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Le storie di ieri e oggi secondo gli autori

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Pacuvio
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    Re: Nuovi autori italiani
    Risposta #135: Domenica 24 Mag 2009, 13:04:33
    e una su testi di Marconi in cui compaiono Agnelli e Berlusconi.
    Storie in cui direttamente glorificano Vip o presunti tali forse no, ma non ne sono sicuro.
    Forse intendi Zio Paperone e il centenario (più uno) bullonario? Se sì, era di Concina, e direi che potrebbe considerarsi una storia basata sui vip, in fondo, anche se il tema principale era un altro.

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    PolliceSu
      Re: Nuovi autori italiani
      Risposta #136: Domenica 24 Mag 2009, 13:38:14
      Forse intendi Zio Paperone e il centenario (più uno) bullonario? Se sì, era di Concina, e direi che potrebbe considerarsi una storia basata sui vip, in fondo, anche se il tema principale era un altro.

      Sì hai ragione, Concina, ed è vero che i vip non erano il tema principale della storia.
      Certamente il disegnatore più utilizzato in questa tipologia di storie è Cavazzano ed è un segno dell'importanza data ad esse dalla redazione che siano spesso affidate al disegnatore forse più bravo e sicuramente più celebrato.

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        Re: Nuovi autori italiani
        Risposta #137: Domenica 24 Mag 2009, 13:56:09
        Citazione
        Zio Paperone e il centenario (più uno) bullonario? Se sì, era di Concina, e direi che potrebbe considerarsi una storia basata sui vip, in fondo

        Molto in fondo. Erano comparse, non protagonisti. Ed erano trattati in modo tutt'altro che adulatorio.

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          Re: Nuovi autori italiani
          Risposta #138: Domenica 24 Mag 2009, 13:56:22
          Capito, comunque voglio precisare che mi riferivo ai vip come tema principale ;)
          Di rovente aspirazione ed ambizione.

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            Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
            Risposta #139: Martedì 17 Mar 2009, 19:06:47
            Ho fatto un giro nella Tana del Sollazzo e ad un certo punto l'ormai ex utente FV parlava del come una storia di una volta non funzionerebbe ai nostri giorni. Accennava a modi diversi di concepire una sceneggiatura, una storia, accennava a nuove regole e stilemi. Mi piacerebbe saperne di più. Cosa significano queste nuove regole? Chi potrà rispondere? FV ormai se ne è andato ma c'è qualcun altro che potrebbe illuminarmi?
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              Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
              Risposta #140: Martedì 17 Mar 2009, 19:12:27
              Qui si è accennato all'argomento, con diversi interventi dello stesso FV.


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                Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                Risposta #141: Martedì 17 Mar 2009, 20:44:50
                Ok, grazie per la segnalazione, ho letto il thread e mi piacerebbe continuare la discussione su quell'argomento specifico (anche perchè poi in quel thread ci sono varie divagazioni). Ma a questo punto, continuare di qua o di la'?.
                EGO propone come una delle motivazioni la rivoluzione tecnologica degli ultimi anni ma devo dire che questa teoria non mi convince molto. Ci sono sicuramente molte storie vecchie in cui le difficoltà incontrate dai protagonisti sono dovute alla mancanza di tecnologia, ma ci sono molte e molte e molte altre buone storie in cui che ci sia o no tecnologia è irrilevante.
                Una storia come quella disegnata da Perego dove zio Paperone aveva un computer che si innamorava di lui ed era poi geloso di Brigitta (se non ricordo male) forse era già un po' ridicola allora, certamente adesso non sarebbe più proponibile (non in maniera così infantile, almeno). Ma una storia come quella di Barks (oh, non mi ricordo mai i titoli), dove i nipotini sono tutti presi dalla fantascienza e Paperino decide di spaventarli con un apparecchio trasmetti-materia, non la vedo così improponibile. E sì che di storie di teletrasporti, noi pubblico del 2009, ne abbiamo ormai viste a iosa. Ma la storia è bella perchè ci sono cose sbaccananti come, ad esempio, il fatto che l'apparecchio venga spacciato da Paperino come "incubatrice per pulci": Solo il pensiero di una incubatrice per pulci è esilarante. La parola in sè fa ridere. Di recente ho letto "Paperino e i Dormiti" che ho trovato buona. dal momento che io praticamente a stento so cosa siano i Gormiti, penso sia una storia che può essere letta anche tra parecchi anni e che non soffra del legame con un prodotto di questi tempi. Mi ha fatto ridere la frenesia di Paperino e in particolare la battuta che dice quando va al negozio di giocattoli a mezzanotte e lo trova chiuso: "Ma non sanno che a questo gioco si gioca a tutte le ore?".

