Leggendo con ritardo gli ultimi libretti ho notato principalmente due cose:
l'ultima storia di Silvia Ziche (i cui testi sono comunque di Marco Bosco, cosa che mi era sfuggita prima di aprire il topic), a differenza delle precedenti, ha una base di serietà, coerenza e 'tecnicismi' investigativo-legali scevri da battute ed espressioni allucinate dei protagonisti che hanno caratterizzato gran parte della sua opera. Ritengo questa ultima fatica dell'autrice, non ancora giunta alla fine, molto interessante e coinvolgente, proprio per la 'serietà' e, dunque, la credibilità con cui è stata scritta ed illustrata: nella contea di Paperopoli il mais è un affare di stato e come tale viene trattato, con tanto di Accademia della Pannocchia (davvero sontuosa) e clamore mediatico per l'ultimo posto vacante di membro della stessa. Il tutto raccontato con fine e discreta ironia ma senza eccedere, come in passato.
Tra quelli che ho chiamato 'infantilismi e buonismi di ritorno' (considerando gli anni della direzione Muci), mi ha colpito una eccessiva utilizzazione degli animali non antropomorfi e delle creature extraterrestri che, per carità, ci sono sempre state, ma che nella storia di Michelini delle Monete Aureospaziali (Topo 3118) ho trovato forzate, nel senso che potevano benissimo essere evitate, sviluppando il plot della proibita coniazione personale per Paperone in modo più realistico e interessante. Anche Zironi immette all'improvviso in una baita strani esserini con i quali il 'serio' Orazio, in cerca di un amico scomparso, tutto pensava meno di avere a che fare (Topo 3117).
Sicuramente più accettabile (almeno da parte mia) l'utilizzazione di animali 'animali', come le piovre madre e figlia nella storia che segna il ritorno di Estrella Marina (oltretutto biologa marina, per cui...), le aquile della storia danese, la cui 'Danza' è stata davvero spassosa, oltra ad una storia di Pisapia tutta dedicata a Pluto, anche questa davvero carina.
Per cui il termine 'infantilismo' può avere anche un aspetto positivo, soprattutto quando si tratta di creature animali comunque terrestri; meno quando si utilizzano (a sproposito) creature extra, animali o umanoidi che siano.
Negli ultimi libretti ci sono anche storie interessanti libere da certe caratteristiche di cui parlavo, come ZP, il ferragosto è servito - l'Enigma Cape Rock - PK e il nipote ribelle (col ritorno di Dona Manuela, sempre gradito) - Paperino e il carro del vincitore. Però, nelle Meraviglie di Zobeide, ecco che un sentimento che in passato veniva solo accennato (per il caratteraccio dello zione) ma comunque compreso dai più, oggi viene apertamente 'denunciato' senza 'ritegno' o 'pudore' (il classico 'pudore dei sentimenti'):
"E poi questa avventura mi ha ricordato quali sono i veri tesori! Non lo scorderò!" dice Papeone a tutta vignetta, abbracciando i nipoti con sguardo amoroso e sfondo luminoso alle spalle che, stranamente, non è a forma di cuore. C'era davvero bisogno di queste sdolcinerie? Non bastasse ciò, a Scrooge non frega più nulla di lasciarsi immensi tesori alle spalle, pur di favorire la felicità altrui. Questo è un facile buonismo (di ritorno o meno) che proprio non sopporto. Soprattutto se praticato da un personaggio come PdP. Rimpiango il 'buonismo difficile' dei decenni passati, dove i nipoti sudavano le sette camicie per ottenere ciò che oggi si ha senza fatica alcuna. C'era più soddisfazione, per il lettore, a vedere che alla fine lo zione faceva comunque 'la cosa giusta', nonostante tutto, rispetto all'attuale 'buonismo facile', pratico e veloce (ma poco o per nulla emozionante).
Combinazione, nella lunga storia 'seria' della Ziche ancora in corso, Paperone non compare mai ma viene spesso evocato (dalla segretaria, da Brigitta, dal Deposito che fa spesso da sfondo alle azioni delle quattro papere alla riscossa). Sicuramente, qualora apparisse, non sarebbe così mieloso come quello di Zemelo.