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Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?

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PolliceSu   (3)

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PolliceSu   (3)
    Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
    Sabato 11 Apr 2015, 21:08:23
    Un saluto a tutti.

    Dopo ANNI ho ripreso in mano dei topolino,comprati appositamente per vedere nuove storie e capire se è rimasto tutto come lo avevo lasciato oppure se ci sono stati dei particolari cambiamenti. Mi riferisco in particolar modo alle classiche storie dei paperi,ovvero quelle che mi hanno sempre appassionato e coinvolto. Tenete presente che ho letto una gran quantità di topolino/paperino/classici/grandi classici/paperinik dalla fine degli anni ottanti fino ai primi anni 2000 e li mi son fermato.

    Nel mentre ne leggevo qualcuna di nuova qualche tempo fa, non mi pareva fosse cambiato quasi nulla (fortunatamente). Nessuno stravolgimento dei personaggi,degli obiettivi e del mondo fittizio in cui vivevano.Le storie,l'essenza è sempre quella.Ma passata la paura iniziale che fosse cambiato tutto,mi accorgevo che in ogni caso c'era qualcosa di diverso che personalmente mi rattristava.Mi sono accorto che rispetto alle storie che leggevo (a mio modesto parere) c'è stata un'involuzione sia sotto il piano dei disegni,sia sotto il piano dei personaggi e del loro carattere.

    Sul punto di vista dei disegni non voglio dire che questi non siano belli in sè,anzi...

    Tavole ben colorate,paesaggi complessi e dettagliati,insomma il contesto,lo sfondo c'è ed è di ottimo livello...il problema sono i protagonisti,decisamente meno espressivi di quanto erano un tempo. Ho trovato su varie storie le stesse facce,le stesse espressioni prolungate su svariate tavole,espressioni tra le altre cose abbastanza sull'anonimo e spesso pure fuori tempo rispetto ai dialoghi.Come se il disegnatore non fosse in grado di differenziare emozioni e facesse fatica a non disegnare un personaggio sempre allo stesso modo. Ripreso in mano topolino più vecchi mi sono accorto che ho (o spero di non averle) le traveggole : i personaggi sono più espressivi,le emozioni sono più differenziate e in generale sembrano più simpatici.Guardo un'espressione,leggo la vignetta e mi accorgo che vanno a ritmo,come se fosse una danza in cui tutto è perfetto. Non capisco se è una questione di abitudine,di come sono "cresciuto",oppure se effettivamente c'è stato un peggioramento nei disegni per quanto riguarda l'espressione e la vitalità dei protagonisti (come ho detto le ambientazioni,i colori e il contorno sono uguali se non superiori a quelle di 10-20-30 anni fa).

    L'altra nota dolente che ho notato (e forse il tutto è aggravato appunto da quello che ho scritto sui disegni) è che i personaggi sono meno "protagonisti",meno epicentri della vita e delle vicende in cui si trovano ad affrontare rispetto al passato,come se si fossero in parte spersonalizzati,come se si fossero svuotati. Restano sempre loro,per carità...ma quando leggevo una storia 20 anni fa avevo l'impressione che gli eventi avvenivano per via della natura e del carattere dei personaggi,che li portava ad essere e trovarsi nelle situazioni che poi dovevano affrontare.Come se quei personaggi dentro di sè avessero una forza creatrice tale da dare loro il via a delle storie. Oggi ho letto storie in cui mi sembrava che la storia,il messaggio che si vuole mandare al lettore sia la cosa più importante ( e ci può anche stare) e i personaggi si piegano letteralmente in funzione di questo. Come dei rami d'albero trascinati lungo la corrente di un fiume. Come se fossero delle mediocre comparse che devono rispettare un copione a loro assegnato.

    Anche i rapporti tra i personaggi in questo senso mi sembrano meno forti e amabilmente standardizzati rispetto a come erano prima. Un esempio in questo senso è Paperino...gliene capitano di tutti i colori come prima ma è diverso,è più anonimo,forse meno stereotipato caratterialmente e quindi meno "particolare",perfino meno simpatico. Sembra messo li per far andare avanti la storia,quasi come se la storia avesse bisogno di un volto,di un personaggio che possa dare forma e struttura agli eventi,ma poco/nulla di più.
    Non so,mi sembra tutto molto diverso.

    Quel che mi chiedo e vorrei chiedervi è se sono l'unico che pensa queste cose oppure ci sono altre persone che si ritrovano (vagamente o in parte) in quello che ho scritto.

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    Aoimoku
    Diabolico Vendicatore
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      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
      Risposta #1: Sabato 11 Apr 2015, 21:59:23
      Sinceramente tra gli anni '90 e gli anni '10 i cambiamenti sono davvero minimi, sarei più d'accordo con te se mi parlassi di un confronto tra oggi e gli anni '60

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      Cornelius
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        Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
        Risposta #2: Sabato 11 Apr 2015, 22:23:45
        Sinceramente tra gli anni '90 e gli anni '10 i cambiamenti sono davvero minimi, sarei più d'accordo con te se mi parlassi di un confronto tra oggi e gli anni '60
        Vent'anni non sono comunque pochi e un lettore che ha ripreso da allora solo oggi a leggere (e vedere) il libretto può accorgersi di certe differenze meglio di chi ha continuato ad acquistarlo più o meno regolarmente.
        Io che proprio nei primi '90 ripresi a comprare un Topo che non leggevo più dalla fine dei '70, lo ritrovai molto cambiato nonostante fossero passati poco più di dieci anni.


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        ML-IHJCM
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          Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
          Risposta #3: Domenica 12 Apr 2015, 10:24:36
          Per quel che riguarda i disegni, credo che in gran parte si tratti di una questione di abitudine.
            Certamente, ci sono disegnatori piu' e meno bravi, che rendono piu' o meno bene l'espressivita' dei personaggi; ma (se posso basarmi sula mia personale esperienza) se lo stile non piace perche' non ci si e' abituati, diventa piu' difficile apprezzare quest'espressivita' anche quando c'e'. Inoltre (sempre in base alla mia esperienza) va considerato che anche nella carriera di un disegnatore ci sono varie fasi ed il nostro gusto non sempre segue il loro sviluppo (tanto per citare un maestro indiscusso, personalmente trovo che De Vita fosse molto piu' espressivo vent'anni fa di quanto non lo sia oggi). Posso anche immaginare che tra i disegnatori piu' espressivi oggi ce ne siano di quelli che avevi gia' conosciuto allora, ma che all'epoca non erano ancora cosi' bravi e che a te sia rimasta un'inconscia tendenza ad ignorarli, concentrando la tua attenzione su quelli che che un tempo ti avevano dato le maggiori soddisfazioni (certamente il mio apprezzamento dei vari disegnatori ha attraversato fasi come quelle che descrivo).
            Insomma, sui disegni il mio consiglio e': continua a leggere e avrai le tue soddisfazioni. Come qualita' totale, credo non ci sia stata nessuna involuzione.

          Un discorso diveso va fatto per l'uso dei personaggi.

          Citazione
          Mi riferisco in particolar modo alle classiche storie dei paperi,ovvero quelle che mi hanno sempre appassionato e coinvolto.

          Qui penso che ci sia un problema serio. Se ne e' gia' parlato piu' volte sul forum (proprio ieri era stata aperta una nuova discussione in materia, misteriosamente sparita nelle ultime ore e che spero venga presto recuperata). Diciamo che negli ultimi anni Topolino e' stato spesso utilizzato egregiamente e abbiamo avuto vari capolavori ambientati a Topolinia. L'uso dei paperopolesi invece spesso e' stato assai stereotipato e generalmente assai meno soddisfacente (soprattutto per chi, come il sottoscritto, avverta Paperino come "sangue del mio sangue e piuma delle mie piume"). Non sono mancati i capolavori nemmeno in questa meta' dell'universo Disney, ma la qualita' generale e' stata decisamente inferiore (per dire, se devo indicare la migliore storia papera del 2014 penso senza esitazioni a Lo strano caso del Dottor Ratkyll e di Mister Hyde, che ha come protagonista non so se Topolino o Pippo).

          Credo che parte del problema stia nel fatto che mentre una storia di Topolino funziona bene soprattutto in base alla trama (e la personalita' del protagonista pesa piu' che altro perche' un bravo autore deve saper evitare di renderlo antipatico), nel caso dei paperi la trama puo' anche essere un piu' modesto canovaccio, ma le personalita' sono essenziali. La mia impressione e' che negli ultimi lustri (direi che l'involuzione sia cominciata piu' o meno quando tu ti allontanavi dalla lettura di questi fumetti, fine anni '90-inizio '00) queste personalita' hanno perso molto e credo uesto sia il motivo principale per la tua delusione. Delusione che credo sia piu' o meno condivisa da ogni amante dei paperi.

          Per chiudere su una nota piu' ottimistica: penso che dal punto qualitativo la rivista stia attraversando un buon periodo. Non sono entusiasta di tutti gli autori, ma ce ne sono tanti in cui ho piena fiducia per quanto hanno mostrato saper fare (e parlo di entrambi gli universi, Paperopoli e Topolinia). Ritengo che i paperi stiano attraversando un'epoca non delle migliori, ma mi sembra ragionevole poensare che riusciranno a tornare ai fasti pristini; e spero di non dover attendere troppo.
          « Ultima modifica: Domenica 12 Apr 2015, 10:27:38 da ML-IHJCM »

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          Maximilian
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          PolliceSu
            Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
            Risposta #4: Domenica 12 Apr 2015, 11:35:27
            mentre una storia di Topolino funziona bene soprattutto in base alla trama [...] nel caso dei paperi la trama puo' anche essere un piu' modesto canovaccio
            Dire che non concordo è un eufemismo. Bisogna giudicare le storie delle due città (mi rifiuto di chiamarli universi) con gli stessi parametri.

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            AndyHawkGamma
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              Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
              Risposta #5: Domenica 12 Apr 2015, 12:20:03
              Ho scoperto una pagina su Facebook piena di vignette dove figurano insulti, minacce di morte, scene di violenza, parole abbastanza desuete, richiami di un certo tipo di letteratura, vaghi riferimenti sessuali, personaggi che bevono e che fumano... e mi rendo conto che oggi è decisamente contrapposto.

              Come dissi già a suo tempo, è paradossale che oggi, quando i ragazzi sono decisamente molto più informati di quello che pensiamo su certi argomenti, il Topolino censuri o proponga storie che estraniano violenza o riferimenti all'alcool e al fumo, quasi per creare un universo ideale. Non è la strada migliore, secondo me, perché così risulta tutto poco credibile e piatto: sono certo che sia una condizione che viene imposta agli sceneggiatori e ai disegnatori quella di creare storie con certi limiti, tuttavia andiamo a guardare Carl Barks, che senza alcuna restrizione creava "ten pages" accattivanti e piene di personalità. E circa i 2/3 dell'opera di Carl Barks è costituita da "ten pages", e molte delle quali sono rimaste nella storia del fumetto e prese ad ispirazioni da autori come Cimino, Martina, Ghendi, Marconi, Scarpa e così via. E autori odierni come Casty, Vitaliano, Gagnor e compagnia andante prendono ispirazioni da questi, seppur devono agire in un contesto pieno d'edulcorazione.

              Che si abbia paura di plagiare le menti dei "poveri ed innocenti" lettori, considerato che il Topolino è una rivista rivolta prettamente verso un pubblico giovanile?
              Per me è così, e ciò mi è stato reso più evidente quando Teresa Radice affermò che certi stilemi, certe peculiarità di autori del passato, non sono più  canone Disney. E il tutto si è avviato verso una semplificazione sempre più irritante, in un universo dove le baruffe fra Paperino e Paperone non sono altro che diverbi privi di personalità, Macchia Nera non è capace di arrivare ad uccidere Topolino, Pietro il giorno prima è un bonaccione il giorno dopo tenta di comportarsi da cattivo, Qui Quo Qua perbenisti senza alcun tipo di svago al di fuori dello studiare, Paperina irritante meretrice e così via...

              Occhio, concordo sul fatto che una storia non deve per forza avere un insulto a vignetta per rendersi accattivante, tuttavia si nota che la costruzione della sceneggiatura ha subito delle pressioni, non è puramente genuina o completamente svincolata da delle regole, però guardiamo Barks o Martina, e ci accorgeremo che anche e soprattutto attraverso la violenza e gli insulti (ma veri e propri), si possono dare degli insegnamenti che il lettore codifica senza che gli vengano ribaditi (difetto irritante che spesso si riscontra oggi sul topo), creare storie sempre più originali (ma quante volte Carl Barks ha fatto fare a Paperino il tiranno e ai nipotini i ribelli secondo uno schema sempre diverso? Quante volte Paperino e Paperone si sono azzuffati e insultati in modi sempre più diversi?), che siano quotidiane o ambientate in altri luoghi (anche la faccenda del non inserire persone di tutte le nazionalità, con la copertina censurata di Stefano Turconi è imbarazzante).

              Spero in nulla, lo so, tuttavia auspico in un ritorno ad un Topolino che rappresenti quella che è la vita: non bastano autori come Cirillo che vogliono riproporci la quotidianità, se poi la quotidianità stessa è edulcorata oppure presenta personaggi scialbi o che non sfoggiano le loro caratteristiche principi. Dai, ditemi perché Martina i paperi li faceva ubriacare a birra e quelli di Cirillo si sbronzano con una gazzosa (?!). Credo che sia un messaggio più terribile "la gazzosa fa diventare ubriachi, non bevetela!" che "l'alcool fa male!", soprattutto perché è ipocrita e prende a pesci in faccia i lettori più giovani... Non c'è da sorprendersi se poi i ragazzi si reputino troppo grandi per leggere il Topolino, cioè guardiamo la realtà degli anni '60 e '70 e le cose erano ben diverse, proprio perché il Topolino si rivolgeva proprio a tutti senza rintanarsi dietro la censura, ma nessuno è mai andato in giro a gridare senza ragione "esecrabile creatura!", "faccia di gatto!", "nevrastenico", "ebete dalla deficienza mentale", oppure  a gettare cani randagi per strada, oppure ad ubriacarsi e a fumare senza ritegno, o ad insultare persone di colori e zingari...

              Piccola precisazione: la qualità del Topolino odierno, specie se la si confronta con quella del periodo Muci, è migliorata nettamente, ma leggerlo non mi dà più la soddisfazione di leggere una storia di Barks, di Martina o del Cirillo di tanti anni or sono...  :(

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              ML-IHJCM
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                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                Risposta #6: Domenica 12 Apr 2015, 15:58:13
                Dire che non concordo è un eufemismo. Bisogna giudicare le storie delle due città (mi rifiuto di chiamarli universi) con gli stessi parametri.
                Non sono sicuro di cosa tu voglia dire. Ma secondo te una storia come questa funzionerebbe altrettanto bene con protagonista Topolino?

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                AndyHawkGamma
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                  Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                  Risposta #7: Domenica 12 Apr 2015, 16:43:51
                  Non sono sicuro di cosa tu voglia dire. Ma secondo te una storia come questa funzionerebbe altrettanto bene con protagonista Topolino?

                  O anche vignette come queste: provate a sostituire un personaggio di Topolinia, e noterete che non reggerebbe assolutamente il confronto!
                  Dico anche che vignette come queste oggi sarebbero escluse dal Topolino senza che ve ne sia una ragione veramente giustificabile.



                  Soprattutto la terza immagine - quella con le due vignette con Paperino e Paperina disegnati da Barks - pensate che Minni e Topolino riuscirebbero al loro posto risultare credibili ed efficaci? Non credo proprio.

                  I registri sono ben definiti, ma se quello dei topi è ancora salvabile, oggi quello dei paperi è precipitato verso una banalità non da poco, nonostante sia quello più versatile e che ben si presta a tutti i generi. Coi personaggi di Topolinia puoi fare anche quotidianità, ma la maggior parte delle loro avventure è soprattutto noir, azione e affini.
                  Con quelli di Paperopoli, invece, puoi spaziare dal comico al tragico, dal divertente all'inquietante.
                  « Ultima modifica: Domenica 12 Apr 2015, 16:51:42 da AndyHawkGamma »

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                    Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                    Risposta #8: Domenica 12 Apr 2015, 17:15:22
                    Sicuro che non sia più una questione di nostalgia?
                    Io sono cresciuto con il Topolino degli anni '90, in particolare dalla metà degli anni 90 fino ai primi anni 2000.
                    Ho abbandonato i fumetti di inediti Disney per qualche anno (dal 2004 al 2009 circa, periodo in cui ho comprato regolarmente solo Zio Paperone, che pubblicava storie vecchie), e ripreso dal 2010/2011 a collezionare con maggiore assiduità testate di inediti.
                    Riprendendo in mano il Topolino ho notato, a differenza tua, un netto miglioramento nella qualità delle storie, dove c'è stato un passaggio dalle semplici riempitive (ricordo Topi, soprattutto di inizio 2000, pieni di storie, anche sette per numero, una più insignificante dell'altra) a storie più contenutisticamente pregnanti, la cui trama a fine lettura ti lascia qualcosa che va oltre il semplice sorriso.
                    Ovvio che non tutti i numeri hanno la stessa qualità: spesso escono buoni numeri, spesso ottimi, talvolta ciofeche. E' così ora, era così negli anni '90, ma credo che a paragone con quegli anni il Topo di adesso pubblichi molto più frequentemente storie di una certa qualità, merito della nuova leva di sceneggiatori (quasi tutti formatisi proprio negli anni '90) che sono ora nella loro piena maturità creativa.

                    Per i disegni non saprei cosa dirti. Personalmente non credo sia cambiato molto. Sicuramente c'erano autori che disegnavano meglio di oggi (il Cavazzano di quegli anni è il miglior Cavazzano, senza dubbio), ma mancavano anche altri bravi disegnatori che oggi ci sono (pensare a Casty), o che hanno migliorato il loro stile di disegni (imho Faccini).

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                    Maximilian
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                      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                      Risposta #9: Domenica 12 Apr 2015, 17:44:51
                      Non sono sicuro di cosa tu voglia dire.
                      Infatti penso che tu non abbia capito. Mi spiego.
                      Nella frase che ho postato Andy ha detto che le storie tope si basano più sulla trama mentre quelle papere possono anche meno originali. Io credo che si debba valutarle con lo stesso metro di misura.

                      Coi personaggi di Topolinia puoi fare anche quotidianità, ma la maggior parte delle loro avventure è soprattutto noir, azione e affini.
                      Con quelli di Paperopoli, invece, puoi spaziare dal comico al tragico, dal divertente all'inquietante.
                      Questo è un luogo comune che non mi stancherò mai di combattere. Io credo che anche i topolinesi possano spaziare tra tutti i generi; che poi quasi tutti gli autori si concentrino solo su alcuni di questi è vero, ma non esclude a priori l'impossibilità di trattarne altri.

                        Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                        Risposta #10: Domenica 12 Apr 2015, 17:54:15
                        Infatti penso che tu non abbia capito. Mi spiego.
                        Nella frase che ho postato Andy ha detto che le storie tope si basano più sulla trama mentre quelle papere possono anche meno originali. Io credo che si debba valutarle con lo stesso metro di misura.

                        Questo è un luogo comune che non mi stancherò mai di combattere. Io credo che anche i topolinesi possano spaziare tra tutti i generi; che poi quasi tutti gli autori si concentrino solo su alcuni di questi è vero, ma non esclude a priori l'impossibilità di trattarne altri.

                        Perché, da quando in qua ritrarre il quotidiano, se fatto con senso e dovizia, non è interessante?  :-?