                Viene poi portato l'esempio dell'Unghia di Kali' e della sua spiegazione finale non proprio convincente. Su questo sono d'accordo, l'unghia di Kali' ha qualche buco di trama, ma 1) anche oggigiorno quanti sono i film che hanno spiegazioni a dir poco discutibili nonchè inverosimili ? (parlo di film per portare a esempio un moderno story telling). Forse ben più che non una volta vista la sempre crescente complessità delle trame. 2) l'unghia è bella nonostante le spiegazioni discutibili. Penso che siano i vari elementi, al di là della trama, che rendano bella una storia.

                Poi sarebbe interessante far leggere a un bambino di oggi una vecchia storia e vedere cosa ne pensa.
                « Ultima modifica: Martedì 17 Mar 2009, 20:52:58 da Taxidriver »
                - "Razza di mascalzone, di un farabutto, di un impiastro, di un rettile pestilenziale, di una canaglia! Perche' non vai al diavolo?"
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                  Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                  Risposta #142: Mercoledì 18 Mar 2009, 16:43:28
                  Citazione da: Taxidriver link=1237313208/0#2 date=1237319090
                  Poi sarebbe interessante far leggere a un bambino di oggi una vecchia storia e vedere cosa ne pensa.
                  È un esperimento che porto avanti da un paio di anni, con mia figlia e mio nipote. Piacciono, piacciono.
                  I miei teSSSSori: http://tinyurl.com/a3ybupd

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                    Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                    Risposta #143: Lunedì 6 Apr 2009, 01:21:21
                    Confermo: io, che ero piccolo negli anni 70, stravedevo per le storie barksiane di vent'anni prima, e non le trovavo affatto vecchie.  Quanto ai cartoni di Paperino, poi, magari avevano trent'anni e credevo fossero appena sfornati.  L'arte non invecchia, ed i bambini, anche quelli degli anni 2000, lo sentono quasi istintivamente.
                    « Ultima modifica: Lunedì 6 Apr 2009, 02:11:49 da alec »

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                      Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                      Risposta #144: Lunedì 6 Apr 2009, 22:51:37
                      Credo che il modo di concepire le storie cambi in funzione del cambiamento della società, come anche dell'evoluzione della letteratura. E' una riflessione che facevo con un mio amico qualche giorno fa riguardo alla musica classica, paragonando genii del passato (es. Chopin, Mozart etc.) con artisti contemporanei di indubbia fama e talento come Allevi o Einaudi. Il contesto genera l'arte , che deriva poi dall'influenza ha esso sull'interprete dell'arte. Tuttavia non ci sono discriminanti: la Polacca di Chopin è bella quanto Le onde di Einaudi e Vento d'Europa di Allevi, solo in modo diverso.
                      "A man who wins is a man who thinks he can" - RF my hero...

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                        Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                        Risposta #145: Martedì 7 Apr 2009, 03:30:19
                        Citazione da: Quaquarone93 link=1237313208/0#5 date=1239051097
                        Credo che il modo di concepire le storie cambi in funzione del cambiamento della società, come anche dell'evoluzione della letteratura. E' una riflessione che facevo con un mio amico qualche giorno fa riguardo alla musica classica, paragonando genii del passato (es. Chopin, Mozart etc.) con artisti contemporanei di indubbia fama e talento come Allevi o Einaudi. Il contesto genera l'arte , che deriva poi dall'influenza ha esso sull'interprete dell'arte. Tuttavia non ci sono discriminanti: la Polacca di Chopin è bella quanto Le onde di Einaudi e Vento d'Europa di Allevi, solo in modo diverso.

                        in pratica mi stai dicendo che Marx aveva ragione con le sue teorie su strutture e sovrastrutture?

                        ah, se ti sentisse lo zione... andrebbe a nascondere i suoi dindini prima che arrivino i bolscevichi a divederli coi "compagni"!
                        Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario (G. Orwell)

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                          Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                          Risposta #146: Martedì 7 Apr 2009, 22:03:01
                          Citazione da: andrea87 link=1237313208/0#6 date=1239067819

                          in pratica mi stai dicendo che Marx aveva ragione con le sue teorie su strutture e sovrastrutture?

