Le donne dovrebbero avere un senso di per sè stesse, non perchè donne e quindi sottolineare ogni volta il loro sesso. Cosa che con gli uomini non si fa. Come se gli uomini fossero quelli "normali", gli esseri umani per eccellenza, che possono avere miliardi di diversi aspetti, mentre le donne sono donne e quindi già di per questo particolari, diverse, l'eccezione, che fanno notizia in quanto tali. Non è assurdo?
E' assurdo ma, purtroppo, è anche il destino di tante minoranze (religiose, politiche, etniche, linguistiche, sessuali...).
Nel fumetto (ma ancora al cinema come in tv, tanto per rimanere nei mass media), personaggi o interpreti non bianchi sono spesso considerati meno liberi di avere difetti o particolari bizzarri che, in un bianco, caratterizzerebbero semplicemente la persona mentre in un nero (o in un gay o in un musulmano) caratterizzerebbero inequivocabilmente (e ingiustamente) tutta la comunità.
Come al solito é possibile fare un uso a 360° solo di personaggi maschi, bianchi ed eterosessuali. Se si fa ironia sulle donne, o comunque se se ne accentuano gli stereotipi è maschilismo, se lo si fa sui neri è razzismo, se lo si fa sugli omosessuali è omofobia...se invece si usa il solito Pinco Pallino nessuno si crea il minimo problema. [smiley=sm.gif] [smiley=lipsrsealed.gif]
Comunque, ci rendiamo conto della deriva che ha preso la discussione?
Il personaggio, nella sua essenza originale, appare solo in due storie due.
La prima e
la seconda. Stop.
Il resto (ad esclusione delle brasilianate e dell'obbrobrio dei Mekanos, storia talmente sconclusionata che avrebbe fatto pena anche se disegnata da un Cavazzano o da un Massimo De Vita in stato di grazia assoluta) è solamente frittolame moderno, che riprende il personaggio in quanto tale, ma nulla aggiunge alla sua caratterizzazione, che non ne appare minimamente inficiata. Io infatti tendo a considerare la Paperinika dagli anni 80 in poi un altro personaggio rispetto a quello creato da Martina. Personaggio le cui apparizioni sono comunque fini a sé stesse, visto che non è un personaggio su cui si possano imbastire chissà quali trame.
Che poi comunque il personaggio (parlo sempre di quello originale) riprenda gli stereotipi della battaglia maschi vs. femmine è chiaro, ma in fin dei conti c'è da tener presente alcuni aspetti fondamentali:
a) Martina è sempre stato acido, per non dire anche corrosivo, in alcune storie; e qui mi riallaccio all'osservazione che ha fatto all'inizio del post;
b) nel 1973 le donne erano obiettivamente "relegate" un gradino sotto rispetto agli uomini, quindi il personaggio era assolutamente attuale (oggi è decisamente un personaggio inutile, ma ai tempi aveva un suo perchè);
c) le posizioni estreme (sia la maschile di Paperino e Paperone, sia la femminile di Paperina/ika) sono sempre estreme, e come tali eccessive, qua stiamo parlando, altretutto, di un fumetto che di base è comico e leggero, per cui è chiaro che le caratterizzazioni siano spinte agli estremi. Nonostante ciò il personaggio, nelle sue due storie, ha un suo perchè.
Poi, è chiaro che (come nel caso, appunto, di Paperina) Paperinika è nata principalmente come controparte femminile di Paperinik, e questo è un grosso limite, perchè di base, come già è stato fatto notare diverse volte, manca di una motivazione, al contrario di Paperinik.
Ma se per Paperina vale il discorso di "capire cosa fare da grande", per Paperinika no. Il personaggio ha dato quel che doveva dare all'epoca, e basta.
Credo che se le sue apparizioni fossero rimaste solo le prime due non saremmo arrivati a questo, Paperinika sarebbe stata ricordata solo come una comparsata di Paperinik al femminile e nient'altro.