                        Comunque il senso della mia ultima frase è il seguente: coi topolinesi puoi fare tutti i generi possibili, ma è soprattutto coi paperi che gli autori fanno altrettanto. Se si guarda, tutti gli autori che trattano di quotidianità (come Cirillo), lo fanno soprattutto sui paperi, Casty, che invece racconta di avventure dal retrogusto epico, lo fa sempre coi topi.
                        Lo so, è un luogo comune abbastanza brutto quello topi-avventura e paperi-comicità, ma oramai è così, le storie in cui Paperone andava a caccia o fronteggiava un'Amelia e dei Bassotti veramente degni di questo nome si sono perse, anche solo le avventure in cui Paperino rischiava davvero o si avventurava ovunque coi nipotini  :(
                        « Ultima modifica: Domenica 12 Apr 2015, 20:55:15 da AndyHawkGamma »

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                        Maximilian
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                          Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                          Risposta #11: Domenica 12 Apr 2015, 21:06:22
                          Perché, da quando in qua ritrarre il quotidiano, se fatto con senso e dovizia, non è interessante?  :-?
                          Non so proprio come sei arrivato a pormi questa domanda, dato che non ho detto niente in proposito

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                          brigo
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                            Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                            Risposta #12: Domenica 12 Apr 2015, 22:00:48
                            Stretta è la foglia, larga è la via... Quindi parlo anch'io:

                            Riguardo la questione del disegno, ci sono diverse cose che saltano all'occhio. Un tempo non si era sotto l'omologazione che oggi invece vige imperante: il tratto Disney degli anni 2000 è universalmente e internazionalmente associata allo stile di Cavazzano. Questo non stupisce, dal momento che molte delle leve degli anni '80/'90 furono allievi e allieve di Cavazzano e oggi sono ormai firme di punta del giornale (vogliamo parlare di Mastantuono, Ziche, ecc...?). Peccato che lo stesso Cavazzano (che personalmente continuo a venerare) e un altro Maestro Sacro come De Vita ormai siano diventati manieristi, quasi delle caricature di ciò che furono. Non sono abbastanza esperto per poter parlare di evoluzione o involuzione, fatto sta che molta della loro 'freschezza' di tratto io, da lettore, non la trovo più.
                            E sto invece iniziando ad apprezzare sempre di più gli Autori che da questo stile si discostano, come un Celoni, un Mottura, un Casty (e altri).
                            Senza contare i Big Ultra Senior, che a dispetto dell'età anagrafica stanno diventando quasi una ventata di 'novità' fra le pagine del Topo (Asteriti, Chierchini, Gatto).
                            In definitiva, più che ispirarsi allo stile di Cavazzano, mi sembra che si stia puntando più ad una pedissequa imitazione del manierismo dello stesso.
                            Inoltre, c'è da dire che le sceneggiature odierne non è che permettano grandi guizzzi creativi, eh? Ne parlo ora...


                            Le sceneggiature. O meglio, la psicologia dei personaggi. Lungi da me fare di tutta l'erba un fascio, ci sono ancora Autori che fa piacere, largamente piacere leggere sulle pagine di "Topolino". Ma andiamo un po' più nello specifico: ciò che ha reso i personaggi Disney così universali, camaleontici, UMANI, è proprio la loro sfaccettatura di personalità, chi più chi meno. I personaggi Disney sono tanto amati perchè incarnano pregi e difetti dell'essere umano, e questo permette una certa immedesimazione. O meglio, la permetteva. Perchè una vigorosa spinta verso il perbenismo imperante e ipocrita, dovuta da chissà chi, chissà da quanto tempo e da quanto lontano geograficamente parlando, ha IMPOSTO che i characters Disney debbano sempre essere personaggi positivi, ottimisti, educati. Degli ottimi esempi da seguire, quindi.
                            MADDECHE?????
                            I personaggi son belli perchè sono come le persone, ovvero anche imperfetti e fallibili. Le figurine di cui leggiamo troppo spesso oggi sono delle macchiette bidimensionali che seguono un canovaccio fisso e che fanno a gara a dimostrare quanto siano l'uno più corretto dell'altro. In questo modo non esiste più una vera lotta tra buono e cattivo, non esiste più una rivalità tra parenti che possa sembrare un minimo credibile (e chi è che non ha parenti con cui litigherebbe ogni santo giorno???), non esiste più minaccia, non esiste più obiettivo. In pratica non esiste più un senso, uno scopo.
                            Ripeto, ci sono ancora sceneggiatori che, nonostante il tarpamento delle ali della Fantasia, riescono ancora a far muovere i nostri in modo non stucchevole. E quando vi riescono, gioco forza si parla quasi sempre di Capolavori. Questo perchè siamo disabituati a vedere personaggi che AGISCANO, che facciano davero qualcosa, che siano spinti da sentimenti che vadano oltre amore-altruismo-rispetto.
                            E' chiaro che con simile storielle mosce non si possano nemmeno pretendere disegni pimpanti.

                            Detto questo (e mi scuso per la lunghezza del messaggio), devo dire che la qualità delle storie è oggettivamente migliorata rispetto a trame bislacche e senza senso (non tanto degli anni '80, ma '60 e '70 sicuramente!). Ma dall'altro lato, seppure tecnicamente di maggior qualità, ci ritroviamo troppo spesso a che fare con delle larve, delle marionette, non più con attori che rivestano le maschere della nostra veracità.

                            Sarebbe bello poter leggere più spesso storie vive, con espressività dei personaggi vive anch'esse. Ma venendo dall'epoca Muci, di cui non finirò MAI di parlar male (come lettore), devo sempre tenermi sul chi va là perchè so che il peggio è sempre dietro l'angolo. E perchè penso che le decisioni vengono da molto, molto molto in alto. E da molto, molto, molto fuori i nostri confini.


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                              Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                              Risposta #13: Domenica 12 Apr 2015, 22:11:12
                              Sarei proprio curiosa di sapere chi è l'autore di questa traduzione (e soprattutto di confrontarla con le battute originali, che non conosco) che non avevo mai visto e che è decisamente più colorata di quelle che conoscevo io.


                              Quanto alla questione posta da Cuoredipietra Famedoro, credo anch'io che sia principalmente una questione di nostalgia per i "bei tempi" dell'infanzia.
                              Anch'io ho seguito Topolino nella seconda metà degli anni Novanta, per poi smettere alle soglie del 2000 e riprendere a seguire l'inedito nel 2008.
                              Diciamo che la mia formazione comprende prima i tardi anni '90 del Topolino, poi "estratti" dagli anni '60 ai primi anni '90 tramite ristampe su vattelapesca e supermiti vari, insieme a Barks e Don Rosa, quindi di nuovo il Topolino a partire dal 2008; la fase Muci l'ho vissuta (e archiviata velocemente) in differita.
                              Personalmente non ho avuto l'impressione che tutto fosse cambiato, anzi, ho ritrovato i personaggi di sempre, con cui sono cresciuta e a cui associo ore di piacevole relax (perchè parto comunque dal presupposto che se leggo un fumetto è perchè ho voglia di rilassarmi, non certo di stare continuamente a cercare il pelo nell'uovo).
                              L'unica vera differenza che ho avvertito, è, chiaramente, l'ambientazione più moderna, al passo con i tempi che cambiano. Ma dato che considero Topolino e Paperino (e rispettive compagnie) come uno specchio della nostra società, è stato un passaggio che ho trovato naturale e niente affatto forzato.

                              Certo, chiaramente non è che tutte le storie di oggi siano belle, così come non lo erano tutte quelle di vent'anni fa... ma in linea generale rimango soddisfatta ancora oggi.
                              « Ultima modifica: Domenica 12 Apr 2015, 22:15:27 da Paperinika »

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                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                Risposta #14: Domenica 12 Apr 2015, 22:35:50
                                Magari tornerò sul Topic in altro momento, ma voglio commentare l'affermazione di brigo sugli anni '60. Veramente pensi quello che hai scritto? Io di veramente scadente, nei Topolini degli anni '60, vedo solo la maggior parte delle storie straniere, quindi penso che nessuno che conosca bene quel periodo possa essergli ostile, certo non a tal punto da dire che la qualità delle storie anni '60 è talmente scadente da essere al di sotto di quella degli anni '10 del 2000.
                                Un maggior lassismo solo nella seconda metà degli anni '70, e di norma si pone una "rinascita" negli anni '80 che citi tu: ma rinascita come? Una costruzione più attenta delle storie e una maggiore attenzione al messaggio, ma la "rinascita" degli anni '80 è quella che ha sancito definitivamente il cambio dei canoni di Topolino: moltissime cose non sono più permesse,  buonismo, e nascita di storie inconcepibili per le epoche passate del Topo: Zio Paperone e l'operazione foglia ad esempio, in cui uno stucchevole didatticismo presenta trame e situazioni che prima sarebbero state presentate sotto forma di apologhi robustamente morali, e non di lezioncine. 
                                Negli anni '80 c'è la Trilogia dell'Argaar?  E allora? Negli anni '60 e '70 c'erano state Topolino e il Piranka Kuka Baruka,  Topolino e il Sole di Mezzanotte e Topolino e i Misteri del Monte Acchiappanuvole.  Le storie belle e pienamente  soddisfacenti di Mickey Mouse ci sono sempre state, in tutte le decadi.
                                Scusate, ma mi irrita un certo revisionismo che ho visto negli ultimi tempi, secondo il quale prima faceva tutto schifo tranne Scarpa.
                                « Ultima modifica: Domenica 12 Apr 2015, 22:37:30 da Sam_Spade »
                                Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                                  Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                  Risposta #15: Lunedì 13 Apr 2015, 00:00:05
                                  Un saluto a tutti.


                                  L'altra nota dolente che ho notato (e forse il tutto è aggravato appunto da quello che ho scritto sui disegni) è che i personaggi sono meno "protagonisti",meno epicentri della vita e delle vicende in cui si trovano ad affrontare rispetto al passato,come se si fossero in parte spersonalizzati,come se si fossero svuotati. Restano sempre loro,per carità...ma quando leggevo una storia 20 anni fa avevo l'impressione che gli eventi avvenivano per via della natura e del carattere dei personaggi,che li portava ad essere e trovarsi nelle situazioni che poi dovevano affrontare.Come se quei personaggi dentro di sè avessero una forza creatrice tale da dare loro il via a delle storie. Oggi ho letto storie in cui mi sembrava che la storia,il messaggio che si vuole mandare al lettore sia la cosa più importante ( e ci può anche stare) e i personaggi si piegano letteralmente in funzione di questo. Come dei rami d'albero trascinati lungo la corrente di un fiume. Come se fossero delle mediocre comparse che devono rispettare un copione a loro assegnato.


                                  Sui disegni, credo sia una cosa soggettiva.

                                  Per quel che riguarda il discorso sui personaggi invece, l'evoluzione che noti c'è stata ed anche se non è facile rendersene conto, è stata una fortuna.
                                  Parlando di Paperino ad un certo punto parli di comportamento stereotipato e lo indichi come un pregio. Un personaggio artisticamente riuscito (come Paperino) non deve essere stereotipato, perché è proprio quest'uso che distrugge il personaggio. Pensa se ogni storia partisse dall'avarizia di Paperone, dalla pigrizia di Paperino, dalla fortuna di Gastone, e così via. Beh, quel tipo di storie sono proprio quelle cosiddette riempitive tanto criticate che non aggiungono niente di nuovo e che riciclano solo i cliché del personaggio.

                                  I personaggi artisticamente riusciti sono quelli che non interpretano un ruolo nella storia (l'eroe, il cattivo, il detective...) ma che interpretano un personaggio unico che è sì anche una funzione (l'eroe, ad esempio), ma che lo è in modo diverso da tutti gli altri.

                                  Ad esempio, il tenente Colombo è un personaggio artisticamente riuscito perché interpreta sì la funzione del detective, ma rende le sue storie diverse da quelle di ogni altro detective (se ci metti Jessica Fletcher, la storia si sviluppa in un modo diverso). Stessa cosa vale per i personaggi Disney: ognuno di loro interpreta in modo unico la storia in cui sono inseriti, ma non per forza le vicende devono partire da loro.

                                  *

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                                    Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                    Risposta #16: Lunedì 13 Apr 2015, 02:13:40
                                    Stretta è la foglia, larga è la via... Quindi parlo anch'io:


                                    Le sceneggiature. O meglio, la psicologia dei personaggi. Lungi da me fare di tutta l'erba un fascio, ci sono ancora Autori che fa piacere, largamente piacere leggere sulle pagine di "Topolino". Ma andiamo un po' più nello specifico: ciò che ha reso i personaggi Disney così universali, camaleontici, UMANI, è proprio la loro sfaccettatura di personalità, chi più chi meno. I personaggi Disney sono tanto amati perchè incarnano pregi e difetti dell'essere umano, e questo permette una certa immedesimazione. O meglio, la permetteva. Perchè una vigorosa spinta verso il perbenismo imperante e ipocrita, dovuta da chissà chi, chissà da quanto tempo e da quanto lontano geograficamente parlando, ha IMPOSTO che i characters Disney debbano sempre essere personaggi positivi, ottimisti, educati. Degli ottimi esempi da seguire, quindi.
                                    MADDECHE?????
                                    I personaggi son belli perchè sono come le persone, ovvero anche imperfetti e fallibili. Le figurine di cui leggiamo troppo spesso oggi sono delle macchiette bidimensionali che seguono un canovaccio fisso e che fanno a gara a dimostrare quanto siano l'uno più corretto dell'altro. In questo modo non esiste più una vera lotta tra buono e cattivo, non esiste più una rivalità tra parenti che possa sembrare un minimo credibile (e chi è che non ha parenti con cui litigherebbe ogni santo giorno???), non esiste più minaccia, non esiste più obiettivo. In pratica non esiste più un senso, uno scopo.
                                    Ripeto, ci sono ancora sceneggiatori che, nonostante il tarpamento delle ali della Fantasia, riescono ancora a far muovere i nostri in modo non stucchevole. E quando vi riescono, gioco forza si parla quasi sempre di Capolavori. Questo perchè siamo disabituati a vedere personaggi che AGISCANO, che facciano davero qualcosa, che siano spinti da sentimenti che vadano oltre amore-altruismo-rispetto.
                                    E' chiaro che con simile storielle mosce non si possano nemmeno pretendere disegni pimpanti.

                                    Detto questo (e mi scuso per la lunghezza del messaggio), devo dire che la qualità delle storie è oggettivamente migliorata rispetto a trame bislacche e senza senso (non tanto degli anni '80, ma '60 e '70 sicuramente!). Ma dall'altro lato, seppure tecnicamente di maggior qualità, ci ritroviamo troppo spesso a che fare con delle larve, delle marionette, non più con attori che rivestano le maschere della nostra veracità.

                                    Sarebbe bello poter leggere più spesso storie vive, con espressività dei personaggi vive anch'esse. Ma venendo dall'epoca Muci, di cui non finirò MAI di parlar male (come lettore), devo sempre tenermi sul chi va là perchè so che il peggio è sempre dietro l'angolo. E perchè penso che le decisioni vengono da molto, molto molto in alto. E da molto, molto, molto fuori i nostri confini.

                                     


                                    ecco qua,mi ci ritrovo alla grande in quel che hai scritto.

                                    Può darsi che non abbia letto abbastanza storie recenti per poter fare un paragone col passato (mi riferisco sempre agli anni 80-90 in particolar modo) e che quindi possa essere smentito da numerose storie che non mi sono capitate tra le mani ma voglio fare dei banalissimi esempi...

                                    Dov'è il paperino pigro e incoerente,che disprezza le imposizioni lavorative dello zione ma che  -battipanni a portata di mano- allo stesso tempo impone ai nipotini di lavare i piatti e pulir casa al suo posto mentre lui dorme sul divano e se questi non obbediscono è pronto a "fustigarli" per bene,dandogli un pessimo esempio e scatenando le loro ironie sul "tiranno" dopo esser scappati sulla casa sull'albero o esser emigrati da nonna papera?

                                    Dov'è il paperino che in maniera cinica e ironica,rassegnato a essere vittima sacrificale dello zione, gli tira frecciatine continue,chiamandolo addirittura "il padrone"  o "lo schiavista" e a volte riesce addirittura a tenergli testa rispondendogli a malo modo o disapprovando in maniera decisa il suo stile e modo di vedere le cose.

                                    Dov'è il gastone a volte odioso che cerca di rimorchiare senza pudore paperina,facendo passare paperino per un povero fesso e a volte paperina per un'oca ?

                                    Dov'è il vero Rockerduck ? quello che si...concludeva spesso la storia  mangiandosi il cappello,ma di rabbia pura e essendo  quasi autoironico con se stesso, come se fosse un giullare e fosse consapevole di esserlo. Dov'è quel Rockerduck che può competere quasi alla pari con Paperone in ricchezza,in astuzia e in determinazione,capace di fare tiri mancini e colpi bassi,nonostante comunichi spesso gentilezza e buone maniere e non arrivi ad essere appunto spietato e privo di morale come CDP FMD?


                                    Dove sono questi personaggi,con le loro forti caratteristiche,i loro forti difetti e i loro interessi spesso egoisti?

                                    Perchè ho l'impressione che è diventato più importante il "messaggio sociale" che ogni storia deve contenere (rigorosamente positivo) e questo è talmente centrale che piega i personaggi al proprio fine,svuotandoli di qualunque caratteristica umana e relegandoli a meri comprimari e "pretesti" per poterlo raccontare?

                                    *

                                    AndyHawkGamma
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                                      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                      Risposta #17: Lunedì 13 Apr 2015, 07:17:57
                                      -CUT-

                                      Che poi in queste figure così forti io mi ci sono sempre immedesimato perché, nei loro difetti, ho fatto un po' di sana ironia, cosicché mi sono avvicinato ulteriormente a loro e ho amato le loro storie. Invece col Paperino o il Paperone di oggi il rapporto è decisamente molto più lieve e meno marcato... Boh, a me tutto 'sto buonismo poi me li fa risultare solo che antipatici, i tempi in cui Paperone richiamava alla mente la "quercia del linciaggio" o altro sono volti al termine, mi sa   :(

                                      *

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                                        Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                        Risposta #18: Lunedì 13 Apr 2015, 09:17:51
                                        Boh, a me tutto 'sto buonismo poi me li fa risultare solo che antipatici, i tempi in cui Paperone richiamava alla mente la "quercia del linciaggio" o altro sono volti al termine, mi sa   :(
                                        Mah, posso capire le perplessità che esprimete, ma davvero per voi l'importante è solo vedere Paperino che insegue i nipoti col battipanni? Per me non è quello il punto saliente che rende una storia di Paperino degna di essere apprezzata.
                                        « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 09:18:42 da Paperinika »

                                          Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                          Risposta #19: Lunedì 13 Apr 2015, 10:36:14
                                          Magari tornerò sul Topic in altro momento, ma voglio commentare l'affermazione di brigo sugli anni '60. Veramente pensi quello che hai scritto? Io di veramente scadente, nei Topolini degli anni '60, vedo solo la maggior parte delle storie straniere, quindi penso che nessuno che conosca bene quel periodo possa essergli ostile, certo non a tal punto da dire che la qualità delle storie anni '60 è talmente scadente da essere al di sotto di quella degli anni '10 del 2000.
                                          Un maggior lassismo solo nella seconda metà degli anni '70, e di norma si pone una "rinascita" negli anni '80 che citi tu: ma rinascita come? Una costruzione più attenta delle storie e una maggiore attenzione al messaggio, ma la "rinascita" degli anni '80 è quella che ha sancito definitivamente il cambio dei canoni di Topolino: moltissime cose non sono più permesse,  buonismo, e nascita di storie inconcepibili per le epoche passate del Topo: Zio Paperone e l'operazione foglia ad esempio, in cui uno stucchevole didatticismo presenta trame e situazioni che prima sarebbero state presentate sotto forma di apologhi robustamente morali, e non di lezioncine. 
                                          Negli anni '80 c'è la Trilogia dell'Argaar?  E allora? Negli anni '60 e '70 c'erano state Topolino e il Piranka Kuka Baruka,  Topolino e il Sole di Mezzanotte e Topolino e i Misteri del Monte Acchiappanuvole.  Le storie belle e pienamente  soddisfacenti di Mickey Mouse ci sono sempre state, in tutte le decadi.
                                          Scusate, ma mi irrita un certo revisionismo che ho visto negli ultimi tempi, secondo il quale prima faceva tutto schifo tranne Scarpa.