                          ah, se ti sentisse lo zione... andrebbe a nascondere i suoi dindini prima che arrivino i bolscevichi a divederli coi "compagni"!
                          Se è una battuta non l'ho capita. Il mio senso dell'umorismo vacilla a volte ;D. Ti spieghi meglio?
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                            Risposta #147: Giovedì 30 Apr 2009, 16:50:14
                            Che ne pensate dello sviluppo delle storie apparse su Topolino negli anni?

                            Forse mi sbaglierò ma io ho notato che le storie di una volta erano di qualità media superiori e soprattutto più lunghe e intrigate.
                            Una storia che oggi appare in puntate corrisponde a una storia a unica puntata di una volta.

                            Mi sbaglio o è così?
                            La parola "utopia" è come il riso: abbonda sulla bocca degli stolti

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                              Risposta #148: Mercoledì 23 Dic 2009, 01:00:48
                              EGO propone come una delle motivazioni la rivoluzione tecnologica degli ultimi anni ma devo dire che questa teoria non mi convince molto. Ci sono sicuramente molte storie vecchie in cui le difficoltà incontrate dai protagonisti sono dovute alla mancanza di tecnologia, ma ci sono molte e molte e molte altre buone storie in cui che ci sia o no tecnologia è irrilevante.
                              Una storia come quella disegnata da Perego dove zio Paperone aveva un computer che si innamorava di lui ed era poi geloso di Brigitta (se non ricordo male) forse era già un po' ridicola allora, certamente adesso non sarebbe più proponibile (non in maniera così infantile, almeno). Ma una storia come quella di Barks (oh, non mi ricordo mai i titoli), dove i nipotini sono tutti presi dalla fantascienza e Paperino decide di spaventarli con un apparecchio trasmetti-materia, non la vedo così improponibile. E sì che di storie di teletrasporti, noi pubblico del 2009, ne abbiamo ormai viste a iosa. Ma la storia è bella perchè ci sono cose sbaccananti come, ad esempio, il fatto che l'apparecchio venga spacciato da Paperino come "incubatrice per pulci": Solo il pensiero di una incubatrice per pulci è esilarante.
                              In ogni caso ogni elemento di quella storia è radicato negli anni Sessanta ed oggi nessuno riuscirebbe neppure a concepire una trama simile. D'altra parte, quella storia continua ad essere bellissima e godibilissima dopo quaranta e passa anni perché è deliziosa, geniale e solida come una roccia, con la preziosità aggiunta del "guarda com'erano le cose a quei tempi!". Quando l'ho letta per la prima volta quella storia mi ha fatto cappottare dal ridere, e ogni volta che rivedo le facce terrorizzate dei nipotini quando Paperino emerge dall'"incubatrice" non trattengo le risate. E sono nato negli anni Ottanta. E' grave, dottore? No, è che Barks era un genio e certe espressioni del genio non vengono intaccate dal tempo e dai costumi.

                              Quello che intendevo dire nell'altra discussione è che una buona parte delle grandi storie di un tempo erano grandi perché parlavano di possibilità. Quando i computer non erano ancora in ogni casa e la comunicazione come sta avvenendo qui tra di noi non era nemmeno un sogno lontano, era possibile ideare qualsiasi trama intorno ai cervelli elettronici (pensate all'Uomo di Ula-Ula, per fare un esempio illustre ma forse non il più bello). Addirittura alcune storie anticipavano un futuro poi realizzatosi, problemi compresi: vedi storie di Giorgio Pezzin. Oggi nessuno riesce a guardare così lontano, perché in fondo il "futuro" si realizza ogni anno, se non due o tre volte l'anno.
                              Inoltre, un tempo ci si poteva concedere il lusso, enorme e forse mai troppo apprezzato, di far passare per possibile l'impossibile: vedi sempre Pezzin, che in una sola storia, grazie a del sapone, permetteva a un'isola di slittare liberamente e al petrolio di sbiancarsi.

