo, e da autori, su paperi&topi e fargli fare un passo in avanti. Su questo non c’è dubbio.
                Ma, indovinate un po’, questa cosa la si sta già facendo. Da dove credete che arrivino (al di là del giudizio estetico che si può dare su ciascuna “impresa”) DoubleDuck, gli Ultraheroes e i nuovi scenari che  vedranno protagonisti Topolino da una parte e Paperino dall’altra (e dei quali non vi dirò niente nemmeno sotto tortura)? Arrivano da ragionamenti collettivi, tra autori riuniti intorno a un tavolo a spremersi le meningi, con una figura di riferimento e coordinamento all’interno della redazione e da un successivo scambio di idee e opinioni.
                Questo già succede, quindi non è una questione di auspicare, ma di fare in modo che questo meccanismo funzioni sempre meglio, che diventi la norma.
                Io al lavoro di équipe credo molto, anche perché tutte le cose extra-Topo che ho fatto erano lavori di gruppo. Senza una linea condivisa non si va da nessuna parte. Voglio dire (e questa è solo la mia opinione, intendiamoci) che forse non è più tempo di “Grandi Autori” e di “Grandi Maestri”. L’epica fatta di “C’è un solo uomo al comando” non esiste più, ammesso che sia mai esistita. Le buone idee vengono dalla condivisione e dall’umile constatazione che tutti possono dare un utile contributo. E, ripeto, occorre partire dai personaggi e non dalle singole storie.
                Per meglio dire: vedere normalmente (e non solo sporadicamente) sul Topo storie belle e memorabili sarà diretta conseguenza di un lavoro fatto a monte sui personaggi, sul loro sviluppo (o, se volete, sul loro “svecchiamento”, anche se secondo me quest’ultimo è un ragionamento un po’ stupidotto).
                Sarà un lavoro non immediato - anche se non ci vorranno anni, come paventa Ziro - e abbastanza complesso. Ma la buona notizia è che (almeno per quanto mi consta) è già cominciato.
                Un’ultima cosa, poi mi metto  a lavorare: su questo forum, e non solo qui, si parla sempre dell’offerta (autori, redazione, linea editoriale, storie), e mai della domanda. Prima di dire: Ah, signora mia, storie come quelle di una volta non se ne scrivono più, forse è il caso di pensare che la gran parte delle storie come quelle di una volta, oggi non sarebbero pubblicabili. A parità di “capolavoro” offerto, la domanda è totalmente cambiata. Nell’epoca delle macchine fotografiche digitali, la Polaroid ha chiuso.

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                  Re: Nuovi autori italiani
                  Risposta #52: Sabato 28 Feb 2009, 14:51:17
                  Senza  Voglio dire (e questa è solo la mia opinione, intendiamoci) che forse non è più tempo di “Grandi Autori” e di “Grandi Maestri”. L’epica fatta di “C’è un solo uomo al comando” non esiste più, ammesso che sia mai esistita.
                  Scusa :-?? Cosa intendi dire con questo?
                  Citazione
                  Prima di dire: Ah, signora mia, storie come quelle di una volta non se ne scrivono più, forse è il caso di pensare che la gran parte delle storie come quelle di una volta, oggi non sarebbero pubblicabili. A parità di “capolavoro” offerto, la domanda è totalmente cambiata. Nell’epoca delle macchine fotografiche digitali, la Polaroid ha chiuso.
                  Certo. Topolino e l'unghia di Kalì o Zio Paperone e la stella del Polo non piacerebbero a nessuno. Sono storie legate al loro tempo. Dopo un po' le gag, il messaggio e l'intreccio perdono tutto il loro valore e significato ::)
                  W la Disney e Dumas!
                  EFFEGGI

                    Re: Nuovi autori italiani
                    Risposta #53: Sabato 28 Feb 2009, 15:58:50

                    Intendo dire (e mi posso sbagliare, ma questa è la mia opinione) che oggi è molto difficile pensare a un autore del calibro di Scarpa che, da solo o quasi, regge l'universo narrativo Disney.

                    Mentre io non ho capito se quando scrivi

                    Citazione
                    Certo. Topolino e l'unghia di Kalì o Zio Paperone e la stella del Polo non piacerebbero a nessuno. Sono storie legate al loro tempo. Dopo un po' le gag, il messaggio e l'intreccio perdono tutto il loro valore e significato

                    sei ironico o no.
                    Nel caso (probabile) non lo fossi, devo dire che sono un po' stufo di sentir parlare sempre di quelle cinque-dieci-quindici storie (capolavori assoluti, intendiamoci) scritte 30 o 40 anni fa, come se dopo di allora non fosse accaduto nulla o quasi. Liberi di crederci, ovviamente.

