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Solo io trovo che la tendenza all'ira dei Paperi sia sempre più spesso fuori luogo?
Mi spiego: Guido Martina è giustamente famoso per gli scatti d'ira dei suoi personaggi. Tuttavia in quel caso il movente dell'ira erano sapientemente bipartiti: cataclismi veri e propri (Paperino che rincorre i nipotini a causa dei quali, p. es., la sua casa è distrutta) oppure minuzie, ma ingigantite dal carattere iperbolico dei personaggi: i nipotini che rompono un piatto, oppure Paperino perseguitato dallo zio per la perdita di un tesoro o di un carico d'oro: cose che al lettore devono parere patetiche, come spesso i nipotini martiniani e ciminiani sottolineano, e che sono impostate in modo da scatenare il riso, quindi inserite ad arte e con l'opportuna violenza verbale: violenza verbale studiata e mai monotona, tale da rispecchiare appunto l'iperbolicità dei caratteri.
Ancora: l'ira di Paperino in Carl Barks è farsesca, puramente comica, l'ira di uno zio instabile ma con un gran cuore, che in una vignetta trama propositi nipoticidi e nella successiva sfodera un sorriso al miele, talvolta di pentimento e talvolta... di circostanza.
Così pure le scenate di gelosia di Paperina in Chendi erano comiche, spesso distorte dal "punto di vista" del Diario...
Modello negativo per quello che sto per dire, senza offesa per l'autore che come ho già detto altrove ci ha regalato belle cose fra cui il mistero del cartello e le versione di Gambadilegno, è Paperino, Paperina e le uscite con gli amici. Quello che voglio dire è che si tende a calare questa irosità, che è nata per essere iperbolica e farsesca (e proprio per questo raggiungeva vette che oggi sono meno proponibili), in un contesto realistico, da "problemi quotidiani". Anche i "paperopolesi inferociti" (di pezziniana memoria) spesso se la prendono per un nonnulla, altro che gigantismo da Concimax 2000. Persino nella "Lunga notte di Ciccionik" del grande Marconi si avverte un segnale di questo: Paperina e parenti che inseguono Paperino perché ha fatto perder loro il pomeriggio dietro a Ciccio. E che sarà mai? Daccapo, se i caratteri dei personaggi fossero intenzionalmente enfatizzati sarebbe tutto godibilissimo, ma se per tutta la storia si comportano come umani (quindi non come Paperi) e poi se ne escono con reazioni ingiustificate dà più turbamento che divertimento, almeno a me.

Sulla domanda: i Paperi sono Paperi o uomini? bisognerebbe discutere a lungo, ma qui voglio solo sottolineare questo: l'iracondia martiniano-barksiana è caricaturale, quella di molte storie odierne è da serie televisiva, ovverosia è isterica. Ecco, credo che il bivio sia fra iracondia e isteria: la prima diverte; la seconda a mio parere non dà un messaggio per niente bello: se si è immersi in una storia realistica e si vedono fidanzate e parenti prendersela per scemenze secondo me fa un brutto effetto: il mondo reale è già così, un fumetto come Topolino dovrebbe caricaturarlo e/o denunciarlo, non assecondarne le dinamiche per costruire una comicità vacua e dimenticabile.

Che ne pensate?

Il tuo intervento pone una serie di spunti interessanti. Per ora mi limito a prenderne uno: non sono sicuro che "la tendenza all'ira dei Paperi sia sempre più spesso fuori luogo" , ma da molti anni trovo spesso  fuori luogo certe loro reazioni.
  La prima che mi viene in mente e' (spiace dirlo) qualcosa che appare gia' in un maestro come Cimino: credo che negli ultimi vent'anni della sua illustre carriera avesse esagerato con gli svenimenti. Tu parli dell'iracondia senza un "giusto" movente; ma cosi' dicendo, mi hai ricordato che nel tardo Cimino i paperi svenivano troppo facilmente, senza che venisse dato lo spazio a parer mio necessario per rendere il lettore partecipe dello sbigottimento che li portava a svenire.

i Paperi sono Paperi o uomini?

La parola antropomorfismo suggerirebbe entrambi.

Sono comunque con te sul discorso che occorra un giusto dosaggio fra aspetto caricaturale/umoristico e aspetto realistico.

Quoto parola per parola l'analisi di Dominatore, già da tempo mi ero posto un pensiero simile, ma ammetto che non avrei potuto esprimerlo meglio, complimenti

Per fare un paragone, mi viene in mente la famosa gag di Homer Simpson che strangola Bart. Nelle prime serie, la scena aveva un suo perchè, era studiata e calibrata nei modi e nei tempi e per questo faceva ridere sempre, anche se l'avevi già vista decine e decine di volte.

Ormai da diversi anni, invece, si vede Homer usare qualsiasi pretesto per strangolare più e più volte Bart, cosa che ha mortificato la scena in sè fino a farla diventare ridondante e patetica, un po' come le ultime 10 e passa stagioni :(

L'iracondia dei paperi l'ho sempre interpretata come un carattere peculiare del loro universo, poichè i personaggi piumati, come ha fatto notare anche il dominatore delle nuvole, hanno caratteri iperbolici, sono molto più plateali, esagerati, melodrammatici, con comportamenti estremizzati.

Ben diversi ad esempio dai topi, dove invece sono decisamente più tranquilli e "moderati", forse questa è una delle ragioni per cui vengono utilizzati complessivamente meno.

In questo senso, è difficile stabilire quali siano i più realistici, i più umani.