                                          Ma io non ho scritto che negli anni '60 e '70 ci sono state solo storie strampalate e che oggi ci sono solo storie meritevoli. Se è questo il messaggio che è passato, evidentemente non sono riuscito ad esprimermi come avrei voluto.
                                          Io intendo dire che, parlando esclusivamente di fumetti di produzione italiana (quindi le straniere, di qualsiasi epoca, non sono contemplate nel mio ragionamento), sto notando una maggiore coerenza nella costruzione delle trame.
                                          Non ricordo dove lessi questa cosa, o forse la sentii detta, ma mi sembra che in quegli anni lì ('60/'70), spesso le storie venivano scritte di puntata in puntata e una pagina dietro l'altra, senza sapere con estrema precisione dove si volesse andare a parare. Tanto che all'interno di una stessa storia potevano essere notati problemi di illogicità e incoerenza. Ma non sto parlando di tutte le storie, eh!
                                          La maggior parte delle storie di oggi invece, almeno ai miei occhi, sembrerebbero più attentamente ponderate, e studiate fin dal'inizio nei loro intrecci.*

                                          Altra cosa: ma chi lo ha detto che l'unico che sapeva scrivere capolavori fosse Scarpa? Non mi sembra di averlo minimamente menzionato nel mio messaggio precedente. :-?
                                          E' ovvio che ciascun periodo storico sia stato testimone di ottime storie. Ma ultimamente mi sto rileggendo diversi Classici della prima serie, e a parte alcune storie che già conoscevo in precedenza, mi accorgo di quanto in quel periodo la quadratura del cerchio (anzi, della storia) fosse meno importante di una berciata di Paperone o di una scazzottata tra Topolino e Gamba, elementi allora imprescindibili (e oggi, purtroppo, quasi totalmente assenti).
                                          Per quanto riguarda le storie degli anni '80, è vero, da lì si è iniziato a leggere cose un po' più perbeniste e stucchevoli, ma ricordo distintamente che quando ero piccolo, nel Topo, erano ancora presenti le rappresaglie dei nipotini contro lo zio despota e le armi in mano ai personaggi di Topolinia. Guarda caso, tutto sparì in maniera più pesante quando la pubblicazione di "Topolino" passò dalle mani della Mondadori a quelle della Walt Disney Company. ::)

                                          Per questo penso, e sottolineo io penso, che a dettare le direttive odierne non siano soltanto le alte sfere italiane, ma soprattutto quelle straniere. Posso aver ragione, come torto. Non è questo che importa. Ma fino a che questa mia ipotesi non verrà efficacemente smentita, continuerò a ritenerla valida.



                                          *Oggi le storie devono superare mille controlli prima di essere accettate, realizzate e pubblicate. Per i miei gusti, anche troppi. E nonostante ciò, qualche cosa che non ci è chiara, all'interno di una storia, può ancora capitare (e noi siamo prontissimi a stroncarle in pieno  ;D). Quindi non dico nemmeno che oggi si sia raggiunto un livello di assoluta perfezione. Nè mai si raggiungerà (per fortuna, sennò di cosa parleremmo qui?! :))

                                            Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                            Risposta #20: Lunedì 13 Apr 2015, 10:58:14

                                            Sui disegni, credo sia una cosa soggettiva.

                                            Per quel che riguarda il discorso sui personaggi invece, l'evoluzione che noti c'è stata ed anche se non è facile rendersene conto, è stata una fortuna.
                                            Parlando di Paperino ad un certo punto parli di comportamento stereotipato e lo indichi come un pregio. Un personaggio artisticamente riuscito (come Paperino) non deve essere stereotipato, perché è proprio quest'uso che distrugge il personaggio. Pensa se ogni storia partisse dall'avarizia di Paperone, dalla pigrizia di Paperino, dalla fortuna di Gastone, e così via. Beh, quel tipo di storie sono proprio quelle cosiddette riempitive tanto criticate che non aggiungono niente di nuovo e che riciclano solo i cliché del personaggio.

                                            I personaggi artisticamente riusciti sono quelli che non interpretano un ruolo nella storia (l'eroe, il cattivo, il detective...) ma che interpretano un personaggio unico che è sì anche una funzione (l'eroe, ad esempio), ma che lo è in modo diverso da tutti gli altri.

                                            Ad esempio, il tenente Colombo è un personaggio artisticamente riuscito perché interpreta sì la funzione del detective, ma rende le sue storie diverse da quelle di ogni altro detective (se ci metti Jessica Fletcher, la storia si sviluppa in un modo diverso). Stessa cosa vale per i personaggi Disney: ognuno di loro interpreta in modo unico la storia in cui sono inseriti, ma non per forza le vicende devono partire da loro.

                                            Si,forse è quello che intendo e forse ammetto che dal mio punto di vista preferisco vederli fortemente stereotipati come personaggi. Alla fine credo che per gran parte della loro storia e evoluzione i personaggi dei fumetti Disney lo sono stati fortemente.
                                            Con questo non voglio dire che un paperino lo deve essere sempre e comunque...alla fin fine è si un bene che sia un personaggio flessibile e adattabile ad ogni situazione,ma mi piace pensarlo con delle caratteristiche,degli stereotipi che sono quasi sempre presenti in lui e che spesso siano il motore creativo delle sue vicende. Inoltre si può dire che un Paperino (a differenza di altri ) abbia vari stereotipi che appunto ne fanno un personaggio piuttosto complesso e aperto a moltissime possibilità.

                                            l'importante per me è non vederlo mai piatto e ridotto a un contenitore vuoto presente in ogni vignetta col solo fine di accompagnare il lettore lungo il percorso della storia con la sua morale che si vuole trasmettere.Capisco che tu mi dici che in un certo senso questo ne è anche il "successo" del personaggio in questione ed è l'esatto opposto di quello che intendevo,ovvero che in questo modo la storia si sviluppa a prescindere dal personaggio e quest'ultimo può essere adattabile e flessibile e questo può esserne senza dubbio un pregio. Ma a quel punto penso che un personaggio varrebbe un'altro e se ci fosse topolino o un qualsiasi altro personaggio al posto di paperino (o lo zione o chi volete voi) a quel punto non cambierebbe molto perchè la storia diventa talmente centrale da rendere comprimario il personaggio.E non basta far cadere un vaso in testa o una lastra di marmo sulle dita per far pensare "ecco il vero paperino!",semmai quello è un contentino,"il momento clichè" inserito quasi a caso come se fosse un atto dovuto al protagonista,ma senza nessun significato reale.Se è paperino gli cade il vaso in testa,se fosse gastone troverebbe un portafogli,ma ho il dubbio e la paura che la storia andrebbe avanti a prescindere talmente è centrale rispetto al personaggio.Ecco,in questo senso preferisco personaggi stereotipati e talmente "forti" a livello di caratteristiche e peculiarità da creare grattacapi agli autori  quando vogliono creare delle storie. La semplificazione,la flessibilità sono a mio parere dei pregi ma allo stesso tempo dei difetti.

                                            Poi,sono solo un semplice lettore,"ignorante" sotto l'aspetto dei fumetti...quindi le mie opinioni valgono per quel che valgono.

                                            *

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                                              Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                              Risposta #21: Lunedì 13 Apr 2015, 11:21:48
                                              C'è una cosa che non capisco: perchè tutti (o quasi tutti) parlate di lotta agli stereotipi e poi vagheggiate il ritorno di paperino col battipanni, rockerduck che si mangia il cappello, etc... che a loro volta sono stereotipi e tra l'altro ormai anacronistici?
                                              Pensatela come volete, ma vedere oggi una storia con paperino che insegue i nipotini col battipanni sarebbe davvero ridicolo.
                                              Non può essere un battipanni o un insulto a salvare una storia. Ma ci deve essere altro: martina, è vero, usava battipanni e linguaggio colorito, ma quella era la sua cifra stilistica per di più inserita in un contesto che riconosceva le punizioni corporali come strumento educativo sia a scuola che in famiglia. Cosa che oggi, almeno in italia, non è più permessa. Martina non faceva altro che parodizzare una cosa che molti lettori probabilmente avevano sperimentato in prima persona. Che senso avrebbe oggi?

                                              E lo stesso vale per tanti "stereotipi" ormai non più usati.
                                              Per me ciò che fa la differenza è l'avere qualcosa da raccontare, il resto è contorno. Barks credo ufficialmente abbia avuto pochi problemi con la censura, per una manciata di storie, ma il 90% della sua produzione scritta più di mezzo secolo fa sarebbe tranquillamente pubblicabile sul settimanale anche oggi, perchè lui era innanzitutto un narratore formidabile
                                              « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 11:23:49 da piccolobush »

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                                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                Risposta #22: Lunedì 13 Apr 2015, 11:34:31
                                                Nelle storie di Barks c'era pure spesso una contrapposizione in "blocchi" tra Paperino e Qui Quo Qua, che nel corso della storia si scontravano in battaglie senza esclusione di colpi.
                                                Credo che non sia il battipanni in sé, ma il desiderio che si possa tornare anche a quel tipo di umorismo liberamente, quando è il caso.
                                                Un esempio forse significativo dei cambiamenti di cui parlano i lettori è Zio Paperone e la sequoia del capitano. Tratto in inganno da unavecchia recensione ultra-positiva di Bramo (www.papersera.net/cgi-bin/yabb/YaBB.cgi?num=1310466389/30#10), mi ero addentrato nella lettura ben predisposto ma l'ho trovata svogliatamente didattica e palesemente indirizzata a un pubblico infantile, da cui ci si è discostato solo in alcune battute smaliziate che ironizzano sui personaggi poste qua e là - soprattutto a inizio storia - per schiacciare l'occhio ai lettori più di vecchia guardia. Per il resto, i personaggi che replicano il loro modus operandi in maniera pedissequa, compresi i Bassotti che giocano a fare i cattivoni e vengono scornati.
                                                Almeno Cimino, anche nelle storie più "tirate via" degli ultimi anni, schiacciava sempre e comunque l'occhio ai lettori più "anziani" che magari conoscevano a menadito le sue storie precedenti, con le quali l'appiglio era sempre forte data la continuity.
                                                Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                                                  Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                  Risposta #23: Lunedì 13 Apr 2015, 12:44:46
                                                  Beh, scriverò un po' su questo topic, visto che l'altro mio è scomparso, e trattava di argomenti simili, se non proprio gli stessi. Questo non vuol dire che mi rassegni allo scoprire cosa sia successo, tutt'altro: moderatori, se ci siete-vedo che più d'uno commentano, quindi leggono-battete un colpo.


                                                  Penso che la discussione si sia un po' incasinata, e che alcuni non abbiano colto il punto: non penso che l'intento dell'autore del topic fosse soltanto di lamentare che manca il battipanni di Paperino contro i nipotini, e mi stupisco che dei moderatori possano aver ridotto solo a questo tutta la discussione: leggendola, non è capitato a nessun altro.  :-? Ed a volte mi sembra che siano i moderatori stessi a fare da "guardiani della (nuova) ortodossia politicamente corretta" della Disney, più che la Disney stessa.

                                                  Tra parentesi, sono convinto che parecchie storie di Barks non verrebbero pubblicate oggi sul Topolino, perché Paperino che litiga con i nipotini, o distrugge casa di Jones, sarebbe considerato "non accettabile". Può venire pubblicato su Uack! appunto perché è Barks, e perché fa vintage, come le storie di Martina vengono ripubblicate sui Classici, ma se uno sceneggiatore nuovo proponesse un soggetto così sul Topolino, col piffero che glielo farebbero pubblicare. Chiusa parentesi.

                                                  Adesso, lasciando stare i conflitti tra personaggi, che pure ci vogliono, perché senza un conflitto di qualche tipo, non c'è una storia, è evidente che l'autore del topic non si riferiva solo a questo. Si riferiva, mi par di capire, alla mancanza, molto più generale ed ampia, di Comportamenti Umani, Riconoscibili e Credibili, dei personaggi. Se un personaggio ha dei difetti, non per forza così gravi come in Martina, e magari capendo di sbagliare e correggendosi alla fine della storia, perché no, ma comunque che nella storia contino, allora è riconoscibile, ci si può anche identificare.

                                                  E detto per inciso, a me i personaggi non sono mai sembrati così stereotipati come oggi, proprio perché il loro campo d'azione è estremamente limitato.

                                                  Oggi un personaggio non può desiderare di arricchirsi (se non è Zio Paperone), non può provare odio, invidia, collera, magari in risposta ad un torto, non può fare un sacco di cose.

                                                  Una volta, erano gli stessi caratteri dei personaggi a "fare" le storie, oggi che i caratteri sono più "diluiti", le storie si fanno da parte, ed i personaggi ci vengono infilati dentro, ma sono intercambiabili l'uno con l'altro. Questo si voleva dire.

                                                  Anche le storie di una volta avevano una morale, ma l'aspetto intelligente era proprio il non renderla esplicita, didascalica, imposta, ma suggerirla tra le righe, come conseguenza di quel che succedeva. E si capiva benissimo lo stesso, anzi...
                                                  « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 13:06:38 da alexthereader »

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                                                    Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                    Risposta #24: Lunedì 13 Apr 2015, 12:47:51
                                                    Non ricordo dove lessi questa cosa, o forse la sentii detta, ma mi sembra che in quegli anni lì ('60/'70), spesso le storie venivano scritte di puntata in puntata e una pagina dietro l'altra, senza sapere con estrema precisione dove si volesse andare a parare. Tanto che all'interno di una stessa storia potevano essere notati problemi di illogicità e incoerenza. Ma non sto parlando di tutte le storie, eh!
                                                    Sinceramente questa cosa mi giunge nuova, per quanto le storie strampalate possono venir fuori in ogni tempo. Avendo letto gran parte delle storie italiane dell'epoca in questione dico che non è assolutamente così, semmai il contrario. Anche perché gli autori dell'epoca (numericamente inferiori rispetto agli attuali) erano Martina, Scarpa, Cimino, Barosso, Dalmasso, Pezzin, Pavese... il fior fiore della scrittura italiana Disney di tutti i tempi. E infatti le belle storie di quel periodo si sprecano, non solo nelle lunghe di apertura e chiusura ma anche nelle più brevi (non solo italiane: le americane di Kinney erano dei veri gioiellini, tanto per completare il quadro degli anni in questione)
                                                    « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 12:55:25 da leo_63 »

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                                                      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                      Risposta #25: Lunedì 13 Apr 2015, 13:27:41
                                                      Forse Brigo si riferiva al fatto che alcune storie a puntate non avevano una logica stringente, e le singole puntate sembravano un po' slegate le une dalle altre: penso al Totem Decapitato, che pure è una storia bellissima.

                                                      Per quanto riguarda i disegnatori, invece, mi vien da dire che non è che siano peggiorati, ma molti di quelli nuovi, ma nuovi proprio degli ultimi 5 anni, diciamo, sono anonimi, poco riconoscibili, e senz'altro un po' "standardizzati" dall'Accademia Disney dalla quale sono usciti. Magari lo stile personale, alla fine si trova, magari no, non è questo il punto. L'Accademia Disney c'è dal 1990, ma la prima infornata di autori che ne sono usciti (Sciarrone, Perina, Camboni, ecc, quella generazione lì) hanno tutti dei tratti originali, personali e riconoscibili. Parecchi di quelli nuovi no. Nel mezzo, c'è gente che disegnava bene, e si è un po' involuta (la Martusciello mi piaceva di più 15 anni fa, ma resta molto, molto brava, credo non abbia disegnato Disney per un po' e questo spiega tutto), o molto involuta (la Migheli), ed altri che sono rimasti bravi. Freccero, a mio gusto, è molto migliorato, invece, Mangiatordi c'è dal 2005, ed è uno dei migliori. Quindi il problema, secondo me, non è il livello dei disegnatori, ma il fatto che non tutti (per una ragione o per un' altra) raggiungano un proprio stile preciso. Chi ci riesce, ed è bravo, piace, chi bravo non è, o se la cava, ma è troppo "standardizzato ed impersonale", non piace, o dice poco.

                                                      Un'altra cosetta la vorrei dire sugli sfondi: secondo me, molti autori nuovi-nuovi (non mi vengono neanche i nomi) sono meno bravi negli sfondi: le città, la natura, ecc, devono essere disegnati bene quanto i personaggi, e tutti i disegnatori di una volta (compresi gli autori che hanno iniziato negli anni '90, e qualcuno dei nuovi) lo fanno, rendendo le ambientazioni vive, riconoscibili, plastiche, che esistono a prescindere dai personaggi. Con certi disegnatori, mi sembra che gli ambienti siano lì per caso, e che i personaggi si muovano su sfondi di cartone come quelli delle recite scolastiche. Se ci fate caso, tutti i Grandi (Scarpa, Carpi, Cavazzano, De Vita, ma anche Dalla Santa, Mastantuono, ecc) fanno degli sfondi che sono bellissimi, realistici, accurati, che potrebbero essere fatti da un pittore, dove agiscono Paperi e Topi, ma potresti benissimo metterci degli umani, e sarebbe la stessa cosa. L'idea che lo sfondo debba essere cartoon perché lo sono i personaggi, mi è estranea.

                                                      Infine, e lo diceva anche Marconi nell'intervista a questo sito, un conto è saper disegnare bene, un conto è saper raccontare la storia, far muovere i personaggi, farli agire nella tavola, e perché no, dare anche loro espressività. Anche in questo caso, molti vecchi disegnatori (quelli bravi, Bramante o Perego, con tutto il rispetto, no di certo) ci riuscivano, i veterani che hanno imparato dai maestri ci riescono, di quelli nuovi pochi-come Mangiatordi, di nuovo-ci riescono, e molti altri no. Disegnano, anche bene, magari, ma la successione delle vignette è molto "meccanica", scolastica, i personaggi non sono fatti recitare, ma è come assistere ad una sequenza di fotografie, belle ma fredde.

                                                      *

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                                                        Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                        Risposta #26: Lunedì 13 Apr 2015, 13:51:40

                                                        l'importante per me è non vederlo mai piatto e ridotto a un contenitore vuoto presente in ogni vignetta col solo fine di accompagnare il lettore lungo il percorso della storia con la sua morale che si vuole trasmettere.Capisco che tu mi dici che in un certo senso questo ne è anche il "successo" del personaggio in questione ed è l'esatto opposto di quello che intendevo,ovvero che in questo modo la storia si sviluppa a prescindere dal personaggio e quest'ultimo può essere adattabile e flessibile e questo può esserne senza dubbio un pregio. Ma a quel punto penso che un personaggio varrebbe un'altro e se ci fosse topolino o un qualsiasi altro personaggio al posto di paperino (o lo zione o chi volete voi) a quel punto non cambierebbe molto perchè la storia diventa talmente centrale da rendere comprimario il personaggio.

