Sappiamo bene che i nostri paperi sono antropomorfi e la loro forma è, ormai da oltre mezzo secolo, lontana da quella troppo naturalistica un po’ sgradevole degli esordi. Tuttavia se paragonati agli ‘esseri umani’ – sia pure con il naso a tartufo – presenti nelle loro storie, la loro dimensione è generalmente inferiore. Tutto questo genera spesso scoppiettanti situazioni, per esempio la più classica in cui Paperino vuol aver ragione di qualche bellicoso energumeno.
Nel caso di zio Paperone l’inferiorità fisica è accentuata dall’età ma bilanciata dalla superiorità economica, ed il fatto di vedere un papero economicamente così potente inerme nelle mani dei bassotti contribuisce a renderlo simpatico. Infatti se in alcuni casi un moltiplicatore di forze in lui, o un archibugio in mano, lo rende potente tanto da sopraffarli, in altri si ha proprio l’idea di soggezione alla loro forza fisica superiore. Naturalmente queste situazioni si prospettano in modo divertente e l’esito è del tutto incruento, sono quindi un ennesimo aspetto della sapiente e riuscita trasposizione del realistico da parte degli Autori.
Vediamo ad esempio le molte vignette in cui lo prendono starnazzante per il collo : molta enfasi nella vignetta di ‘Zio Paperone e le tribolazioni dell’austerity’
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da parte del tosto Massimo de Vita che rende sempre molto efficacemente i confronti fisici, e l’intera situazione di prigionia creata in ‘Zio Paperone e il trita atomi’
http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL++693-A C’e’ inoltre in zio Paperone a volte un animo infantile nel difendere i suoi denari come un bambino difende le sue caramelle, assolutamente non banale in quanto coesiste con l’indefessa determinazione adulta di eccellente uomo d’affari. Aggiungiamo a ciò in alcuni casi l’inferiorità fisica di anziano papero e vediamo altre situazioni meravigliosamente divertenti e – la magia di sempre – ricche di significato. In questi particolari casi zio Paperone come un bambino appare affidarsi anche fisicamente ad ‘esseri umani’ dimensionalmente più grandi di sua fiducia. Ecco alcuni esempi. Vediamolo durante la ricerca in mare della nave di Brigitta in ‘Zio Paperone e le fragole di Brigitta’ :
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improvvisamente questa scompare anche dal radar e zio Paperone disperato si attacca alla caviglia del capitano esclamando ‘capitano capitano fate qualcosa…’. In ‘Paperoga e l’isola a motore’ coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1050-C
è talmente abbattuto dalla sparizione misteriosa dei suoi aerei che viene messo in una culla e nutrito col biberon. In ‘Zio Paperone e le lenti specializzate’,
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completamente distrutto dal furto dei bassotti, viene condotto su una carriola da una delle sue guardie private. In una storia di cui non ricordo il titolo viene preso in braccio (lui e nipoti) dall’equipaggio di una sua nave traendosi d’impaccio da qualche situazione estrema su zattera o simili. Sembra quasi che gli Autori amino in questi casi coccolarlo proprio ‘fisicamente’ !
Lo spietato uomo d’affari si dimostra a volte, direi per certi versi, un fragile bambino e questo non può non farcelo piacere.
Se togliamo da queste considerazioni il fattore particolare ‘inferiorità fisica’ in rapporto agli esseri umani, ritroviamo le consuete più frequenti situazioni con i nipoti dell’avventato bambino in lui che al minimo accenno di pericolo per i suoi amati dollari a volte fa gesti inconsulti e autolesionistici (tipo buttarsi dalla finestrella del deposito).
Di certo non morirà ma lo vedremo vistosamente scassato (un contributo alla pacificante equità di trattamento con Paperino), ed ecco ancora il distico potentissimo uomo d’affari –inconsulto e fragile bambino, apparentemente inconciliabile, ma sempre magicamente riunito per il piacere del lettore che solo queste storie sanno darci.
Tutti fattori in definitiva molto importanti che accattivano simpatia per un avido papero d’affari, addirittura svelandone con spirito un lato tenero.