Detto questo, si trovo anch'io che talvolta l'iracondia dei paperi sia eccessiva, smisurata, irreale, pretestuosa. Questo contribuisce a rendere certi personaggi particolarmente odiosi, vedi Paperina e le sue fisse o il personaggio multiplo dei paperopolesi, entrambi rappresentati come estremamente sciocchi e volubili.

Un po' meno Paperino, che alla fine solitamente si arrabbia per un torto subito e quindi i lettori sono puntati a simpatizzare per lui, o Paperone che si sente quasi giustificato spesso dall'incapacità dei suoi nipoti o da un attacco dei suoi nemici.

L'iracondia dei paperi, se utilizzata sapientemente, è quell'aspetto che ha fatto sì che gli autori li preferissero ai topi: da un certo punto di vista della versatilità, se la giocano meglio con personaggi quali Topolino, Pippo o Orazio, e l'ira è un di questi aspetti.

Ovviamente il tutto deve essere contestualizzato: vedere Paperino sbottare per tutto, anziché divertirmi, sortirebbe l'effetto opposto. Vedere invece Paperino che, subito un brutto tiro dai suoi nipotini, sbotta e li rincorre (ovviamente con effetti dinamici quali il fulmine o la polvere), è già qualcosa di più efficace. Tutto sta nel pretesto: il lettore deve pensare che lo scatto d'ira sia sì giustificato ma posto in un modo "ridicolo", cosa che effettivamente una persona risulterebbe se avesse una reazione come quella di Paperone o Paperino nei loro momenti peggiori. Il lettore se la ride e capisce che non è necessario comportarsi così. L'effetto c'è e si vede.

Tuttavia, in un cosmo dei paperi in cui i personaggi paiono fare a gara per dimostrare chi è più corretto, cosa che si vede nelle storie dell'ultimo periodo, ma anche ad esempio in quello Muci, far sclerare i paperi per creare il divertimento pare essere superfluo, mai nessuno penserebbe di ridere di un Paperino precisino che poi perde le staffe per un nonnulla, così come di un Paperone affarista che si dispera per un piccolo crollo di azioni in borsa.
E molto spesso, se si vuole tentare di far ridere coi paperi che si disperano o si inalberano, non si riesce perché la situazione è forzata.

Quindi, per rispondere alla tua domanda, avanzo una mia considerazione su come ho sempre interpretato il mondo dei paperi, ossia come la fotocopia esagerata, ironica e caricaturiale delle nostri lati più spinti, più grotteschi e anche peggiori sotto molti punti di vista. Il lettore simpatizza con questi personaggi, ma siccome vede che comunque si rendono ridicoli (da qui la "furia comica/demenziale"), non li imita: se sortissero l'effetto opposto, a quest'ora avremmo gente che picchia la testa contro il muro, che piange su un lacrimatorio oppure che si sfoga tirando il battipanni su chi gli ha fatto il torto.

Secondo me si è trovato un buon equilibrio nell'uso della "iracondia" dei paperi.
Altrettanto non è accaduto all'estero, dal mio punto di vista.
Nelle poche storie Egmont che vengono pubblicate da noi, infatti, vediamo spesso e volentieri Paperino (ma anche Paperina, e altri) che sbottano senza motivo, con veri e propri attacchi isterici. Da noi non accade.
Quanto al quesito se i paperi sono come gli uomini: no, non lo sono. Quello paperopolese è un universo sostanzialmente antropomorfo, abbastanza legato alla realtà, ma con limiti assai diversi.

Secondo me si è trovato un buon equilibrio nell'uso della "iracondia" dei paperi.
Altrettanto non è accaduto all'estero, dal mio punto di vista.
Nelle poche storie Egmont che vengono pubblicate da noi, infatti, vediamo spesso e volentieri Paperino (ma anche Paperina, e altri) che sbottano senza motivo, con veri e propri attacchi isterici. Da noi non accade.
Quanto al quesito se i paperi sono come gli uomini: no, non lo sono. Quello paperopolese è un universo sostanzialmente antropomorfo, abbastanza legato alla realtà, ma con limiti assai diversi.

Se è una storia di questo carattere (http://coa.inducks.org/story.php?c=D+2004-125) allora ci può stare, personalmente lo trovo più che divertente e giustificato, ma se invece parliamo di storie di questo tipo (http://inducks.tk/story.php?c=D+2002-150)(http://coa.inducks.org/story.php?c=D+98278) allora il discorso cambia, in quanto gli scatti d'ira non presentano alcuna situazione di tipo umoristico.

Bisogna guardare nel contesto, per me ci sono alcune straniere della Egmont in cui l'iracondia dei paperi (seppur a volte esagerata) è gradevole e fa sorridere, altre in cui è messa del tutto a caso. Chiaramente da loro è molto diversa la concezione del "canone Disney".

Ecco, un esempio di rabbia spropositata è quella di Paperone nella storia di Enna di questa settimana, nella quale vorrebbe salare tutto e tutti indistintamente, con Paperino e Gastone che devono placcarlo. Non crea un effetto comico anzi mi ha fatto pensare Fategli una camomilla.

Ecco, un esempio di rabbia spropositata è quella di Paperone nella storia di Enna di questa settimana, nella quale vorrebbe salare tutto e tutti indistintamente, con Paperino e Gastone che devono placcarlo. Non crea un effetto comico anzi mi ha fatto pensare Fategli una camomilla.

Penso che è stato fatto non per comicità,ma per accentuare la disperazione data dalla perdita della sua amata Numero Uno e anche per tenere,sempre secondo me,un ritmo incalzante che si succederà in tutta la prima puntata