Come ho detto, penso che una storia del genere non verrà mai fatta perché troppo malinconica.
Ma la malinconia non deriva certo dal non aver realizzato quello che i paperotti sognavano. Quanti sogni d'infanzia si realizzano? Dico di più: quanti sogni d'infanzia sopravvivono all'infanzia? Tante volte crescendo si abbandonano i vecchi sogni, non perché li consideriamo irrealizzabili, ma perché non ci interessano più (io da bambino volevo fare il gelataio per mangiare tutto il gelato possibile).
Sarebbe malinconica principalmente per due ragioni:
1) Quanti amici d'infanzia fanno ancora parte della nostra vita? Sì, certo, ci saranno delle eccezioni, ma la maggior parte di noi perde gli amici che aveva da bambino. Magari vivono anche nella tua città, forse anche nel tuo quartiere; li saluti ogni volta che li vedi ma tutto finisce lì perché quello che vi univa non c'è più, ora avete gusti diversi, idee diverse. Qualche anno fa ho rincontrato quello che all'asilo era il mio miglior amico: abbiamo parlato per due ore di quello che ci è successo e poi non avevamo più niente da dirci. Ecco, Paperotto e i suoi amici non fanno eccezione. L'alchimia non ci sarebbe più.
2)Paperino e Paperotto sono lo stesso personaggio, ma allo stesso tempo due personaggi differenti. Paperino è più disincantato, molto meno sognatore, deluso e anche amareggiato di quello che la vita gli ha riservato. Dopo tante storie di Paperotto, il personaggio è come diventato autonomo, slegato dalla sua versione adulta in un certo senso. Nella nostra mente, Paperotto e i suoi amici sono eternamente giovani, stesso amaro destino che tocca alle baby star del mondo dello spettacolo (pensate alle Simpatiche canaglie in onda su raitre. Sono morti da anni eppure li vediamo - e li pensiamo - sempre bambini). La televisione, il fumetto, a volte anche il cinema, congelano i personaggi in un eterno presente. Mostrare la loro evoluzione li uccide, privandoli di quella magia, di quell'essere eterni