Dunque...
Io voglio bene a Teresa Radice e Stefano Turconi. Anche se non li conosco. Insomma, li ho incontrati mezza volta e basta, ma gli voglio bene. Come posso non volergliene?
Mi sarebbero bastate
Il Grande Mare di Sabbia, La notte senza Luna, L'isola senza prezzo, Pippo Reporter e tutte le altre bellissime storie disneyane per voler loro bene.
Perché sono, a mio parere, gli autori Disney più Disneyani in assoluto, e le loro storie hanno quindi quella leggerezza, quel tocco puramente
Disney, dato indubbiamente da un'alchimia e un equilibrio magici (è il caso di dirlo) tra la delicatezza delle sceneggiature e la plasticità cartoonesca dei disegni.
Insomma, le loro storie sanno di buono. Come posso spiegarlo? Si fa prima a leggerle le storie. Perché ne vale la pena. Davvero.
Ora i Nostri hanno messo tutto loro stessi in una singola storia: la loro visione della vita, la loro essenza.
Quando questo accade, in una qualsiasi opera, di un qualsiasi autore di talento, il risultato é sempre di valore.
La storia in questione è Viola giramondo.
Sì, pare davvero che ci sia tutto di Teresa e di Stefano in Viola giramondo: leggi la storia e capisci come sono, come pensano, come vivono.
Ho la presunzione di dire ciò pur non conoscendoli personalmente, ma la storia é così sentita e appassionata che sono sicuro, non può essere altrimenti.
E ritorniamo al primo punto: io gli voglio bene perché mi sento in sintonia con loro, con Viola, con il cirque de la Lune, con Henri de Tolouse-Lautrec, con Antonin Dvoràk, con Tenzin e tutti gli altri. Mi sono davvero sentito parte della storia.
E poi mi piace che si voglia ancora cercare la bellezza nell'arte, nei colori, nella musica, e mi piace ancor di più se lo si fa con grazia e con quel
sense of wonder così tipicamente infantile. E con dei pastelli.
Viola giramondo non deve essere valutata analiticamente e criticamente. Si capisce: deve essere semplicemente letta, senza filtri.
Poi certo, si potrà discorrere sulla magnifica tecnica del disegno di Stefano, che mi ha ricordato tantissimo i disegni della nostra infanzia, quelli con i pastelli, tutti sporchi, ma gioiosi e pieni di vita.
Si potrà parlare della storia in se', di quel meraviglioso ultimo capitolo, che parla della morte (e quindi anche della vita), vista e vissuta dagli occhi di una bambina. E con quale delicatezza! Con quale poesia!
Ci si potrà divertire nell’individuare le tante citazioni letterarie (per fortuna non invadenti), nel contare i molteplici idiomi parlati dai personaggi del multirazziale Cirque de la Lune (a proposito, complimenti per il napoletano di Gennaro, davvero perfetto!
).
Tutto vero, tutto giusto.
Ma tutto sommato, può bastare leggere Viola giramondo, dimenticare il cinismo per 120 pagine e, chiuso il libro, sentirsi in pace con il mondo.
Io spero tantissimo nel successo di Viola giramondo, perché è una cosa bella.
E fa bene, come un toccasana.
Se vi volete del bene, leggetela. Davvero.