Sono sempre stato un acceso oppositore delle scelte editoriali attuate dalla Disneynegli ultimi anni, ma nell'ultimo periodo ho avuto modo di rileggere molti albi degli "anni d'oro" e sono dovuto tornare (per gran parte) sui miei passi.
E' vero, oggi abbiamo le storielle sceme di 10 o 15 tavole, molto probabilmente ce ne sono di più rispetto al passato, ma, di sicuro, la qualità media di ogni numero di Topolino è, nella maggior parte dei casi, allo stesso livello di quella degli altri 2700.
Dagli anni '50 agli anni '70 c'erano le storie americane di Strobl, Wright (Kay), Manning e Alvarado, spesso di infima qualità, negli anni'80 e '90, invece, il giornale era invaso dalle (per la maggior parte) pessime storielle di Miyaura, Fukue e compagnia bella.
Da quindici anni a questa parte, quindi, abbiamo iniziato a produrcele da soli, fornendo a Topolino (e non solo) tutte le storie-riempitivo che servivano.
E' vero, ad un certo punto quest'ultima tipologia di avventure stava rischiando di far estinguere quella delle saghe e delle grandi avventure, ma proprio negli ultimi anni vi è stata una doverosa e caldeggiata ripresa, seppur le storielle sceme e noiose non si siano estinte e, molto probabilmente, non si estingueranno mai.
Purtroppo questa verità mi fa piangere dentro. Io compro Disney Big e i Grandi classici ogni tanto. Leggo le storie di Martina, dei Barosso, di Scarpa e gli altri grandi di allora e mi emoziono e rido come non mai . Leggendo il topo di oggi vengo soddisfatto come quelle storie forse solo per le battutine messe ogni tanto per delle storie troppo semplici. Ma io penso si possano migliorare le storie anche rispettando il target di oggi. Sono sicuro che prima o poi qualcuno ci riuscirà!
Rispetto a quarant'anni fa la società è molto cambiata (se in peggio o in meglio non ve lo so e non ve lo posso dire), e con essa anche la comicità, i costumi, la mentalità e, di conseguenza, anche i fumetti.
Quarant'anni fa si parlava di brogli elettorali, truffe, razzismo.
Oggi si parla delle Olimpiadi, di elezioni e di scienza.
La qualità di un fumetto non si misura certo da quante volte compare la parola morte, o da quante armi vengono mostrate.
Certo, non vi devono essere eccessive restrizioni per gli autori, ma come tanti sceneggiatori e disegnatori presenti nel forum hanno affermato, queste sono quasi inesistenti, soprattutto negli ultimi anni.
Quattro decadi fa i bambini andavano letteralmente matti per i soldatini, oggi, invece, stravedono per i Pokemon.
Ditemi voi cosa è meglio.
Se il mondo intero cambia, ditemi perchè i fumetti non dovrebbero.