                                                        Forse non sono riuscito a spiegarmi bene. Se un personaggio non è una mera macchietta, quando si costruisce una storia un personaggio non può valere l'altro. Prendiamo ad esempio Casty che - come faceva Scarpa - cerca di mettere a fianco di Topolino anche altri personaggi oltre al solito Pippo. Ebbene, la storia prende una piega diversa in base al personaggio che affianca Topolino, proprio perché sono personaggi e non solo "ruoli", ma non per questo la vicenda prende il via per forza da quel personaggio. Il punto è che se si raccontasse una storia, ad esempio, con Topolino e Pippo e si provasse poi a riscriverla con Eta Beta o Minni o Bruto al posto di Pippo, otterremmo alla fine 4 storie diverse, anche se la vicenda non è partita da loro.

                                                        Probabilmente è una faccenda di lana caprina, dato che entrambi siamo convinti che il carattere dei personaggi condizionerà lo sviluppo della storia e l'unica differenza è che tu vorresti ne fosse anche l'origine.


                                                        Per quel che riguarda invece certi comportamenti come il battipanni di Paperino, al giorno d'oggi sono effettivamente fuori dal tempo. I personaggi Disney hanno pregi e difetti, ma è nomale che si dividano in personaggi positivi (i cosiddetti "buoni") e negativi (i "cattivi"). In passato, alcuni comportamenti di Paperino e di Paperone (ma anche dei nipotini), non li qualificava pienamente nella prima categoria.

                                                        *

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                                                          Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                          Risposta #27: Lunedì 13 Apr 2015, 13:59:07
                                                          Il discorso iniziale fatto da famedoro sinceramente mi sembra un po' una generalizzazione, generalizzazione frutto probabilmente dell'effetto nostalgia. Mi sembra infatti non del tutto appropriato affermare che i personaggi si sono appiattito dal punto di vista della personalità o che i disegni sono peggiorati: il discorso potrebbe avere senso se fatto riguardo ad una pubblicazione che ha un unico o pochissimi autori, ma non riguardo ad una testata come Topolino, che è scritta e disegnata da molte mani diverse. Sarebbe come dire che tutti i numerosi sceneggiatori del topo odierno non sanno più caratterizzare i personaggi, e che tutti i disegnatori non sono più in grado di conferire loro espressività.
                                                          Inoltre trovo piuttosto improbabile che una testata intera possa peggiorare dal punto di vista dei disegni, è raro che ci sia un'involuzione,  piuttosto il contrario. Io infatti ritengo personalmente che la qualitá grafica sia anzi aumentata rispetto a un tempo, ma anche questo è un discorso puramente soggettivo. Io ho iniziato a leggere il topo intorno al 2007 e quindi sono abituata da sempre a uno stile grafico più moderno, impreziosito dall'uso del computer, specie per quanto riguarda la colorazione digitale. Mi è costata quasi fatica, inizialmente,  recuperare Barks e il primo Romano Scarpa, in quanto il loro stile non dico che mi fosse indigesto, ma mi appariva molto più "vecchio" rispetto a quello cui ero abituata.


                                                          E per quanto riguarda invece i personaggi in sé,  l'unico aspetto che può averli in qualche modo limitati, credo sia appunto la soppressione del politically... scorrect, che gli conferiva indubbiamente una maggiore vivacita. Peró anche qui,  si parlerebbe più di un confronto appunto con gli anni 60 che con gli anni 90, in quanto la censura non è che è calata un giorno così improvvisamente dall'alto, è stato tutto un percorso più o meno graduale verso un buonismo spesso addirittura opprimente e creativamente castrante.
                                                          E se io leggo una storia degli anni 60 e vedo Paperino che mi insegue Qui Quo e Qua con il battipanni,  mentre ora noto che non lo fa più, non è perché la personalità di Paperino è cambiata,  ma perché il contesto sociale reale è cambiato: semplicemente, 70 anni fa paperino poteva randellare i nipoti, mentre ora non lo può più fare. È un problema della censura (a parte il fatto che in questo caso non mi sembra nemmeno completamente sbagliata),  censura che è limitante, ma che non ha portato ad un tale appiattimento dei personaggi, che a mio parere sono invece ancora ricchi sotto questo punto di vista.
                                                          Poi ovviamente ci sono storie belle e storie brutte, bisogna sempre saper distinguere.


                                                          *

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                                                            Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                            Risposta #28: Lunedì 13 Apr 2015, 14:23:15

                                                            La nostalgia è ciclica, al di là che un periodo possa essere oggettivamente migliore di un altro, e sicuramente tra vent'anni qualcuno che riprenderà in mano il Topo (che dovrebbe festeggiare il suo primo secolo - incrociamo le dita) dopo averlo lasciato in questi anni (chissà perché), avrà sicuramente nostalgia della fantastica era De Poli (sempre che la direttrice nei prossimi anni '30 non sia ancora in sella) in cui una serie di grandi autori e disegnatori riprendevano diversi personaggi e facevano storie immortalate da nuove testate ad hoc, prodotte dalla dinamica Panini.

                                                            E ciò non vorrà dire che nei prossimi anni '30 in cui il Topo festeggerà il suo centenario la qualità di storie, tavole, autori e disegnatori sarà di qualità inferiore rispetto all'attuale (almeno speriamo): sarà semplicemente 'diversa'.
                                                            « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 14:28:02 da leo_63 »

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                                                              Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                              Risposta #29: Lunedì 13 Apr 2015, 14:31:33
                                                              Credo di sapere cosa vuole anche dire l'autore del topic. Un tempo su Topolino si vedevano quasi solo vignette più pacate e riflessive, come queste:

                                                               

                                                              Oggi invece su Topolino c'è un'"invasione" di personaggi strambi e che si deformano per tutta la vignetta, dando un effetto straniante e alterando la fluidità della fruizione:



                                                              Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


                                                              *

                                                              Paperinika
                                                              Imperatore della Calidornia
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                                                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                Risposta #30: Lunedì 13 Apr 2015, 14:58:38
                                                                Penso che la discussione si sia un po' incasinata, e che alcuni non abbiano colto il punto: non penso che l'intento dell'autore del topic fosse soltanto di lamentare che manca il battipanni di Paperino contro i nipotini, e mi stupisco che dei moderatori possano aver ridotto solo a questo tutta la discussione: leggendola, non è capitato a nessun altro.  :-? Ed a volte mi sembra che siano i moderatori stessi a fare da "guardiani della (nuova) ortodossia politicamente corretta" della Disney, più che la Disney stessa.
                                                                :-?
                                                                Non vedo perchè dovrei cambiare la mia opinione riguardo a questo (o anche ad altri) argomento solo perchè sono moderatrice. Non mi paga nessuno per difendere la redazione o chicchessia, e il ruolo di moderatrice lo tiro fuori solo quando mi tocca il "lavoro sporco"... per il resto sono una lettrice come tutti gli altri. :)
                                                                Sul Topolino ho imparato a leggere, e con i personaggi Disney ci sono cresciuta, per cui in più di vent'anni ritengo di essermi fatta una mia idea personale di quello che è, per me, il fumetto Disney italiano che, settimana dopo settimana, leggo su Topolino.
                                                                Magari sarà il contrario della tua (in fondo chi siamo noi per giudicare se un'opinione è giusta o sbagliata?), ma ti assicuro che è "genuinamente" mia, dall'alto della mia carriera di lettrice. :)

                                                                Intendiamoci, non ho mai detto che questa sia la migliore delle redazioni possibili (che non comprende solo la De Poli ma tutta le gente che lavora per portare il Topolino in edicola, dai redattori, agli sceneggiatori, ai disegnatori... e le loro scelte editoriali riguardanti colorazioni, lessico, edulcorazioni e chi più ne ha più ne metta), ma semplicemente che, secondo me, l'attuale redazione sta svolgendo molto bene il suo compito, che è quello di mettere insieme un settimanale a fumetti godibile "da 0 a 99 anni".
                                                                Magari ci possono essere soluzioni migliori (o anche peggiori), non lo metto in dubbio, ma non ho argomenti per denigrare quello che di buono sta venendo fatto in questi anni, perchè, a mio parere, non ce n'è bisogno, nè tantomeno motivo.

                                                                Semplicemente, io non ho sperimentato lo straniamento che molti di voi lamentano.
                                                                Sarà che sono di bocca buona e mi accontento di poco, e che in fondo leggo fumetti principalmente per svagarmi e cerco di coglierne principalmente gli aspetti positivi (come faccio normalmente in ogni ambito, peraltro) piuttosto che insistere a focalizzare la mia attenzione su quelli negativi.
                                                                Che sicuramente ci sono, non lo nego (il politically correct è una brutta bestia, ma non è una "libera scelta"... uscir fuori dai suoi binari, per il fumetto, vuol dire soccombere, almeno nell'Italia buonista di oggi, che si scandalizza per ogni nonnulla ma chiude gli occhi sui veri problemi concreti), ma per me passano in maniera naturale in secondo piano.

                                                                Adesso, lasciando stare i conflitti tra personaggi, che pure ci vogliono, perché senza un conflitto di qualche tipo, non c'è una storia, è evidente che l'autore del topic non si riferiva solo a questo. Si riferiva, mi par di capire, alla mancanza, molto più generale ed ampia, di Comportamenti Umani, Riconoscibili e Credibili, dei personaggi. Se un personaggio ha dei difetti, non per forza così gravi come in Martina, e magari capendo di sbagliare e correggendosi alla fine della storia, perché no, ma comunque che nella storia contino, allora è riconoscibile, ci si può anche identificare.

                                                                E detto per inciso, a me i personaggi non sono mai sembrati così stereotipati come oggi, proprio perché il loro campo d'azione è estremamente limitato.

                                                                Oggi un personaggio non può desiderare di arricchirsi (se non è Zio Paperone), non può provare odio, invidia, collera, magari in risposta ad un torto, non può fare un sacco di cose.
                                                                Mancanza di comportamenti umani?
                                                                Ma se fino a pochi giorni fa stavamo a discutere sul fatto che Paperino, Paperoga e Gastone non possono uscire insieme come tre cugini "normali" perchè ne escono snaturati.
                                                                Allora è vero che non siamo mai contenti di nulla? ::) :P

                                                                Anche le storie di una volta avevano una morale, ma l'aspetto intelligente era proprio il non renderla esplicita, didascalica, imposta, ma suggerirla tra le righe, come conseguenza di quel che succedeva. E si capiva benissimo lo stesso, anzi...
                                                                E per quanto riguarda invece i personaggi in sé,  l'unico aspetto che può averli in qualche modo limitati, credo sia appunto la soppressione del politically... scorrect, che gli conferiva indubbiamente una maggiore vivacita. Peró anche qui,  si parlerebbe più di un confronto appunto con gli anni 60 che con gli anni 90, in quanto la censura non è che è calata un giorno così improvvisamente dall'alto, è stato tutto un percorso più o meno graduale verso un buonismo spesso addirittura opprimente e creativamente castrante.
                                                                E se io leggo una storia degli anni 60 e vedo Paperino che mi insegue Qui Quo e Qua con il battipanni,  mentre ora noto che non lo fa più, non è perché la personalità di Paperino è cambiata,  ma perché il contesto sociale reale è cambiato: semplicemente, 70 anni fa paperino poteva randellare i nipoti, mentre ora non lo può più fare. È un problema della censura (a parte il fatto che in questo caso non mi sembra nemmeno completamente sbagliata),  censura che è limitante, ma che non ha portato ad un tale appiattimento dei personaggi, che a mio parere sono invece ancora ricchi sotto questo punto di vista.
                                                                Sul politically correct, con me sfondi una porta aperta, visto che ne sono abbastanza insofferente. Però poi mi fermo un attimo e mi chiedo se davvero quello che voglio è vedere Paperino dare del drogato a Paperoga, o inseguire i nipoti per prenderli a randellate, o Topolino bere una birra... o semplicemente leggere delle belle storie. Ecco, io preferisco "semplicemente" le belle storie. Tutto qui. :)
                                                                « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 14:59:30 da Paperinika »

                                                                  Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                  Risposta #31: Lunedì 13 Apr 2015, 15:31:53
                                                                  Ma sono d'accordo con te, Paperinika, anche per me è molto più importante che la storia sia bella, piuttosto che Paperino si lasci andare ad un travaso di bile, o che i personaggi si scambino offese pesanti. Queste, anzi, sono sfumature a mio avviso evitabili, anche se innegabilmente contribuivano a rendere più vivace, ma soprattutto più naturale, il personaggio, perché in un mondo edulcorato come lo è troppo spesso il fumetto disney odierno, la naturalezza dei protagonisti (che devono essere positivi per forza) e la credibilità delle situazioni (che devono contenere una morale per forza) sono la prima cosa che si perde per strada. Ma non è comunque la mancanza di questi particolari alla Guido Martina che mi impedisce di apprezzare le storie, né tanto meno penso che appiattisca i characters,  perché se un autore è bravo (e noi di bravi per fortuna ne abbiamo tanti) riesce a dare comunque personalità, a rendere simpatici, spontanei (non semplici attori di canovacci) e caratteristici i personaggi, anche senza ricorrere a situazioni e linguaggi particolarmente coloriti che oggi incorrerebbero nella censura. Insonma, non è certo questo a fare la bellezza o la bruttezza di una storia. Per me il problema del politically correct è questo: più che modificare/appiattire i personaggi,  problemi che un buon sceneggiatore dovrebbe saper evitare senza problemi, riduce la libertà creativa, e questo é a prescindere un male , e indora tutto con un buonismo a tratti pedante e che non aiuta la testata a sollevarsi da un pregiudizio che la opprime, quello secondo cui sarebbe un "giornaletto da bambini".

                                                                  *

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                                                                  Dittatore di Saturno
                                                                  PolliceSu   (3)

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                                                                    Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                    Risposta #32: Lunedì 13 Apr 2015, 15:41:56
                                                                    Come ha giustamente già scritto anche Daydreamer, mi sembra che in queste discussioni si parta sempre da almeno un presupposto sbagliato...

                                                                    Che significa (ad esempio) "le storie degli anni '90"?
                                                                    Facendo un rapido e approssimativo calcolo (10 anni x 52 numeri l'anno x 5 storie a numero), si può vedere che le storie pubblicate su Topolino negli anni '90 sono circa 2500: un numero di tutto rispetto, degno degli abitanti di un paese di medie dimensioni (o dei numeri di Topolino usciti in 55 anni)!
                                                                    Come è possibile trovare un qualcosa che possa accumunare tutti, o anche solo la maggiorparte, di 2500 elementi di un insieme?

                                                                    Dire "le storie degli anni X erano così e cosà" è necessariamente un'approssimazione, basata, a volte, su ricordi generici, magari fuorviati dalla nostalgia...

                                                                    Con questo, non voglio dire che chi ha fatto partire la discussione abbia assolutamente torto, anzi!
                                                                    Però, semplicemente, bisogna cercare di valutare le cose nelle giuste proporzioni! ;)
                                                                    Io son nomato Pippo e son poeta
                                                                    Or per l'Inferno ce ne andremo a spasso
                                                                    Verso un'oscura e dolorosa meta

                                                                    *

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                                                                      Risposta #33: Lunedì 13 Apr 2015, 15:54:52
                                                                      Penso che la discussione si sia un po' incasinata, e che alcuni non abbiano colto il punto: non penso che l'intento dell'autore del topic fosse soltanto di lamentare che manca il battipanni di Paperino contro i nipotini, e mi stupisco che dei moderatori possano aver ridotto solo a questo tutta la discussione
                                                                      E io mi stupisco di come si possa equivocare quello che ho scritto.
                                                                      Non ci si rende conto che ci si affeziona a delle caratterizzazioni specifiche dei personaggi e che si pretende che siano quelle e solo quelle a prevalere.
                                                                      Per come la vedo io, gottfredson (& soci) e barks per i due universi avevano già caratterizzato al meglio tutto. Da lì in poi si è andati sempre per sottrazione, raramente si è aggiunto qualcosa (scarpa e pochissimi i altri).
                                                                      Il paperino di martina e dalmasso non è lo stesso di barks (e non c'entrano nulla le storie dello scrittore americano in cui zio e nipotini si fanno i dispetti, nello spirito sono lontani anni luce da quelle italiane, ma proprio agli antipodi, del tutto inconciliabili), come non lo è il paperino fannullone o quello sfortunato che è arrivato fino a oggi. Sono tutte derive incontrollate del personaggio originale.
                                                                      Idem per topolino. Il primo a intervenire e pesantemente è stato walsh: forse era necessario, forse non si poteva fare altro, ma è indubbio che con lui sparisce un topolino e ne arriva un altro. Migliore? Peggiore? Diverso? Ognuno può rispondere per sè.
                                                                      Poi martina ha fatto il suo in italia, cominciando a trasformarlo, prima in maniera convincente poi sempre più trasandata, e il brutto è che tutti gli sono andati dietro ma in modo impersonale, pedissequamente, senza metterci nulla di proprio, arrivando al manierismo stantio degli anni '70 che ha cominciato ad interrompersi solo più di vent'anni dopo.
                                                                      Per gli altri valgono discorsi analoghi.
                                                                      L'utente iniziale ha posto un quesito che aveva un suo senso, peccato che la risposta qua dentro sia sempre la stessa, "il politically correct", è lui la causa di ogni male, tirato dentro sempre anche quando non c'entra.
                                                                      Sarà che sono troppo occupato a curare l'ortodossia della disney, ma sinceramente non vedo come del "politically uncorrect" possa salvare storie come... va be, non le dico per non farmi dei nemici ::)
                                                                      E' vero invece che in alcuni casi può aggiungere quel qualcosa in più ad una storia, ma appunto è un qualcosa in più, perchè alla base di tutto ci sono sempre una buona idea e il saperla raccontare.
                                                                      Sempre per tirare in ballo martina, perchè essendo morto almeno non si offende, ha scritto anche delle vaccate immani e lì non c'erano dialoghi spregiudicati o nefandezze varie che potessero renderle migliori, erano e rimangono brutte

                                                                      *

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                                                                      Diabolico Vendicatore
                                                                      PolliceSu   (2)

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                                                                        Risposta #34: Lunedì 13 Apr 2015, 16:13:32
                                                                        Io comunque questa divinizzazione dei Maestri Barks, Gottfredson e Scarpa non l'ho mai condivisa. E' un procedimento acritico e astorico. Se loro erano i migliori e gli unici validi in tutto e per tutto, allora leggiamo solo loro e smettiamo di leggere altri fumetti: è un controsenso pensare che non ci sarà nessuno come loro e poi continuare a comprare "Topolino".
                                                                        D'accordo che le battaglie in Barks tra Donald e nipoti non erano violente proprio quanto quelle di Martina, ma quasi (lo erano le storie anni '40, in cui addirittura QQQ picchiano dei coetanei con l'approvazione di Paperino). E adesso non facciamola passare perché è di Barks e non di Martina.
                                                                        Magari è OT, ma c'è un mio piccolo intervento IT sui disegni degli anni '90 che forse non è stato notato (lo dico perché questo mio ultimo post forse è veramente troppo OT).
                                                                        « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 16:17:25 da Sam_Spade »
                                                                        Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


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                                                                          Risposta #35: Lunedì 13 Apr 2015, 16:27:52
                                                                          Sembra che sia sparito il messaggio che ho inviato stamattina, per cui lo riscrivo.