                              Oggi moltissime trame sono, oltre che povere già nello spunto, molto, troppo ancorate al "qui e ora". E non parlo solo delle storie VIP. E questo, almeno in parte, avviene perché poco è rimasto che sembri impossibile, e molto spesso ciò che è palesemente impossibile viene considerato una scemenza: c'è una brama sanguinaria di realismo, anche il fumetto dev'essere enciclopedico, tutto ciò che scriverai verrà confrontato con Wikipedia e, se non troverà riscontro, sarà usato contro di te. Pochi, dunque, hanno ancora tanta voglia di pensare "e se...?" basandosi su ciò che offre la realtà. Ecco perché, allora, è tanto più geniale l'idea di Casty, per esempio, di far costruire a Macchia Nera una macchina che "salva la sua posizione" e gli permette di ritentare il passato finché non gli va tutto bene: perché Casty ha preso qualcosa che esiste, l'ha esasperato in chiave pezziniana, ma così facendo l'ha reso qualcosa di "impossibilmente possibile", qualcosa che sai che non si può fare ma, in qualche modo, non ti pare neanche tanto impossibile. In una società che, bene o male, potrebbe quasi dire di aver visto tutto, si tratta di un risultato eccezionale.

                              Ma anche volendo eliminare il fattore "possibilità" e la sua componente tecnologica, rimane il fatto ineluttabile che molte sceneggiature oggi non hanno più la completezza, la solidità, la coerenza, i dialoghi e quel pizzico di originalità che si trovava qualche tempo fa. E questo, che a FV piaccia o no, non ha nulla a che fare con "una storia di Atomino ogni settimana". Ha a che fare con le differenze tra le prime e le ultime avventure di Indiana Pipps, ha a che fare con le differenze tra le storie di Qui Quo Qua scritte da Marconi e i blog e le galassie di Ambrosio, ha a che fare con le differenze tra i tridentauri di Cimino e le avventurette attuali di Paperone, il cui esito è prevedibile dalla decima di trenta tavole. Qui non è nostalgia, è il fatto che la produzione media italiana di certi periodi passati di Topolino era ampiamente superiore a quella attuale. L'evoluzione si è interrotta intorno a metà anni Novanta, e da allora c'è stato solo il declino, e il riciclaggio. Scusatemi, ma dopo ormai quasi quindici anni dall'avvento del primo PK, qualcuno vorrebbe ancora farmi ridere con battute che puntualmente si rifanno a questi due modelli:

                              1) "Bella cravatta! Ti vesti al buio o hai perso una scommessa?"
                              2) "Poche ragazze da quelle parti, eh?"

                              E non solo su Topolino, ma anche altrove. Ed è dura ricordare, o far scoprire ai neofiti, che l'inflazionatissima battuta numero 1 viene da una delle storie Disney più belle che si siano mai lette. Eppure siamo arenati lì, e per di più quelle battute vengono riutilizzate in ambiti lontanissimi da PK, che le calzava a perfezione.

                              Il declino grafico è, per quanto visibile e importante, secondario, e forse inevitabile: la costellazione di Artisti che si è incontrata a cavallo dei Settanta e degli Ottanta non può ripetersi ogni decennio, e neanche ogni due. Del resto, negli anni Sessanta su Topolino ci fu un periodo di sceneggiature eccellenti rappresentate da disegni anche pessimi, e in generale spesso grotteschi rispetto a quanto abbiamo avuto in seguito e abbiamo tuttora (con eccezioni). Di certo l'eccellenza di certi periodi fu proprio dovuta al connubio tra grandi trame e disegnatori che sapevano inscenarle in modo semplicemente perfetto.

                              *

                              alec
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                                Re: Modalità vecchie e nuove di scrivere storie
                                Risposta #149: Domenica 25 Lug 2010, 20:23:45

                                in pratica mi stai dicendo che Marx aveva ragione con le sue teorie su strutture e sovrastrutture?

                                ah, se ti sentisse lo zione... andrebbe a nascondere i suoi dindini prima che arrivino i bolscevichi a divederli coi "compagni"!
                                La concezione marxista della storia, che si basa solo su cause e concause di natura economica, è da tempo sorpassata, per fortuna! Non credo che Quaquarone volesse esprimersi in tal senso! Io ho capito che un'opera debba essere contestualizzata per essere capita ed apprezzata.  ;) Mi pare un concetto semplice.
                                « Ultima modifica: Domenica 25 Lug 2010, 20:27:11 da alec »

                                 

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