                    Dopodiché, a costo di rischiare di ritrovare una truppa di forumisti sotto casa che mi urlano "Esci, ti vogliamo impiccare", sono assolutamente convinto che perfino L'unghia di Kalì oggi avrebbe bisogno di una serie di correzioni per essere apprezzata dal pubblico. E badate bene che sto dicendo una roba di un'ovvietà elementare. Come affermare che a Ferragosto fa più caldo che a Capodanno.


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                      Re: Nuovi autori italiani
                      Risposta #54: Sabato 28 Feb 2009, 16:06:33
                      Intendo dire (e mi posso sbagliare, ma questa è la mia opinione) che oggi è molto difficile pensare a un autore del calibro di Scarpa che, da solo o quasi, regge l'universo narrativo Disney.

                      Mentre io non ho capito se quando scrivi


                      sei ironico o no.
                      Nel caso (probabile) non lo fossi, devo dire che sono un po' stufo di sentir parlare sempre di quelle cinque-dieci-quindici storie (capolavori assoluti, intendiamoci) scritte 30 o 40 anni fa, come se dopo di allora non fosse accaduto nulla o quasi. Liberi di crederci, ovviamente.

                      Dopodiché, a costo di rischiare di ritrovare una truppa di forumisti sotto casa che mi urlano "Esci, ti vogliamo impiccare", sono assolutamente convinto che perfino L'unghia di Kalì oggi avrebbe bisogno di una serie di correzioni per essere apprezzata dal pubblico. E badate bene che sto dicendo una roba di un'ovvietà elementare. Come affermare che a Ferragosto fa più caldo che a Capodanno.
                      Si. Sono ironico.

                      Secondo me è accaduto molto dopo quel centinaio di capolavori. Secondo me non è accaduto più niente dal '94 a un paio di anni fa.

                      E secondo te quali sarebbero le 'correzioni' da fare a Topolino e l'unghia di Kalì?
                      W la Disney e Dumas!
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                        Re: Nuovi autori italiani
                        Risposta #55: Sabato 28 Feb 2009, 16:13:20
                        Secondo me non è accaduto più niente dal '94 a un paio di anni fa.
                        Sei un po' troppo drastico... mi sembra di sentire M. C. (ops... mi ero promesso di non nominarlo più...   ::))

                        E secondo te quali sarebbero le 'correzioni' da fare a Topolino e l'unghia di Kalì?
                        Secondo me funziona così com'è... gli LP stanno tornando di moda...   ;)

                          Re: Nuovi autori italiani
                          Risposta #56: Sabato 28 Feb 2009, 16:17:51
                          Ma, indovinate un po’, questa cosa la si sta già facendo. Da dove credete che arrivino (al di là del giudizio estetico che si può dare su ciascuna “impresa”) DoubleDuck, gli Ultraheroes e i nuovi scenari che  vedranno protagonisti Topolino da una parte e Paperino dall’altra (e dei quali non vi dirò niente nemmeno sotto tortura)? Arrivano da ragionamenti collettivi, tra autori riuniti intorno a un tavolo a spremersi le meningi, con una figura di riferimento e coordinamento all’interno della redazione e da un successivo scambio di idee e opinioni.
                          Questo già succede, quindi non è una questione di auspicare, ma di fare in modo che questo meccanismo funzioni sempre meglio, che diventi la norma.

                          Ecco, che l'approccio utilizzato per Double Duck e Ultraheroes non sia stata una cosa sporadica ma che anzi stia diventando un modo di lavorare sul quale puntare, è sicuramente un fatto positivo al quale guardare con fiducia, così come il fatto che, e mi pare di capire che non riguardi solo Fausto, si voglia lavorare partendo dai personaggi.

                          Questo approccio lavorativo però secondo il mio modesto parere potrebbe anche essere utilizzato oltre il contesto delle saghe e delle mini-serie (alle quali io guardo con favore anche perché li vedo un po' come un voler riprendere quel discorso iniziato con Pkna e MMMM, bruscamente interrotto), ma per delineare una sorta di canovaccio, una linea comune da seguire per le storie, indipendentemente da quelli che saranno i singoli soggetti.
                          Quel che intendo è un gruppo eterogeneo di autori volenterosi e motivati che lavorino in sintonia con la redazione per delineare la direzione da imprimere in generale a tutte le storie in un periodo medio-lungo (1-2 anni).

                          Un’ultima cosa, poi mi metto  a lavorare: su questo forum, e non solo qui, si parla sempre dell’offerta (autori, redazione, linea editoriale, storie), e mai della domanda. Prima di dire: Ah, signora mia, storie come quelle di una volta non se ne scrivono più, forse è il caso di pensare che la gran parte delle storie come quelle di una volta, oggi non sarebbero pubblicabili. A parità di “capolavoro” offerto, la domanda è totalmente cambiata.