                                                                          Sarei proprio curiosa di sapere chi è l'autore di questa traduzione (e soprattutto di confrontarla con le battute originali, che non conosco) che non avevo mai visto e che è decisamente più colorata di quelle che conoscevo io.
                                                                          Non so chi sia il traduttore, ma qui si possono vedere le battute originali:

                                                                          « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 16:34:24 da clinton_coot »

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                                                                            Risposta #36: Lunedì 13 Apr 2015, 16:56:18
                                                                            Io comunque questa divinizzazione dei Maestri Barks, Gottfredson e Scarpa non l'ho mai condivisa. E' un procedimento acritico e astorico
                                                                            Nè l'uno, nè l'altro, semplicemente sono quelli che hanno tratteggiato i due universi nella maniera più completa. Paperino, topolino, zio paperone, nella loro produzione hanno una miriade di sfaccettature, sono personaggi davvero universali e soprattutto "veri".
                                                                            Paperino che si arrabatta tra mille mestieri lo sento vicino perchè, in piccolo, ho fatto anche io altrettanto. Il paperino che fa i dispetti ai nipotini e cerca di fregarli, lo sento vicino perchè con mia nipote ho fatto altrettanto e lo faccio ancora adesso che lei ha quasi 18 anni.
                                                                            Il paperino della sfortuna cosmica, ok può far ridere, ma il processo di identificazione va a farsi benedire.
                                                                            Il topolino di scarpa o gott, avventuriero e detective quasi per caso, beh, non sono nè l'uno nè l'altro, ma un pizzico di desiderio di emulazione ti viene e soprattutto ti coinvolge. Il topolino che arriva, tratta tutti a pesci in faccia e risolve enigmi senza che tu abbia capito come cavolo abbia fatto, genera solo frustrazione

                                                                            Citazione
                                                                            Se loro erano i migliori e gli unici validi in tutto e per tutto, allora leggiamo solo loro e smettiamo di leggere altri fumetti: è un controsenso pensare che non ci sarà nessuno come loro e poi continuare a comprare "Topolino"
                                                                            E' esattamente il contrario, non penso siano gli unici validi, anzi ce ne sono di molto validi e se continuo a comprare topolino è proprio per loro.
                                                                            Poi ci sta che l'effetto nostalgia o la voglia di disimpegno mi facciano piacere anche i gialli della "spiffony" o magari le storie dello g.n.a.m., che problema c'è? Non sono un integralista talebano, a differenza di altri...

                                                                            *

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                                                                            Ombronauta
                                                                            PolliceSu   (2)

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                                                                              Risposta #37: Lunedì 13 Apr 2015, 17:03:22

                                                                              Le cose sono incasinate in proposito ?
                                                                              Ho uno schema in mente da tanti anni che la lettura continua delle storie rafforza sempre più.
                                                                              Sono convinto che fino all’incirca alla prima metà degli anni sessanta … SI …. era necessaria l’introduzione di un politically correct (ma io non lo chiamo così, lo chiamo semplicemente punto di vista moderno). Infatti non solo è sgradevole e crudele, ma anche diseducativo a qualunque età vedere i nipotini che aizzano zio Paperone contro la povera balena a pois rosa (Zio Paperone e la balena a pois rosa) nonché uno zio Paperone che ancora a fine  1962 (Paperino e l’inverno ai tropici ) rifiuta di aiutare i nipotini a trarre in salvo Paperino, perché la tristezza che mi ingenera è superiore a qualsivoglia contropartita. Le storie prodotte a partire dalla metà degli anni sessanta mi sembrano molto equilibrate, la natura è rispettata (giovani marmotte), Paperino si difende bene (arriva addirittura Paperinik), la serie del Papersera riporta la ‘cattiveria’ di zio Paperone alla giusta dimensione ironica. Di fatto si utilizzano istanze di giustizia sociale sessantottine, femminismo, e tutto quanto c’e’ di politically incorrect (si direbbe oggi) in realtà per giungere ad un universo papero in cui c’e’ un grande senso di equità, vieppiù enfatizzato dalla giusta dose di ironia. Paperino randella i nipotini ? Avrà il fatto suo, mentre l’aspetto brutale più materiale è annullato dall’ironia perenne grazie alla quale Paperino stesso sopravvive dopo che gli precipita in testa una cassaforte di alcune tonnellate. I temi politici sono trattati con le dovute cautele, ma con che esplosione di effetti (Zio Paperone e la campagna elettorale).
                                                                              Questo tipo di impostazione produce storie immaginose e molto intriganti, che personalmente (salvo rarissimi casi) vedo ben equilibrate ed adatte anche a bambini a partire direi dalla terza elementare, consapevoli, per dire, del solo lato comico del battipanni. Il troppo buonismo li fa invece vivere in un mondo ovattato, che oltre a sterilizzare qualunque sagace divertimento (di fatto svuotando di sapore ogni storia letta da chi ha dai dieci anni in su : e direi che è cosa gravissima) li vede ignari e inconsapevoli allorchè sperimentano la vera realtà.
                                                                              Già Con queste riserve sull’odierna impostazione, mi trovo che oggi si arriva addirittura a censurare una frase in cui zio Paperone dà scherzosamente della cicciona ad una signora (zio Paperone e la magia gelatifera). A questo punto lo trovo eccessivo ed intollerabile, e non posso concludere altro che si rovinano deliberatamente le storie per il puro gusto di dimostrare che la si sa più lunga di allora, più giusta. Quando invece davvero c’era un perfetto equilibrio, un giusto dosaggio di ogni cosa. Si raggiunge cioè, all’estremo opposto, la stessa esagerazione che c’era nella crudeltà anni cinquanta.
                                                                              'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
                                                                              'No Paperotto, tu sei intelligente come tanta altra gente'

                                                                              *

                                                                              ML-IHJCM
                                                                              Diabolico Vendicatore
                                                                              PolliceSu   (1)

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                                                                                Risposta #38: Lunedì 13 Apr 2015, 18:01:51
                                                                                E' "divertente" osservare che gran parte della discussione (come fin troppo facilmente accade quando si parla di argomenti cui si e' appassionati e di conseguenza su cui si hanno forti opinioni) sembra un dialogo tra sordi. L'impressione che ho nel leggere le ultime due pagine di interventi e' che molti sostengano quasi le stesse cose senza riuscire a capirsi, o con fraintendimenti semivolontari.

                                                                                Dopo questo "saggio" (o spocchioso) esordio, mi limito ad osservare che credo sia meglio lasciar da parte la questione del "politicamente corretto", che qui mi sembri c'entri ben poco (c'entra invece, e molto, il "buonismo", che e' tutt'altra cosa: cerchiamo di mantenere qualche onesta' intellettuale.).
                                                                                 Mi sembra che il problema fondamentale sia quello di come utilizzare le personalita' dei personaggi. E imho una delle osservazioni piu' interessanti fatte in proposito e'

                                                                                Il primo a intervenire e pesantemente è stato walsh: forse era necessario, forse non si poteva fare altro, ma è indubbio che con lui sparisce un topolino e ne arriva un altro.
                                                                                A questo mi verrebbe da aggiungere che il Topolino in guerra col gatto Nip sembra piuttosto diverso da quello che pochi anni piu' tardi incontra l'uomo nuvola; e il Paperino che Barks spedisce a cercare l'oro del pirata non e' propriamente lo stesso delle uova quadre. Ma credo che dovrei riflettere meglio su questo tuo spunto.

                                                                                Invece credo di doverti contestare quanto scrivi

                                                                                Il paperino della sfortuna cosmica, ok può far ridere, ma il processo di identificazione va a farsi benedire.
                                                                                Ne sei sicuro? Per quanto ne so, il processo di identificazione nell'arte narrativa ha sempre sfruttato protagonisti cui capitavano disgrazie incommensurabili con quelle dei comuni mortali (per citare un esempio illustre, gli spettatori di Amleto non avevano bisogno di aver avuto la famiglia massacrata come quella di Ecuba per sentirsi commossi di fronte a quell'attore). La sfortuna cosmica di Paperino e' stata utilizzata con successo in storie puramente comiche; ma anche in storie in cui e' invece del tutto naturale compartecipare alle sue disgrazie, soffrire con lui e indignarci per l'iniquita' della sorte.

                                                                                Per concludere:

                                                                                oggi si arriva addirittura a censurare una frase in cui zio Paperone dà scherzosamente della cicciona ad una signora (zio Paperone e la magia gelatifera).
                                                                                Sei sicuro che sia oggi? Non ho controllato la ristampa cui ti riferisci, ma potrebbe essere uno di quei famigerati episodi della fine anni '80, quando un membro della redazione usci' di senno e prese a macellare una serie di ristampe prima che chi poteva impedirlo si accorgesse dello scempio. (Tra l'altro, faccio notare che questo noto "evento storico" andrebbe sempre preso in considerazione quando si vogliono confrontare storie di periodi diversi: da un lato, una ristampa contemporanea puo' apparire snaturata per censure avvenute lustri addietro; dall'altro, lettori formatisi su queste ristampe sdolcinate possono per questo motivo avere difficolta' a capire le lamentele di appassionati piu' anziani.)

                                                                                *

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                                                                                  Risposta #39: Lunedì 13 Apr 2015, 18:14:29
                                                                                  Il discorso iniziale fatto da famedoro
                                                                                  Inoltre trovo piuttosto improbabile che una testata intera possa peggiorare dal punto di vista dei disegni, è raro che ci sia un'involuzione,  piuttosto il contrario. Io infatti ritengo personalmente che la qualitá grafica sia anzi aumentata rispetto a un tempo, ma anche questo è un discorso puramente soggettivo. Io ho iniziato a leggere il topo intorno al 2007 e quindi sono abituata da sempre a uno stile grafico più moderno, impreziosito dall'uso del computer, specie per quanto riguarda la colorazione digitale. Mi è costata quasi fatica, inizialmente,  recuperare Barks e il primo Romano Scarpa, in quanto il loro stile non dico che mi fosse indigesto, ma mi appariva molto più "vecchio" rispetto a quello cui ero abituata.




                                                                                  Guarda,sono consapevole di faticare a esprimermi correttamente in questo contesto e a volte faccio confusione e risulto difficile da interpretare,ma, senza voler generalizzare (son d'accordo con te che lavorano vari disegnatori e generalizzare è sbagliato a prescindere)

                                                                                  sul lato puramente "grafico" del disegno ho scritto quello che hai scritto tu...a me i disegni paiono migliorati rispetto alle storie che leggevo io. colori più vivaci,ambienti più complessi,maggiore dettaglio. la qualità grafica ,confermo,è aumentata.

                                                                                  Diminuita mi sembra l'espressività dei personaggi e le loro espressioni,anche puramente  a livello numerico. vedo troppo spesso le stesse espressioni usate per più di una emozione. Ci sono storie in cui sembra che il personaggio venga disegnato sempre con la stessa "faccia",sia che sia arrabbiato,preoccupato,in affanno o triste.

                                                                                  In generale mi sembra che non si riesca più a farli muovere nel contesto dove operano come si faceva un tempo e non si riesca a renderli allo stesso modo espressivi. Inoltre,seppur l'ambiente i colori e la grafica sono più accattivanti personalmente secondo me i paperi erano fatti meglio prima (ma qui è una pura questione di gusti)

                                                                                    Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                    Risposta #40: Lunedì 13 Apr 2015, 18:18:08
                                                                                    Credo di sapere cosa vuole anche dire l'autore del topic. Un tempo su Topolino si vedevano quasi solo vignette più pacate e riflessive, come queste:

                                                                                    http://oi57.tinypic.com/10gd6ro.jpg 

                                                                                    Oggi invece su Topolino c'è un'"invasione" di personaggi strambi e che si deformano per tutta la vignetta, dando un effetto straniante e alterando la fluidità della fruizione:

                                                                                    http://oi58.tinypic.com/2e3wpk9.jpg


                                                                                    Ecco,a questo non ci avevo pensato (e non ci sarei mai arrivato ) e visto che non ho capito perfettamente cosa intendi,vorrei chiederti qualcosa di più, dato che secondo me potresti aver c'entrato in pieno il punto (o uno dei punti)  :)
                                                                                    « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 18:21:42 da Paperinika »

                                                                                      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                      Risposta #41: Lunedì 13 Apr 2015, 19:08:25
                                                                                      A questo mi verrebbe da aggiungere che il Topolino in guerra col gatto Nip sembra piuttosto diverso da quello che pochi anni piu' tardi incontra l'uomo nuvola;
                                                                                      Certo che è diverso ma in quel caso si tratta di una naturale evoluzione dell'autore, si passa dal monello di periferia ad un personaggio maggiormente definito, sicuramente più completo, con tematiche diverse, anche se lo "spirito" resta lo stesso.
                                                                                      Con walsh, se ci fai caso, cambia proprio il ruolo di topolino: diventa meno centrale, sempre più al servizio dei comprimari, fissi (come pippo o eta) o occasionali
                                                                                      Citazione
                                                                                      e il Paperino che Barks spedisce a cercare l'oro del pirata non e' propriamente lo stesso delle uova quadre. Ma credo che dovrei riflettere meglio su questo tuo spunto.
                                                                                      Stesso discorso del topolino di gottfredson, è l'autore che man mano prende le misure al personaggio, lo fa suo pian piano e lo definisce un po' alla volta. Come successo, in maniera molto più rapida dato che non era previsto fosse una presenza fissa, con paperone

                                                                                      Citazione
                                                                                      Invece credo di doverti contestare quanto scrivi

                                                                                      Ne sei sicuro? Per quanto ne so, il processo di identificazione nell'arte narrativa ha sempre sfruttato protagonisti cui capitavano disgrazie incommensurabili con quelle dei comuni mortali (per citare un esempio illustre, gli spettatori di Amleto non avevano bisogno di aver avuto la famiglia massacrata come quella di Ecuba per sentirsi commossi di fronte a quell'attore). La sfortuna cosmica di Paperino e' stata utilizzata con successo in storie puramente comiche; ma anche in storie in cui e' invece del tutto naturale compartecipare alle sue disgrazie, soffrire con lui e indignarci per l'iniquita' della sorte.
                                                                                      Ma io non parlo di sfortune realistiche, per quanto grandi, dove effettivamente non si può non empatizzare con lo sfortunato protagonista. Parlo di quelle storie in cui si calca sulla sfortuna in maniera iperbolica fino a perdere qualsiasi connotato di verosimiglianza, tipo Dal diario di paperina: il pepe nero e altre anche peggiori
                                                                                      « Ultima modifica: Martedì 14 Apr 2015, 09:17:50 da piccolobush »

                                                                                      *

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                                                                                      Diabolico Vendicatore
                                                                                      PolliceSu

                                                                                      • ****
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                                                                                        Risposta #42: Lunedì 13 Apr 2015, 19:15:16
                                                                                        C'è una cosa che non capisco: perchè tutti (o quasi tutti) parlate di lotta agli stereotipi e poi vagheggiate il ritorno di paperino col battipanni, rockerduck che si mangia il cappello, etc... che a loro volta sono stereotipi e tra l'altro ormai anacronistici?
                                                                                        Pensatela come volete, ma vedere oggi una storia con paperino che insegue i nipotini col battipanni sarebbe davvero ridicolo.
                                                                                        Non può essere un battipanni o un insulto a salvare una storia. Ma ci deve essere altro: martina, è vero, usava battipanni e linguaggio colorito, ma quella era la sua cifra stilistica per di più inserita in un contesto che riconosceva le punizioni corporali come strumento educativo sia a scuola che in famiglia. Cosa che oggi, almeno in italia, non è più permessa. Martina non faceva altro che parodizzare una cosa che molti lettori probabilmente avevano sperimentato in prima persona. Che senso avrebbe oggi?

                                                                                        A questo proposito però, mi chiedo se effettivamente per un fumetto come Topolino abbia senso la definizione di "anacronistico".

                                                                                        Ma davvero necessita di essere aggiornato? E' fondamentale che sia, come si suol dire, al passo coi tempi?

                                                                                        E' Topolino che deve adattarsi alla società di oggi, o piuttosto il contrario, cioè sono le particolarità odierne a dover essere plasmate su quelli che sono personaggi nati decenni fa e già ben definiti?

                                                                                        Io sono cresciuto in un'epoca in cui le punizioni corporali non esistevano già più, ma quando da piccolo lessi le prime meravigliose storie di Paperinik, non ho trovato nulla di strano nel vedere Paperino inseguire gli odiosi anatroccoli col battipanni, lo trovavo in linea col suo carattere rissoso, era anche divertente.

                                                                                        Anche le storie di Barks e Gottfredson già citate, pur essendo narrativamente grandiose e leggibili anche oggi, risentono comunque dell'epoca, eppure non vedo problemi nel riproporre quegli schemi. Così come un battipanni.

                                                                                        I personaggi sicuramente si evolvono, ma dovrebbe essere un'evoluzione legata a possibilità di variare il carattere ma sempre rimanendo nel solco dato originariamente, quindi comunque per ragioni di idee per nuove storie, non per assecondare un presunto cambiamento della società. Sennò non è più un fumetto con una sua identità, ma una rivista qualunque, di qualunque argomento, che si adegua per vendere.

                                                                                        *

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                                                                                        Imperatore della Calidornia
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                                                                                          Risposta #43: Lunedì 13 Apr 2015, 19:34:22

                                                                                          A questo proposito però, mi chiedo se effettivamente per un fumetto come Topolino abbia senso la definizione di "anacronistico".

                                                                                          Ma davvero necessita di essere aggiornato? E' fondamentale che sia, come si suol dire, al passo coi tempi?

                                                                                          E' Topolino che deve adattarsi alla società di oggi, o piuttosto il contrario, cioè sono le particolarità odierne a dover essere plasmate su quelli che sono personaggi nati decenni fa e già ben definiti?

                                                                                          Io sono cresciuto in un'epoca in cui le punizioni corporali non esistevano già più, ma quando da piccolo lessi le prime meravigliose storie di Paperinik, non ho trovato nulla di strano nel vedere Paperino inseguire gli odiosi anatroccoli col battipanni, lo trovavo in linea col suo carattere rissoso, era anche divertente.

                                                                                          Anche le storie di Barks e Gottfredson già citate, pur essendo narrativamente grandiose e leggibili anche oggi, risentono comunque dell'epoca, eppure non vedo problemi nel riproporre quegli schemi. Così come un battipanni.

                                                                                          I personaggi sicuramente si evolvono, ma dovrebbe essere un'evoluzione legata a possibilità di variare il carattere ma sempre rimanendo nel solco dato originariamente, quindi comunque per ragioni di idee per nuove storie, non per assecondare un presunto cambiamento della società. Sennò non è più un fumetto con una sua identità, ma una rivista qualunque, di qualunque argomento, che si adegua per vendere.
                                                                                          Nono so definire bene perchè, ma nel leggere quanto dici mi viene da pensare ai cartoni di Tom & Jerry. Bellissimi, per carità, ma il succo è al 99% sempre lo stesso: Jerry stuzzica e Tom subisce, senza possibilità di scappare.

                                                                                          Perchè mai i fumetti (mi riferisco a quelli Disney, chiaramente) dovrebbero fossilizzarsi su dei comportamenti che, per quanto utilizzati per decenni, ormai hanno fatto il loro tempo nella società moderna?
                                                                                          Proprio perchè nati come specchio della società "contemporanea" (nel senso che sono ambientati verosimilmente nella stessa epoca in cui vengono scritti) l'evoluzione di comportamenti e atteggiamenti dovrebbe essere un plus, non un difetto.

