Penso che la discussione si sia un po' incasinata, e che alcuni non abbiano colto il punto: non penso che l'intento dell'autore del topic fosse soltanto di lamentare che manca il battipanni di Paperino contro i nipotini, e mi stupisco che dei moderatori possano aver ridotto solo a questo tutta la discussione: leggendola, non è capitato a nessun altro. Ed a volte mi sembra che siano i moderatori stessi a fare da "guardiani della (nuova) ortodossia politicamente corretta" della Disney, più che la Disney stessa.
Non vedo perchè dovrei cambiare la mia opinione riguardo a questo (o anche ad altri) argomento solo perchè sono moderatrice. Non mi paga nessuno per difendere la redazione o chicchessia, e il ruolo di moderatrice lo tiro fuori solo quando mi tocca il "lavoro sporco"... per il resto sono una lettrice come tutti gli altri.
Sul Topolino ho imparato a leggere, e con i personaggi Disney ci sono cresciuta, per cui in più di vent'anni ritengo di essermi fatta una mia idea personale di quello che è, per me, il fumetto Disney italiano che, settimana dopo settimana, leggo su Topolino.
Magari sarà il contrario della tua (in fondo chi siamo noi per giudicare se un'opinione è giusta o sbagliata?), ma ti assicuro che è "genuinamente" mia, dall'alto della mia carriera di lettrice.
Intendiamoci, non ho mai detto che questa sia la migliore delle redazioni possibili (che non comprende solo la De Poli ma tutta le gente che lavora per portare il Topolino in edicola, dai redattori, agli sceneggiatori, ai disegnatori... e le loro scelte editoriali riguardanti colorazioni, lessico, edulcorazioni e chi più ne ha più ne metta), ma semplicemente che, secondo me, l'attuale redazione sta svolgendo molto bene il suo compito, che è quello di mettere insieme un settimanale a fumetti godibile "da 0 a 99 anni".
Magari ci possono essere soluzioni migliori (o anche peggiori), non lo metto in dubbio, ma non ho argomenti per denigrare quello che di buono sta venendo fatto in questi anni, perchè, a mio parere, non ce n'è bisogno, nè tantomeno motivo.
Semplicemente, io non ho sperimentato lo straniamento che molti di voi lamentano.
Sarà che sono di bocca buona e mi accontento di poco, e che in fondo leggo fumetti principalmente per svagarmi e cerco di coglierne principalmente gli aspetti positivi (come faccio normalmente in ogni ambito, peraltro) piuttosto che insistere a focalizzare la mia attenzione su quelli negativi.
Che sicuramente ci sono, non lo nego (il politically correct è una brutta bestia, ma non è una "libera scelta"... uscir fuori dai suoi binari, per il fumetto, vuol dire soccombere, almeno nell'Italia buonista di oggi, che si scandalizza per ogni nonnulla ma chiude gli occhi sui veri problemi concreti), ma per me passano in maniera naturale in secondo piano.
Adesso, lasciando stare i conflitti tra personaggi, che pure ci vogliono, perché senza un conflitto di qualche tipo, non c'è una storia, è evidente che l'autore del topic non si riferiva solo a questo. Si riferiva, mi par di capire, alla mancanza, molto più generale ed ampia, di Comportamenti Umani, Riconoscibili e Credibili, dei personaggi. Se un personaggio ha dei difetti, non per forza così gravi come in Martina, e magari capendo di sbagliare e correggendosi alla fine della storia, perché no, ma comunque che nella storia contino, allora è riconoscibile, ci si può anche identificare.
E detto per inciso, a me i personaggi non sono mai sembrati così stereotipati come oggi, proprio perché il loro campo d'azione è estremamente limitato.
Oggi un personaggio non può desiderare di arricchirsi (se non è Zio Paperone), non può provare odio, invidia, collera, magari in risposta ad un torto, non può fare un sacco di cose.
Mancanza di comportamenti umani?
Ma se fino a pochi giorni fa stavamo a discutere sul fatto che Paperino, Paperoga e Gastone non possono uscire insieme come tre cugini "normali" perchè ne escono snaturati.
Allora è vero che non siamo mai contenti di nulla? :
Anche le storie di una volta avevano una morale, ma l'aspetto intelligente era proprio il non renderla esplicita, didascalica, imposta, ma suggerirla tra le righe, come conseguenza di quel che succedeva. E si capiva benissimo lo stesso, anzi...
E per quanto riguarda invece i personaggi in sé, l'unico aspetto che può averli in qualche modo limitati, credo sia appunto la soppressione del politically... scorrect, che gli conferiva indubbiamente una maggiore vivacita. Peró anche qui, si parlerebbe più di un confronto appunto con gli anni 60 che con gli anni 90, in quanto la censura non è che è calata un giorno così improvvisamente dall'alto, è stato tutto un percorso più o meno graduale verso un buonismo spesso addirittura opprimente e creativamente castrante.
E se io leggo una storia degli anni 60 e vedo Paperino che mi insegue Qui Quo e Qua con il battipanni, mentre ora noto che non lo fa più, non è perché la personalità di Paperino è cambiata, ma perché il contesto sociale reale è cambiato: semplicemente, 70 anni fa paperino poteva randellare i nipoti, mentre ora non lo può più fare. È un problema della censura (a parte il fatto che in questo caso non mi sembra nemmeno completamente sbagliata), censura che è limitante, ma che non ha portato ad un tale appiattimento dei personaggi, che a mio parere sono invece ancora ricchi sotto questo punto di vista.
Sul politically correct, con me sfondi una porta aperta, visto che ne sono abbastanza insofferente. Però poi mi fermo un attimo e mi chiedo se davvero quello che voglio è vedere Paperino dare del drogato a Paperoga, o inseguire i nipoti per prenderli a randellate, o Topolino bere una birra... o semplicemente leggere delle belle storie. Ecco, io preferisco "semplicemente" le belle storie. Tutto qui.