                          Guarda, ho proprio letto oggi per la prima volta L'Unghia di Kalì, e ora capisco perché sia dai più considerata una grande storia; però non posso fare a meno di pensare che proposta oggi sul Topo quella storia non verrebbe apprezzata totalmente se non in possesso del giusto imprinting e di una buona conoscenza del fumetto Disney.
                          La domanda è: ma c'è veramente qualcuno che desidera che vengano realizzate storie come le si faceva 30/40 anni fa?
                          O forse quello che si vuole è che da quelle storie che giustamente osanniamo come capolavori vengano colti lo spirito e l'approccio ai personaggi, per poi poter proporre delle nuove storie con un linguaggio fumettistico moderno e attuale?

                          (e facendo un refresh della discussione prima di postare, noto che nel frattempo Fausto ha scritto praticamente la stessa cosa)

                          Nell’epoca delle macchine fotografiche digitali, la Polaroid ha chiuso.

                          E qui, permettimi, ma ti sbagli Fausto:

                          http://punto-informatico.it/2190973/PI/News/polaroid-reinventa-la-polaroid.aspx

                           :P
                          (e tra l'altro, questo potrebbe anche essere letto come una metafora su quello del quale si sta parlando, no?)


                            Re: Nuovi autori italiani
                            Risposta #57: Sabato 28 Feb 2009, 16:26:53
                            @Doctor Einmug
                            Amico, se ti va di discutere, sono molto contento di farlo.
                            Ti prego, però (visti anche i recenti accadimenti) di evitare certi atteggiamenti un po' sfottenti che mi pare traspaiano da - per esempio - l'uso delle virgolette.

                            Non sto dicendo - così siamo tutti tranquilli - che le storie o quella storia di Scarpa (visto che parliamo di lui) andrebbe riscritta o che io la riscriverei meglio. Quella era ed è una delle migliori storie mai pubblicate nel mondo, e non solo in ambito Disney.
                            Fin qui ci siamo?
                            Detto ciò, alcuni passaggi di quella storia andrebbero adattati al gusto attuale del pubblico, semplicemente perché all'epoca di Scarpa era possibile che taluni snodi narrativi venissero risolti senza dare troppe spiegazioni (la signora Purcell che "attacca" il regalo di Minni dietro il camino, per esempio; o la spiega finale in flashback che lascia qualche punto interrogativo) mentre oggi una detection va costruita senza possibilità di "buco", con passaggi e motivazioni più possibile solidi.
                            E non sto dicendo che quella storia diventerebbe migliore, ma semplicemente che oggi è così che funziona. Può essere che sia sbagliato rincorrere sempre e comunque la plausibilità (nelle storie gialle, almeno) ma questo è quanto.

                            Con ciò, la storia rimane stupenda e (giusto per sgombrare ulteriormente il campo da fastidiosi equivoci) io non sarei capace di scrivere una storia del genere eppure sotto ecstasy.
                            Spero di essermi spiegato.
                            « Ultima modifica: Sabato 28 Feb 2009, 16:27:53 da FV »

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                              Re: Nuovi autori italiani
                              Risposta #58: Domenica 1 Mar 2009, 18:37:56
                              Il   la gran parte delle storie come quelle di una volta, oggi non sarebbero pubblicabili. A parità di “capolavoro” offerto, la domanda è totalmente cambiata. Nell’epoca delle macchine fotografiche digitali, la Polaroid ha chiuso.
                              E allora perchè è tutto un proliferar di ristampe, non solo Disney, ma anche, nel recente passato, Mondadori, Corriere della Sera, la Repubblica?
                              Proprio ieri mi son letto lo "Zio Paperone", monografico allegato al corriere della sera... c'era un antico Romano Scarpa con zio Paperone  e la Fondazione de Paperoni che era una storia che non avvo mai letto, e, oltre ad essere molto carina, aveva anche tanti spunti intelligenti ed interessanti (le serrature "atomiche": fantastico)....pur essendo roba di quaranta e passa anni fa.

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                                Re: Nuovi autori italiani
                                Risposta #59: Domenica 1 Mar 2009, 23:39:35
                                E infatti puoi apprezzare quel genere di storie proprio perchè hai la coscienza che si tratta di opere vecchie di decenni!

                                Io sono d'accordo dall'inizio alla fine con Fausto! Perfino quando dice che anche quelli che sono considerati capolavori oggi non sarebbero del tutto pubblicabili! Finalmente qualcuno che lo dice!!

                                 

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