                                                                                          *

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                                                                                          PolliceSu   (4)

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                                                                                            Risposta #44: Lunedì 13 Apr 2015, 20:15:32
                                                                                            I fumetti Disney "specchio della società contemporanea" oramai è una tiritera che ha assunto la forma della favoletta, a cui non credo più e a cui forse non ho mai creduto. I fumetti Disney non sono "completi" in sé, ci sono parecchie cose che non possono affrontare.
                                                                                            Riguardo Barks, vabbe' che ha reso "universali bla bla dei paperi parlanti", ma lo si dice sempre come se sia stato l'unico a fare ciò nel mondo dei fumetti. Si è poi ripetuto sempre che i caratteri codificati da lui sono quelli "base" che fungerebbero da esempio per tutti, ma si è perso di vista nei decenni che la sua è solo un'interpretazione - legittima - del personaggio Paperino, dato che Paperino era stato creato prima. Walt Disney, che lo aveva creato, forse non ha mai letto una storia di Barks.
                                                                                            Riguardo Martina, a Martina non importava giustamente un piffero del Topolino ottimista di Gottfredson (che non si poteva più riproporre senza cadere nel ridicolo) e di quello inquieto di Walsh. Negli anni '70 la maggioranza silenziosa voleva una maggior efficacia nella lotta alla criminalità, ed è per questo che nascono personaggi come il commissario Betti e il commissario Tanzi (entrambi interpretati da Maurizio Merli), che danno voce a questa maggioranza riempiendo di sberle ragazzi, uomini e vecchi che hanno connivenze con la mala. Ovviamente quei sonori sganassoni facevano tirare un sospiro di sollievo ma avevano anche la funzione di far riflettere su dove finisse il diritto della legge e dove cominciasse quello del delinquente.
                                                                                            Ecco, il Topolino di Martina è un vero duro come quei personaggi lì, ancora più sicuro di sé del Topolino di Scarpa (e perché questo sarebbe un male?), tanto addirittura da essere tirato in ballo da Gambadilegno come unica risorsa quando questi si trova prigioniero di un folle scienziato ("Ho pensato che esiste una sola persona al mondo capace di un'evasione scientifica!", esclama ridendo Pietro in Topolino e i misteri del monte Acchiappanuvole). Topolino pesta i piedi a tutti intorno a sé perché deve fare tabula rasa e ne ha ben donde. Ecco come Topolino fosse veramente calato nella realtà dell'epoca più di quello di oggi, che non vuole offendere nessuno e mira a creare spesso solo storie innocue. Il binomio classico di Martina - tipico delle farse - è quello della coppia di amici, uno dei due intelligente e l'altro tonto, e i suoi rimproveri a Pippo - non comprendo come non si possa mai essere capito ciò - hanno la funzione di divertire il pubblico, come sempre ci si dovrebbe divertire, vedendo una farsa, quando un amico intelligente si indispettisce di fronte alle stramberie dell'amico tonto e si sforza di fargli capire le cose. Il pensiero di Pippo è poi più laterale in Martina di quanto lo stia stato in qualsiasi altro autore ("Riesco a capire il linguaggio degli uccelli. Chissà che non sia anch'io un uccello migratore venuto dal Sud", "I fantasmi non esistono, ma neanche io esisto, quindi io sono un fantasma"), tanto da assumere sovente poteri metafisici sulla realtà circostante.
                                                                                            Capisco che non si possano apprezzare le storie gialle di Topolino, però il procedimento deduttivo non è campato in aria ma è chiaro; io per esempio, personalmente, mal digerisco le storie di Scarpa post-'60, specie dei paperi, dato che alla fine volevano sempre andare a parare sull'integrità morale dei personaggi (ho sempre preferito storie più conflittuali, come quelle di Cimino, in cui la robusta morale finale non è da "volémose bene", ma accompagna la perdita di qualcosa da parte di uno dei personaggi, in primis Zio Paperone come nelle storie di Cimino).
                                                                                            Sulla storia del battipanni, ripeto, non è forse il battipanni in sé il problema, ma il fatto che non si possa più tornare a quel tipo di umorismo. Checché se ne dica, io so che le punizioni corporali non sono stato affatto abbandonate nel mondo reale, semmai la differenza è che prima potevano suscitare il riso, oggi suscitano indignazione quindi sono ritenute improponibili. Quasi come per il problema della caccia: non vengono più presentati personaggi Disney cacciatori perché sennò significherebbe schierarsi a favore della caccia.
                                                                                            Riguardo i Looney Tunes: la gente ha sempre trovato di che identificarsi anche in farse, fiabe e racconti popolari standardizzati con minime varianti, non credo che sia necessario abbandonare tutti gli "stereotipi" per fare in modo che ci si possa identificare nei personaggi. I personaggi Disney sono un po' più ricchi dei Looney Tunes, ma non tiriamo fuori la faccenda dell'"umanità" perché anche i personaggi Disney sono dei tipi fissi, ed è giusto che sia così.
                                                                                            Noi appassionati Disney siamo una "minoranza" che ci sentiamo "a casa" quando leggiamo storie Disney proprio perché i personaggi ci appassionano continuamente nelle loro azioni ripetitive, proprio come il nucleo di un piccolo centro abitato si appassiona alle storie tradizionali del proprio luogo di appartenenza e solo a quelle - simili e con gli stessi personaggi - recitate di fronte al fuoco del caminetto.
                                                                                            « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 20:32:15 da Sam_Spade »
                                                                                            Disney Comic Guide - La guida ai fumetti Disney: https://disneycomicguide.wordpress.com/


                                                                                            *

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                                                                                            Imperatore della Calidornia
                                                                                            Moderatore
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                                                                                              Risposta #45: Lunedì 13 Apr 2015, 21:44:43
                                                                                              Noi appassionati Disney siamo una "minoranza" che ci sentiamo "a casa" quando leggiamo storie Disney proprio perché i personaggi ci appassionano continuamente nelle loro azioni ripetitive, proprio come il nucleo di un piccolo centro abitato si appassiona alle storie tradizionali del proprio luogo di appartenenza e solo a quelle - simili e con gli stessi personaggi - recitate di fronte al fuoco del caminetto.
                                                                                              Spero di aver interpretato male... ma non mi ritrovo assolutamente in quanto scrivi, né quando parli di appassionati Disney né quando parli di tradizioni popolari.
                                                                                              Come dice piccolobush, non mi sento un "integralista talebano".
                                                                                              Se per te/voi le storie devono essere impostate alla stessa maniera di 20/30/40 anni fa, liberissimi di pensarlo, ma per quel che mi riguarda sono contenta che si cerchi di tenere il passo con il mondo "esterno".

                                                                                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                Risposta #46: Lunedì 13 Apr 2015, 21:45:23
                                                                                                Sei sicuro che sia oggi? Non ho controllato la ristampa cui ti riferisci, ma potrebbe essere uno di quei famigerati episodi della fine anni '80, quando un membro della redazione usci' di senno e prese a macellare una serie di ristampe prima che chi poteva impedirlo si accorgesse dello scempio. (Tra l'altro, faccio notare che questo noto "evento storico" andrebbe sempre preso in considerazione quando si vogliono confrontare storie di periodi diversi: da un lato, una ristampa contemporanea puo' apparire snaturata per censure avvenute lustri addietro; dall'altro, lettori formatisi su queste ristampe sdolcinate possono per questo motivo avere difficolta' a capire le lamentele di appassionati piu' anziani.)


                                                                                                Pensa che si trattava tra l'altro di un semplice pensiero di zio Paperone non enunciato verbalmente ! Ti ringrazio della precisazione perchè indubbiamente chi come me è abbastanza insofferente alle censure non sta a sottilizzare sul quando come e chi le ha fatte. Pensandoci bene, però, è chiaro che è ormai (penso) quasi trentennale anche questa attività e dunque soggetta ad una serie di distinguo - come giustamente osservi - che aggrovigliano ulteriormente la matassa
                                                                                                'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
                                                                                                'No Paperotto, tu sei intelligente come tanta altra gente'

                                                                                                *

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                                                                                                Flagello dei mari
                                                                                                PolliceSu   (4)

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                                                                                                  Risposta #47: Lunedì 13 Apr 2015, 21:58:01
                                                                                                  Se per te/voi le storie devono essere impostate alla stessa maniera di 20/30/40 anni fa, liberissimi di pensarlo, ma per quel che mi riguarda sono contenta che si cerchi di tenere il passo con il mondo "esterno".

                                                                                                  Benissimo tenere il passo e ugualmente benissimo il ban del battipanni, ma si può essere moderni anche senza rinunciare alla fantasia: perché eliminare le situazioni conflittuali, come quelle tra Paperino e i nipotini che costituivano un ricco filone di storie, non può che rendere più povere le possibili trame e meno sfaccettati i rapporti tra parenti. Questa è una delle ragioni dell'appiattimento da molti lamentato.
                                                                                                  « Ultima modifica: Lunedì 13 Apr 2015, 22:25:39 da feidhelm »
                                                                                                           
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                                                                                                    Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                    Risposta #48: Lunedì 13 Apr 2015, 22:00:00
                                                                                                    d'accordissimo
                                                                                                    'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
                                                                                                    'No Paperotto, tu sei intelligente come tanta altra gente'

                                                                                                    *

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                                                                                                    Diabolico Vendicatore
                                                                                                    PolliceSu

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                                                                                                      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                      Risposta #49: Lunedì 13 Apr 2015, 22:36:58
                                                                                                      Nono so definire bene perchè, ma nel leggere quanto dici mi viene da pensare ai cartoni di Tom & Jerry. Bellissimi, per carità, ma il succo è al 99% sempre lo stesso: Jerry stuzzica e Tom subisce, senza possibilità di scappare.

                                                                                                      Perchè mai i fumetti (mi riferisco a quelli Disney, chiaramente) dovrebbero fossilizzarsi su dei comportamenti che, per quanto utilizzati per decenni, ormai hanno fatto il loro tempo nella società moderna?
                                                                                                      Proprio perchè nati come specchio della società "contemporanea" (nel senso che sono ambientati verosimilmente nella stessa epoca in cui vengono scritti) l'evoluzione di comportamenti e atteggiamenti dovrebbe essere un plus, non un difetto.

                                                                                                      Forse mi sono espresso male, ma non intendevo questo.

                                                                                                      Che i personaggi possano evolvere è normale e in molti casi anche giusto.
                                                                                                      In qualche altro topic mi sono espresso positivamente sull'idea di dare a Gastone qualcosa in più del ruolo ormai stantio del "fortunato antipatico", così come Gambadilegno che è un cattivo di default e rischia di diventare uno stereotipo anche piuttosto infantile.

                                                                                                      Però secondo me dovrebbe essere un'evoluzione dettata unicamente dall'idea degli autori per nuove storie, per nuovi spunti, per nuovi aspetti  da cui si possano ricavare vicende interessanti. Cioè un qualcosa dettato unicamente dalla volontà di aumentare la qualità delle storie che, rimanendo sempre uguali, rischierebbero prima o poi di risultare noiose e ripetitive.

                                                                                                      Non è molto esaltante invece un cambiamento dei caratteri dovuto ad un adeguarsi a mutate visioni della cosiddetta società, cioè, per farla breve a fattori ESTERNI al mondo Disney.

                                                                                                      In questo senso è triste il vedere i cosiddetti "cattivi" troppo spesso diventate dei poveri idioti, più stupidi che malvagi, praticamente dei pagliacci, il tutto perchè alcuni lettori, mi auguro in numero minimo, si indignano per presunti comportamenti diseducativi o presunti traumi arrecati alle fragili menti.
                                                                                                      Questo è il tipo di cambiamento che a molti probabilmente non piace.

                                                                                                      *

                                                                                                      doppio segreto
                                                                                                      Gran Mogol
                                                                                                      PolliceSu   (1)

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                                                                                                        Risposta #50: Lunedì 13 Apr 2015, 22:37:05

                                                                                                        Se per te/voi le storie devono essere impostate alla stessa maniera di 20/30/40 anni fa, liberissimi di pensarlo, ma per quel che mi riguarda sono contenta che si cerchi di tenere il passo con il mondo "esterno".

                                                                                                        Così giusto per dire anche la mia...

                                                                                                        Non vedo perché ci debba essere contraddizione nel voler tenere sostanzialmente integra la personalità dei personaggi e il il tenere il passo del mondo. Il problema non è tanto quello dell'impostazione delle storie che sicuramente non avrebbe senso essere quelle - plurale - del passato: c'era già un abisso di differenza fra le prime e le ultime storie di Gottfredson, semplicemente perché nel frattempo erano passati 25 anni con tutti gli annessi e connessi storico, sociali e politici.

                                                                                                        Qui non si tratta di avere nostalgia del battipanni, si tratta di avere ben chiari e saldi quelle che sono le peculiarità caratteriali dei personaggi.

                                                                                                        Personaggi che non si muovono più negli anni ruggenti, nel dopoguerra, nel boom industriale, negli anni rampanti ma in un contesto post-tutto.

                                                                                                        Ma sono sempre, simpatici, antipatici, litigiosi, onesti, disonesti, furbi, fessi, intelligenti, scemi, stravaganti, geniali, buoni, cattivi ...

                                                                                                        I tempi sono cambiati e il mondo esterno anche ma, le categorie umane di cui sopra, sono sempre quelle.

                                                                                                        Sei una brava persona Topolino. E' questo il tuo guaio (Vera Ackerman)

                                                                                                        *

                                                                                                        Mark
                                                                                                        Cugino di Alf
                                                                                                        PolliceSu   (1)

                                                                                                        • ****
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                                                                                                          Risposta #51: Martedì 14 Apr 2015, 00:12:04
                                                                                                          Il succo della questione è che pur cambiando certi comportamenti i personaggi non devono cambiare indole e carattere.

                                                                                                          Sinceramente non trovo che il carattere dei personaggi oggi sia stravolto. Piuttosto lo è stato anni addietro, all'inizio della cosiddetta "scuola italiana" (non da tutti, ovviamente). Sarò prevenuto, ma credo che un certo modo di vedere i personaggi Disney in chiave cinica, sia molto italiano e figlio di un certo tipo di storie (non solo di Martina)

                                                                                                          *

                                                                                                          MiTo
                                                                                                          Diabolico Vendicatore
                                                                                                          PolliceSu   (1)

                                                                                                          • ****
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                                                                                                            Risposta #52: Martedì 14 Apr 2015, 00:12:45
                                                                                                            In effetti la questione non è da sottovalutare.
                                                                                                            Meglio mantenere invariato il carattere e il comportamento di un personaggio, oppure evolverlo adattandolo ai tempi?
                                                                                                            Io sarei più per la seconda idea, ma va comunque mantenuta la coerenza del personaggio.

                                                                                                            Oggi ambientare le storie "normali" (quindi non in costume) nel passato non avrebbe senso. Se esistono gli smartphone, tanto vale che li usino anche i personaggi.
                                                                                                            A patto che ciò sia coerente con il loro carattere.
                                                                                                            E come la tecnologia si è evoluta, sono cambiate anche le percezioni e gli ideali. Certi comportamenti venivano rappresentati nelle storie di tot anni fa perchè all'epoca erano considerate legittime, o comunque tollerabili. Ma le cose cambiano.
                                                                                                            E proprio per questo le ristampe andrebbero mantenute come erano al momento della pubblicazione. una storia di 50 anni fa è una storia di 50 anni fa, non una storia di oggi.
                                                                                                            Ci sono elementi che oggi sembrano assurdi, ma non è forse un valore aggiunto, questo? Un modo per comprendere anche le differenze che intercorrono tra la società di oggi e quella di parecchi decenni fa, quando la maggior parte dei lettori non era ancora nata.
                                                                                                            Dal mio punto di vista ristampare censurando è come andare a un raduno d'auto d'epoca con una macchina di 50 anni fa su cui hai montato motore e sospensioni di una vettura attuale. Il bello dello "storico" sta nell'essere originale.

                                                                                                            E poi che le storie cambino è fisiologico, e dipende da chi le scrive/disegna. Un qualsiasi autore moderno ha un esperienza, una vita, degli ideali, degli scrupoli assolutamente differenti da un autore di 50 anni fa. Sarebbe assurdo che uno sceneggiatore di oggi si dovesse sforzare di ragionare come uno del passato. In fondo molti dicono che "Topolino è lo specchio delle epoche". Ed è, aggiungo io, un bel modo per rendersi conto di come si sia modificata la società.

                                                                                                            *

                                                                                                            Paperotto il mozzo
                                                                                                            Ombronauta
                                                                                                            PolliceSu   (2)

                                                                                                            • ****
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                                                                                                              Risposta #53: Martedì 14 Apr 2015, 08:55:09

                                                                                                              benissimo il ban del battipanni,

                                                                                                              Tra l'altro già negli anni settanta l'uso di questo è sostanzialmente limitato alla minaccia del suo uso. Tipicamente, Paperino col battipanni in mano rincorre i nipoti poi protetti da zio Paperone che compare alla porta o allo steccato. Contemporaneamente Paperino è mortificato nel suo intento e zio Paperone aggiunge simpatia ed umanità al suo personaggio, senza perdere la mitica immagine del furioso principe dei paperi che agita minaccioso il battipanni. Non so,  ::) sarò fissato, ma ogni cosa mi porta a considerare perfettamente equilibrato quel periodo.
                                                                                                              'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
                                                                                                              'No Paperotto, tu sei intelligente come tanta altra gente'

                                                                                                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                Risposta #54: Martedì 14 Apr 2015, 09:48:34
                                                                                                                I fumetti Disney "specchio della società contemporanea" oramai è una tiritera che ha assunto la forma della favoletta, a cui non credo più e a cui forse non ho mai creduto
                                                                                                                Citazione
                                                                                                                Riguardo Martina, a Martina non importava giustamente un piffero del Topolino ottimista di Gottfredson (che non si poteva più riproporre senza cadere nel ridicolo) e di quello inquieto di Walsh. Negli anni '70 la maggioranza silenziosa voleva una maggior efficacia nella lotta alla criminalità, ed è per questo che nascono personaggi come il commissario Betti e il commissario Tanzi (entrambi interpretati da Maurizio Merli), che danno voce a questa maggioranza riempiendo di sberle ragazzi, uomini e vecchi che hanno connivenze con la mala. Ovviamente quei sonori sganassoni facevano tirare un sospiro di sollievo ma avevano anche la funzione di far riflettere su dove finisse il diritto della legge e dove cominciasse quello del delinquente.
                                                                                                                Ecco, il Topolino di Martina è un vero duro come quei personaggi lì,
                                                                                                                [...]
                                                                                                                Ecco come Topolino fosse veramente calato nella realtà dell'epoca più di quello di oggi
                                                                                                                Poi sarebbe interessante vedere come si conciliano queste tue due affermazioni: prima non credi alla favoletta, però poi esalti le storie calate nella realtà del tempo

                                                                                                                Citazione
                                                                                                                Capisco che non si possano apprezzare le storie gialle di Topolino, però il procedimento deduttivo non è campato in aria ma è chiaro;
                                                                                                                Io apprezzo e come i gialli di topolino, quando però sono ben fatti. Non puoi non ammettere che martina, dopo ottime avventure del genere, ad un certo punto è andato letteralmente in automatico a scrivere storie così, tutte uguali, tutte senza nerbo, in cui delle caratteristiche che fai notare te c'è solo la parodia. Anche questo voler esaltare a tutti i costi la produzione del professore è acritico e astorico se mi permetti. E te lo dice uno che con martina ci è cresciuto e lo rtimpiange.

                                                                                                                Citazione
                                                                                                                ho sempre preferito storie più conflittuali, come quelle di Cimino, in cui la robusta morale finale non è da "volémose bene", ma accompagna la perdita di qualcosa da parte di uno dei personaggi
                                                                                                                E su questo sono assolutamente d'accordo, parola per parola

                                                                                                                Citazione
                                                                                                                Checché se ne dica, io so che le punizioni corporali non sono stato affatto abbandonate nel mondo reale, semmai la differenza è che prima potevano suscitare il riso, oggi suscitano indignazione quindi sono ritenute improponibili
                                                                                                                Anche qua bisogna fare per bene la tara alle cose. Prima di dare la colpa alla disney o agli editori in generale, ragioniamo un attimo su episodi del genere: sinceramente, fossi un autore o un editore, prima ancora della paura di possibili conseguenze, mi spiacerebbe di più il fatto che pubblicare storie come quelle di qualche decennio fa sarebbe come dare perle ai porci, tutto sprecato...

                                                                                                                Citazione
                                                                                                                Riguardo Barks
                                                                                                                [...]
                                                                                                                si è perso di vista nei decenni che la sua è solo un'interpretazione - legittima - del personaggio Paperino, dato che Paperino era stato creato prima. Walt Disney, che lo aveva creato, forse non ha mai letto una storia di Barks
                                                                                                                Va be, a una cosa del genere che vuoi rispondere? E' il dilemma dei figli abbandonati e poi adottati: il vero genitore è quello che l'ha fatto nascere o quello che l'ha cresciuto? Io la mia idea ce l'ho, ma mi sa proprio ch la tengo per me :P
                                                                                                                « Ultima modifica: Martedì 14 Apr 2015, 09:49:36 da piccolobush »

                                                                                                                *

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                                                                                                                --
                                                                                                                PolliceSu   (2)

                                                                                                                PolliceSu   (2)
                                                                                                                  Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                  Risposta #55: Martedì 14 Apr 2015, 14:35:48
                                                                                                                  Mancanza di comportamenti umani?
                                                                                                                  Ma se fino a pochi giorni fa stavamo a discutere sul fatto che Paperino, Paperoga e Gastone non possono uscire insieme come tre cugini "normali" perchè ne escono snaturati.
                                                                                                                  Allora è vero che non siamo mai contenti di nulla? ::) :P


                                                                                                                  Sul politically correct, con me sfondi una porta aperta, visto che ne sono abbastanza insofferente. Però poi mi fermo un attimo e mi chiedo se davvero quello che voglio è vedere Paperino dare del drogato a Paperoga, o inseguire i nipoti per prenderli a randellate, o Topolino bere una birra... o semplicemente leggere delle belle storie. Ecco, io preferisco "semplicemente" le belle storie. Tutto qui. :)

                                                                                                                  Ehi, io quando hanno pubblicato le storie dei cugini che escono insieme ero favorevole, però! Non diamo per scontato che se qualcuno si lamenta di qualcosa, tutti si lamentino di qualcosa ::)

                                                                                                                  Comunque, ribadisco che qui si sta tutti guardando il dito invece della luna. A cominciare da PiccoloBush (l'ho talmente ma talmente equivocato che è da tre pagine che discute di mutamenti della società. va beh... ;D), stanno tutti discutendo di politicamente corretto, ed aderenza ai tempi. Si sta tutto riducendo ad un referendum sull'uso o meno del battipanni. Che squallore. :-/

                                                                                                                  Quello di cui si parlava all'inizio era del fatto che i personaggi avessero comportamenti umani e credibili, pregi e difetti realistici, che potessero o meno provare odio, rabbia, invidia, felicità, preoccupazione, ecc.
                                                                                                                  Che potessero o meno avere delle motivazioni credibili per fare le cose, che siano disegnati o no in maniera espressiva.

                                                                                                                  E' indubbio che tutti preferiamo leggere delle belle storie, ma se gli spunti possibili vengono ridotti, ci potranno essere solo belle storie di un certo tipo. Oppure, nelle storie, che so, d'avventura, ci saranno delle limitazioni pesanti, anche di ordine logico, a quello che i personaggi potranno fare.

                                                                                                                  Si dice che far litigare i parenti è stereotipato, che gli stereotipi sono negativi, ed infatti Rockerduck mangia bombette come non mai anche oggi...

                                                                                                                  Quanto tempo è che non vedete Paperino che si arrabbia? Che litiga con qualcuno? Che commette qualche bassezza? Da un sacco. La colpa? Non del "tanto vituperato" politicamente corretto, naturalmente. E' della società che cambia. Siamo tutti diventati più buoni, come a Natale? O la società è sempre uguale, ma non accetta di leggere certe cose? Allora è solo più ipocrita. Che poi, chi l'ha detto che non le accettiamo più? Ci sono stati casi di migliaia di genitori che scrivono lettere di protesta dopo che Paperino ha messa una bomba in casa ad Anacleto, e da quel momento hanno smesso di botto? Non mi pare...a volte, le limitazioni sono inconsce, sono nella testa dei capi, e stop..ricordo di aver letto un articolo su Buffy, la serie tv. Avevano ipotizzato di ricominciarla, ma i produttori avrebbero voluto "smorzare la conflittualità tra i personaggi" e rendere la protagonista "più passiva". Joss Whedon ha pensato che non fossero le condizioni per lavorare.

                                                                                                                  Si ha voglia di dire che nella teoria si possono fare ancora belle storie. Nella pratica, molte storie di un certo tipo non si fanno più e basta. Non è che si facciano in un modo "più edulcorato". Non si fanno. Ed un motivo, magari ci sarà.

                                                                                                                  I Paperi hanno avuto per decenni il centro della scena grazie alle infinite possibilità dei loro comportamenti. Oggi hanno comportamenti molto più limitati, e le storie con loro sono spesso scialbe.
                                                                                                                   
                                                                                                                  E molte di quelle belle (L'Ultima Avventura, Moby Dick, Potere e Potenza, La Magia del Teatro, Gastone e la Luna Storta, la saga di Fantomius) sono non a caso, storie dove si comportano come persone vere, non come macchiette, e dove odiano, amano, soffrono, si arrabbiano, hanno speranze, hanno sogni. Storie che sono fatte "come una volta". Si potrebbe usare più spesso questo ventaglio di possibilità, o no? Perché questo era il punto della questione, altro che battipanni sì/battipanni no.

                                                                                                                  « Ultima modifica: Martedì 14 Apr 2015, 14:37:41 da alexthereader »

                                                                                                                  *

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                                                                                                                  Diabolico Vendicatore
                                                                                                                  PolliceSu

                                                                                                                  • ****
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                                                                                                                    Risposta #56: Martedì 14 Apr 2015, 14:41:26
                                                                                                                    Certo che è diverso ma in quel caso si tratta di una naturale evoluzione dell'autore, si passa dal monello di periferia ad un personaggio maggiormente definito, sicuramente più completo, con tematiche diverse, anche se lo "spirito" resta lo stesso.
                                                                                                                    Con walsh, se ci fai caso, cambia proprio il ruolo di topolino: diventa meno centrale, sempre più al servizio dei comprimari, fissi (come pippo o eta) o occasionali
                                                                                                                    Forse avrei dovuto rendere piu' evidente il tono semiserio dell'obiezione cui rispondi. Comunque:
                                                                                                                    1) nessuna obiezione per quanto scrivi su Walsh (aggiungerei che il Topolino di Walsh e' un personaggio troppo passivo per il mio gusto; e la ripresa di questo Topolino e' l'unica cosa che  mi sia "spiaciuta" in un recente capolavoro come "I 7 boglin");
                                                                                                                    2) parlare di "naturale evoluzione dell'autore" mi sembra pericoloso, perche' questa evoluzione puo' arrivare fino a "snaturare" (piu' o meno parzialmente) i personaggi (Gottfredson, Barks, Martina, Scarpa, Cimino ... : per tutti loro potrei citare esempi di storie, piu' o meno tardive, in cui non riesco a riconoscere i protagonisti che mi avevano insegnato ad amare; e credo che non dipenda solo dalla mia rigidita' di lettore);
                                                                                                                    3) forse Special Mongo  non ha scelto l'esempio piu' felice, ma quanto dice sulle interpretazioni e' estremamente sensato:

                                                                                                                    Citazione
                                                                                                                    E' il dilemma dei figli abbandonati e poi adottati: il vero genitore è quello che l'ha fatto nascere o quello che l'ha cresciuto?
                                                                                                                    Paperone fu cresciuto da Barks, ma (per ripetere un'idea mirabilmente spiegata da Vito in un intervento molti anni fa) Cimino e' a tutti gli effetti un secondo padre.

                                                                                                                    Citazione
                                                                                                                    Ma io non parlo di sfortune realistiche, per quanto grandi, dove effettivamente non si può non empatizzare con lo sfortunato protagonista. Parlo di quelle storie in cui si calca sulla sfortuna in maniera iperbolica fino a perdere qualsiasi connotato di verosimiglianza, tipo Dal diario di paperina: il pepe nero e altre anche peggiori
                                                                                                                    Probabilmente quello che mancava al tuo intervento cui rispondevo era proprio un esempio. Purtroppo non ricordo la storia che citi; mi viene in mente pero' l'ottima Paperino al campionato di sfortuna, che mi sembri calzi a pennello con quanto volevi dire. Non riesco ancora a farmi venire in mente un buon esempio di storie con sfortuna ipebolica dall'effetto empatico, ma mi sentirei moralmente sicuro che debba esserci.

                                                                                                                    *

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                                                                                                                    Imperatore della Calidornia
                                                                                                                    Moderatore
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                                                                                                                      Risposta #57: Martedì 14 Apr 2015, 15:21:34
                                                                                                                      Ehi, io quando hanno pubblicato le storie dei cugini che escono insieme ero favorevole, però! Non diamo per scontato che se qualcuno si lamenta di qualcosa, tutti si lamentino di qualcosa ::)
                                                                                                                      Abbi pazienza, lo svitatorum è sempre dietro l'angolo. :P
                                                                                                                       :-[

                                                                                                                      Comunque, ribadisco che qui si sta tutti guardando il dito invece della luna.
                                                                                                                      [...]
                                                                                                                      E molte di quelle belle (L'Ultima Avventura, Moby Dick, Potere e Potenza, La Magia del Teatro, Gastone e la Luna Storta, la saga di Fantomius) sono non a caso, storie dove si comportano come persone vere, non come macchiette, e dove odiano, amano, soffrono, si arrabbiano, hanno speranze, hanno sogni. Storie che sono fatte "come una volta". Si potrebbe usare più spesso questo ventaglio di possibilità, o no? Perché questo era il punto della questione, altro che battipanni sì/battipanni no.
                                                                                                                      Per carità, ma su questo hai ragione.
                                                                                                                      Però, boh, sarò strana io, ma tutta questa "macchiettitudine" non la vedo così imperante e drastica così come la si sta dipingendo.

                                                                                                                      *

                                                                                                                      Mark
                                                                                                                      Cugino di Alf
                                                                                                                      PolliceSu

                                                                                                                      • ****
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                                                                                                                        Risposta #58: Martedì 14 Apr 2015, 16:39:32


                                                                                                                        Quanto tempo è che non vedete Paperino che si arrabbia? Che litiga con qualcuno? Che commette qualche bassezza? Da un sacco. La colpa? Non del "tanto vituperato" politicamente corretto, naturalmente. E' della società che cambia. Siamo tutti diventati più buoni, come a Natale? O la società è sempre uguale, ma non accetta di leggere certe cose? Allora è solo più ipocrita. Che poi, chi l'ha detto che non le accettiamo più? Ci sono stati casi di migliaia di genitori che scrivono lettere di protesta dopo che Paperino ha messa una bomba in casa ad Anacleto, e da quel momento hanno smesso di botto? Non mi pare...a volte, le limitazioni sono inconsce, sono nella testa dei capi, e stop..ricordo di aver letto un articolo su Buffy, la serie tv. Avevano ipotizzato di ricominciarla, ma i produttori avrebbero voluto "smorzare la conflittualità tra i personaggi" e rendere la protagonista "più passiva". Joss Whedon ha pensato che non fossero le condizioni per lavorare.

                                                                                                                        Si ha voglia di dire che nella teoria si possono fare ancora belle storie. Nella pratica, molte storie di un certo tipo non si fanno più e basta. Non è che si facciano in un modo "più edulcorato". Non si fanno. Ed un motivo, magari ci sarà.

                                                                                                                        I Paperi hanno avuto per decenni il centro della scena grazie alle infinite possibilità dei loro comportamenti. Oggi hanno comportamenti molto più limitati, e le storie con loro sono spesso scialbe.
                                                                                                                         
                                                                                                                        E molte di quelle belle (L'Ultima Avventura, Moby Dick, Potere e Potenza, La Magia del Teatro, Gastone e la Luna Storta, la saga di Fantomius) sono non a caso, storie dove si comportano come persone vere, non come macchiette, e dove odiano, amano, soffrono, si arrabbiano, hanno speranze, hanno sogni. Storie che sono fatte "come una volta". Si potrebbe usare più spesso questo ventaglio di possibilità, o no? Perché questo era il punto della questione, altro che battipanni sì/battipanni no.


                                                                                                                        Sinceramente belle storie come quelle che hai elencato non trovo che abbiano niente in comune con i comportamenti negativi che dici di rimpiangere.

                                                                                                                        I protagonisti ne escono come personaggi postivi, ed è così che deve essere.

                                                                                                                        Credo che il punto sia distinguere tra bontà e buonismo, e comportamenti umani e cinismo

                                                                                                                          Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                          Risposta #59: Martedì 14 Apr 2015, 16:42:20
                                                                                                                          Forse avrei dovuto rendere piu' evidente il tono semiserio dell'obiezione cui rispondi
                                                                                                                          Guarda che non mi sono alterato, anzi! Mancava qualche faccina probabilmente, ma il tono del mio intervento era assolutamente tranquillo e colloquiale  ;)

                                                                                                                          Citazione
                                                                                                                          2) parlare di "naturale evoluzione dell'autore" mi sembra pericoloso, perche' questa evoluzione puo' arrivare fino a "snaturare" (piu' o meno parzialmente) i personaggi (Gottfredson, Barks, Martina, Scarpa, Cimino ... : per tutti loro potrei citare esempi di storie, piu' o meno tardive, in cui non riesco a riconoscere i protagonisti che mi avevano insegnato ad amare; e credo che non dipenda solo dalla mia rigidita' di lettore);
                                                                                                                          Anche questo è vero però si tratta appunto di storie tardive, quando forse ormai avevano già detto tutto quello che potevano.
                                                                                                                          Nel caso del topolino di gott che hai portato come esempio la situazione secondo me è diversa: al tempo del gatto nip l'autore non aveva certo esplorato a fondo il personaggio, che anzi era ancora in una fase embrionale, per cui ci sta tutto che quel topolino sia diverso da quello dell'uomo nuvola, pur mantenendo le caratteristiche di base originali, credo che sia nromale

                                                                                                                          Citazione
                                                                                                                          3) forse Special Mongo  non ha scelto l'esempio piu' felice, ma quanto dice sulle interpretazioni e' estremamente sensato:

                                                                                                                          Paperone fu cresciuto da Barks, ma (per ripetere un'idea mirabilmente spiegata da Vito in un intervento molti anni fa) Cimino e' a tutti gli effetti un secondo padre.
                                                                                                                          Sono d'accordo, non mi sogno minimamente di contestare una affermazione del genere che anzi condivido in pieno, ma special mongo mi era parso contestasse a barks il ruolo di padre di paperino perchè creato da walt disney e "svezzato" da taliaferro aggiungo io

                                                                                                                            Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                            Risposta #60: Martedì 14 Apr 2015, 20:46:01
                                                                                                                            Abbi pazienza, lo svitatorum è sempre dietro l'angolo. :P
                                                                                                                             :-[

                                                                                                                            Per carità, ma su questo hai ragione.
                                                                                                                            Però, boh, sarò strana io, ma tutta questa "macchiettitudine" non la vedo così imperante e drastica così come la si sta dipingendo.

                                                                                                                            Ma figurati, ci mancherebbe che uno dovesse ricordarsi tutte le polemiche, e chi era contro e chi a favore.  ;) ps: citazione fantastica, lo svitatorum. [smiley=thumbsup.gif]

                                                                                                                            Per il resto, boh, temo di essere sembrato più polemico, o più catastrofista di quanto volessi. Diciamo che io una certa scialbezza, a tratti la noto, e capisco chi la nota, specie facendo confronto con alcuni anni fa. Sarà che rileggo spesso storie di vari periodi. Non vuol dire che la qualità del Topolino sia bassa, vuol dire che in alcune storie, con alcuni personaggi, potrebbe essere molto migliore
                                                                                                                            « Ultima modifica: Martedì 14 Apr 2015, 20:47:45 da alexthereader »

                                                                                                                            *

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                                                                                                                            PolliceSu   (1)

                                                                                                                            PolliceSu   (1)
                                                                                                                              Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                              Risposta #61: Martedì 14 Apr 2015, 20:56:58

                                                                                                                              Sinceramente belle storie come quelle che hai elencato non trovo che abbiano niente in comune con i comportamenti negativi che dici di rimpiangere.

                                                                                                                              I protagonisti ne escono come personaggi postivi, ed è così che deve essere.

                                                                                                                              Credo che il punto sia distinguere tra bontà e buonismo, e comportamenti umani e cinismo

                                                                                                                              Ma infatti io non rimpiango la cattiveria, io rimpiango il realismo. Che, in alcuni casi, può voler dire anche ma non solo comportamenti non sempre edificanti. La tua distinzione tra umanità e cinismo è calzante.

                                                                                                                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                                Risposta #62: Giovedì 16 Apr 2015, 12:51:46
                                                                                                                                Secondo me una cosa che è cambiata totalmente dagli anni di Guido Martina più che la visione dei personaggi sono l'atmosfera e i temi di fondo...
                                                                                                                                Martina metteva nelle sue storie una sorta di "pessimismo cosmico", i personaggi avevano connotazioni solo negative e il mondo in cui vivevano i personaggi era molto più crudo, spietato e forse per questo veniva visto come più realistico.
                                                                                                                                Mi vengono in mente Topolino e Pippo che viaggiavano nel tempo e scoprivano che il mondo era sempre stato un posto pieno di ladri, criminali e assassini, nelle storie di Paperinik i paperopolesi assistevano a rapimenti senza impicciarsi e dicevano "se qualcuno rapisce una persona in pieno giorno con i tempi che corrono nessuno ci fa caso", il lieto fine in generale nelle storie dei paperi non c'era mai...

                                                                                                                                Credo che sia di questo che un vecchio lettore senta la mancanza. Nelle storie di oggi, cercando forse di riprendere maggiormente lo stile disneyano di film e animazione, si punta sempre a proporre un lieto fine, a dare ottimismo, a dare speranza.

                                                                                                                                La cosa non è assolutamente un problema, anzi è necessario avere positività nella vita, ma come tono e temi trattati c'è la differenza che passa fra un Signore degli Anelli e un Trono di spade.
                                                                                                                                « Ultima modifica: Giovedì 16 Apr 2015, 14:28:47 da Mightypirate »

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                                                                                                                                Cugino di Alf
                                                                                                                                PolliceSu   (2)

                                                                                                                                • ****
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                                                                                                                                  Risposta #63: Giovedì 16 Apr 2015, 13:18:32
                                                                                                                                  Secondo me una cosa che è cambiata totalmente dagli anni di Guido Martina più che la visione dei personaggi sono l'atmosfera e i temi di fondo...
                                                                                                                                  Martina metteva nelle sue storie una sorta di "pessimismo cosmico" ...

                                                                                                                                  Credo che sia di questo che un nuovo lettore senta la mancanza. Nelle storie di oggi, cercando forse di riprendere maggiormente lo stile disneyano di film e animazione, si punta sempre a proporre un lieto fine, di dare ottimismo, di dare speranza.



                                                                                                                                  Non ti do torto, ma non riesco a concepire il fatto che qualcuno possa sentire la mancanza del pessimismo cosmico leopardiano di Martina e di quelli anni

                                                                                                                                  *

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                                                                                                                                  • ****
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                                                                                                                                    Risposta #64: Giovedì 16 Apr 2015, 14:31:37

                                                                                                                                    Non ti do torto, ma non riesco a concepire il fatto che qualcuno possa sentire la mancanza del pessimismo cosmico leopardiano di Martina e di quelli anni
                                                                                                                                    Beh, se Leopardi ha avuto i suoi fan non vedo perchè Martina non possa avere i suoi :)

                                                                                                                                      Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                                      Risposta #65: Giovedì 16 Apr 2015, 17:30:40
                                                                                                                                      Ma poi, c'è Martina e Martina. In alcune storie il suo Paperone è davvero sgradevole (penso per esempio a Paperino conquista le montagne nere) e quello sinceramente non lo rimpiango affatto. Ma lo ZP affarista con pochi scrupoli, che se ne frega dell'ambiente, e comunque duro verso il nipote di storie come "la campagna elettorale" o "l'iniquo equo canone" quello lo rimpiango sì. :)

                                                                                                                                      *

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                                                                                                                                      Flagello dei mari
                                                                                                                                      PolliceSu   (1)

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                                                                                                                                        Risposta #66: Giovedì 16 Apr 2015, 20:30:36
                                                                                                                                        Martina metteva nelle sue storie una sorta di "pessimismo cosmico"

                                                                                                                                        Io lo chiamerei "cinismo cosmico" :P

                                                                                                                                        i personaggi avevano connotazioni solo negative e il mondo in cui vivevano i personaggi era molto più crudo, spietato e forse per questo veniva visto come più realistico.

                                                                                                                                        In realtà le storie di Martina erano spesso più paradossali che realistiche, ed io rimpiango entrambi questi elementi: il buonismo odierno si accompagna a una "razionalità" piatta che è molto più noiosa dei tempi in cui potevamo trovare nelle storie sia la logica scarpiana (o chendiana, ecc...) che il nonsense martiniano (o fantoniano, mandelliano...).
                                                                                                                                        Insomma, c'è meno fantasia, come precedentemente notavo.
                                                                                                                                                 
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                                                                                                                                          Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                                          Risposta #67: Venerdì 17 Apr 2015, 10:34:23
                                                                                                                                          In realtà le storie di Martina erano spesso più paradossali che realistiche
                                                                                                                                          Non ho detto che fossero realistiche in quanto tali, forse mi sono spiegato male. Per riprendere la storia che avevo citato prima, "Topolino e l'inventore degli alberi" ( http://coa.inducks.org/story.php?c=I+TL+1209-BP ) Guido Martina partiva sì dal paradosso e dall'assurdo (un seme lasciato da un bis bis di Pippo che fa spuntare alberi a crescita immediata che fanno viaggiare nel tempo) ma il messaggio finale era crudo e duro: il mondo di ieri come quello di oggi è pieno di criminali, assassini e guerrafondai.
                                                                                                                                          Martina non offriva speranze, offriva un mondo di fantasia assurdo, ma non era un mondo più bello del nostro, c'erano comunque guerre, rapimenti e omicidi.
                                                                                                                                          Per qualcuno un mondo in cui le cose non vanno sempre a finire bene, in cui si capisce che il male e la cattiveria non possono essere annientati e in cui sì, gli alberi volano e fanno viaggiare nel tempo, può essere più realistico di un mondo in cui non avvengono stranezze eccessive ma il bene trionfa sempre e i criminali giocano a calcetto con chi li ha messi in galera.
                                                                                                                                          « Ultima modifica: Venerdì 17 Apr 2015, 10:35:12 da Mightypirate »

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                                                                                                                                          Diabolico Vendicatore
                                                                                                                                          PolliceSu

                                                                                                                                          • ****
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                                                                                                                                            Risposta #68: Venerdì 17 Apr 2015, 11:08:33
                                                                                                                                            ma il messaggio finale era crudo e duro: il mondo di ieri come quello di oggi è pieno di criminali, assassini e guerrafondai.
                                                                                                                                            Certe volte mi fate pensare a quella puntata dei Simpson in cui Lisa, per fingersi una universitaria, di punto in bianco se ne esce con "il mondo fa schifo" e tutti a darle ragione perché ha detto una cosa estremamente matura.
                                                                                                                                            « Ultima modifica: Venerdì 17 Apr 2015, 11:08:57 da Scroogie »

                                                                                                                                            *

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                                                                                                                                            Flagello dei mari
                                                                                                                                            PolliceSu   (3)

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                                                                                                                                              Risposta #69: Venerdì 17 Apr 2015, 13:15:10
                                                                                                                                              un mondo in cui non avvengono stranezze eccessive ma il bene trionfa sempre e i criminali giocano a calcetto con chi li ha messi in galera.

                                                                                                                                              Mi correggo: il nonsense c'è ancora ::)
                                                                                                                                                       
                                                                                                                                              In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                                                                                                                                Re: Deluso e nostalgico....a torto o a ragione?
                                                                                                                                                Risposta #70: Domenica 19 Apr 2015, 12:09:59
                                                                                                                                                I temi di fondo oggi sono il più delle volte banali, espliciti e leziosi... le atmosfere, invece, troppo anonime e poco ispirate... si nota che oramai è molto più importante che la storia lasci una morale di fondo, piuttosto che raccontare un'avventura con personaggi che si portano dietro pregi e difetti.

                                                                                                                                                Pensiamo alla storia di Artibani "Paperino e l'idolo acquatico", dove i due personaggi vivono un'avventura all'apparenza anonima e banale, ma che diviene per paradosso unica grazie alla capacità dell'autore di saper raccontare e di saper inserire i personaggi in un contesto senza che essi recitino come macchiette di un film di serie B. Certo, c'è un messaggio di fondo che è abbastanza evidente, ma viene mascherato attraverso la naturalezza delle situazioni vissute da Paperino e Paperoga, perciò il lettore si diletta e trae di per sé anche un insegnamento.

                                                                                                                                                Questa storia, come anche "L'impero sottozero" di Casty, sono esemplari per l'ultimo periodo, oramai dominato da una decontestualizzazione di storie vecchie attraverso le censure e dalla ricerca quasi ossessiva di correttezza in ogni singola azione.

                                                                                                                                                Non dico che in ogni singola vignetta Paperino debba mandare a quel paese suo zio o rincorrere col battipanni i nipotini, bensì vorrei che i personaggi avessero più personalità invece di risultare antipaticamente corretti e fastidiosi: sia Paperopoli e Topolinia ha delle personalità davvero forti e versatili, ma è ovvio che tutto si perde se il messaggio risulta più importante della storia.

                                                                                                                                                Secondo me, in conclusione, prima di pensare ad un possibile insegnamento (che non deve sempre esserci), è molto più importante creare un contesto e dare dignità ai personaggi utilizzati: poi, se tutto ciò funziona, si può anche giocare con la sceneggiatura in modo da dare le giuste sfumature, ma mai il messaggio prima di tutto...

                                                                                                                                                E poi, che male ci sarebbe a vedere ogni tanto Paperino o Manetta che fumano o bevono?  ::)

                                                                                                                                                *

                                                                                                                                                Paperotto il mozzo
                                                                                                                                                Ombronauta
                                                                                                                                                PolliceSu   (3)

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                                                                                                                                                  Risposta #71: Lunedì 20 Apr 2015, 11:34:34



                                                                                                                                                  In realtà le storie di Martina erano spesso più paradossali che realistiche, ed io rimpiango entrambi questi elementi: il buonismo odierno si accompagna a una "razionalità" piatta che è molto più noiosa dei tempi in cui potevamo trovare nelle storie sia la logica scarpiana (o chendiana, ecc...) che il nonsense martiniano (o fantoniano, mandelliano...).
                                                                                                                                                  Insomma, c'è meno fantasia, come precedentemente notavo.

                                                                                                                                                  Io credo che il nocciolo del problema sia proprio questo. Non conoscendo bene le storie recenti sono tuttavia arcisicuro che il segreto della riuscita di quelle anni 60-70 sia la fantasia congiunta all’ironia, nonché al giusto utilizzo di spunti della realtà senza sciocche censure. Il problema è che l’analisi di come tutto questo viene declinato nelle storie, a tanti anni di distanza, è enormemente complessa. E così emergono magari solo alcuni dei fattori perché pluriripetuti e divenuti luoghi comuni come la cosiddetta ‘crudeltà martiniana’. Ci si  chiede come possa essere un fattore di successo, se vada biasimata o mitizzata eccetera. Il fatto è che in se e per se essa è inesistente, in quanto nelle storie si compone a tanti altri elementi bilancianti, viene a galla ‘definita’ solo in tutte queste analisi ex post che a tutti i costi la vogliono eviscerare da un tutto senza il quale essa non è nemmeno degna di considerazione. E a questo punto eccola qui, strappata a viva forza dal suo contesto la bestia nera da vituperare. Ma chi l’ha mai vista una tale bestia nelle storie ? Si tratta semplicemente di un elemento caratteriale forte di zio Paperone che in quanto tale rappresenta un giusto nerbo delle storie – ed è giusto in quanto sapientemente gestito perché non si abbia mai l’idea di una VERA crudeltà.  Mi riferisco sempre alle storie più equilibrate realizzate a partire circa dalla seconda metà degli anni sessanta, come detto precedentemente.

                                                                                                                                                  I fattori equilibratori più lampanti sono il fatto che zio Paperone – il carnefice – è vittima della sua stessa crudeltà, vuoi per mano di Paperino (l’inversione dell’inseguimento finale), o di qualche saggio e strano popolo, vuoi per il sempre più importante ruolo di giusti mediatori dei nipotini, vuoi infine per sua stessa mano quando la troppa ingordigia gli fa perdere il guadagno sperato ed anche oltre, colpendolo in ciò che ha di più caro. Il tanto importante equilibrio di quegli anni appare anche, banalmente, dalla varietà di esiti che, lette un po’ di storie, mai ci fa sembrare la bilancia pendere troppo da una parte o dall’altra. In questo senso  ‘Il tesoro alla ricerca di zio Paperone’ è una recente rivisitazione incompleta in quanto, ricordiamoci, gran parte delle caccie al tesoro dei paperi di quegli anni si è conclusa con un tesoro inesistente o con la sua perdita, o finanche con tesoro nullo + perdita netta. A questo punto zio Paperone si dispera giungendo ad estremi atti suicidi, ovviamente costituiti letteralmente di ironia e divertentissimi, che alla fine lo rendono simpatico al pari di Paperino. In alcuni casi l’ingiustizia che egli fa subire a Paperino (lasciare senza casa lui e i nipotini, in ‘Zio Paperone e la campagna elettorale’) è volutamente costruita ad arte, amplificata a dismisura proprio per enfatizzare alla massima potenza la mega punizione che egli riceverà in cambio.
                                                                                                                                                  Ciò sia detto semplicisticamente per limitarci a quanto è più evidente, ma tutto il tessuto da cui sono costituite le storie di quel periodo è una fitta rete di orditi e trame, eccessi e loro contrari, che forma un tutto come tale ben compatto, senza smagliature  e che dà la massima soddisfazione. Evidenzio di seguito alcuni di questi fattori che a me sembrano importanti, perché dal loro giusto dosaggio discende la riuscita delle storie di quegli anni irripetibili.

                                                                                                                                                  ) Fattore realismo : avere uno zio anziano senza figli, avarissimo ed accumulatore incessante di denaro, già è un fattore che psicologicamente invoglia ad aiutarlo nella ricerca di nuovi tesori. E’ infatti inequivocabile la sensazione che l’eredità spetti tra alti e bassi, tra Gastone ed episodici nuovi nipoti, perlopiù a Paperino e nipotini (quante volte sentiamo minacce di diseredare, che implicitamente rafforzano l’avvenuta designazione,  ‘Nipote ed erede’, ‘Siete miei nipoti ed eredi e dovete seguire le vicende del capitale’…).
                                                                                                                                                  ) Fattore realismo  : questo zio anziano è un self made man che ha fatto la gavetta per essere il miliardario che è quindi disprezza il lazzaronismo del nipote, la cui nullatenenza inoltre lo fa dipendere finanziariamente da lui; pertanto è favorito un atteggiamento prepotente, onnipotente, padronale e patriarcale a cui Paperino non può sottrarsi – vista la perenne indigenza.
                                                                                                                                                  ) Fattore realismo : Paperino e i nipotini sono i parenti più stretti e legati a zio Paperone, pertanto oltre al fattore economico, il ricorso a loro è necessario per ragioni di fiducia tanto più importanti in quanto è immensa la ricchezza che è in gioco. Questo crea una dipendenza di Paperone da loro pari alla … dipendenza di Paperino del fattore precedente. Ciò è chiaramente leggibile in molte storie e Paperino ne è consapevole  (per esempio, nei primi anni settanta, una bella combinazione col mondo reale delle lotte sindacali allorchè Paperino legge sul giornale ‘ i tempi sono maturi per un cambiamento dei rapporti tra lavoratori e datori di lavoro’. ‘D’ora in poi, le percentuali dello 0,00001% di zio Paperone mi faranno semplicemente ridere !’, afferma, e riesce stavolta a strappargli una bella fetta di profitto).
                                                                                                                                                  )Fattore affetto  : il forte legame dei nipotini con Paperino, il loro equilibrio e la loro saggezza interviene nei casi di cattiveria limite a ricordare a zio Paperone che Paperino è ‘piume delle sue piume’, rafforzando nei casi adatti un legame affettivo tra tutti costoro. In alcuni casi è Paperone stesso a ricordarsi che Paperino è ‘piume delle sue piume’ e lo antepone al guadagno. Questo fattore importante lo trovo un po’ latitante fino ai primi anni sessanta e la cosa non mi piace.
                                                                                                                                                  )Fattore ironia : Si tratta di un fumetto, che deve sempre  per definizione (pena la perdita della sua stessa essenza), intrattenere il lettore in modo DIVERTENTE. Così l’amore per il denaro di zio Paperone gli fa apparire lecita ogni azione, dalla minaccia di decapitare il nipote per la perdita di un tesoro a lui attribuibile, al buttarsi egli stesso dalla cima del deposito per una paventata minaccia di Rockerduck. Si tratta di esagerazioni palesi, volute, opportune per insopprimibili ragioni di satira e sdrammatizzazione ... irrinunciabili per lo spirito comico stesso di questi personaggi  ;) Di fatto MAI vediamo una goccia di sangue od una benchè minima verosimile violenza fisica (a mente sempre : anni sessanta ed oltre…), mentre Paperone dopo un volo di 50 metri appare integro. Nei casi di pur piccole perdite pecuniarie vediamo un anziano e duro self made man piangere SOB disperato per settimane, e consolabile solo dal tanto vituperato nipote.

                                                                                                                                                  Ci rendiamo conto  di come partendo da nudi e davvero crudi fattori reali si perviene di fatto a quella situazione tanto amata del tipico soccorrimento di zio Paperone che riappacifica i paperi tra loro nella loro simpatia di fondo. E vorrei per finire evidenziare che per creare e gestire con equilibrio personaggi così complessi veniva utilizzato fruttuosamente un fattore importantissimo :

                                                                                                                                                  )Fattore suggestione del mondo reale. Sì, suggestione perché ogni esperienza reale è filtrata doverosamente per calarsi sulla peculiarità di questi personaggi. Ma non può mancare, è così importante da essere già emersa nei fattori precedenti, necessaria perché rende i paperi vivi ed intriganti : comunismo, capitalismo, femminismo… come possiamo pensare che non influenzino tipi come Paperone, Bassotti, Brigitta, Paperone, Paperino…  E mi piace AL LIMITE ripetere la frase di un bassotto, un ladruncolo sfortunato che grida al riccone : ‘tu vecchiaccio che quel grano non lo godrai mai…’, facendosi portatore di un’istanza di giustizia sociale leggibile solo leggermente e se si vuole ma – ED E’ QUESTO IL PUNTO –  discretamente presente, leggerissimamente suggerita in un contesto di puro, sano, INCENSURABILE divertimento. E’ solo un esempio di un’infinità di casi sui temi più svariati, qui più qui meno, ma càspita se è necessaria la suggestione dei temi importanti della realtà !

                                                                                                                                                  Fatta salva la prima infanzia, è con ciò un fumetto adatto a tutti, come già Gentilini il Direttore di Topolino affermava oltre quarant’anni fa. Tutto ciò che poi si è perso, è perfettamente chiaro a questo punto che ha impoverito questi fumetti e di conseguenza li ha resi infinitamente meno interessanti.
                                                                                                                                                  « Ultima modifica: Lunedì 20 Apr 2015, 13:16:24 da dr.Strano »
                                                                                                                                                  'Specchio magico, specchio rotondo, sono il piu' stupido di tutto il mondo?'
                                                                                                                                                  'No Paperotto, tu sei intelligente come tanta altra gente'

                                                                                                                                                  *

                                                                                                                                                  feidhelm
                                                                                                                                                  Flagello dei mari
                                                                                                                                                  PolliceSu

                                                                                                                                                  • *****
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                                                                                                                                                    Risposta #72: Lunedì 20 Apr 2015, 23:14:34
                                                                                                                                                    Citazione
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                                                                                                                                                    Secondo me, in conclusione, prima di pensare ad un possibile insegnamento (che non deve sempre esserci), è molto più importante creare un contesto e dare dignità ai personaggi utilizzati.

                                                                                                                                                    Da incidere nel marmo [smiley=thumbup.gif]
                                                                                                                                                             
                                                                                                                                                    In memoria di chi ci ha "cucinato" tante storie memorabili...

                                                                                                                                                    *

                                                                                                                                                    Ser Soldano
                                                                                                                                                    Ombronauta
                                                                                                                                                    PolliceSu   (3)

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                                                                                                                                                      Risposta #73: Martedì 21 Apr 2015, 17:08:54
                                                                                                                                                      Capisco che non si possano apprezzare le storie gialle di Topolino
                                                                                                                                                      Toh, io invece non lo capisco proprio...  :P

                                                                                                                                                      Comunque, dopo 4 intere pagine a base di battipanni, a me va invece di rimarcare questo post:
                                                                                                                                                      l'omologazione che oggi invece vige imperante: il tratto Disney degli anni 2000 è universalmente e internazionalmente associata allo stile di Cavazzano. Questo non stupisce, dal momento che molte delle leve degli anni '80/'90 furono allievi e allieve di Cavazzano e oggi sono ormai firme di punta del giornale...
                                                                                                                                                      E sto invece iniziando ad apprezzare sempre di più gli Autori che da questo stile si discostano, come un Celoni, un Mottura, un Casty (e altri).
                                                                                                                                                      In definitiva, più che ispirarsi allo stile di Cavazzano, mi sembra che si stia puntando più ad una pedissequa imitazione del manierismo dello stesso.
                                                                                                                                                       
                                                                                                                                                      Come non essere d'accordo? lo dissi pubblicamente a Lucca all'inizio degli anni '90, ad una specie di tavola rotonda cui parteciparono anche Luca Boschi, Beccattini, Marconi, Carpi, Bottaro, lo stesso Cavazzano e altri:
                                                                                                                                                      "Non mi convince molto questa sorta di neocavazzanesimo verso il quale si sta tendendo. Si rischia un'omologazione che, seppur qualitativamente controllata, rischia di banalizzare e standardizzare la pubblicazione", ricevendo il plauso dello stesso Cavazzano, il quale dichiarò di essere stato pochissimo lusingato dal fatto di essere stato preso pedissequamente a modello e di apprezzare molto poco la pletora dei suoi imitatori, per l'appunto, manieristi...

                                                                                                                                                      « Ultima modifica: Martedì 21 Apr 2015, 17:10:24 da Michelangelo »

                                                                                                                                                       

                                                                                                                                                      Dati personali, cookies e GDPR

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